Numero2222.

 

F I N A L I

 

L’Italico Stivale

diventerà Campione

nella duplice finale

in terra d’Albione?

 

N.d.R. Nella finale del Torneo di Tennis a Wimbledon, Berrettini esce sconfitto da Djokovich. 7 – 6, 4 – 6, 4 – 6, 3 – 6.

Nella finale del Campionato d’Europa di Calcio, contro l’Inghilterra, a Wembley, l’ Italia vince dopo i supplementari e i rigori: 4 – 3.

Numero2220.

 

PECCATO  DI  GIOVENTU’

 

Anch’io sono stato giovane. e anch’io ho perso tempo dietro alle chimere. Ma non me ne pento. Mi rimane il bel ricordo di una esperienza che, come tutte le esperienze, lascia una traccia nella vita. Allora io non capivo niente di musica, non conoscevo una nota, avevo solo un “buon orecchio” e tanto entusiasmo. Erano i favolosi anni ’60. Molto più tardi, alla veneranda età di 73 anni, mi sono messo in testa di imparare a suonare la chitarra. Da paziente autodidatta, pian piano, nonostante le artrosi alle dita delle mani che hanno tutti i vecchi, senza l’aiuto di alcuno, se non coi primi rudimenti e consigli colti qua e là, ho cominciato a fare i primi accordi, poi la prima canzonetta semplice, e poi, via via, sono arrivato ad oggi, alla soglia degli ’80: mi diverto a suonare, con i soli accordi, e a cantare, che io chiamo canticchiare, molte canzoni con una voce che Nino Manfredi, su testo di Ettore Petrolini,  in “Tanto pe’ cantà”, definisce “poca, ma intonata”. In aggiunta mi accompagno anche, in certi brani, dove è possibile, con l’armonica a bocca, che io suonavo da bambino e che ho riesumato e migliorato, dopo più di 60 anni, suonandola, ovviamente, “ad orecchio”.
Intendiamoci bene: se io mi sento suonare e canticchiare, da una registrazione, mi faccio un po’ ridere perché il livello è veramente infimo, ma, insomma, …. chi si contenta, gode. Talvolta, mi sono esibito, in qualche dopocena, davanti a una ristretta cerchia di amici che hanno avuto la volontà e la pazienza di ascoltare i miei gorgheggi: bontà loro.

Il peccato di gioventù di cui parlo è stata la mia partecipazione, come comprimario, senza mai mettere piede sulla scena, al complesso THE SAVAGES (I Selvaggi), di cui qui pubblico le vicende, perché il mio amico Armando Morandini, allora capo del complesso, mi ha appena mandato la notizia, e il testo qui sotto edito, della pubblicazione della storia della formazione su ROCKENC, cioè l’enciclopedia del Rock. Siamo passati alla storia! Senza molta gloria.
Ma la gioventù è una sola.

 

 

ROCKENC

ENCICLOPEDIA DEL ROCK ANNI 1964 – 1970

 

DOMANDE GENERICHE PER LA SCHEDA

 

1 – In che città e in che anno nasce il gruppo?
La nascita del gruppo The Savages avviene a Tarcento (Udine) tra febbraio e marzo del 1964 e il debutto in pubblico il 1° maggio 1964 con un concerto nella piazza della frazione Molin Nuovo a Udine.
2 – Chi sono i Fondatori ed i componenti con il relativo ruolo nel gruppo e che strumenti suonavano ?
Bruno di Montegnacco, batteria e voce, Luigi Ortoleva, chitarra e voce, Gilberto Zuliani, chitarra basso, Armando Morandini, sax tenore, chitarra, leader del gruppo, voce solista, Manlio Bertacche tastiere, Alberto Visintino, Art Director, paroliere, si occupava della stesura dei testi in inglese, compositore di testi di varie canzoni inedite del gruppo.
3 – Eventuali esperienze precedenti in altri gruppi da parte dei componenti
Armando Morandini, in organico giovanissimo nella Banda Cittadina di Tricesimo ed in altre formazioni musicali.
4 – Il nome del gruppo e il motivo per cui è stato scelto.
THE SAVAGES (I Selvaggi), in contrapposizione al repertorio tradizionale che le orchestre da ballo suonavano, (mazurke, tanghi, valzer ecc. ecc.)
5 – Che tipo di divisa avevate?
Giacca di tipo inglese, calzoni attillati scuri, gilè a quadri scozzesi e varie camicie colorate.
6 – Dove e cosa suonavate ( nome dei locali e repertori ).
LOCALI: Cinema Tarcentino, Colle Verzan Tarcento, Sala Margherita Tarcento, Sala Concordia Artegna,
Night club Mocambo Udine, Piper Contarena Udine, La Cavalchina San Daniele, Sala Tabeacco Buia, Teatro Spilimbergo, Sala Gajo Spilimbergo, Sala Cento Colonne Feletto Umberto, Teatro Nabucco Tarvisio, Sala Teatro miniera Cave del Predil, Sala da ballo Ampezzo, Sala da ballo Albergo Ravascletto, e vari locali da ballo della Regione.

REPERTORIO (titoli di canzoni): Tequila, Subway, Too much tequila , Noi siamo i selvaggi: brano di presentazione del complesso, versione italiana di C’mon everybody (Eddie Cochran)), You really got me, All my loving, Kansas city, Till there was you, Michelle, Girl, Apache, All my sorrows, Uno dei mods, Satisfaction, Il ragazzo della via Gluck, Wooly Bully, Menphis Tennessee, Roll over Beethoven, She’s a woman, No reply, Ticket to ride, Marilisa (canzonetta francese con testo italiano, molto richiesta), Mister moonlight, For your love, Help, Yesterday, And I love her, A Hard day’s night, La casa del sole, Oh pretty woman (di Roy Orbison, forse il pezzo top del complesso), What I say, Don’t let me be misunderstood, Bring it on home to me e altri vari successi, covers di Elvis Presley, Roy Orbison, Chuk Berry, The Shadows , The Champs, The Beatles, The Kinks, The Animals, The Rolling Stones e altri artisti e complessi internazionali dell’epoca sentiti su Radio Luxemburg.
Armando Morandini e Alberto Visintino ascoltavano quotidianamente su questa emittente radiofonica la trasmissione HIT PARADE in lingua inglese dove venivano eseguite le prime 10 canzoni al top del mercato musicale Americano ed Europeo: Armando Morandini trascriveva gli accordi per chitarra, Alberto Visintino trascriveva il testo (quasi sempre Inglese).
7 – Partecipazione a manifestazioni , festival, concerti.
Partecipazione e vittoria al concorso per il miglior complesso della Regione al Parco delle Rose di Grado (Gorizia).Partecipazione e Primo Posto al ” Leggio d’oro” alla Mostra della Casa moderna a Udine. Partecipazione al Festival notturno sul Natisone di Cividale del Friuli. Partecipazione alla festa della Birra Moretti a San Giovanni al Natisone con le Tigri di Gorizia ed i Dogi di Trieste. Partecipazione alla Fiera di Casarsa della delizia con il vincitore del Festival di Sanremo Bobby Solo e i fratelli Ciacci.
8 – Che strumenti avevate ( le marche ) e come li avevate acquistati?
Organo FARFISA (strumenti musicali Vicario Udine) chitarra basso FENDER Jazz bass (Vicario Udine) chitarra elettrica FENDER Stratocaster (Vicario Udine) Sax tenore KING super 20 (strumenti Francescatto Udine) batteria LUDWIG (vicario Udine) Impianto voci MEAZZI amplificatori BINSON e FENDER. Fatta eccezione per la batteria e l’organo il resto degli strumenti furono pagati con diverse cambiali a rate mensili.
9 – Eventuali contatti con case discografiche e successivi dischi.
L’impresario Spartaco Vidoni venne contattato dalla casa discografica DURIUM: in seguito per questioni finanziarie non se ne fece nulla. (il Signor S. Vidoni è stato il procuratore del complesso The Savages).
10 – Presenze televisive o cinematografiche.
Concerto registrato da Telefriuli all’Arena di Lignano Sabbiadoro nel 1997.
11 – Con quali mezzi vi spostavate
Mezzi propri.
12 – Ci sono stati cambi di elementi, quali e in che anni?
No.
13 – Quando e perché nasce la storia del gruppo?
Nella primavera del 1964, dai festini studenteschi ai thè danzanti a suon di 45 giri, siamo passati agli strumenti ed alla musica dal vivo attratti dal genere nuovo. La passione ha coeso tutto il gruppo per quasi due anni.
14 – I singoli componenti cos ‘hanno fatto fino ad oggi?
Quasi tutti i componenti hanno continuato a suonare con altre formazioni.
15 – Ci sono state delle riunioni negli anni dopo lo scioglimento?
Tutta la formazione originale al completo si è riunita nel 1997 all’Arena di Lignano Sabbiadoro in una grande manifestazione presentando i propri successi degli anni ’60.
16 – Ricordi qualche aneddoto?
Siamo stati i primi a presentare in Italia i successi dei Beatles in particolare in lingua Inglese, alcuni brani anche con testo in Italiano. Nessuno lo aveva fatto prima. In una esibizione a Casarsa della Delizia, nel 1965, presentammo in anteprima assoluta in Italia, il brano dei Beatles, MICHELLE fra lo stupore di Bobby Solo e i complimenti di Enrico Ciacci (era il fratello di Little Tony).

 

GRUPPO THE SAVAGES____________ COMPILATORE_Armando Morandini_____________________________

 

N.d.R. : se volete leggere il testo delle canzonette che si suonavano e cantavano nei favolosi anni ’60, andate al Numero1027. e al Numero1028.. Sono un  risibile esempio della fantasia “creativa” dell’allora giovane conduttore di questo BLOG.

Numero2219.

 

UNA  LEZIONE  DI  VITA  DA  CONDIVIDERE

 

C’è un cammelliere che sta per morire. Decide di fare testamento. Ha tre figli e scrive nel testamento: al primo lascio 1/2 (un mezzo), al secondo lascio 1/4 (un quarto) e al terzo lascio 1/6 (un sesto) dei miei averi. Avrà avuto le sue ragioni per fare questo e muore.
I figli aprono il testamento, leggono la ripartizione voluta dal padre e constatano che l’asse ereditario consiste in 11 cammelli: tutto quello che il genitore è riuscito ad accumulare e conservare in vita. E iniziano a litigare, perché 11 non è divisibile per due, farebbe 5 e 1/2 e il primo figlio dice: allora datemene 6. E gli altri due figli dicono: come? Hai avuto la fortuna di averne più di noi, accontentati di 5. Niente da fare e, come succede nelle migliori famiglie, si passa dalle parole alle mani. Dalle mani si passa al pugnale e le cose sarebbero precipitate se, per puro caso, di là non fosse passato un altro cammelliere, che non conosceva la bella famiglia, e andava in un’altra direzione. Questi si fa raccontare l’accaduto e, ad un certo punto, dice di voler donare ai tre figli uno dei suoi cammelli. Allora l’asse ereditario diventa 11 + 1 = 12 cammelli. In questo modo:

12 : 2 = 6
12 : 4 = 3
12 : 6 = 2

Totale: 11.

A quel punto, il cammelliere si riprende il cammello prestato e prosegue per la sua strada.

La storiella ci lascia due messaggi. Il primo ci dice che chi pratica un dono non si impoverisce mai. Il cammelliere che aveva donato il proprio cammello, non c’ha perso, anzi, c’ha guadagnato, perché ha ottenuto la riconoscenza dei tre fratelli. Questi, ammettendo che con quel dono essi si erano risparmiati la vita, avranno  certamente gratificato il cammelliere.
Il secondo messaggio è ancora più interessante ed è questo: le regole della giustizia (cioè la ripartizione secondo la volontà del padre morto), da sole, non bastano a conservare la pace: i tre fratelli si sarebbero scannati.

Nel mondo, quante guerre si sono combattute nel nome della giustizia? Tantissime. Perciò, attenzione ad agire solo secondo giustizia!
Ci vuole ma non basta. Ma quando la giustizia si sposa con il dono, come nel caso della storiella, ecco allora che le cose vanno meglio e si risolvono: il risultato è ottenuto.
Le regole della giustizia, nel raccontino la volontà del padre, sono state rispettate, ma non si sarebbe evitato il conflitto cruento.
La giustizia deve essere benevolente. Non basta applicarne le norme così come sono, ma bisogna ottenere il bene: questo è il fine della giustizia. Se la giustizia non è finalizzata al bene, diventa “giustizialismo”. Questo vuol dire tagliare le teste, come dopo la Rivoluzione Francese, Ecco perché oggi, la vera sfida sul piano sociale, culturale, pedagogico ed anche politico è che non basta dire: giusto, giusto!
Infatti, voi potete avere una società giusta dove la gente si ammazza, oppure viene ammazzata. I casi della storia sono tantissimi.
Noi dobbiamo puntare ad una giustizia benevolente, che opera, cioè, di pari passo con il principio del bene.

N.d.R. : a proposito di riforma della giustizia e di referendum sulla giustizia.