In questi ultimi tempi, mi sto interessando approfonditamente di argomenti come questi che seguono ed ho trovato affascinate il pensiero di questo scienziato – filosofo italiano, poco conosciuto ma molto importante.
Mi ha aperto un mondo nuovo e diverso dove, felicemente e coerentemente, trovano posto e risposta tanti miei dubbiosi interessi mentali. Mi ci sto uniformando e agglutinando come un insetto sulla carta moschicida.
F E D E R I C O F A G G I N
ovvero: un pensiero finalmente olistico che associa scienza e spiritualità, fisica e filosofia.
La “teoria Faggin” è un’interpretazione della coscienza che vede la realtà come un’entità olistica, dove la fisica quantistica e la spiritualità si integrano. Olistico è un termine che significa “riferito all’olismo, un approccio che considera un sistema nella sua interezza, non come somma di singole parti.
Faggin, noto per la sua invenzione del microchip, estende il suo campo di ricerca alla coscienza, proponendo che questa coscienza non sia un mero epifenomeno del cervello. In folosofia, l’epifenomeno è un fenomeno secondario e accessorio, che si verifica insieme ad un fenomeno primario, ma senza avere una influenza causale su di esso.
In altre parole, è un evento che accompagna un altro fenomeno, ma non ne è né la sua causa, né il suo effetto.
Per Faggin la coscienza è una proprietà fondamentale della realtà.
In dettaglio, Faggin sostiene che:
Coscienza e fisica quantistica.
La coscienza, con le sue caratteristiche di qualità (QUALIA = esperienze soggettive, irripetibili) è analogabile ad uno stato puro quantistico, dove ogni particella subatomica possiede una forma di “coscienza”.
Mente e materia.
Faggin non vede la coscienza come un’entità separata dalla materia, ma piuttosto come un aspetto intrinseco di essa, un campo quantistico auto-cosciente.
Unione di scienza e spiritualità.
La sua teoria mira a superare la separazione tra scienza e spiritualità, proponendo un quadro in cui la fisica quantistica può spiegare sia i fenomeni fisici che gli aspetti esperienziali della coscienza.
Libero arbitrio.
La coscienza, in questa prospettiva, è associata al libero arbitrio e alla creatività, qualità che distinguono l’essere umano dalle macchine.
Critiche.
Faggin riconosce che la sua teoria solleva interrogativi e necessità di ulteriori approfondimenti e verifiche sperimentali, ma sottolinea l’importanza di considerare la coscienza come un elemento fondamentale per comprendere la realtà.
In sintesi.
La teoria di Faggin è un tentativo di integrare la fisica quantistica con la spiritualità, proponendo una visione olistica della realtà, in cui la coscienza è un aspetto fondamentale non solo umano, ma di tutto l’universo.
Cosa dice?
” Io parto da un postulato, perché qualunque teoria deve partire da almeno un postulato.
Lo chiamo “postulato dell’essere”.
L’UNO è definito come la totalità di ciò che esiste.
L’UNO è dinamico: vuol dire che non è mai lo stesso, quindi, istante dopo istante, continua a cambiare.
L’UNO è olistico: vuol dire che non è fatto di parti separabili, cioè tutto è interconnesso all’interno di UNO.
E, finora, ho descritto l’universo della fisica quantistica.
E anche nella fisica della relatività generale tutto è interconnesso.
Però le due interpretazioni della realtà fisica non sono ancora unite in una sola fisica generale e completa.
Io ho aggiunto una cosa: l’UNO VUOLE CONOSCERE se stesso.
Partendo da qui, abbiamo l’UNO che ha un volere, che è il libero arbitrio, e ha un conoscere.
E per conoscere ci vuole la coscienza, cioè la coscienza è ciò che permette all’UNO di conoscere. Semplicemente.
Quindi l’UNO in un certo senso, si autoriflette e, nella sua autoriflessione, conosce se stesso.
Com’è che conosce se stesso?
Portando in esistenza ciò che conosce.
La vita è nata dall’UNO che, per conoscere se stesso, porta in esistenza parti “intere” di sé.
Perché, essendo olistico, non può conoscere solo un pezzetto di se stesso, o in maniera parziale.
Deve conoscere tutto se stesso in ogni cosa, però con il punto di vista con cui si conosce in quell’istante.
Questa è l’identità del “campo”: è quello che genera il senso di sé del “campo”.
Allora l’UNO conosce se stesso, attraverso le sue creature: i “campi” che crea.
Questi poi si combinano, creano “campi di campi” e così via.
Questo modo di considerare la realtà fisica ha a che fare con molti fisici e filosofi del passato.
Ma, soprattutto, ha a che fare con persone che hanno avuto esperienze straordinarie di coscienza.
La coscienza ha la capacità di conoscere se stessa direttamente, non attraverso la logica.
È una forma intuitiva di conscenza in cui l’UNO si conosce vivendo la sua conoscenza di sé.
Dobbiamo considerare che la consapevolezza sia una proprietà “irriducibile” della natura.
Essa esiste sin dall’inizio, quando è avvenuto il BIG BANG.
Questo ha creato spazio, tempo, materia ed energia e doveva avere anche i semi della consapevolezza.
Perché doveva dare al mondo solo i semi del mondo esterno e non i semi del mondo interno?
È essenziale assumere come fondata e fondante questa proprietà interna che mai è stata presa in considerazione.
Essa appartiene anche all’energia fondamentale, che io chiamo NOUS, parola greca che significa mente, intelletto.
Tra l’altro, NOUS è la stessa parola che Plotino usava per descrivere la stessa idea.
Questo è un quadro che mette insieme idee prese un po’ dappertutto, in un modo che collega la realtà fisica.
Non mi risulta che qualcuno abbia mai fatto questo “sforzo”, perché, la NOUS è il punto di partenza, non di arrivo.
La coscienza non è un prodotto del cervello, ma è una proprietà fondamentale del “qualcosa” (non sostanza).
Sostanza implica materia, cioè qualcosa di tangibile, mentre NOUS è immateriale.
Essa esiste prima che esistano i campi quantici, prima del vuoto quantico, addirittura prima del BIG BANG.
NOUS, di fatto, è un “campo di campi”.
La fisica ammette la natura della realtà come “campo unico” da cui emergono i campi delle particelle elementari.
NOUS è immateriale e ha due aspetti fondamentali che sono irriducibili, sono come le due facce di una medaglia.
Essa ha un aspetto interno “semantico”, dove c’è il significato, e quindi la capacità di autoriflettersi.
Essa conosce se stessa dal suo interno e, al suo esterno, riflette “simbolicamente” quello che conosce dentro di sé.
Non è diversa da noi: noi abbiamo un mondo interno e, quando lo comunichiamo, lo facciamo per “simboli”.
Nella comunicazione, i nostri “simboli” sono le parole, le smorfie, il gesticolare, la mimica, l’intonazione della voce.
Abbiamo un mondo interno che conosciamo solo noi dall’interno individuale.
E abbiamo un mondo esterno a cui riveliamo il nostro significato interno, per mezzo dei simboli.
NOUS è visibilmente olistico e dinamico, come la meccanica quantistica dice: l’universo non ha parti separabili.
L’elettrone non si può separare, non esiste di fatto come elettrone, esiste il campo degli elettroni.
E l’elettrone è semplicemento uno “stato eccitato” del campo degli elettroni.
L’ontologia è nel campo, non negli elettroni.
I fisici più avanzati dicono che l’elettrone, come oggetto, non esiste: è una nostra costruzione mentale.
NOUS si manifesta come unità di consapevolezza.
La consapevolezza è la proprietà del sé responsabile, della sua percezione e comprensione.
La prima manifestazione della NOUS è conoscere se stessa, non conosce tutto di sé, ma di esistere lo sa.
Questa percezione dell’esistere è un QUALIA: la comprensione è il significato portato dai QUALIA.
Il cervello produce segnali elettrici e da questi si passa ai QUALIA.
I QUALIA, termine plurale di “quale”, sono gli aspetti qualitativi ed esperienziali della coscienza (percezioni, sensazioni, emozioni ecc.).
La creatività è la comprensione della prima volta, è un significato originale.
Questo, poi, deve essere tradotto in simboli per essere comunicato.
Nel sé non c’è solo la consapevolezza, ma c’è anche l’identità e il libero arbitrio e la capacità di agire e comunicare.
Propongo un modello dove tutta la realtà è creata da organizzazioni di unità di consapevolezza elementari.
Queste si combinano gerarchicamente sotto la spinta della autoconoscenza.
La realtà ha due aspetti irriducibili e interdipendenti a tutti i livelli gerarchici.
Sono l’aspetto semantico e quello simbolico in combinazioni sintattiche.
La sintassi riguarda la struttura della frase, gli elementi costitutivi, le associazioni, cioè le unità superiori alla parola”.
C O R O L L A R I O
La “teoria di Faggin”, o meglio, la sua visione sulla coscienza e il suo rapporto con la fisica quantistica, sostiene che la coscienza non è un prodotto del cervello, ma una realtà fisica preesistente, un campo quantistico, e che il cervello funge da “ponte” o “trasformatore” tra questo campo e la realtà fisica. Faggin, in particolare, si discosta da una visione materialista della coscienza, affermando che essa non può essere spiegata come una mera proprietà della materia.
In dettaglio, la teoria di Faggin si basa su alcuni punti chiave:
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Coscienza come campo quantistico:
Faggin propone che la coscienza non sia un’entità separata dal corpo, ma un campo quantistico che interagisce con la materia, in particolare con il cervello.
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Libero arbitrio e meccanica quantistica:
Secondo Faggin, il libero arbitrio, la capacità di fare scelte indipendenti, potrebbe essere legato al comportamento dei sistemi quantistici, in particolare al collasso della funzione d’onda.
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Il ruolo del cervello:
Il cervello, secondo Faggin, non crea la coscienza, ma la “traduce” in esperienza sensoriale e cognitiva. Il cervello sarebbe quindi un “drone” controllato da questo campo di coscienza.
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Critica al materialismo:
Faggin critica la visione materialista della coscienza, che considera la coscienza un’emergenza del cervello, affermando che questa prospettiva non riesce a spiegare l’esperienza soggettiva e il libero arbitrio.
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Unione di scienza e spiritualità:
Faggin cerca di integrare la visione scientifica con una prospettiva spirituale, sostenendo che la coscienza potrebbe essere parte di una realtà più ampia e profonda, che include sia aspetti materiali che non materiali.
In sintesi, la teoria di Faggin propone una visione della coscienza come un fenomeno quantistico che interagisce con la materia e che potrebbe essere alla base della nostra esperienza soggettiva e del libero arbitrio. Questa teoria, pur essendo basata su concetti scientifici, apre a una prospettiva che unisce scienza e spiritualità, andando oltre la visione materialista tradizionale.
Alla domanda: “Lei è credente?”, Federico Faggin risponde: Non credo nel dio più o meno antropomorfico delle varie religioni. Credo però in una realtà più vasta, un’energia dinamica e consapevole che è il Creatore di un multiverso benigno in eterna evoluzione».
Chi è Federico Faggin?
Fisico italiano naturalizzato statunitense (n. Vicenza 1941). Laureatosi presso l’univ. di Padova nel 1965 e trasferitosi negli Stati Uniti nel 1968, lavorando alla SGS Fairchild sui semiconduttori, ha progettato i primi circuiti integrati MOS (Metal Oxide Semiconductor) e successivamente ideato la tecnologia MOS Silicon Gate (metallo su silicio) destinata a diventare la base per la produzione di tutti i moderni circuiti integrati. Affermatosi definitivamente nella progettazione e realizzazione di processori informatici, nel 1970 è passato alla Intel, dove è stato a capo del progetto che ha realizzato la struttura del primo microprocessore, noto con la sigla 4004. Nel 1982 ha fondato la Cygnet Technology, operante nello sviluppo delle reti neurali e nel perfezionamento delll’interfaccia uomo-macchina; è stato poi tra i fondatori della Synaptics (touchpad) e amministratore delegato della Foveon (sensori d’immagine). Fondatore nel 2011 della Federico and Elvia Faggin Foundation, che promuove lo studio scientifico della coscienza, nel 2019 è stato insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Tra le sue pubblicazioni più recenti si segnalano Silicio. Dall’invenzione del microprocessore alla nuova scienza della consapevolezza (2019) e Irriducibile. La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura (2022).