Numero3224.

 

DEDICATO  ALLA  MIA  CARA  AMICA  GIULIANA

 

da  QUORA

 

Scrive Enrico, corrispondente di QUORA

 

I L    C R I S T O    V E L A T O

 

Il Cristo velato è una scultura marmorea di Giuseppe Sanmartino, conservata nella cappella Sansevero di Napoli ed è stata realizzata nel 1753.

 

 

Raimondo di Sangro fu il committente di quest’opera, che originariamente doveva essere collocata nel mausoleo di famiglia sottostante la Cappella, vano che oggi ospita le Macchine anatomiche. Un piastrone di pietra indica oggi il punto preciso dove la statua avrebbe dovuto essere posta. L’incarico di eseguire il Cristo velato fu in un primo momento affidato allo scultore Antonio Corradini; tuttavia, deceduto da lì a breve, questi fece in tempo a realizzare solo un bozzetto in terracotta oggi al museo nazionale di San Martino. L’incarico passò così a Giuseppe Sanmartino, a cui venne chiesto di produrre «una statua di marmo scolpita a grandezza naturale, rappresentante Nostro Signore Gesù Cristo morto, coperto da un sudario trasparente realizzato dallo stesso blocco della statua».

Sanmartino realizzò quindi un’opera dove il Cristo morto, sdraiato su un materasso, viene ricoperto da un velo che aderisce perfettamente alle sue forme. La maestria dello scultore napoletano sta nell’esser riuscito a trasmettere la sofferenza che il Cristo ha provato, attraverso la composizione del velo, dal quale si intravedono i segni sul viso e sul corpo del martirio subito. Ai piedi della scultura, infine, l’artista scolpisce anche gli strumenti del suddetto supplizio: la corona di spine, una tenaglia e dei chiodi.

Matilde Serao, grande ammiratrice della scultura, ci restituisce una descrizione assai vivida del Cristo:

«Sopra un largo piedistallo è disteso un materasso marmoreo; sopra questo letto gelato e funebre giace il Cristo morto. È grande quanto un uomo, un uomo vigoroso e forte, nella pienezza dell’età. Giace lungo disteso, abbandonato, spento: i piedi dritti, rigidi, uniti, le ginocchia sollevate lievemente, le reni sprofondate, il petto gonfio, il collo stecchito, la testa sollevata sui cuscini, ma piegata sul lato dritto, le mani prosciolte. I capelli sono arruffati, quasi madidi del sudore dell’agonia. Gli occhi socchiusi, alle cui palpebre tremolano ancora le ultime e più dolorose lagrime. In fondo, sul materasso sono gettati, con una spezzatura artistica, gli attributi della Passione, la corona di spine, i chiodi, la spugna imbevuta di fiele, il martello […] E più nulla. Cioè no: sul Cristo morto, su quel corpo bello ma straziato, una religiosa e delicata pietà, ha gettato un lenzuolo dalle pieghe morbide e trasparenti, che vela senza nascondere, che non cela la piaga ma la mostra, che non copre lo spasimo ma lo addolcisce»

La firma dello scultore, infine, è apposta sul retro del piedistallo, sotto il materasso: «Joseph Sanmartino, Neap., fecit, 1753».

 

Guardate il velo che lo ricopre. Dà i brividi vero? È così morbido e realistico che non sembra possibile che sia fatto di marmo. Sembra addirittura che il lenzuolo si muova, come sospinto da un lieve soffio di vento. O da un respiro. Per secoli si credette che la sua incredibile trasparenza fosse opera dei poteri di Raimondo Di Sangro (nobiluomo , aristocratico campano che si dedicò tutta la vita a studi di alchimia), il quale avrebbe adagiato sulla statua un vero e proprio velo che si sarebbe marmorizzato attraverso un processo alchemico.

Adesso osservate il corpo di Cristo. È disteso su un materasso marmoreo, le ginocchia contratte, scavate dalla fatica e dal dolore, la testa sollevata sui cuscini, gli occhi socchiusi. Se guardate con attenzione, vedrete delle lacrime che tremolano sulle sue palpebre. Io ogni volta che la osservo provo un senso di commozione. E ho visto persone piangere e inginocchiarsi davanti a questa statua. Perché in questa scultura c’è tutta la sofferenza dell’uomo umiliato, percosso e trafitto.

Se però lo osservate con più attenzione, noterete un dettaglio che a molti sfugge. Sulla tempia di Cristo vedrete una vena che sembra ancora pulsare. E guardate i suoi arti. Sembrano ancora contratti, come se potessero muoversi da un momento all’altro. Perché? Perché quest’incredibile scultura non raffigura, come molti credono, un uomo morente, che ha appena esalato il suo ultimo respiro, ma un uomo che è sul punto di risvegliarsi e di emetterne uno nuovo: quello della rinascita dopo la morte!

Il Cristo Velato racchiude un messaggio di speranza e di riscatto, è il simbolo della rinascita alla quale l’anima, dopo aver attraversato la sofferenza (simboleggiata dalla Croce), può aspirare. Ed ecco anche perché il Cristo è velato. Il velo nasconde i misteri dell’esistenza agli occhi dei viventi. Cos’è la morte, sembra dirvi lo scultore, se non un leggerissimo velo, quasi impalpabile, che non attende altro che essere svelato?

Numero3223.

 

R I F L E S S I O N I

 

“Il modo con cui gestisci le cose mi ispira ad essere una persona migliore”.

Questa frase dimostra non solo ammirazione, ma anche un profondo legame con i valori della persona a cui ti rivolgi.

Il filosofo stoico Seneca ci ricorda: “Insegnare è imparare due volte”.

Ispirare qualcuno significa, in un certo senso, condividere saggezza e virtù, rendere il mondo intorno a noi un posto migliore.

Quando lodi qualcuno rinforzi l’importanza di questo suo e tuo ruolo trasformativo.

Rifletti su come ti ha influenzato in modo positivo: è stato il suo esempio a motivarti a provare qualcosa di nuovo o a vedere il mondo in modo diverso.

Mettilo in chiaro dicendo: “Quando vedo quanto ti dedichi alle cose che contano per te, mi viene voglia di dedicarmi di più anch’io”.

Quando lodi una donna per i modi i cui risolve i problemi, metti in risalto una delle qualità fondamentali della sua personalità: la sua forza nell’azione.

“Sii sempre te stesso, soprattutto quando il mondo cerca di modellarti diversamente” diceva Seneca.

“La qualità della tua vita dipende dalla qualità dei tuoi pensieri e dalle persone con cui cerchi di condividerli” diceva Marco Aurelio

“Gli uomini non sono turbati dalle cose, ma dalla visione che hanno di esse” diceva Epitteto.

 

Numero3216.

 

da  QUORA

 

Scrive James Collins, corrispondente di QUORA.

 

R A P P O R T O    D I    C O P P I A

 

In una relazione di coppia, ci sono alcune azioni fondamentali che possono contribuire a rafforzare il legame e mantenere un rapporto sano e felice:

  1. Comunicazione aperta e sincera: Parlare apertamente dei propri pensieri, sentimenti e preoccupazioni è essenziale per evitare incomprensioni e risolvere i problemi in modo costruttivo.
  2. Rispetto reciproco: Il rispetto è la base di ogni relazione sana. Rispettare le opinioni, i confini e le differenze del partner aiuta a creare un ambiente di fiducia.
  3. Sostegno emotivo: Essere lì l’uno per l’altro nei momenti di difficoltà e supportarsi a vicenda nei successi e nelle sfide quotidiane è fondamentale per un legame forte.
  4. Passare del tempo insieme: Dedicare del tempo di qualità al partner, facendo attività che entrambi apprezzano, aiuta a mantenere viva la connessione.
  5. Compromesso: Nelle relazioni, è importante trovare un equilibrio e saper fare compromessi per risolvere i conflitti e prendere decisioni che soddisfino entrambe le parti.
  6. Affetto e intimità: Mostrare affetto attraverso gesti fisici e parole aiuta a mantenere la vicinanza emotiva e rafforza il legame tra i partner.
  7. Crescita personale e di coppia: È importante lavorare non solo sulla relazione, ma anche su se stessi. Crescere come individui e come coppia contribuisce a un rapporto più sano e duraturo.

Queste azioni sono essenziali per mantenere una relazione solida e appagante nel tempo.

Numero3215.

 

da  QUORA

 

Scrive Paola, corrispondente di QUORA

 

I L    C O N G I U N T I V O

 

Vi siete mai chiesti perché la lingua italiana è una delle poche al mondo ad avere il congiuntivo?

E perché i media e i giornali lo usano sempre meno?

E no, qua l’ignoranza non c’entra nulla!

O meglio non solo: c’è un altro motivo, diverso e più sottile!

Il congiuntivo è il regno del forse; esprime una situazione ipotetica, serve per formulare ipotesi, supposizioni, teorie.

È come fare un appuntamento al buio; tutto «sembra», «pare», «potrebbe».

L’indicativo, invece, esprime una certezza.

Ecco, prendete la frase: «non so se questa sia la decisione giusta».

Ma se la formulo all’indicativo: «questa è la decisione giusta», il senso della frase cambia radicalmente.

Ed è proprio questo il punto: la nostra è la società delle certezze non dei dubbi e delle domande.

Pochi pensano, domandano, ipotizzano; tutti invece sanno e affermano.

Pochi «ritengono» ma tutti «garantiscono» e «assicurano»!

La nostra è una società che ha fatto dell’idiozia un’arte e dell’arroganza uno stile di vita.

Quando incontrate quelli che Luciano De Crescenzo chiamava «i paladini delle Grandi Certezze, allora mettevi paura perché la Certezza assoluta molto spesso si trasforma in violenza.» O in pura idiozia.

E ai ragazzi che si domandano a cosa serva il congiuntivo, perché fare lo sforzo per impararlo, voglio rispondere così: l’indicativo è come la tua casa: sai esattamente dove ti condurrà quella porta, cosa c’è in fondo a quella scala; cosa si nasconde dietro quella tenda; di ogni abitante sai cosa dirà, cosa penserà, come agirà.

È in poche parole una vita fin troppo prevedibile e noiosa.

Coltivate in voi l’ebrezza del dubbio, ponetevi continue domande, avventuratevi nel regno dei «forse».

Il forse è la parola più bella della nostra lingua. «Perché apre delle possibilità, non certezze. Perché non cerca la fine, ma va verso l’infinito».

E ricordatevi sempre: ci sono persone convinte di sapere tutto, e purtroppo è tutto quello che sanno.

Numero3214.

 

da  QUORA

 

Scrive Vanna, corrispondente di QUORA.

 

D O N N E

 

Donne croce e delizia

Siamo vezzo e disprezzo,

polvere d’argento e coriandoli dispersi nel tramonto.

Piccole stelle senza un cosmo dove perdersi.

Figlie dentro e madri fuori.

Deboli corolle che sfidano l’uragano,

fiori d’acciaio che non si ossidano.

Tempeste di noia, di gioia, di fango.

Delirio di onnipotenza perché diamo la vita

e angeli della morte perché con un solo sguardo,

un sorriso, poniamo fine a un’esistenza.

Siamo DONNE : croce e delizia

tele da disegnare, pagine da scrivere, destini da inventare.

Anime alla ricerca di altre anime.

Numero3213.

 

da  QUORA

 

Scrive Edoardo Della Valle, corrispondente di QUORA, traducendo Rafael Eliassen

 

COME  DIVENTARE  MENTALMENTE  FORTE

 

Il nostro cervello è come un muscolo, o lo si usa o lo si perde.

Ecco 10 modi per diventare più forti mentalmente.

  1. Evita le cattive abitudini mentali: quali abitudini ti rendono mentalmente più debole? Scorrendo senza pensieri su Instagram per ore o facendo binge-watching* ogni giorno? Prendi questa abitudine e cancellala.
  2. Delay-gratification (rimanda le gratificazioni): impara a concentrarti e lavorare senza distrarti e darti gratificazioni istantanee come notifiche, cibo, ecc.
  3. Sfida te stesso: fai un elenco di tutte le cose che ti spaventano e falle. Potrebbe essere chiedere alla ragazza che ti piace di uscire o avviare un’impresa.
  4. Riflettori mentali: è molto facile cercare il motivo per cui una situazione o una vita sono cattive. Allenati a cercare prove altrimenti, scopri perché è meglio essere buoni invece di essere cattivi.
  5. Cambia amici: i tuoi amici che non sono al tuo livello ti trascineranno in basso. Trova persone che si trovano al di sopra o molto al di sopra del tuo livello.
  6. Sii curioso: noi come esseri umani siamo arrivati ​​così lontano a causa della nostra curiosità. Sii sempre disposto a imparare qualcosa di nuovo.
  7. Esercizio di autostima: elenca tre cose che ti piacciono e fai questo ogni giorno. Potrebbe essere come ti sei complimentato con qualcuno o qualcosa che ti fa sentire bene con te stesso,
  8. Dialoghi interiori: come ti sentirai se continui a dire a te stesso di essere stupido? Trova i modi per sviluppare una conversazione positiva.
  9. Affrontare le emozioni: sei stressato, arrabbiato? Non ignorarlo, affrontalo. Fai una corsa, esercita tutto ciò che conta per te, impara ad affrontarlo.
  10. Smettila di lamentarti: non si tratta del perché la tua vita fa schifo, ma di come puoi migliorarla.

*Binge – watching = Guardare programmi televisivi per un periodo superiore al consueto, particolarmente                    l’usufruire della visione di diversi episodi di serials televisivi consecutivamente, senza soste.

Numero3212.

 

da  QUORA

 

Scrive Silvia Anchisi, corrispondente di QUORA

 

Quali sono le caratteristiche che per le donne rendono un uomo attraente, ma che gli uomini sottovalutano?

 

Questa domanda presuppone che esistano delle caratteristiche più o meno precise che rendono un uomo attraente agli occhi delle donne. Siccome non rappresento il genere femminile solo perché sono nata donna, ti risponderò in veste di singola donna, tenendo però anche conto di anni di osservazione, studio e ascolto dei punti di vista delle mie compagnie femminili, cercando di proiettare la mia esperienza personale in una prospettiva vagamente statistica.

  • Le piccole attenzioni. Le hanno sottovalutate il 95% degli uomini che ho incontrato nella mia vita. Attenzione, non mi riferisco al seguire alla lettera dei codici passati, sessisti o patriarcali ma semplicemente dare attenzione a dei dettagli che nella nostra quotidianità non sono curati. Sto parlando di quei piccoli gesti che a me personalmente fanno impazzire, tipo aprire la portiera della macchina, far accomodare a cena, versare le bevande quando il bicchiere si svuota. Prima che venga additata di sessismo sappiate che queste cose che ho elencato ci tengo a farle anch’io, che sono donna, sono piccole attenzioni che mi rendono felice tanto quanto mi rende felice ricevere. Si tratta di un tipo di gentilezza, che credo piaccia a molte donne.
  • Eleganza: non ha a che fare con ciò che si indossa, ma con la capacità di essere sobri, equilibrati, specialmente in luoghi pubblici o contesti di gruppo. Un esempio: a volte sento uomini che parlano alzando molto la voce. Beh, sappiate che dovreste rivedere il vostro concetto di volume.
  • Igiene e cura della propria persona, ma possibilmente non eccessiva (ecco, voglio sfatare un mito, stavolta a nome di tutte le donne: preferiamo un compagno senza tartaruga e con la pancetta ma che sia sereno e disposto a mangiare con noi una pizza senza preoccuparsi delle calorie e dei carboidrati, piuttosto che un fissato patologico col culto del corpo, eterno insoddisfatto di sé stesso che passerà il resto dei suoi giorni a cercare una linea che non troverà mai, e a chiederti se lo trovi più grosso, a piangere quando perde massa muscolare. L’esercizio fisico fa bene ed è importante per tutti noi, come lo è tenersi in forma, il fanatismo però è patologia, e per me un malato di palestra è malato tanto quanto un’anoressica, per le dinamiche mentali che condividono.
  • Autoironia è un’arma molto utile se ben dosata, soprattutto all’inizio perché rompe il ghiaccio e le formalità, mettendo a proprio agio l’altra persona soprattutto se quest’ultima è timida. È strettamente collegata all’ umiltà, altro valore di fondamentale importanza che però non vedo molto spesso negli uomini, che in fase di seduzione preferiscono caricarsi di paroloni, dimostrazioni e grandezza.
  • Approccio sessuale naturale. Un problema grosso che avete soprattutto voi uomini, è che molti di voi pensano che il sesso sia quello che vedete sul web fatto da attori e contorsionisti professionisti. Questo rende per voi l’atto come una mera prestazione, che come concetto si avvicina molto alla dimostrazione. Non c’è niente da dimostrare, specialmente se avete intenzioni serie siate sereni e il sesso sarà più bello. Se non siete degli attori e contorsionisti professionisti lasciate perdere le stranezze, puntate su ciò che vi piace.
  • Ascoltate le vostre emozioni. Siate commossi, siate tristi, siate arrabbiati e innamorati senza vergogna.

Cosa non fare:

  • Non essere squallidi spesso vedo gli alpha man che fanno i classici discorsi da spogliatoio su lato A lato B, gare di rutto libero, parolacce. Sappiate che lo squallore e la volgarità non vi renderanno più attraenti
  • Non ostentare i propri soldi, le proprie vittorie, i propri averi. In nessun caso.
  • Non fingete qualità che non avete. Puntate sui vostri punti forti, non su quelli che pensiate si aspetti da voi l’altra persona.
  • Non sono i soldi a rendere un uomo attraente, i soldi lo rendono solo potente, gli danno il potere di acquistare una donna che è interessata ai suoi soldi e basta. Un uomo ricco ha molta più possibilità di essere falsamente amato in un matrimonio di interesse, è statistico anche questo. Non ostentate i vostri soldi, ma cacciate fuori la vostra umanità, la bellezza che avete dentro, la gentilezza, le passioni, e se davanti avete una persona che vale quanto valete voi sicuramente vi apprezzerà per ciò che siete.

Numero3211.

 

da  QUORA

 

 

M A S C H I L I S M O

 

Scrive Francesco Davini, corrispondente di QUORA

 

 

Eccolo qua. Francesco Davini, per dimostrare che in fondo pure noi siamo maschilisti e quindi l’Islam non fa poi niente di male, tira fuori quello che appare un frammento di Famiglia Cristiana di chissà quale epoca. In realtà non ha niente a che vedere con il famoso settimanale cattolico, ma è un foglio tratto da un opuscolo del 1895 (sì avete letto bene: 1895):

Shot dal blog Il Pozzo dei Miei Pensieri, di Ernesta.

E quindi, c’erano anche i doveri dei mariti.

Leggiamoli.

Ahi ahi ahi… come mai Francesco Davini ha saltato questa parte?

Farà mica parte di quella schiera di persone che pur di parlar male dell’Occidente, degli americani, delle democrazie liberali ecc… ossia del mondo in cui viviamo, non esita a legittimare, scusare, nascondere le peggiori nefandezze dei nostri nemici, anche se per farlo deve andare indietro nel tempo, fino al 1895, per trovare qualcosa a cui attaccarsi?

Vecchia storia.

Sia chiaro: il mondo E’ maschilista.

Lo è sempre stato e l’Occidente non ha fatto eccezione ma oggi, in tutti i paesi moderni e civili del mondo occidentale, si parla di maschilismo in termini di penalizzazione sulle carriere e sulle retribuzioni, non certo nei termini in cui il problema si manifesta nei paesi e nelle comunità islamiche.

Vedete qualche differenza? Francesco Davini non le vede…

Perché l’Islam è così maschilista?

Perché è rimasto arretrato. Non ci sono giri di parole su questo. Il semplice fatto di prendere per oro colato gli insegnamenti di un testo religioso, dimostra la profonda arretratezza di una cultura.

Francesco Davini è dovuto risalire al 1895 per trovare una traccia così discriminatoria sulle donne in Italia (e non ci ha nemmeno azzeccato…). Ecco, il mondo islamico, sulle donne (e non solo) è rimasto davvero arretrato e non al 1895 ma ancora più indietro, molto più indietro.

Numero3210.

 

RAGGIUNTO  LIVELLO  DI  FEDELTA’  DELL’ ENTANGLEMENT  QUANTISTICO  DEL 92%: È  COME  SE  FOSSE  MAGIA.

 

di  Aurelio  Sanguinetti    18. 01.25

 

 

L’entanglement quantistico è un fenomeno che deriva dal principio di sovrapposizione della meccanica quantistica, per il quale due o più sistemi fisici – spesso due particelle – sono connessi intensamente fra di loro, sebbene non ci sia alcun contatto diretto.

In questa condizione, la misurazione di un sistema determina simultaneamente anche il valore del sistema collegato, come se l’informazione viaggiasse per magia nello spazio.

Trattasi ovviamente di un fenomeno complesso, che i fisici hanno dovuto studiare a lungo per comprenderlo appieno, visto che non è facilmente analizzabile come altri fenomeni della meccanica quantistica.

Di recente, tuttavia, un gruppo di ricercatori provenienti dalla Durham University, nel Regno Unito, ha svolto un esperimento che ci ha permesso di ottenere per la prima volta l’osservazione diretta del fenomeno in alcune molecole, che sono morfologicamente e chimicamente molto più complesse dei singoli atomi.

Il livello di fedeltà dell’entanglement osservato era tra l’altro estremamente elevato, essendo leggermente superiore al 92 percento.

Per ottenere questo risultato, i ricercatori hanno usato delle trappole ottiche e dei speciali strumenti utili per creare ambienti sperimentali in grado di supportare quello che i fisici definiscono un entanglement duraturo, più longevo e maggiormente visibile rispetto all’entanglement standard.

“Questo fenomeno è molto difficile da osservare, sebbene possiamo intrecciare due molecole usando interazioni incredibilmente deboli e quindi impedire la perdita dell’entanglement per un tempo prossimo al secondo”,
 ha spiegato Simon Cornish, uno degli autori della scoperta, che è stata diffusa all’interno di un articolo pubblicato su Nature.

Secondo gli esperti, l’entanglement di lunga durata potrebbe aiutare gli scienziati a misurare con una certa precisione altri fenomeni quantistici e a far sorgere una nuova era della ricerca, che ci permetta di realizzare tra le tante cose computer quantistici molto più complessi ed intelligenti.

Questa d’altronde non è neppure l’unica scoperta relativa a questo argomento che è stata diffusa di recente. Altri studi contribuirebbero a ottenere questi risultati nel breve termine.