R E I N C A R N A Z I O N E 3
Spiegazioni alternative
Quando vengono messi a confronto con queste prove assai convincenti a favore della reincarnazione, i critici cercano di fornire delle spiegazioni alternative. Sostengono che si è trattato di percezione extrasensoriale, di telepatia o di chiaroveggenza – “il bambino era in grado di entrare in sintonia con le persone che gli stavano intorno e assorbiva da loro tutte le informazioni che essi avevano riguardo alle circostanze”. In alternativa, gli scettici hanno sostenuto che si tratti di frode, criptoamnesia, possessione spiritica, fantasia, paramnesia, o di ricordi ereditati/inconscio collettivo. Esaminiamo, come fece Ian Stevenson, ciascuna di queste tesi, una dopo l’altra (Stevenson 1977).
Percezione extrasensoriale (ESP)?
In primo luogo, chiunque ipotizza che questi bambini stiano attingendo alla memoria di persone viventi riconosce l’esistenza della percezione extrasensoriale, nota anche come telepatia o trasmissione del pensiero. Questa concessione, da sola, è in grado di indebolire notevolmente la posizione degli scettici, visto che per decenni questi hanno sostenuto, e continuano a sostenere, che la percezione extrasensoriale e la telepatia non esistono! O la percezione extrasensoriale esiste oppure non esiste.
Inoltre, il Dott. Stevenson sostiene che, se i bambini possiedono poteri extrasensoriali, o li possiedono tutti o non li possiede nessuno. È semplicemente illogico e incoerente che gli scettici dicano che per certe cose una persona possiede la percezione extrasensoriale e per altre no, che i bambini possono avere delle percezioni extrasensoriali quando parlano delle loro presunte vite precedenti, ma non in tutti gli altri casi.
Stevenson prosegue spiegando che, in relazione a ciò che si sa a proposito della percezione extrasensoriale posseduta da medium e sensitivi, questi bambini dovrebbero possedere delle “super percezioni extrasensoriali”. Perché in alcuni casi i bambini forniscono quantità talmente significative di informazioni, da sbaragliare i limiti relativi a tutti i casi attualmente noti di percezioni extrasensoriali.
Nella maggior parte dei casi i bambini dovrebbero attingere ai ricordi non solo di una persona, ma di parecchie persone, perché le informazioni non sono possedute da una persona soltanto. Ciò comporterebbe la capacità di leggere nel pensiero di persone diverse, ciascuna delle quali possiede una parte delle informazioni. Stevenson dice che “tutte le informazioni note non sono presenti in una sola mente vivente”.
Nessuna percezione extrasensoriale è in grado di spiegare il cambiamento comportamentale di questi bambini. In molti casi i bambini assumono la personalità di coloro che sostengono di essere stati. Si tratta di qualcosa che non si può ottenere con l’utilizzo della percezione extrasensoriale. Stevenson spiega che, per un critico che non abbia piena conoscenza di questi casi, è difficile riuscire a comprendere la “portata di questi mutamenti di comportamento e personalità”.
Un’altra particolare difficoltà che incontrano i critici che propendono per la percezione extrasensoriale è data dal fatto che molto spesso i bambini rivelano com’erano le cose quando erano vivi e non come sono adesso. Avete letto il famosissimo caso di Shanti Devi, la quale sosteneva che nella sua vita precedente aveva nascosto 150 rupie nell’angolo di una stanza della casa in cui viveva. Quando gli investigatori scavarono nel posto indicato e il denaro non venne trovato, il marito ammise con vergogna di essere stato il responsabile della sua rimozione. Se avesse “attinto ai ricordi del marito”, Shanti sarebbe stata al corrente di questo fatto.
I segni di nascita e le malformazioni dei bambini vanno chiaramente al di là di ogni spiegazione basata sulla percezione extrasensoriale. Questi bambini, secondo il Dott. Stevenson, spesso indicano uno o più segni presenti sul loro corpo e spiegano che in quel punto furono colpiti da un proiettile o furono mutilati. I genitori confermano che quei segni erano presenti fin dall’infanzia. Altri bambini nati con delle malformazioni, con arti o dita mancanti, sostengono che queste malformazioni stanno ad indicare in che modo sono morti nella loro vita precedente. In un certo numero di casi, Stevenson ebbe la possibilità di accedere ai referti ospedalieri per verificare queste affermazioni. Di conseguenza, Stevenson riuscì ad individuare un legame tra i segni di nascita e i referti ospedalieri/autoptici nei quali era indicata la causa della morte.
Frode?
In primo luogo occorre prendere in considerazione le credenziali, la professionalità, il calibro e l’integrità di uno dei ricercatori scientifici più in vista degli Stati Uniti. Il Dott. Stevenson ha alle spalle una lunga carriera come ricercatore scientifico professionista, come psichiatra e come psicanalista. In più, anni di colloqui con migliaia di testimoni gli hanno dato la necessaria esperienza pratica per ricercare la verità. Ha scritto libri di testo sugli esami psichiatrici e sui colloqui diagnostici.
Stevenson sostiene che, con i suoi colloqui e i suoi esami incrociati di così tanti bambini e testimoni, sarebbe necessario uno sforzo erculeo per cercare di organizzare una messinscena, addestrando genitori, parenti, amici e testimoni – visto che a volte il numero di persone coinvolte è anche superiore a cinquanta.
Poi ci vorrebbe una drammatizzazione delle emozioni ogni qual volta si verifica un ricongiungimento del bambino con le persone care della sua vita precedente. E la drammatizzazione delle emozioni intense che si provano in queste situazioni è qualcosa che va al di là della capacità umana di recitare “su un palcoscenico”. Avendo intervistato migliaia di bambini “rinati”, il Dott. Stevenson aggiunge che “non è facile insegnare ai bambini molto piccoli a recitare dei ruoli che non risultano per loro naturali”.
Stevenson ha pubblicamente affermato di non pagare le persone coinvolte nelle sue ricerche e, coerentemente, applica la sua politica anche nei confronti dei testimoni, i quali non ricevono denaro per le loro testimonianze. Né viene fatta pubblicità per incentivare la collaborazione.
Il Dott. Stevenson era pienamente consapevole del fatto che le indagini scientifiche da lui condotte sarebbero state sottoposte al vaglio minuzioso di altri scienziati, degli estranei e di coloro che avevano interesse a che la sua ricerca non avesse successo. E sapeva anche che questi ultimi avrebbero cercato in ogni modo di denigrare e screditare le sue indagini scientifiche sull’Aldilà e sulla reincarnazione.
Criptoamnesia?
Significa semplicemente che il bambino rinato ha imparato in questa vita quello che sta raccontando a proposito della vita precedente. Si sostiene, cioè, che il bambino rinato ha letto le informazioni, ne è venuto a conoscenza o gli state comunicate, ma lui, consapevolmente o inconsapevolmente, lo ha dimenticato.
Il Dott. Stevenson chiarisce che una parte delle informazioni originali fornite da alcuni dei bambini rinati, specialmente da quelli di età inferiore o uguale ai due anni, non era nota a nessuno di coloro che stavano accanto a loro. In base alle osservazioni di Stevenson, quando il bambino impara a dire le prime parole, inizia a parlare della sua vita precedente. Ciò riduce di molto la probabilità che le informazioni possano provenire da altre fonti.
Ricordi ereditati/Inconscio collettivo?
Una delle tesi avanzate più frequentemente dai critici della teoria dei ricordi spontanei di vite precedenti è quella in base alla quale i presunti bambini rinati in realtà hanno dei “ricordi ereditati”. Chiaramente, questo significa che, invece di essere rinato, il bambino in realtà ricorda la vita di uno dei suoi antenati. Si sostiene, infatti, che i ricordi dell’antenato, impressi nella memoria del bambino, in qualche modo si siano trasmessi geneticamente.
In alternativa, i critici sostengono che il bambino attinge alle informazioni attraverso il cosiddetto “inconscio collettivo”.
Stevenson confuta queste tesi in maniera molto convincente spiegando che ciò che finora è stato registrato nell'”inconscio collettivo” ha un carattere molto generico. Ad esempio, ci si potrebbe ricordare di una grande alluvione verificatasi in una terra molto distante. Stevenson sottolinea che, sebbene ci siano dei casi isolati di “inconscio collettivo”, questi non possiedono la specificità e la minuzia dei particolari forniti dai bambini rinati.
La tesi della genetica, dei “ricordi ereditati”, ha delle pecche fondamentali. Se una persona si ricorda della vita di uno dei suoi antenati, ci dovrebbero essere delle correlazioni sia razziali che geografiche tra la vita ricordata e la vita degli antenati della persona. Tuttavia, molte persone si ricordano di vite precedenti in cui erano membri di popolazioni totalmente differenti. In archivio esistono parecchi casi di europei che ricordano vite in cui erano cinesi o negri.
Nella maggior parte dei casi, certamente nella maggior parte dei casi provenienti dall’Asia, Stevenson ha scoperto che i bambini ricordavano vite che erano terminate soltanto pochi anni prima che nascessero, ma che erano state vissute in famiglie e in villaggi diversi rispetto a quelli dei genitori e dei nonni.
In secondo luogo, come dice Stevenson,
Un genitore può trasmettere geneticamente alla sua prole soltanto i ricordi di quegli eventi che gli sono accaduti prima del concepimento. Ne consegue che in nessun caso è possibile ereditare il ricordo del modo in cui è avvenuta la morte di un genitore.
Com’è possibile che un genitore trasmetta geneticamente al figlio il ricordo di eventi che gli sono successi dopo che il figlio era stato concepito? Un genitore può trasmettere geneticamente soltanto cose che gli sono successe prima del concepimento del figlio.
Possessione?
Alcuni critici della reincarnazione hanno asserito che, quando un bambino sostiene di ricordare una vita precedente, in realtà accade che un’entità disincarnata, uno spirito, ha assunto il controllo della sua mente e le informazioni provengono dallo spirito e non dal presunto bambino rinato.
Il Dott. Stevenson nega questa tesi spiegando che la possessione dei bambini piccoli, in particolare di quelli di età prossima ai due anni, è estremamente rara, sempre ammesso che si verifichi. Nella maggior parte dei casi, i bambini fanno le affermazioni sulla “vita precedente” in maniera piuttosto spontanea, pienamente consapevole e assolutamente non in trance o in uno stato alterato di coscienza.
Chiunque abbia una certa familiarità con un medium in trance avrà notato il mutamento dello stato di coscienza nel quale la personalità del medium cambia considerevolmente. Ma in questi casi ciò non si verifica.
Un’altra ragione, dice Stevenson, è che il controllo spiritico del bambino non è in grado di spiegare i segni di nascita. Non è credibile immaginare che uno spirito imprima un segno di nascita mentre il bambino si trova nel grembo materno, o riesca a trovare una persona reale che sia morta tragicamente e che presenti gli stessi segni che mostra il bambino, allo scopo di raccontargli quella vita particolare.
E inoltre, come mai il bambino rinato si stupisce per il fatto che alcuni dei parenti che conosceva nella vita precedente adesso sono molto più anziani, hanno le rughe o hanno perso i denti? Se un qualche spirito si è impossessato del bambino, perché questo presunto spirito non riconosce l’ambiente e i parenti del bambino? E per quale ragione i ricordi del bambino riguardo ai parenti e all’ambiente esterno si interrompono esattamente al momento della morte della vita precedente?
Il Dott. Stevenson sostiene che il numero di coloro che ricordano una vita precedente è talmente elevato che è possibile individuare dei tratti specifici. E tali caratteristiche trascendono i confini nazionali e si presentano simili nelle diverse parti del mondo. Come ho detto prima, la teoria della congiura internazionale – in base alla quale tutte queste persone si sono accordate per per tramare una storia di questo genere – è troppo ridicola per essere presa seriamente in considerazione.
Quelli che seguono sono i tratti caratteristici rinvenuti da Stevenson nei casi di ricordi spontanei di vite precedenti su cui egli ha indagato. Un pregevole quadro riassuntivo di questi tratti è presente nel libro di Cranston e William del 1984 intitolato Reincarnation – a New Horizon in Science, Religion and Society (Reincarnazione – un Nuovo Orizzonte nella Scienza, nella Religione e nella Società):
• l’età alla quale affiorano i ricordi – solitamente compresa tra i due e i quattro anni
• l’età alla quale i ricordi svaniscono – quasi universalmente tra i cinque e gli otto anni
• comportamenti più tipici di un adulto che di un bambino
• un senso di estraneità nei confronti del proprio corpo
• eventi tipici ricordati nitidamente
• il verificarsi di una morte violenta in un’elevata percentuale dei casi
• fobia nei confronti degli oggetti e delle circostanze che nella vita precedente hanno provocato la morte
• l’individuazione, da parte del bambino, dei mutamenti intervenuti nelle persone e nell’ambiente esterno
• sogni, fatti dalla madre o da un familiare del bambino, che preannunciavano che il suo arrivo era una reincarnazione
• madri che riferiscono di desideri alimentari anomali o di strane preferenze o avversioni alimentari verificatesi durante la gravidanza e che corrispondevano ai gusti della persona nella sua vita precedente
• abilità possedute dal bambino senza che questi le abbia apprese o gli siano state insegnate
• segni di nascita o malformazioni.