G I Ù L A M A S C H E R I N A : L E C A P R I O L E D E L L A P O L I T I C A I T A L I A N A.
Mi accorgo che, ultimamente, sto scrivendo un po’ troppo di politica, cosa per me insolita. Non pensavo di aver così tanto da dire, ma lo dico lo stesso perché lo faccio “liberamente”, cioè con mente libera, secondo i criteri di approccio di questo blog.
I concetti di “destra” e “sinistra”, come categorie mentali ed etichette del politichese, mi sono particolarmente ostiche, per non dire antipatiche, ma devo ricorrervi per addentrarmi in un argomento che, sicuramente, è poco palese e avviene, per lo più, sotto traccia e sotto mentite spoglie.
Lo premetto, succintamente. In Italia da molti decenni ormai, le leggi cosiddette di “sinistra” anche se annacquate, ammorbidite, devitalizzate, vengono emanate dai governi di “destra”, mentre, viceversa, le leggi connotate di “destra” vengono approvate e promulgate, con analoghe ed equivalenti modalità, dai governi di “sinistra”.
Ci avete fatto caso?
Lo spirito autenticamente riformatore di ciascuna “parte”, o schieramento di “partiti”, viene travisato, prostituito, edulcorato. Quel che ne risulta, alla fine, è quasi sempre un papocchio, un compromesso al ribasso, un’abdicazione ai principi di appartenenza che dequalificano vistosamente i provvedimenti.
Lo dico con ferma convinzione, anche se può sembrare una critica impietosa: le leggi che hanno visto la luce in questi ultimi tempi sono genericamente scadenti, non hanno quasi mai sortito risultati soddisfacenti, e sono state oggetto di “revisionismo” o “controriforma” da parte dei governi che succedevano per alternanza.
Ma qual è il motivo vero di questo fenomeno?
Lo scopo prevalente in questa procedura controversa e controproducente è quello di delegittimare la controparte politica, lo schieramento opposto, sottraendo loro i principi operativi che avrebbero potuto raccogliere il consenso.
Cercano, così facendo, di togliere acqua al mulino, far mancare aria al fuoco, o il carburante al motore della macchina della parte avversa. È più importante mettere in cattiva luce l’avversario, indebolendolo nelle rivendicazioni e negli argomenti di propaganda, piuttosto che emanare una legge fortemente caratterizzata, ma, in questo, estremizzata che abbia tutti i canoni propri dello schieramento legiferante.
Riporto qui di seguito un interessante articolo pubblicato, a firma del giovane ma attento filosofo, Diego Fusaro :
È IL CAPOLAVORO DEL CAPITALE: FAR FARE ALLA SINISTRA CIÔ CHE PRIMA FACEVA FARE ALLA DESTRA.
Il meccanismo è sempre il medesimo. Si usa la patologia per screditare l’organo sano. Si identifica – per restare in tema attuale – la polmonite col polmone e, così, per combattere la polmonite si attacca il polmone in quanto tale.
(N.d.R. : è una specie di malattia autoimmune).
Nel caso specifico, si prende la patologia di qualche strampalato avventuriero dell’assurdo per delegittimare il corpo sano della critica.
Come? Prendi quattro stolti, magari in giacca arancione, che dicono che “il virus non esiste” e li usi come alibi per delegittimare en bloc chiunque critichi ciò che realmente sta avvenendo e che non mi stancherò di denunciare: il virus c’è ed è, al contempo, usato come base di una nuova razionalità politica di tipo autoritario ed ultraliberista, che aggira i parlamenti, potenzia gli esecutivi, produce task forces non elette, accelera la digitalizzazione della società e il massacro dei ceti medi e dei lavoratori.
È in atto una riplasmazione decisiva del mondo capitalista della produzione, in chiave autoritaria e verticistica.
Le democrazie parlamentari sono state parentesi e ora il capitale si sta adoperando per archiviarle per sempre.
Chi non ha capito questo, non ha compreso l’ABC ed è del tutto inutile discutere con lui. Chi non ha capito che da questa situazione non si tornerà indietro, perché essa risponde alla nuova razionalità politica del mondo della produzione, è ancora alla fase tolemaica della questione.
Analogamente si dica degli sciocchi che pensano che sia tutta una questione di vaccini, come se il vaccino fosse il Sacro Graal del capitale. La questione è assai più articolate e riguarda – lo ripeto ad nauseam – la ristrutturazione verticistica del capitalismo su scala planetaria. Ce l’ha insegnato Gramsci : quando la classe dominante ha il dominio, ma inizia a perdere il consenso (in questo caso, leggi populismi, sovranismi ecc.), deve ricorrere all’autoritarismo e, all’occorrenza, alla violenza: distanziamento sociale, divieto di assembramento, confinamento.
In Italia non poteva essere la destra a gestire ciò, ché, altrimenti, sarebbe stato subito evidente il gioco: e ora tutti griderebbero “fascisti!”. Facendo fare la parte dell’autoritarismo repressivo alle sinistre ( con la stessa logica con cui il capitale ha affidato a loro, fin dagli anni ’90, il compito di massacrare nel sangue i lavoratori a colpi di jobs act e riforme liberiste), il risultato è che ora si urla “fascista!” a chi si oppone all’autoritarismo repressivo del capitalismo terapeutico.
È il capolavoro del capitale: far fare alla sinistra ciò che prima faceva fare alla destra. E lasciare alla destra la sgangherata e non credibile guida dell’opposizione. Fa ridere (più che piangere) sentire i nostalgici del Ventennio che urlano contro l’autoritarismo in atto. Essi finiscono per rafforzare l’ordine dominante.