Come si fa a vivere
in compagnia di un’assenza?
Dopo aver imparato a vivere,
imparerò a morire.
Cosa ci insegna la vita… testamento spirituale di un libero pensatore
Come si fa a vivere
in compagnia di un’assenza?
Dopo aver imparato a vivere,
imparerò a morire.
Ciò che so è molto,
ma ciò che non so è troppo.
La verità sulla nostra
situazione in questo mondo
è che siamo in croce.
Teilhard De Chardin.
Solo là dove si apre il cielo,
si spalanca anche l’inferno.
Hans Urs Von Balthasar
Non si ergono le montagne,
senza che si scavino gli abissi
ed ogni energia rappresenta
una potenza uguale
sia per il bene che per il male.
I S O G N I
I sogni sono il versante invisibile, la realtà altra che, ogni notte, ci visita dall’inconscio.
A volte un sogno equilibra quel che non si esprime, compensa, come avrebbe detto Jung, quel che nega, evita, ignora.
Altre, mette in scena un conflitto, non tanto perché se ne trovi una soluzione, ma perché lo si guardi e, guardandolo, qualcosa accada dentro di noi.
Quel che più conta, al di là delle interpretazioni, è l’emozione che ci comunica.
Ripensiamo a cosa proviamo in sogno e diamo spazio e ascolto all’emozione che emerge.
Al risveglio scriviamo il sogno, in modo da avviare quel dialogo tra conscio e inconscio, ragione e sentimento, atto a trasformarci.
I popoli antichi, al mattino, si trovavano in cerchio per raccontarsi i sogni: erano le notizie del mondo “altro”, impalpabile ma potente dell’inconscio, preziose per la giornata che doveva iniziare.
Questa vita sospesa
ci sta insegnando quanto
sia preziosa la normalità.
Ogni giorno è una sfilata
e il mondo è la tua passerella.
Coco Chanel
Dal settimanale femminile G R A Z I A
CAMILLA SERNAGIOTTO —
Cosa succede quando non si fa sesso per tanto tempo?
Niente di grave, ma niente di buono.
Già, perché è dimostrato che l’astinenza sessuale prolungata non fa bene.
Al cuore, alla mente, alla libido, all’ego e anche alla salute. E invecchia corpo e mente.
Per capire quanto il sesso sia importante, ecco
L’astinenza sessuale se protratta per lunghi periodi ci fa ammalare più frequentemente e più facilmente.
Fare sesso e provare piacere, infatti, rafforza il sistema immunitario quindi fare l’amore almeno una volta alla settimana aiuterà l’organismo a creare anticorpi e a essere sano.
Non fare sesso peggiora lo stato psichico.
Che faccia bene all’umore è indubbio ma non solo all’umore: proprio la psiche ne beneficia. Durante un rapporto sessuale, infatti, il cervello rilascia endorfine e ossitocine, quest’ultima definita “ormone della felicità”.
Interrompere l’attività sessuale comporta una diminuzione drastica dei livelli di ossitocina e di serotonina (l’altro famoso ormone della felicità).
Dunque avere una vita sessuale attiva equivale a fare incetta di endorfine e ad aumentare il livello di serotonina, di conseguenza ci si sente più felici.
Ci si sente più empatici nei confronti degli altri e si coltiva maggiormente la stima per se stessi.
Non fare sesso per lunghi periodi, al contrario, aumenta il rischio di incappare in stress, malumore e ansia.
L’insonnia è intimamente interconnessa all’astinenza sessuale a causa dell’ossitocina, l’ormone che viene rilasciato in enormi quantità al momento del picco di piacere, l’orgasmo.
Oltre a essere l’ormone responsabile della felicità, l’ossitocina ha anche un effetto calmante davvero potentissimo, tale da aiutare ad addormentarsi meglio e prima.
Nonché a dormire sonni più intensi, profondi e riposanti.
Non fare sesso o farne poco aumenta sensibilmente il rischio di soffrire di cistite e altri malesseri batterici, però al contempo fare l’amore allena la vagina e la rinforza a livello muscolare.
Dire addio per troppo tempo all’erotismo implica perdere tono muscolare, esattamente come succede a chi smette improvvisamente di fare palestra.
Inoltre potrebbero verificarsi problemi di lubrificazione dovuti al calo degli estrogeni proprio perché è l’eccitamento che induce la vagina a inumidirsi.
E questa secchezza che si instaura in conseguenza del poco sesso rischia di provocare comunque la cistite.
Fare sesso aiuta a sentire meno il dolore fisico. Le endorfine prodotte al momento dell’orgasmo funzionano come potenti analgesici naturali che permettono di sopportare di più il male fisico, aumentando la soglia del dolore, al minimo, di due o tre tacche.
Dolori di entità minore, come quelli legati al ciclo e al mal di testa, saranno percepiti con un’intensità più leggera.
Se si è in astinenza sessuale da parecchio tempo, è molto probabile che la soglia di sopportazione del male fisico scenda invece ai minimi storici.
Il sesso fa bene all’incarnato perché fa produrre estrogeni che danno una maggiore disponibilità di collagene, rendendo così la pelle più elastica, giovane, tonica e luminosa.
Non solo: il sesso è un’ottima palestra, un esercizio fisico che fa bruciare parecchie calorie e sudare moltissimo.
Con la sudorazione si aprono i pori e si “lava” via lo sporco che vi è intrappolato.
Come se non bastasse, pure i capelli e le unghie migliorano.
La cosa più “pericolosa” del fare poco sesso? È il circolo vizioso in cui si finisce inesorabilmente: diminuire o smettere di fare sesso provoca un abbassamento della libido.
Meno sesso si fa, meno si avrà voglia di farlo.
Sembra un controsenso ma è così e tutto dipende dagli ormoni che un rapporto fa secernere. In mancanza di quegli ormoni, gradualmente la necessità di una vita sessuale soddisfacente verrà percepita in maniera erronea: crederemo di poterne fare a meno, non ne avremo quasi più voglia ma la salute, la pelle, la psiche, l’umore e la vita in generale ne risentiranno.
Abbiamo già accennato al fatto che un rapporto sessuale equivalga a una sessione di palestra a livello di calorie bruciate e di tonificazione muscolare.
Si tratta infatti di attività fisica e in quanto tale migliora il sistema cardiocircolatorio e permette di bruciare calorie (e di farlo divertendosi più che sul tapis roulant…)
Ma non solo il fisico ne giova: anche il cervello. L’attività sessuale sviluppa i neuroni dell’ippocampo, la parte del cervello che svolge una funzione importante per la memoria a lungo termine e per l’orientamento nello spazio.
Non fare l’amore per tanto tempo, dunque, influisce sull’invecchiamento non solo di muscoli e di pelle ma anche del cervello, insomma, di tutto il corpo.
Ho avuto un istante
di grande pace.
Forse è questa la felicità.
Virginia Woolf
L O T T E I N T E S T I N E
Nessun luogo del nostro corpo nasconde più vita e più segreti da scoprire ed esplorare del nostro intestino.
Forse già sapete che i batteri nel nostro intestino hanno conseguenze molto significative sulla nostra salute.
Recenti studi ci hanno aiutato a determinare con maggiore precisione di quali batteri abbiamo necessariamente bisogno. Ciò può essere di particolare aiuto a chi è in sovrappeso: quando si conosce il proprio tipo di intestino è possibile alimentarsi in maniera mirata e integrare i batteri necessari con gli alimenti più facilmente digeribili.
Nel 2011, Peer Bork, un bioinformatico presso l’Europäischen Laboratorium für Molekularbiologie di Heidelberg, ha pubblicato uno studio in cui venivano identificati tre diversi tipi di intestino, indipendentemente da età, nazione, cultura o sesso.
Il tipo di intestino 1 ospita principalmente il ceppo dei Batteroidi ed è caratterizzato da una bassa varietà batterica, che favorisce alcune patologie come ad esempio il morbo di Crohn o l’autismo. La particolarità di questi batteri è che sono in grado di scomporre facilmente gli zuccheri e quindi di mettere i carboidrati rapidamente a disposizione dell’organismo. Per questo motivo per alcuni individui in sovrappeso è molto difficile dimagrire.
Il tipo di intestino 2 è composto dal ceppo principale di batteri del genere Prevotella. Questo tipo di intestino è particolarmente soggetto a diabete e a irritazioni. I vegetariani presentano un numero più elevato di batteri Prevotella, mentre il ceppo dei Batteroidi è più frequente in chi consuma carne. Non è chiaro se i Batteroidi determinino il sovrappeso oppure se prendano il sopravvento nell’intestino quando il soggetto è già in sovrappeso.
Il tipo di intestino 3 è il più frequente ed è colonizzato da batteri del genere Ruminococcus, molto simili al ceppo batterico dei Batteroidi. La caratteristica principale di questi batteri è di nuovo quella di saper estrarre molta energia dall’alimentazione, trasformando anche una semplice insalata in una bomba calorica.
Come si può intuire, non solo il consumo degli alimenti è decisivo per perdere o acquisire peso, ma anche la propria flora intestinale influisce significativamente sul processo della trasformazione alimentare e del metabolismo dei grassi.
Tuttavia esiste un particolare elemento/alimento, contro il quale voglio oggi mettervi in guardia, spacciato dall’industria come “salutare”, in realtà danneggia significativamente il vostro tipo di intestino e può farvi ammalare: mangiare troppo.
Per saperne di più sul senso della sazietà e sul senso della fame, consultate il TAG “Cibo” e troverete ….pane per i vostri denti.
La gentilezza dovrebbe
diventare il modo
naturale della vita
non l’eccezione.
Buddha (Gautama Siddharta)
Il cibo è un sostituto
della felicità, quando
questa viene a mancare.
UNA POESIA DI TRILUSSA DI CENTO ANNI FA.
NINNA NANNA DELLA GUERRA
Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello,
Farfarello e Gujermone
che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
che se regge co le zeppe,
co le zeppe d’un impero
mezzo giallo e mezzo nero.***
Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili bombe
de li popoli civili.
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s’ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d’una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro. Tiranno
Ché quer covo d’ assassini la banda
che c’insanguina la tera
sa benone che la guera
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.
Fa la ninna, cocco bello,
finché dura sto macello:
fa la ninna, ché domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.
E riuniti fra de loro,
senza l’ombra d’un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!
*** N.d.R. A leggere questa prima strofa, vien da pensare ad una banale filastrocca per bambini. Ma, quando Trilussa pubblicò questa poesiola, scritta alla sua inconfondibile maniera, correva l’anno 1914 e già era scoppiata la Prima Grande Guerra Mondiale. E la sensibilità autentica di questo vate popolare aveva già intercettato e percepito, con profondità profetica, il dramma ancora più devastante che sarebbe accaduto neanche trent’anni dopo con la Seconda Grande Guerra, e con i suoi oscuri protagonisti. Senza parlare delle molteplici sfrangiature di conflittualità che sarebbero succedute, in seguito, nel dopoguerra. E, seppur camuffati da esigenze economiche, sempre per motivi ideologici: la razza o la religione.
L’ A R T E M O D E R N A
IL PARADIGMA CONTEMPORANEO DELL’ARTE.
Che cos’è l’arte oggi?
È il gusto per lo scandalo e la trasgressione, è il confronto solo con un pubblico di iniziati ed è il complesso di strategie tese a dimostrare che il valore dell’arte non risiede nell’opera in sé, ma in un gioco di discorsi sociali e mediatici.
Queste sono alcune delle categorie elementari che intervengono nella realizzazione di un’opera d’arte contemporanea. Però, penso che davvero determinante sia l’idea, il comunicare un pensiero, che può essere rivoluzionario, al di là del fatto che sia più o meno provocatorio o scandalistico. Conta l’originalità e il coraggio di un pensiero nuovo, il riconoscere la potenza dell’arte in un’idea e non tanto in un manufatto o in una capacità tecnica: è la caratteristica più convincente dell’arte contemporanea.
L’arte, nel tempo, ha avuto il compito di insegnare cosa pensare, cosa credere, cosa immaginare.
Quella di oggi, che a volte teorizza il caos oppure inventa linguaggi con lo scopo di confondere e simulare, è forse diversa?
No. L’arte, quando è tale davvero, e non solo un gioco o una provocazione, quando non è fine a se stessa, credo sinceramente offra grandi intuizioni, grandi idee capaci di interpretare la realtà.
E penso, anche, che siano le donne le migliori interpreti di questa realtà, per ragioni che derivano dalla storia dell’evoluzione femminile. Le donne hanno dovuto adattarsi ed affrontare tante situazioni insieme. Infatti si dice che sono multitasking (multidisciplinari), mentre l’uomo riesce a fare solo una cosa alla volta. Probabilmente, la necessità di dover affrontare, di saper leggere con duttilità realtà così diverse, fa loro mettere in campo una dose di coraggio e di audacia in più. E poi, sicuramente, le donne, adesso, sono meno legate ai vincoli dei poteri forti: se ne stanno affrancando e pertanto sono più libere. E, da sempre, detentrici di una qualità assolutamente eccezionale: quella che le fa arrivare alla verità della realtà per via diretta, cioè l’intuizione. Che è la scintilla del fuoco sacro dell’arte.
You only get
what you pay for.
Hai soltanto
per quello che paghi.
Tipica espressione del pragmatismo anglosassone.