P O V E R A I T A L I A (Tormentone RAP)
Ahi, Italia, sei una terra di tanti
malfattori, ed hai una legione,
o forse più, di furbetti e furfanti,
con schiere di maghetti e cartomanti,
un folle variopinto carrozzone
strapieno di peccatori e di santi.
Tu, bel paese di poeti e naviganti,
sei palcoscenico da esibizione
di frotte di suonatori e cantanti,
lo zoo dove, topolini e elefanti,
in una straordinaria commistione,
convivono insieme tutti quanti.
Trovi di tutto: mariti ed amanti
in una medesima abitazione,
strani gruppi di monache e baccanti.
C’è chi va di dietro e chi va davanti,
si vendono, senza autenticazione,
falsi vetrini al posto di diamanti.
Ci son meno onesti che lestofanti,
in questa bella ma strana nazione;
ci sono troppi poveri abitanti,
e, tuttavia, moltissimi emigranti,
in una controversa accettazione.
E, nelle scuole, studenti ignoranti
sono sempre trattati con i guanti,
con una complice agevolazione,
da beceri, impreparati insegnanti.
Ci son molti corrotti governanti,
con l’impunità dalla detenzione,
e fin troppi, giovani pensionanti:
è un paese di vecchi e di badanti,
vista l’età della popolazione.
Son di moda le cure dimagranti,
ed i trionfi delle creme abbronzanti.
Non è, ormai, di facile soluzione
il problema delle polveri inquinanti,
come pure, dei rifiuti ingombranti.
Si sa, la pubblica amministrazione
è sommersa da leggine aberranti.
Abbondano i magistrati pedanti,
nei tribunali, e scoppia il bubbone
marcio delle prigioni straboccanti.
Nelle strade, cadaveri ambulanti,
come pure, baby gangs in azione.
In caserma, soldati e comandanti,
manipoli di cavalieri e fanti
formano un’armata brancaleone.
È questo un paese di atei e benpensanti,
che convivono da saggi ignoranti,
ognuno con la propria convinzione.
E, nelle città, clienti e commercianti,
negli opifici, impiegati e braccianti:
col loro lavoro o professione,
sono i tecnici ed i manovalanti.
Che siano sottomessi od arroganti,
nella loro specifica mansione,
diventano crumiri o scioperanti.
Negli stadi, difensori ed attaccanti
rincorrono affannati un pallone.
Negli ambienti, cafoni od eleganti,
vi sono poveracci e benestanti,
ognuno con la propria condizione
di eterni paperoni e mendicanti.
E poi, dovunque, mafiosi e briganti,
con minacce, con prevaricazione,
e con intimidazioni assillanti.
Ed ancora, abbiamo i grilli parlanti
e, poi, i fenomeni da baraccone,
persino, pure, le fate ignoranti
e non mancano le muse inquietanti.
In questa variegata confusione,
le delusioni sono sconfortanti
e le speranze, ormai, agonizzanti!
Sì, è questa l’amara conclusione:
per la nostra nazione siamo affranti.
Svegliati, Italia, ché, se non la pianti,
non avrai alcuna giustificazione:
così non potrai, proprio, andare avanti! 26