Numero2756.

 

RIFLESSIONE  SUI  RIFLESSIVI

 

Nella lingua italiana un verbo riflessivo è un verbo che, nella propria coniugazione, è sempre accompagnato da un pronome riflessivo (mi, ti ci, si, vi) ,viene di solito usato quando il complemento oggetto di una frase ne è anche soggetto. Permette di far ricadere l’azione sul soggetto.

Dal punto di vista semantico, spesso i verbi riflessivi hanno la caratteristica di far coincidere l’agente e il paziente (in italiano, il soggetto e il complemento oggetto). In questo senso i linguisti usano anche i termini auto benefattivo e medio.

Categorie di verbi riflessivi

  • Riflessivo proprio

Nelle frasi con un verbo riflessivo proprio il soggetto dell’azione corrisponde al complemento oggetto. Questa categoria può essere considerata l’unica e vera categoria di verbi riflessivi.

Es. Mario si pettina (=Mario pettina se stesso)

Es. Sara si lava (=Sara lava se stessa)

  • Riflessivo apparente

Nei verbi riflessivi apparenti, la particella riflessiva rappresenta il complemento di termine, essendo già presente un complemento oggetto.

Es. Luigi si asciuga i capelli (=Luigi asciuga i capelli a se stesso)

Es. Luisa si pettina i capelli (=Luisa pettina i capelli a se stessa)

  • Riflessivo reciproco

Nei verbi riflessivi reciproci ci sono due soggetti che compiono l’azione descritta (predicato) a vicenda.

Es. Sara e Mario si sposano (= Mario sposa Sara e Sara sposa Mario)

Es. Elena e Laura si scrivono (= Elena scrive a Laura e Laura scrive a Elena)

  • Riflessivo pleonastico

Nei verbi riflessivi pleonastici la particella riflessiva non ha un ruolo fondamentale, infatti se questa viene tolta, il senso della frase non varia. Questa particella riflessiva ha la funzione di rafforzare il significato del verbo esprimendo piacere o soddisfazione nel compimento dell’azione espressa dal verbo.

Es. Si è mangiato una pizza (= Ha mangiato una pizza)

Es. Si è bevuto l’aranciata (= Ha bevuto l’aranciata)

Es. Mi sono comprata una gonna (= Ho comprato una gonna)

Es. Mi sono fatta un regalo per aver superato l’esame (= Ho comprato un regalo per me quale premio per il mio esame).

 

N.d.R.: Ho fatto questa premessa esplicativa per introdurre il seguente mio dubbio personale riguardo a due verbi riflessivi che sentiamo tutti i giorni: sposarsi e laurearsi.

Mi sono sposato: non vuol dire che io ho sposato me stesso. Infatti, ho sposato la donna, fidanzata o compagna, che è salita con me sull’altare o nell’ufficio del Sindaco.

SPOSO e SPOSA

ETIMOLOGIA dal latino sponsus e sponsa, participio passato del verbo spondére ‘promettere solennemente, garantire’.

Oggi, le parole sposo e sposa suonano sempre dolci, tenere: gli sposi si chiamano così solo nel giorno del matrimonio o poco dopo; essi sono sempre, per definizione, “novelli”. Il padre accompagna la sposa all’altare, lo sposo può baciare la sposa dopo la celebrazione, gli sposi sono in luna di miele nel primo mese dopo le nozze. Dopodiché, si tramutano in banali mariti e mogli. Chiamare, in seguito, il proprio coniuge “sposo” o “sposa” significa assurgere a vette di pura, irresistibile poesia.

In realtà, in latino gli sponsi erano tali prima del fatidico giorno matrimoniale (le nuptiae, da cui l’italiano nozze): erano i fidanzati, i promessi sposi (quest’uso della parola è oggi, in italiano, obsoleto o regionale). La parola sponsus, però, non era altro che il participio passato del verbo spondére, cioè “promettere solennemente, garantire”. A sua volta, poi, spondére derivava dal greco σπένδω (spéndo), che indicava anzitutto l’azione di versare un liquido, poi il fare una libagione per sancire ritualmente un accordo, e infine, semplicemente, fare un patto o un trattato. Dalla stessa radice greca derivano anche rispondere (anche nel senso di “essere responsabile per qualcosa”), corrispondere e sponsor (che in latino era il mallevadore, il garante). Anche sponsus, peraltro, con un cambio di declinazione diventava la malleveria, la garanzia. Insomma, è chiaro che qui si parla di accordi suggellati, e delle relative assicurazioni richieste e concesse. In una parola: affari, business.

A tutto questo noi italiani, quando pronunciamo la parola sposa, con quel suo dolce suono spirante vita in fiore e rosei orizzonti, non pensiamo affatto. Non così invece gli ispanofoni, probabilmente, quando pronunciano la parola esposa. Intanto, rispetto all’italiano sposa, lo spagnolo esposa non indica la fidanzata o la sposa novella (che si traducono con novia) bensì, formalmente, la moglie, la consorte. Soprattutto, però, le esposas (solo al plurale), oltre che le mogli sono anche le manette, mentre il verbo esposar non dà proprio adito a dubbi: significa “ammanettare” e nient’altro.

Piacerebbe, agli inguaribili romantici, pensare che si tratti di una circostanza casuale, di una coincidenza. Ahinoi, no: la cosa è proprio intenzionale. Lo spiritosone che ha partorito per primo quest’insolente metafora intendeva precisamente abbinare spose e manette in quanto entrambe nemiche dell’indomita libertà del maschio.

È vero che anche noi italiani non esprimiamo un concetto molto diverso con la parola scapolo, derivante dal latino excapulare, letteralmente “liberarsi dal cappio”.

Quindi, anche etimologicamente, io mi sposo sembra essere una espressione verbale impropriamente detta ed adoperata.

In realtà, chi è preposto alla funzione di sposare qualcuno dovrebbe essere il sacerdote o il sindaco, quindi gli interessati alle nozze sembra che subiscano un’azione fatta da altri da sé.
Attenzione, però! Secondo la Chiesa Cattolica, i ministri del matrimonio sono lo sposo e la sposa. Il sacerdote, pur se presente, non è ministro del sacramento delle nozze. Cosa questa non molto sottolineata e conosciuta a livello popolare. Sono gli sposi che, RECIPROCAMENTE, si impegnano nel contratto del matrimonio, mentre gli officianti dovrebbero limitare la loro sfera di competenza alla ratifica amministrativa. In questo senso, dunque, gli sposi si sposano, l’un l’altro, si prendono promettendosi la continuità della vita in comune. Io mi sposo, ancora di più, è espressione impropria.

 

Io mi sono laureato.

Cosa vuol dire laurearsi?
È il riconoscimento ufficiale del compimento di un corso di studî universitario, che in Italia dà diritto al titolo di dottore: conferire, conseguire, prendere la laurea.
Anche in questo caso, la riflessività dell’azione del verbo è piuttosto opinabile: non è il dottorando o laureando che laurea  se stesso, ma è la Commissione d’esame di Laurea che conferisce la laurea a chi ha compiuto il corso di studi, coronato dalla presentazione di una Tesi di Laurea. Quindi si dovrebbe dire più propriamente: ho conseguito la laurea. Come espressione riflessiva, io mi sono laureato sembra essere auto benefattiva e pleonastica.
La laurea (formalmente anche diploma di laurea) è un titolo di studio universitario rilasciato da un istituto di istruzione superiore, generalmente un’università, dopo aver completato l’intero ciclo di studi previsto da ogni facoltà.
La parola deriva dal latino laurea, femminile di laureus (cinto d’alloro, laurus in lingua latina). Questo aggettivo poteva inoltre essere preceduto dal sostantivo corona e, in tal caso, indicava la corona d’alloro, il lauro imperiale o poetico.
In Italia è tradizione recente porre una corona di alloro sul capo di uno studente che ha conseguito la laurea.
N.d.R.: amara considerazione! Riconosco adesso, solo dopo aver scritto la presente riflessione, che i due argomenti di cui ho trattato, cioè matrimonio e corso di studi, sono gli unici due che nella mia vita hanno avuto come risultato un “nulla di fatto”, cioè un fallimento. È stata una riflessione molto “riflessiva”.

 

 

 

 

Numero2755.

 

da  WIKIPEDIA, l’enciclopedia libera

Incel

Un incel  (parola macedonia inglese, da involuntary celibate, “celibe involontario”) è un membro di una subcultura online costituita da individui che, nella presupposizione di avere naturale diritto al sesso, motivano l’inaccessibilità a un partner sentimentale e/o sessuale con il fatto di non essere attraenti, secondo certi criteri indipendenti dalla loro volontà.

I frequentatori di forum e gruppi online di incel sono prevalentemente uomini eterosessuali e le stime del loro numero sono incerte, variando da migliaia a centinaia di migliaia.

I forum online di incel sono stati criticati dai media e dai ricercatori per essere misogini, razzisti, incoraggiare la violenza, diffondere opinioni estremiste e radicalizzare i loro membri. Il Southern Poverty Law Center ha descritto tali siti di Internet come «parte dell’ecosistema suprematista maschile online» che è incluso nella loro lista di gruppi di odio.

Nel 2020 l’International Centre for Counter-Terrorism, un think tank (serbatoio di pensiero o centro studi) con sede a L’Aia, ha definito le stragi da parte di uomini incel come forme di «terrorismo misogino», mentre nel 2022 il National Threat Assessment Center, una sezione dei servizi segreti statunitensi, ha quantificato il fenomeno come una minaccia seria per la sicurezza. Inoltre, un attacco del febbraio 2020 a Toronto, in Canada, è diventato il primo caso di violenza legata al fenomeno incel ad essere perseguito come un atto di terrorismo.

Storia

Il termine incel comparve per la prima volta negli anni novanta, in concomitanza con lo sviluppo di Internet e dei primi forum online: fu coniato da una studentessa canadese bisessuale, nota sul web con il soprannome di «Alana», che creò un sito dedicato ai celibi involontari utilizzando il termine incel.

Il fenomeno ha iniziato ad attirare attenzione dopo l’attentato di Toronto del 23 aprile 2018.

Teoria LMS, Teoria RedPill e Teoria Blackpill

Gli incel che frequentano i forum online dedicati si rifanno a varie teorie, in particolare la teoria LMS per i rapporti interpersonali e la teoria RedPill e BlackPill per quanto riguarda la visione generalizzata del mondo.

La Teoria LMS (Look, Money, Status = Aspetto, Denaro, Condizione sociale)

Secondo questa teoria, l’attrazione romantica e/o sessuale tra uomini e donne non deriverebbe da caratteristiche come l’affinità caratteriale, le buone maniere, l’educazione, un comportamento assertivo (nella cultura popolare comunemente noto come «saperci fare») o il gusto personale nella scelta del partner ma, piuttosto, i principali fattori che stabiliscono se si avrà o no successo relazionale, sarebbero prevalentemente la bellezza fisica (correlata all’attrattività fisica), la ricchezza in termini di disponibilità di denaro e lo status, ovverosia la fama sociale di cui un determinato individuo può fregiarsi nell’ambiente in cui vive.

La teoria LMS propugna l’idea che la bellezza sia tendenzialmente definibile attraverso indagini statistiche, inter-soggettivamente (alcuni caratteri fisici sarebbero preferiti nella ricerca del partner ideale) e, in tal senso, valutabile su una scala da 0 a 10.

Rifacendosi alla psicologia evolutiva, gli aderenti alla teoria LMS criticano il senso del sentimento d’amore (soprattutto rispetto alla sua connotazione nella psicologia popolare), ritenendolo piuttosto rappresentabile come un evento chimico dell’organismo umano, finalizzato al proseguimento della specie.

I sostenitori della teoria LMS ritengono che l’instaurarsi o il proseguire di una relazione sentimentale sia, nella maggior parte dei casi, il risultato di una media ponderata tra i fattori di bellezza, denaro e fama sociale. Se il risultato della media di questi fattori è insufficiente, l’individuo è respinto in fase di corteggiamento oppure, se ha già una relazione, viene abbandonato per una persona con valore LMS superiore.

La teoria LMS costituisce una sottoteoria dell’ideologia RedPill e dell’ideologia BlackPill.

La Teoria RedPill

È una visione delle dinamiche sociali che si basa sull’idea che il valore LMS è il fattore che determina il successo sessuale di un uomo e che gli uomini e le donne sarebbero differenti dal punto di vista biologico e avrebbero perciò differenti criteri di selezione sessuale. Ciò causerebbe, secondo gli aderenti all’ideologia RedPill, un’enorme sproporzione di opportunità che vede le seconde nettamente avvantaggiate in ambito relazionale rispetto ai primi. Il termine (che significa “pillola rossa”) proviene dal film Matrix, il cui protagonista, prendendo appunto una pillola rossa, scopre la verità sul mondo che lo circonda.

Chi crede nella teoria RedPill viene definito redpilled, parola più o meno italianizzata —andando dall’adattamento minimale al calco completo— come redpillatorossopillato o rossopillolato. Una parte degli aderenti all’ideologia RedPill non è incel (possono avere o aver avuto delle partner). I termini incel e redpilled non sono quindi sinonimi. Questa differenza viene particolarmente sottolineata da alcuni aderenti alla teoria RedPill che non si identificano come incel, e che considerano gli incel come una categoria «non ideologica».

Teoria RedPill e politica

Parte importante di questa subcultura è la critica verso la società moderna, con particolare avversione nei riguardi della liberazione sessuale, avvenuta intorno al 1968, la quale, secondo gli aderenti a questa ideologia, avrebbe avvantaggiato la totalità della popolazione femminile e una minoranza di quella maschile a discapito della maggior parte della popolazione maschile. Ciò sarebbe dovuto al fatto che le donne, essendo per biologia molto più selettive degli uomini e detenendo de facto il potere sessuale, deciderebbero di avere rapporti sessuali prevalentemente con gli uomini con il LMS più alto, scartando gli uomini con il LMS più basso. Questo fenomeno nelle comunità incel è noto come «ipergamia femminile».

Grafico di rappresentazione della distribuzione delle relazioni sessuali prima e dopo la liberazione sessuale secondo gli aderenti alla teoria RedPill

Prima della liberazione sessuale, invece, siccome la società era improntata sulla monogamia e un uomo poteva avere solamente una singola donna (e viceversa), la sessualità poteva dirsi «più equilibrata», sempre secondo gli aderenti a questa subcultura. Almeno considerando che le donne erano distribuite equamente tra la popolazione maschile (contrastando la presunta spinta biologica femminile nel concedersi solamente ai «maschi alfa»), per cui anche gli uomini con un basso LMS avevano possibilità di avere un partner.

Con il liberarsi della società, le donne hanno avuto progressivamente accesso, secondo la teoria RedPill, allo stesso ristretto gruppo di uomini con LMS elevato. Verrebbe quindi a crearsi uno specifico insieme di maschi eterosessuali — gli incel appunto, generalmente con LMS basso — che sono impossibilitati dall’avere una vita sessuale regolare.

I seguaci della teoria RedPill ritengono che l’espressione della propria sessualità e le possibilità di una vita sessuale ed affettiva siano fondamentali per il benessere psicofisico degli individui, rifacendosi alla piramide di Maslow che indica la sessualità come bisogno fisiologico, per sostenere che gli incel, essendo privati per il loro basso valore LMS di essa, costituiscano a tutti gli effetti una categoria oppressa, ostracizzata e non riconosciuta da parte della società.

Nelle loro pagine o forum online, talvolta vengono avanzate delle possibili «soluzioni»: ad esempio alcuni di loro affermano che per risolvere lo squilibrio causato dopo il Sessantotto sia necessario l’intervento statale con la legalizzazione della prostituzione e, in Italia, con l’abrogazione della legge Merlin; altri invece affermano che sia necessario il ritorno ad una società patriarcale in cui tutti gli uomini abbiano il diritto di avere una donna.

I seguaci della teoria RedPill sostengono inoltre che la causa principale dei bassi tassi di natalità dagli anni ’80 nei Paesi occidentali non sia da attribuirsi alla crisi economica (come sostenuto dai mass media), bensì al fatto che gli incel, non avendo più la possibilità di avere una donna, siano stati estromessi dalla catena riproduttiva. A sostegno di questa tesi, portano l’esempio di come nei Paesi più poveri del mondo, dove non si è sviluppato il femminismo, il tasso di natalità sia nettamente superiore rispetto ai Paesi occidentali.

Teoria RedPill e scienza

Gli aderenti all’ideologia RedPill si rifanno spesso a teorie e studi che hanno ottenuto credito presso la comunità scientifica. La maggiore selettività femminile ad esempio sarebbe spiegata dalla teoria dell’investimento parentale sviluppata da Trivers nel 1972, che riguarda l’approvvigionamento alimentare e la difesa della prole nei mammiferi, e sarebbe poi confermata da altri studi. Uno di questi, risalente al 2019, mostra come sull’app d’incontri Tinder gli uomini mettano il like alla maggior parte delle donne, mentre le donne mettano il like solo ad una stretta minoranza degli uomini. Il medesimo studio mostra come gli uomini con un livello di istruzione e di reddito più alto ottengano un maggior numero di like, mentre non trova alcuna prova che gli uomini abbiano un’avversione per una potenziale partner altamente istruita, ponendosi in contrasto con molti recenti studi influenti nel campo dell’economia.

Un altro studio riguardante l’app Tinder ha inoltre dimostrato che le donne di «bellezza media» ricevano un numero di like 15 volte maggiore rispetto agli uomini mediamente attrattivi.

In uno studio riguardo alla distribuzione dei partner sessuali negli Stati Uniti è emerso che nel 2013 gli uomini avevano complessivamente lo stesso numero di partner sessuali del 2002. Tuttavia, nel 2013, il top 20% degli uomini ha avuto un aumento del 25% dei partner sessuali rispetto al 2002. Il top 5% degli uomini ha avuto addirittura un aumento del 38% nel numero di partner sessuali. Tale studio ha perciò indicato che nonostante la quantità di sesso totale sia rimasta invariata tra il 2002 e il 2013, una parte del sesso è stata consolidata in sesso extra per il top 5-20% degli uomini. Di conseguenza tale studio ha dimostrato che c’è una minoranza di uomini che sta facendo più sesso che mai a discapito di altri uomini nel quale invece il numero di partner sessuali è diminuito.

Teoria RedPill e relazione con la psicologia

La teoria della RedPill e i suoi seguaci sono particolarmente critici altresì nei confronti della psicologia moderna – in particolar modo per ciò che riguarda la psicologia sociale che si prefigge di risolvere i problemi degli incel proponendone il miglioramento personale.

Gli incel che aderiscono all’ideologia redpill generalmente contestano una sovversione del rapporto causa-effetto nell’analisi psicanalitica dei loro problemi (ovvero la loro condizione di infelicità come conseguenza di fattori esterni e non modificabili volontariamente nel breve termine: solitamente status socioeconomico e bellezza fisica determinata dalla genetica), assumendo una visione fatalista, ritenendosi oppressi e pertanto vittime di una società sbilanciata.

Gli incel che aderiscono all’ideologia redpill solitamente ritengono che la psicanalisi contemporanea abbia funzione meramente palliativa, poiché gli squilibri nelle relazioni interpersonali nella società moderna sono tali che chi si ritiene incel, a causa del proprio basso valore LMS, qualora si rivolgesse a uno psicoterapeuta otterrebbe soltanto consigli su un cambiamento attitudinale, ossia —secondo la teoria RedPill— una regressione alla forma mentis detta BluePill, precedente alla presa di consapevolezza della Teoria LMS stessa, che secondo loro è dogmatica.

Teoria RedPill e omosessualità

Secondo gli aderenti alla teoria RedPill l’omosessualità è differenziata nettamente sulla base del genere: l’omosessualità maschile è vista come condizione innata, naturale diversificazione dell’orientamento sessuale; inoltre è considerata come un sistema parallelo, dove la minoranza di appartenenti comporta una richiesta di valore LMS minore e quindi una situazione di vantaggio indiretto per l’instaurazione di relazioni a breve termine.

La Teoria BlackPill

La BlackPill è una teoria che afferma che l’aspetto fisico è il fattore più importante per determinare il successo sessuale di un uomo, soprattutto nella società occidentale odierna. Anche la teoria BlackPill riconosce che il denaro e lo status sociale sono fattori in grado di attrarre le donne, però avrebbero un peso molto minore rispetto all’aspetto. La BlackPill afferma che l’attrazione è determinata da caratteristiche estetiche geneticamente predeterminate e che gli uomini esteticamente non attraenti non avranno mai una vita felice. Gli aderenti alla teoria BlackPill sostengono che gli unici beneficiari della liberazione sessuale siano stati i Chad (vedi sotto) e le donne, e auspicano soluzioni sociali anziché individuali al problema degli incel.

Chi crede nella teoria BlackPill viene definito blackpilled. Solamente una parte degli incel aderisce all’ideologia BlackPill, però tutti gli aderenti all’ideologia BlackPill sono incel.

Terminologia

Nella forum online degli incel vi sono parecchi termini che hanno dei significati particolari.

Di seguito si riportano alcuni tra i più ricorrenti:

 
Termine Significato
Chad È la rappresentazione stereotipica del cosiddetto maschio alfa, caratterizzato da un bel viso con caratteri proporzionati, fisico atletico e di grande successo con le donne.
Normie  

È la rappresentazione stereotipica della persona comune. Il termine ha una connotazione dispregiativa in quanto si ritiene che una persona di aspetto medio non abbia capacità di capire che i suoi successi in campo sentimentale siano frutto di fortuna e non di capacità intrinseche.

Betabux  

Termine dispregiativo, utilizzato per definire quegli uomini in genere con un aspetto sotto la media ma con un elevato status socio-economico e che otterrebbero relazioni con le donne soltanto provvedendo al sostentamento economico delle partner. Il termine è mutuato dall’espressione del gergo statunitense Alpha fucks, Beta bucks (letteralmente “L’alfa fotte, il beta paga”, il cui significato sarebbe “Gli alfa hanno rapporti sessuali senza difficoltà, i beta devono impiegare i loro soldi”).

Cuck  

Termine con connotazione dispregiativa derivante dal diminutivo di cuckold. Il termine indica chi, secondo la teoria Redpill è troppo compiacente nei confronti del genere femminile, ad esempio per riuscire a ottenere una relazione e quindi è visto come poco virile e destinato a essere tradito.

Stacy È la rappresentazione stereotipata della ragazza più avvenente della media e iperselettiva.
Becky È la rappresentazione stereotipata della ragazza poco appariscente.
Volcel  

Così viene definito in senso a volte dispregiativo colui che sceglie deliberatamente di non intrattenere relazioni sentimentali.

Mentalcel Così viene definito chi si ritrova involontariamente celibe a causa di veri o presunti disturbi mentali.
Truecel  

Così viene definito chi si ritrova involontariamente celibe unicamente a causa di un aspetto sotto la media e che possiede difetti estetici che non possono essere risolti in alcun modo se non con costosissimi ed invasivi interventi di chirurgia estetica e/o maxillo-facciale.

Fakecel  

Così viene definito chi si spaccia per incel all’interno delle comunità online senza esserlo veramente; il termine ha connotazione dispregiativa.

Gymcel  

Così viene definito colui che nonostante possieda un fisico muscoloso è involontariamente celibe a causa del suo viso non attraente.

Bluepilled  

Semitradotto come «bluepillato» o «blupillato» in italiano, sta a indicare chiunque non aderisca all’ideologia della teoria LMS.

Looksmaxing  

Tale termine (traducibile grossomodo come “ottimizzazione dell’aspetto”) indica un insieme di pratiche eterogenee che hanno lo scopo di aumentare la propria bellezza fisica che, secondo la teoria LMS, è uno dei più importanti fattori per attrarre il sesso opposto. Infatti, secondo la suddetta teoria, alcune prerogative per essere un uomo esteticamente attraente sono la mandibola e la mascella prominenti, una capigliatura folta, le giuste proporzioni del contorno del viso, uno sguardo mascolino (caratterizzato da occhi lunghi e stretti, con inclinazione dei canthus, punta angolare delle due palpebre, neutra o positiva) e l’alta statura. Le pratiche trattate dal looksmaxing cominciano dalla semplice cura del corpo, dei capelli e proseguono con l’allenamento in palestra per diventare più muscolosi. Infine il looksmaxing riguarda una serie di chirurgie estetiche o maxillo-facciali per diventare più attraenti; tra le più citate vi è la cantoplastica, le protesi agli zigomi o agli angoli mandibolari, la rinoplastica, la mentoplastica e le osteotomie per far avanzare frontalmente le mascelle.

Controversie

Discorsi di incitamento all’odio

La comunità incel di Reddit che era presente nel subreddit «/r/incels» venne chiusa dal sito stesso il 7 novembre 2017, per aver violato le politiche sui discorsi di incitamento all’odio. All’epoca della chiusura, la comunità contava circa 42.000 membri.

In seguito le comunità incel statunitensi si spostarono su piattaforme con policy per i post più permissive, come 4chan.

Uno studio condotto da diversi ricercatori, tra cui alcuni dell’Università di Psicolinguistica e Linguistica Computazionale di Anversa, analizzando i contenuti del forum «incels.is» ha riscontrato come questi siti possano dar luogo a fenomeni di camera d’eco, cosicché, se una persona sta vivendo un moderato momento di disagio, frequentando tali siti Internet potrebbe peggiorare la propria condizione psichica. Il software automatico adoperato dai ricercatori ha dimostrato come nel suddetto forum ricorrano determinati termini assimilabili ai discorsi d’odio, individuabili in maniera automatizzata nel 95% dei casi.

Le discussioni nei forum degli incel sono spesso caratterizzate da antifemminismo, risentimento, misoginia, misantropia, autocommiserazione e disprezzo di sé, razzismo, visione del sesso come una cosa dovuta, e approvazione della violenza contro la società, da cui i partecipanti si sentono discriminati.

Disturbi di personalità associati

Da una serie di interviste condotte da due docenti dell’Università della Georgia è emerso che coloro che si autodefinivano incel avevano un’alta probabilità di sentirsi arrabbiati, frustrati e/o depressi, indipendentemente dalla vera o presunta incapacità di instaurare relazioni.

Terrorismo correlato al mondo incel

La cronaca mondiale riporta casi di incel che hanno compiuto attentati terroristici o atti violenti in tempi recenti:

  • 23 maggio 2014: Elliot Rodger, un ragazzo di 22 anni, uccise 6 persone e ne ferì 14 a Isla Vista in California per poi suicidarsi. Prima di compiere l’attentato scrisse e pubblicò online un lungo manifesto in cui raccontò tutta la sua vita in ogni dettaglio e in cui espresse la sua rabbia e depressione per non aver mai dato ancora il suo primo bacio, essere vergine ed essere sempre stato rifiutato dalle donne.
  • 1º ottobre 2015: Chris Harper-Mercer, un ragazzo di 26 anni, uccise 9 persone e ne ferì 8 in una sparatoria nell’Umpqua Community College a Roseburg in Oregon per poi suicidarsi. Prima di farlo pubblicò online un breve manifesto in cui espresse la sua depressione per essere vergine e non aver mai avuto una ragazza ed elogiò alcuni mass shooters (sono coloro che sparano alla folla) statunitensi e in particolar modo Elliot Rodger.
  • 23 aprile 2018: Alek Minassian, un cittadino canadese di origini armene di 25 anni, si lanciò con un furgone contro la folla della città di Toronto uccidendo 11 persone (inclusa una deceduta nel 2021) e ferendone altre 15 per poi essere arrestato. Pochi minuti prima di compiere il gesto scrisse un post sul suo profilo di Facebook in cui inneggiava alla ribellione degli incel ed elogiava Elliot Rodger.
  • 22 luglio 2018: Faisal Hussain, un uomo di 29 anni, uccise 2 persone e ne ferì altre 13 in una sparatoria a Toronto per poi suicidarsi. I parenti di Hussain hanno riferito di aver avuto una discussione con lui poche ore prima della strage e gli avevano detto di trovarsi una moglie. Tale conversazione, secondo i suoi parenti, sconvolse Hussain. Successivamente la polizia dichiarò che Hussain fece delle ricerche su Alek Minassian e che nel suo cellulare è stata trovata una copia del manifesto di Elliot Rodger.
  • 2 novembre 2018: Scott Beierle, un uomo statunitense di 40 anni, uccise 2 persone e ne ferì altre 4 in una sparatoria in uno studio yoga di Tallahassee in Florida per poi suicidarsi. In precedenza, aveva pubblicato diversi video online in cui esprimeva la sua rabbia per non avere una donna e per i rifiuti che sosteneva di ricevere da loro.
  • 24 febbraio 2020: Un ragazzo di 17 anni colpisce mortalmente con un machete una donna e ferisce altre 2 persone in un centro massaggi a Toronto per poi essere arrestato. Nel momento dell’attentato aveva con sé un biglietto con scritto «lunga vita alla ribellione incel» e in seguito disse agli agenti di essere stato ispirato da Alek Minassian. L’identità del ragazzo non viene rivelata in quanto minorenne e la polizia classificherà il caso come terrorismo correlato al movimento incel.
  • 20 maggio 2020: Armando Hernandez Jr, un ragazzo di 20 anni, ferisce 3 persone in una sparatoria a Glendale in Arizona per poi essere arrestato. Nei giorni seguenti dirà agli agenti di essere un incel che ha agito per vendetta per essere rifiutato dalle donne, di essere stato ispirato da Elliot Rodger e che il suo obiettivo erano le coppie di fidanzati. Durante l’interrogatorio si lamentò inoltre di non fare nessun match (incontro) su Tinder.
  • 21 settembre 2020: Antonio De Marco, un ragazzo italiano di 21 anni, uccide una coppia di fidanzati a Lecce con decine di coltellate per poi essere arrestato pochi giorni dopo. Egli dichiarerà agli agenti di aver ucciso i due «perché erano troppo felici» e che lui invece non aveva mai avuto una ragazza, i suoi unici rapporti sessuali fossero con prostitute e che i continui rifiuti subiti da parte di più ragazze sia stata la causa della sua rabbia. Nel suo diario è stato trovato scritto che provava ormai un’incontrollabile sensazione di solitudine e di assenza di amore e di avere una rabbia crescente contro gli uomini sessualmente di successo e le donne.
  • 12 agosto 2021: Jake Davison, un ragazzo di 22 anni, uccide 5 persone e ne ferisce altre 2 in una sparatoria a Plymouth in Inghilterra per poi suicidarsi. Nei suoi video caricati su YouTube lamentava di essere «brutto e vergine», di «aver perso l’amore adolescenziale» e dichiarava che stava «consumando un’overdose di blackpill».

Numero2754.

 

N.d.R.: invito il lettore a rileggere il Numero1014., dopo aver considerato quanto qui pubblicato.

 

da  QUORA

 

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 · 

Sì.

Sono un romano e un nomade digitale: Nato e vissuto a Roma, ho poi trascorso gli ultimi anni esplorando il mondo, dagli USA alla Cina e tutto quel che c’è in mezzo, compresa l’Asia Centrale e l’Uzbekistan dove vivo ora.

Perciò ho un minimo di qualifiche per giustificare la mia risposta, avendo vissuto in molte città in tutto il mondo.

Roma, attualmente, è una città vecchia, malandata, degradata, abbandonata, senza manutenzione, senza servizi funzionanti, sporca, disorganizzata, senza controllo e alla mercé di chiunque.

La popolazione è composta prevalentemente da anziani e i relativamente pochi giovani hanno limitati e carenti ambienti di aggregazione, e poche opportunità, specialmente in periferia.

I giovani con sane idee, ambizioni e possibilità emigrano, e vengono sostituiti da schiavi clandestini a basso costo dal terzo mondo, mentre la popolazione romana, insieme alla sua economia, vanno a morire pian piano.

Il senso di estremo degrado è palpabile in ogni metro quadro: mondezza per terra, rivoli di piscio ed escrementi, scarabocchi che imbrattano muri sudici, automobili accatastate in ogni singolo spazio, traffico e roghi tossici che inquinano l’aria.

La cosa peggiore è che molti sembrano ormai assuefatti al degrado: non rendendosi conto che in quasi tutto il resto del mondo, anche in città di Paesi considerati come più sottosviluppati (ad esempio, Kazakhstan) la qualità di vita è nettamente migliore di Roma sotto molti aspetti.

Salubre passeggiata fra le vie di Roma:

Ho visto gente a Roma cibarsi in bar fra l’immondizia, bar dove perfino le aiuole, in teoria decorative, che li delimitavano erano diventate cestini di rifiuti. I gestori non sembrano curarsene, il decoro non esiste. Una vita senza dignità, senza bellezza, come maiali che grufolano fra l’immondizia.

In foto, le aiuole di questo bar:

Nella foto sotto, piacevole passeggiata in un parco romano. L’incuria ha fatto morire un albero di cui è rimasto solo un ceppo che, sempre per incuria, non è stato rimosso. E, come ogni cosa a Roma, è diventato un cestino di immondizia:

Personalmente ho agito spesso per migliorare le cose e ogni romano dovrebbe opporsi e combattere con ogni mezzo, anziché frignare e lamentarsi senza agire.

Quando ho chiamato la polizia per fermare un’aggressione da parte di un clandestino ubriaco, sono arrivati dopo 45 minuti. Ho dovuto agire da solo.

Quando mi sono rivolto ai vigili del fuoco per fermare degli zingari che stavano creando, come ogni singolo giorno da anni, un enorme rogo tossico inquinando l’aria di tutta la città, mi hanno detto che non potevano fare nulla. Sono dovuto entrare nel campo rom da solo a mio rischio e pericolo.
In foto (scattata da me) potete vedere quello che ho trovato:

Servono romani con le palle per cambiare la situazione, persone che stanno sul pezzo, e non i soliti lamentosi pavidi e bravi solo a frignare e a farsi sottomettere da chiunque, per poi masturbarsi a vicenda per illudersi di vivere nella “città più bella del mondo”. Sì, duemila anni fa magari. Ora i nostri antenati si staranno rivoltando nella tomba a vedere che fine ha fatto la nostra città.

Non sono una persona che si rassegna, e voglio che la mia città presto possa tornare a splendere. Ma ci dovrà essere un cambio di mano radicale, polso di ferro, e tolleranza zero per l’inciviltà.

E non fraintendetemi: io amo Roma, amo la sua storia, amo quello che potrebbe essere se solo fosse gestita in maniera intelligente. Ed è per questo che odio vederla ridotta così e considererei ogni mezzo lecito per stravolgere la situazione.

È necessario che tutti noi romani combattiamo con ogni mezzo per invertire lo stato di degrado e tornare a far essere la nostra Urbe la migliore città del mondo. Bisogna unirsi in una battaglia di civiltà, guardare oltre il proprio orticello. Quando vediamo qualcosa che non va, dobbiamo intervenire personalmente. È difficile, è rischioso, è una strada lunga e tortuosa, ma nella vita raramente ciò per cui vale la pena combattere si raggiunge senza sforzo.

E Roma questo sforzo lo merita.

Via Cavour, Roma Centro. Clandestino ubriaco si masturba fra il piscio e i graffiti che imbrattano tutta la città

Acquedotti Romani

Bike sharing romano

Marciapiede romano

Scorcio romano

Sottopassaggio romano

Carcasse di animali per strada hanno il tempo di finire di decomporsi prima che la corrotta società di gestione rifiuti pulisca. Notare inoltre il rivolo di piscio onnipresente in ogni parte della città

Opere d’arte romane

Numero2753.

 

da  QUORA

 

SEMBRA  CHE  QUESTA  SIA  UNA  STORIA  VERA

 

“Signor Abdel, perché è venuto in Tribunale oggi?”

“Perché rivoglio indietro mia moglie e mia figlia!”

“Cosa è successo?”

“Due mesi fa lei è andata via portandosi via mia figlia. Ha abbandonato la casa coniugale! Una sera sono tornato dal mio lavoro di muratore e loro non c’erano più. Così, senza spiegazione, mi hanno lasciato solo.”

“Vedo che è presente anche la signora accompagnata dai servizi sociali. Signora, è vero quello che dice suo marito?”

“Sì, ci siamo sposati sei anni fa nel nostro paese e abbiamo avuto una bambina. Io a lui voglio ancora bene ma…ma non ce la facevo più…”

“Per quale motivo?”

“Mi diceva le parolacce, mi trattava male tutti i giorni davanti alla bambina…era sempre peggio. Mi faceva mangiare seduta per terra. Adesso per la crisi lavorava meno ed era sempre nervoso.”

“La picchiava?”

“….No. No. I miei genitori al telefono mi dicevano di sopportare, di stare zitta, che una brava moglie sta sempre con suo marito…”

“Questo deve essere!”

“Signor Abdel, stia zitto, lasci parlare sua moglie. Avvocato, contenga il suo cliente. Signora vada avanti, cosa stava dicendo?”

“Qui mi sentivo sola, i miei fratelli sono lontani in Francia, ci ho provato a vivere in pace con lui ma non ci riuscivo. Allora un giorno invece di portare la bimba all’asilo siamo andate dai Carabinieri del paese che mi hanno ascoltato e poi ci hanno portato in comunità.”

“Non so nemmeno dove stanno! E’ due mesi che non vedo mia figlia!”

“Abdel, tu lo sai cosa è successo, lo sai perché me ne sono andata.”

“Non dovevi farlo! Tu devi rimanere in casa ad aspettarmi!”

“Io ti voglio bene ma tu non devi fare certe cose davanti alla bambina.”

“Stai dicendo un sacco di bugie! Sei una bugiarda come al solito. E la bambina sta crescendo come te!”

“Sai che io ho sopportato tanto. Non capisco perché sei così arrabbiato con me.”

“Perché tu, tu sei una puttana!”

“No, io non ti ho mai tradito!”

“No, tu sei una puttana perché quando facevi l’amore con me godevi!”

(la moglie umiliata scoppia a piangere ed esce dall’aula)

“Signor Abdel…”

“Dica, signor giudice.”

“Le auguro di trovare una moglie come vuole.”

“Cioè?”

“Che non gode mentre fa l’amore con lei.”

“E’ così che deve essere!”

“Basta così. Avvocato, porti via il suo cliente.”

Numero2752.

 

da  QUORA

 

A  PROPOSITO  DI  FAKE  NEWS

 

 

Il seguente testo è intitolato “Il test dei tre setacci di Socrate”. Si tratta di una conversazione immaginaria tra Socrate e uno dei suoi studenti, poiché molto probabilmente questo dialogo non è mai avvenuto ed è stato completamente inventato da qualcuno. Tuttavia, nonostante la sua origine dubbia, nasconde uno dei più splendidi messaggi che si possono trovare in rete ed è un peccato non condividerlo.


Nell’antica Grecia Socrate aveva una grande reputazione di saggezza.

Un giorno venne qualcuno a trovare il grande filosofo, e gli disse:

– Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico?

– Un momento – rispose Socrate. – Prima che me lo racconti, vorrei farti un test, quello dei tre setacci.

– I tre setacci?

– Ma sì, – continuò Socrate. – Prima di raccontare ogni cosa sugli altri, è bene prendere il tempo di filtrare ciò che si vorrebbe dire. Lo chiamo il test dei tre setacci.

Il primo setaccio è la verità. Hai verificato se quello che mi dirai è vero?

– No… ne ho solo sentito parlare…

– Molto bene. Quindi non sai se è la verità.
Continuiamo col secondo setaccio, quello della bontà. Quello che vuoi dirmi sul mio amico, è qualcosa di buono?

– Ah no! Al contrario.

– Dunque, – continuò Socrate, – vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e non sei nemmeno certo che siano vere.
Forse puoi ancora passare il test, rimane il terzo setaccio, quello dell’utilità. E’ utile che io sappia cosa mai avrebbe fatto questo amico?

– No, davvero.

– Allora, – concluse Socrate, – quello che volevi raccontarmi non è né vero, né buono, né utile; perché volevi dirmelo?

Se ciascuno di noi potesse meditare e metter in pratica questo piccolo test… forse il mondo sarebbe migliore.

Numero2749.

 

da  QUORA

 

L E G G E R E

 

1 – Il cervello dei lettori è diverso – Il cervello delle persone che sanno leggere rispetto a quello degli analfabeti è molto diverso. Le differenze sono: come i cervelli elaborano i segnali visivi, come comprendono il linguaggio, come formano i ricordi, come ragionano. Secondo Feggy Ostrosky-Solis, uno psicologo messicano, “l’apprendimento della lettura plasma potentemente i sistemi neuropsicologici degli adulti”. Per Maryanne Wolf, i sistemi di pianificazione, di analisi del suono e di significato sono utilizzati durante la lettura. L’attività in queste aree triplica quando stiamo leggendo. Più una persona legge, più la lettura diventa automatica, liberando spazio cognitivo per un’analisi intellettuale più profonda. Questo significa che la nostra mente decodifica lettere e parole più facilmente e rapidamente quanto più pratica abbiamo. La lettura diventa più facile con il passare del tempo!

2 – La mente che non legge è non focalizzata per natura – la nostra mente non è fatta per rimanere focalizzata e in profonda concentrazione. Tuttavia, questa capacità è allenata durante la lettura. La nostra mente, per questioni evolutive, è stata progettata per prestare attenzione a qualsiasi stimolo esterno in ogni momento. Questo ci ha permesso di non morire per gli attacchi dei predatori. Di conseguenza, abbiamo questa tendenza mentale a continuare a passare la nostra attenzione tra le migliaia di stimoli che percepiamo. Leggere allena la nostra mente a concentrarsi, a controllare cognitivamente e deliberatamente gli impulsi e le sensazioni. Il non lettore è disattento per natura, perché è così che il nostro cervello viene dalla fabbrica. Secondo Vauhan Bell, uno psicologo ricercatore, questa capacità di focalizzare l’attenzione è qualcosa che non è affatto normale nella storia dello sviluppo psicologico umano.

3. Leggere è conoscenza di sé – Avete mai notato che quando parliamo con qualcuno conosciamo sempre un po’ di più di noi stessi? Se il tuo amico ama le moto, potresti scoprire che lui o lei non ama molto le moto. La stessa cosa succede con la lettura. Quando veniamo catturati (il nome scientifico per questo stato negli studi è Experience Taking) da un personaggio con cui ci identifichiamo, impariamo molto su noi stessi. Sia le cose in comune che quelle che non faremmo mai appaiono in una lettura quando facciamo attenzione ai dettagli, alle motivazioni, alle emozioni e alle personalità dei personaggi. Usiamo tutto questo come base per riaffermare il nostro senso di identità e persino per ricostruirlo in base al personaggio.

Numero2748.

 

da Quora

 

COSA  NON  FANNO  LE  PERSONE  INTELLIGENTI

 

1- Rimanere prigionieri dell’odio:

La rabbia, il risentimento e l’odio sono sentimenti negativi che tutte le persone provano. Il problema sta nel non liberarsene, poiché nulla di buono può o potrà derivare da tanta rabbia. Non accumulate rancore e sappiate perdonare. Lasciate che i disaccordi vengano risolti e toglietevi questo peso dalle spalle.

2- Mantenere relazioni tossiche:

“Siete la media delle 5 persone che frequentate di più”. Questa massima si avvera nel migliore stile di “dimmi chi frequenti e ti dirò chi sei”. Le persone intelligenti sanno che le amicizie negative e tossiche collaborano solo a risvegliare i peggiori sentimenti e desideri dentro di voi.

3- Rifiutare l’aiuto:

Chi è intelligente sa che nella vita è importante contare sull’aiuto e sulla collaborazione. Per questo motivo, di solito questi individui non rifiutano l’aiuto quando viene loro offerto.

4- Fare critiche illimitate:

Può sembrare un consiglio banale, ma la verità è che chi è veramente intelligente non è abituato a criticare tutto, sempre. Certo, ci sono le critiche costruttive, ma lamentarsi solo di come vanno le cose non ha mai cambiato né cambierà nulla.

Le persone che hanno un buon raziocinio apprezzano le azioni pratiche ed efficaci. Il pensiero è più o meno questo: “se non va bene, cambialo”.

5- Generare false aspettative negli altri:

C’è qualcosa di più fastidioso di quelle persone che promettono e non mantengono mai? Non è sempre possibile garantire la nostra parola, ma questo dovrebbe essere sporadico. Generare false aspettative può essere una tattica per sfuggire alle responsabilità, ma a un certo punto danneggia la persona che lo fa. Le persone intelligenti si rendono conto molto rapidamente delle insidie del processo.

6- Le persone intelligenti sanno di non essere perfette:

La perfezione non è legata all’intelligenza. Anche se si ama che tutto venga millimetricamente fedele a ciò che è stato pianificato, la vita assicura sempre un po’ di improvvisazione. A volte, il risultato inaspettato può essere ancora più bello e “perfetto” di quello idealizzato all’inizio.

Numero2747.

 

Da  Alida

 

”GLI ANZIANI”

 

“Siamo nati negli anni 40-50-60”.

“Siamo cresciuti negli anni 50-60-70”.

“Abbiamo studiato negli anni 60-70-80”.

“Ci frequentavamo negli anni 70-80-90.”

“Ci siamo sposati e abbiamo scoperto il mondo negli anni 70-80-90”.

“Ci avventurammo negli anni 80-90”

“Ci stabilizzammo negli anni 2000”.

“Siamo diventati più saggi negli anni 2010”.

“E stiamo andando con decisione verso il 2030”.

“Si scopre che abbiamo vissuto OTTO decadi diverse…”

“DUE secoli diversi…”

“DUE millenni diversi…”

“Siamo passati dal telefono con operatore per le chiamate interurbane, alle videochiamate in qualsiasi parte del mondo; siamo passati dai cinema a YouTube, dai dischi in vinile alla musica online, dalle lettere scritte a mano alle email e WhatsApp”.

“Dalle partite in diretta alla radio, alla TV in bianco e nero, e poi alla TV HD”.
“Siamo andati al Video Club e ora guardiamo Netflix”.

“Abbiamo conosciuto i primi computer, schede perforate, dischetti e ora abbiamo gigabyte e megabyte in mano sui nostri telefoni cellulari e IPad”.

“Abbiamo indossato pantaloncini per tutta la nostra infanzia e poi pantaloni lunghi, stringate, bermuda, ecc.”

“Abbiamo evitato la paralisi infantile, la meningite, l’influenza H1N1 e ora il COVID-19”.

“Abbiamo guidato su pattini, tricicli, auto inventate, biciclette, motorini, auto a benzina o diesel e ora guidiamo ibridi o elettrici al 100%”.

“Sì, ne abbiamo passate tante ma che bella vita abbiamo avuto!”

“Potrebbero classificarci come “essenziali”; persone nate in quel mondo degli anni Cinquanta, che hanno avuto un’infanzia analogica e un’età adulta digitale”.

“Siamo una specie di “Yaa seen-it-all – già visto tutto”.

“La nostra generazione ha letteralmente vissuto e testimoniato più di ogni altra in ogni dimensione della vita”.

“È la nostra generazione che si è letteralmente adattata al “CAMBIAMENTO”.

“Un grande applauso a tutti i membri di una generazione molto speciale, che sarà UNICA”.

🏹🏹 IL TEMPO NON SI FERMA

“La vita è un compito che ci siamo portati a fare a casa.

Quando guardi… sono già le sei del pomeriggio; quando guardi… è già venerdì; quando guardi… il mese è finito, quando guardi… l’anno è finito; quando guardi… sono passati 50, 60 e 70 anni!
Quando guardi… non sappiamo più dove sono i nostri amici.
Quando guardi… abbiamo perso l’amore della nostra vita e ora è troppo tardi per tornare indietro.
Non smettere di fare qualcosa che ti piace per mancanza di tempo. Non smettere di avere qualcuno al tuo fianco, perché i tuoi figli presto non saranno tuoi e dovrai fare qualcosa con quel tempo rimanente, dove l’unica cosa che ci mancherà sarà lo spazio che può essere goduto solo con i soliti amici. Quel tempo che, purtroppo, non torna mai…”
È necessario eliminare il “DOPO”….

“DOPO”…
Ti chiamerò.
“DOPO”…
Io faccio.
“DOPO”…
lo dico.
“DOPO”…
Io cambio.

Lasciamo tutto per DOPO, come se il DOPO fosse migliore… Perché non lo capiamo…

“DOPO”…
il caffè si raffredda
“DOPO”…
la priorità cambia,
“DOPO”…
il fascino è perso
“DOPO”…
presto si trasforma in tardi,
“DOPO”…
la nostalgia passa,
“DOPO”…
le cose cambiano,
“DOPO”…
i bambini crescono
“DOPO”…
la gente invecchia,
“DOPO”…
il giorno è notte,
“DOPO”…
la vita è finita.

Non lasciare niente per DOPO, perché in attesa del DOPO, puoi perdere i migliori momenti, le migliori esperienze, i migliori amici, i più grandi amori.
Ricorda che DOPO potrebbe essere tardi.
Il giorno è oggi!
NON SIAMO PIÙ IN UN’ETÀ PER RIMANDARE LE COSE.

Spero che tu abbia tempo per leggere e poi condividere questo messaggio… oppure lascialo per DOPO e vedrai che non lo condividerai mai!

Sempre insieme,
Sempre uniti,
Sempre fratelli,
Sempre amici.

Passalo ai tuoi dieci migliori amici e a “me” se sono tra loro e vedrai come non tutti rispondono. Perché lo lasceranno per dopo. 😢😢😢