Numero1402.

Che cos’è la filosofia?

E’ la messa in questione del senso comune. E’ vedere se le cose che si dicono, se le opinioni diffuse, se la mentalità media sono giustificate nelle loro affermazioni, oppure no. Socrate si definisce il “dotto ignorante” e, alla domanda: “Qual è il tuo compito, se non sai niente, se non sei sapiente?”, risponde: “I sacerdoti e i sapienti dispongono della verità, non i filosofi. Tenetela presente questa differenza: il sacerdote può insegnarvi una verità, la sua, il sapiente può insegnarvi un’altra verità, già confezionata. Il filosofo, no. Il mio compito è come quello dei vasai che, con la nocca del dito, provano se il vaso è di vero bronzo, oppure di altro materiale scadente. Vale a dire: io verifico se le vostre opinioni stanno in piedi da sole, per le loro argomentazioni, se sono prive di contraddizioni o se, invece, sono un “sentito dire”, oppure sono una adesione ad una fede, oppure l’adesione ad una autorità”.  Tutto ciò non interessa  alla filosofia. La filosofia nasce quando voi sapete argomentare quello che dite, a prescindere dalla fede, a prescindere dall’autorità,a prescindere dall’opinione diffusa, a prescindere dalla seduzione degli affetti. La filosofia significa pensare con la propria testa e argomentare le vostre cose e, nei confronti del senso comune, che non è il “buonsenso”, assumere un atteggiamento critico. Critico vuol dire: quel che si dice ha un fondamento, oppure vale solo perché lo dicono tutti? E questo è particolarmente significativo in un’età, come la nostra, dove le opinioni si formano attraverso la televisione, attraverso” internet” e i “social” e si assumono semplicemente perché sono diffuse e non perché sono argomentate. Siccome nell’adolescenza incomincia questo atteggiamento critico, è in questa età che si pone la domanda filosofica. Poi, magari, la si abbandona, si rientra nel gregge. Ma nell’adolescenza non siete ancora pecore, siete soggetti pensanti perché inquieti, perché turbati, perché non ci state più nella visione precedente del mondo e non avete ancora costruito quella nuova. E’ l’età dell’incertezza: è la più feconda. Gli insegnanti dovrebbero aver cura di questa incertezza e di questa fecondità.

Umberto Galimberti.

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