Numero2709.

 

R E I N C A R N A Z I O N E   2

 

Il Dott. Ian Stevenson

La ricerca scientifica condotta sulla reincarnazione dal Dott. Ian Stevenson, Professore di Psichiatria presso la Scuola di medicina dell’Università della Virginia, è la più interessante. Egli indagò in maniera specifica su quelli che sono chiamati “ricordi spontanei di vite precedenti”.

Per un certo numero di anni, servendosi del metodo scientifico, il Dott. Stevenson intervistò, negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Tailandia, a Burma, in Turchia, in Libano, in Canada, in India e in altri Paesi, oltre quattromila bambini che sostenevano di ricordare una serie di eventi accaduti in vite precedenti. La procedura dell’indagine scientifica prevedeva il controllo e l’esame (se pertinenti) di documenti, lettere, referti autoptici, certificati di nascita e di morte, referti ospedalieri, resoconti giornalistici e simili.

I referti medici sono importanti specialmente quando un bambino sostiene di essere stato assassinato in una vita precedente, visto che Stevenson scoprì che nei casi di morte violenta il bambino poteva presentare dei segni di nascita nel punto in cui era stato pugnalato, colpito da un proiettile o da qualunque altra cosa che ne avesse cagionato la morte.

• Tra i casi citati dal Dott. Stevenson in cui sono presenti segni di nascita, un esempio significativo è quello di Ravi Shankar. Questi ricordò con orrore che da bambino era stato decapitato da un parente che sperava di ereditare i beni di suo padre. Si scoprì che il bambino rinato aveva un segno di nascita tutto intorno al collo. E quando si indagò sulle sue affermazioni, si scoprì che la persona che egli sosteneva di essere era effettivamente morta in quella maniera.

• Un secondo caso riguardava un bambino turco che ricordava di essere un rapinatore che stava per essere catturato dalla polizia. Si suicidò sparandosi con un fucile appoggiato sul lato inferiore destro del mento. Il bambino che sosteneva di ricordare la sua vita era nato con un segno ben visibile sotto il mento. A seguito di ulteriori indagini, si scoprì che aveva un altro segno di nascita esattamente nel punto dal quale il proiettile sarebbe dovuto uscire. Mentre il Dott. Stevenson indagava in Turchia su questo caso particolare, un anziano lo informò che si ricordava dell’accaduto e fornì la sua testimonianza sulle condizioni del corpo del suicida.

Quel che occorre tenere a mente è che il Dott. Stevenson mise in ballo la sua reputazione quando presentò al mondo il suo lavoro scientifico attraverso le riviste psichiatriche di maggior prestigio, come il Journal of Nervous and Mental Disease (La Rivista della Malattia Nervosa e Mentale) nel settembre del 1977 e l’American Journal of Psychiatry (La Rivista Americana di Psichiatria) nel dicembre del 1979. Pubblicò diversi volumi sui ricordi di vite precedenti, e ogni volta che veniva pubblicato un volume si accumulavano ulteriori conferme ben circostanziate delle prove a favore della reincarnazione.

La ricerca scientifica di Stevenson riuscì a scuotere il mondo accademico dal suo solito compiacimento scettico. Fu una delle prime volte che uno scienziato con una solida reputazione nel campo delle scienze fisiche forniva la dimostrazione che, in base a tutti i criteri oggettivi, esistevano prove evidenti a favore della reincarnazione e, inevitabilmente, a favore dell’Aldilà.

Ovviamente ci furono coloro che tentarono di criticare la ricerca del Dott. Stevenson, ma i critici NON erano scienziati, né possedevano le competenze tecniche necessarie per valutare il metodo scientifico utilizzato dal Dott. Stevenson. Molti di questi critici di basso profilo appartengono a un particolare filone di pensiero intrinsecamente ostile alla reincarnazione.

Ci sono stati altri, che dovrebbero essere più esperti, che si sono limitati a ripetere le critiche rivolte a Stevenson senza prima esaminare in prima persona il suo lavoro scientifico. Ad esempio, nel libro di Paul Tabori e Phyllis Raphael del 1971, Beyond the Senses – a report on psychical research in the sixties (Al di là dei sensi – un rapporto sulla ricerca psichica negli anni ’60), George Medhurst, un ex membro di “alto profilo” della Society for Psychical Research, ammette, in risposta ad una domanda che gli era stata rivolta, di conoscere molto poco il lavoro del Dott. Stevenson, ma dice, e notate attentamente la palese e infondata ostilità nei confronti del lavoro di Stevenson, le seguenti parole:

So poco di queste ricerche (di Stevenson). So che sono state rivolte delle critiche ai risultati ottenuti … si dice … che Stevenson non abbia avuto il giusto rapporto con le persone con cui ha avuto a che fare (1971: 216).

In primo luogo, George Medhurst ammette la sua ignoranza tecnica in merito alla ricerca scientifica di Stevenson. In secondo luogo, si affida alle affermazioni di qualcun altro per criticare Stevenson. In terzo luogo, Medhurst non identifica questo qualcun altro, sempre ammesso che ci sia. Medhurst accetta come valide le critiche, altrimenti non le avrebbe ripetute. Questo genere di disonestà intellettuale e di inganno da parte di Medhurst sono un’indicazione del livello a cui si spingono gli scettici dalla mentalità chiusa pur di denigrare un lavoro scientifico di grande valore.

All’opposto, ci sono stati scienziati obiettivi dotati di reputazione a livello nazionale che hanno attestato la professionalità del Dott. Stevenson e l’assoluta credibilità del suo rigoroso rispetto del metodo scientifico.

Tra questi c’è il Prof. Dott. Albert J. Stunkard, Preside del Dipartimento di Psichiatria dell’Università della Pennsylvania. Fra le altre affermazioni positive, egli dice:

Tra coloro che operano in quel settore, il Dott. Stevenson è l’uomo più puntiglioso che conosca, e forse il più riflessivo, con un talento nell’ideare per le ricerche delle adeguate forme di controllo investigativo.

La Prof.ssa Dott.ssa Gertrude Schmeidler del City College della City University di New York dice, fra le altre cose:

Stevenson è una persona molto attenta e coscienziosa, dotata di grande abilità intellettuale e di elevate capacità professionali. Ha un approccio scrupoloso nei confronti della raccolta e dell’analisi dei dati grezzi.

Il Prof. Dott. Herbert S. Ripley, Preside del Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Washington a Seattle, dice:

Ho un’ottima opinione di Stevenson. Lo considero preciso e onesto. Sento che siamo fortunati ad avere qualcuno dotato della sua abilità e della sua profonda integrità che indaga in questo ambito così controverso.

Il Dott. Harold Lief, sul Journal of Nervous and Mental Disease del settembre del 1977, tra le altre cose dice:

O sta commettendo un errore colossale … o sarà considerato come il Galileo del XX secolo.

Il Dott. Stevenson si interessò ai ricordi spontanei di vite precedenti quando, al culmine della sua carriera di psichiatra, scoprì che i rimedi tradizionali della psichiatria erano troppo limitati e non trattavano con efficacia i problemi dei pazienti. Si accorse di parecchi casi che non potevano essere spiegati in maniera soddisfacente né con i fattori genetici, né con le influenze ambientali, né con una combinazione dei due.

Marta Lorenz

Un caso molto convincente su cui indagò il Dott. Stevenson fu quello della brasiliana Marta Lorenz che, all’età di un anno, riconobbe un amico dei suoi genitori dicendogli le seguenti parole: “Ciao, papà”. All’età di circa due anni la bambina cominciò a fornire i dettagli di una vita precedente nella quale era stata la migliore amica della madre, la figlia dell’amico di famiglia che aveva riconosciuto. Molti dei dettagli non erano noti alla madre della bambina e dovettero essere confermati da persone diverse.

La Lorenz ricordava 120 particolari distinti e non connessi fra loro riguardanti la vita in cui era stata María de Olivero, compresi alcuni particolari che María aveva rivelato alla sua migliore amica immediatamente prima di morire – ossia che avrebbe tentato di rinascere come sua figlia e che non appena fosse stata abbastanza grande avrebbe riferito molti particolari della sua vita precedente (Stevenson 1974).

Imad Elawar

In Libano, senza avvertire, Stevenson si recò in un villaggio druso e chiese agli abitanti se conoscevano dei casi di bambini che parlavano di vite precedenti. Fu indirizzato – ancora una volta senza avviso – verso l’abitazione di Imad Elawar, un bambino di cinque anni che fin da quando aveva un anno parlava incessantemente di una vita precedente vissuta in un villaggio distante quaranta chilometri.

All’età di un anno le sue prime parole erano state i nomi “Jamileh” e “Mahmoud”; all’età di due anni aveva fermato per strada un estraneo e lo aveva riconosciuto come un precedente vicino di casa.

Stevenson intervistò il bambino e i genitori e appuntò più di cinquantasette affermazioni relative alla vita precedente. Quando Stevenson si recò con il bambino e suo padre al villaggio per indagare sulle affermazioni del piccolo, ci vollero diversi giorni per individuare la precedente casa del bambino. Non c’era stato alcun precedente contatto con i parenti. Tuttavia:

• Imad fu in grado di fare tredici affermazioni e identificazioni corrette riguardo alla sua vita precedente, compresa l’identificazione, in fotografia, di se stesso e del fratello.

• Riconobbe le fotografie del suo precedente zio Mahmoud e della sua precedente concubina, una prostituta di nome Jamileh.

• Fu in grado di riferire in dettaglio dove aveva conservato il suo fucile – un segreto di cui era a conoscenza soltanto la madre – e di come era stato allestito il suo letto durante la sua ultima malattia.

• Fermò un estraneo e chiacchierò a lungo con lui delle esperienze che avevano condiviso durante il servizio militare.

In totale, Stevenson ha calcolato che delle cinquantasette affermazioni che il bambino aveva fatto riguardo alla sua vita precedente, cinquantuno poterono essere verificate (Stevenson 1978).

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