I L P E N S I E R O
Se mai c’è un luogo nell’universo
dove la luce partorisce il buio,
e la pioggia prosciuga il sole,
quando il tempo si fissa immoto
in uno specchio di aria tersa
e il mare affoga nel cielo immenso,
se, forse, la pelle rabbrividisce il dito
che la sfiora, distrattamente leggero,
e l’ombra prostituisce, puttana,
i contorni delle figure indefinite,
mentre il silenzio attutisce il clangore,
smorzando ovattato lontani tamburi,
se la rosa odorosa stupra il letame
e, subdola, ne prende il sopravvento
ed, intanto, il vomito del troppo cibo
ingoia la fame che lo concupisce,
colà e allora, io mi ritirerò sereno,
dopo l’orgia di sensazioni truculente
della vita terrena, che sta abdicando.
Porterò con me soltanto il pensiero,
retaggio energico e incorruttibile
d’una vitalità ormai logora e vetusta.
Unica forma di vita dopo la mia vita,
anche altrove, il mio pensiero vivrà.