da WIKIPEDIA
L A P O R T A A L C H E M I C A (o Porta Magica)
La Porta Alchemica, detta anche Porta Magica o Porta Ermetica o Porta dei Cieli, è un monumento edificato tra il 1655 e il 1681 da Massimiliano Savelli Palombara marchese di Pietraforte (1614-1685) nella sua residenza, villa Palombara, sita nella campagna orientale di Roma sul colle Esquilino, più o meno in corrispondenza dell’odierna piazza Vittorio Emanuele II, nei cui giardini oggi è stata collocata.
La Porta Alchemica è l’unica sopravvissuta delle cinque porte di villa Palombara. Sull’arco della porta perduta sul lato opposto vi era un’iscrizione che permette di datarla al 1680; vi erano poi altre quattro iscrizioni perdute sui muri della palazzina all’interno della villa.
Gli alchimisti di Palazzo Riario
L’interesse del marchese Savelli di Palombara per l’alchimia nacque probabilmente per la sua frequentazione, sin dal 1656, della corte romana della regina Cristina di Svezia a Palazzo Riario (oggi Palazzo Corsini) sulle pendici del colle Gianicolo, oggi sede dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Dopo che la regina si convertì al cattolicesimo, abdicò al trono di Svezia e passò gran parte del resto della sua vita a Roma, dal 1655 fino alla sua morte avvenuta nel 1689.
Cristina di Svezia era un’appassionata cultrice di alchimia e di scienza (fu istruita da Cartesio) e possedeva un avanzato laboratorio gestito dall’alchimista Pietro Antonio Bandiera. In Palazzo Riario nacque un’accademia a cui si collegano i nomi di personaggi illustri del Seicento come il medico esoterista Giuseppe Francesco Borri, di nobile famiglia milanese, l’astronomo Giovanni Cassini, l’alchimista Francesco Maria Santinelli, l’erudito Athanasius Kircher. Il marchese Palombara dedicò a Cristina di Svezia il suo poema rosicruciano La Bugia redatto nel 1656, e secondo una leggenda la stessa Porta Alchemica sarebbe stata edificata nel 1680 come celebrazione di una riuscita trasmutazione avvenuta nel laboratorio di Palazzo Riario
La leggenda
Secondo la leggenda, trasmessaci nel 1802 dall’erudito Francesco Girolamo Cancellieri, un pellegrino chiamato stibeum (dal nome latino dell’antimonio) fu ospitato nella villa per una notte. Costui, identificabile con l’alchimista Francesco Giuseppe Borri, trascorse quella notte nei giardini della villa alla ricerca di una misteriosa erba capace di produrre l’oro. Il mattino seguente fu visto scomparire per sempre attraverso la porta, ma lasciò dietro di sé alcune pagliuzze d’oro, frutto di una riuscita trasmutazione alchemica, e una misteriosa carta piena di enigmi e simboli magici che doveva contenere il segreto della pietra filosofale.
Il marchese cercò inutilmente di decifrare il contenuto del manoscritto con tutti i suoi simboli ed enigmi, finché decise di renderlo pubblico facendolo incidere sulle cinque porte di villa Palombara e sui muri della magione, nella speranza che un giorno qualcuno sarebbe riuscito a comprenderli. Forse l’enigmatica carta potrebbe riferirsi, per concordanze storiche e geografiche, attraverso il passaggio di mano fra alcuni appartenenti al circolo alchemico di villa Palombara, al misterioso manoscritto Voynich, che faceva parte della collezione di testi alchemici appartenuti al re Rodolfo II di Boemia e donati da Cristina di Svezia al suo libraio Isaac Vossius, finiti nelle mani dell’erudito Athanasius Kircher, uno degli insegnanti del Borri nella scuola gesuitica.
La storia
Giuseppe Francesco Borri fu accusato dalla Santa Inquisizione di eresia e veneficio nel 1659. Datosi alla fuga, dopo una vita avventurosa passata in varie città d’Europa dove esercitò la professione medica, fu arrestato e restò recluso a Roma nelle carceri di Castel Sant’Angelo tra il 1671 e il 1677. Quando gli fu concesso il regime della semilibertà dal 1678, riprese a frequentare il suo vecchio amico Massimiliano Palombara (1614-1685) che lo ospitò nella sua villa negli anni successivi fino alla sua morte avvenuta nel 1685. Tra gli anni 1678 e 1680 Borri e Palombara fecero le iscrizioni enigmatiche, e di certo si sa che almeno una scritta della villa (quella sopra l’arco della porta in via Merulana) risale al 1680.
Borri fu di nuovo recluso a Castel Sant’Angelo dal 1691 dove sarebbe morto nel 1695; eppure a soli tre anni dopo risalirebbe la nascita presunta di uno dei più misteriosi personaggi del Settecento: il Conte di San Germano, un leggendario alchimista che avrebbe trovato il segreto dell’elisir di lunga vita, e la cui esistenza si sovrappone in parte con quello del mago Cagliostro che a sua volta dichiarava di essere vissuto due secoli. Il confronto tra i ritratti di Francesco Giuseppe Borri e del Conte di San Germano, pur separati da almeno un secolo, mostrano, secondo alcuni, lineamenti compatibili con quelli della stessa persona.
I simboli
I simboli incisi sulla Porta Alchemica possono essere rintracciati tra le illustrazioni dei libri di alchimia e filosofia esoterica che circolavano verso la seconda metà del Seicento, e che presumibilmente erano in possesso del marchese Palombara.
In particolare il fregio sul frontone della Porta Alchemica, con i due triangoli sovrapposti e le iscrizioni in latino, rappresenta un simbolo dei Rosacroce riportato in molti testi del Seicento e compare forse per la prima volta quasi esattamente uguale sul frontespizio del libro allegorico/alchemico Aureum Seculum Redivivum di Henricus Madatanus (pseudonimo di Adrian von Mynsicht, 1603-1638).] Lo stesso simbolo è stato ripreso in altri testi del Seicento, per esempio nel Viatorum (Oppenheim, 1618) di Michael Maier.
Si tratta del sigillo di Davide circoscritto da un cerchio con iscrizioni in latino, con la punta superiore occupata da una croce collegata ad un cerchio interno e la punta inferiore dell’esagramma occupata da un oculus: il simbolo alchemico del Sole e dell’oro.
Il triangolo con l’oculus è molto simile ad un analogo simbolo di una piramide con la punta occhiuta, che compare sulle banconote statunitensi da un dollaro, fra l’altro accompagnato da una scritta in latino Novus Ordo Seclorum che richiama la scritta sul frontone Aureum Seculum Redivivum. La specifica piramide usata nel simbolo americano è tratta dalla Pyramidographia, un volume pubblicato nel 1646 a Londra da John Greaves (1602-1652) dopo un viaggio in Egitto, e pertanto è ipotizzabile un’ispirazione comune dall’immagine in questo testo sia del frontespizio del libro Aureum Seculum Redivivum, come anche del simbolo che compare sulla banconota statunitense. Tale simbologia fu adottata dagli Illuminati di Baviera, che nacquero circa cento anni dopo la pubblicazione del testo esoterico in Germania del 1677. Sia gli Illuminati sia la simbologia della banconota da un dollaro alimentano tutta una corrente di ipotesi sulla teoria del complotto.
I simboli alchemici lungo gli stipiti della porta seguono, con qualche lieve difformità, la sequenza dei pianeti associati ai corrispondenti metalli: Saturno-piombo, Giove-stagno, Marte-ferro, Venere-rame, Luna-argento, Mercurio-mercurio. Tale sequenza viene forse ripresa dal testo Commentatio de Pharmaco Catholico pubblicati nel Chymica Vannus del 1666. Ad ogni pianeta viene associato un motto ermetico, seguendo il percorso dal basso in alto a destra, per scendere dall’alto in basso a sinistra, secondo la direzione indicata dal motto in ebraico Ruach Elohim. La porta si deve quindi leggere come il monumento che segna il passaggio storico del rovesciamento dei simboli del cristianesimo essoterico verso il nuovo modello spirituale che si stava sviluppando nel Seicento.
Negli anni 80 lo stipite destro (per chi guarda) fu vandalicamente danneggiato con l’asportazione del simbolo cabalistico di Venere. Successivamente un restauro lo ripristinò.
Le epigrafi
Epigrafi scomparse della villa
(LA)«VILLAE IANVAM TRANANDO RECLVDENS IÀSON OBTINET LOCVPLES VELLVS MEDEAE. 1680»
(IT)«Oltrepassando la porta di questa villa, lo scopritore Giasone [cioè il pellegrino alchimista] ottiene vello di Medea [oro] in gran copia. 1680 »
(LA)«AQVA A QVA HORTI IRRIGANTVR NON EST AQVA A QVA HORTI ALVNTUR»
(IT)«L’acqua con cui è irrigato il giardino, non è l’acqua con cui è nutrito il giardino»
(LA)«CVM SOLO SALE ET SOLE SILE»
(IT)«Con solo sale e solo sole»
(LA)«SOPHORVM LAPIS NON DATVR LVPIS»
(IT)«La pietra filosofale non è per i lupi»
(LA)«QVI POTENTI NATVRAE ARCANA REVELAT MORTEM QVAERIT»
(IT)«Chi svela i potenti arcani della natura, cerca la morte]»
(LA)«HODIE PECVNIA EMITVR SPVRIA NOBILITAS SED NON LEGITIMA SAPIENTIA»
(IT)«La moneta oggi è emessa per la nobiltà del coniuge, ma non per legittima saggezza»
(LA)«HOC IN RVRE, CAELI RORE, FVSIS AEQUIS, PHYSIS AQVIS, SOLVM FRACTVM, REDDIT FRVCTUM, DVM CVM SALE NITRI, AC SOLE, SVRGVNT FVMI SPARSI FIMI. ISTVD NEMVS, PARVVS NVMVS, TENET FORMA SEMPER FIRMA, DVM SVNT ORTAE SINE ARTE VITES, PYRA, ET POMA PVRA. HABENS LACVM, PROPE, LVCVM, VBI LVPVS NON, SED LVPVS SAEPE LVDIT; DVM NON LAEDIT MITES OVES, ATQVE AVES; CANIS CVSTOS INTER CASTOS AGNOS FERAS MITTIT FORAS, ET EST AEGRI HVJVS AGRI AER SOLVS VERA SALVS, REPLENS HERBIS VIAS URBIS. SVLCI SATI DANT PRO SITI SCYPHOS VINI. [2] INTROVENI, VIR NON VANVS. EXTRA VENVS. VOBIS, FURES, CLANDO FORES. LABE LOTUS, BIBAS LAETUS MERI MARE, BACCHI MORE. INTER VVAS, Sl VIS, OVAS, ET QVOD CVPIS, GRATIS CAPIS. TIBI PARO, CORDE PVRO, QVICQVID PVTAS, A ME PETAS. DANT HIC APES CLARAS OPES DVLCIS MELLIS, SEMPER MOLLIS. HIC IN SILVAE VMBRA SALVE TV, QVI LVGES, NVNC SI LEGES NOTAS ISTAS, STANS HIC AESTAS, VERA MISTA; FRONTE MOESTA NVNQVAM FLERES, INTER FLORES SI MANERES, NEC MANARES INTER FLETVS, DVM HIC FLATVS AVRAE SPIRANT, VNDE SPERANT MESTAE MENTES INTER MONTES, INTER COLLES, INTER GALLES, ET IN VALLE HVJVS VILLAE, VBI VALLVS CLAVDIT VELLVS. [3] BONVM OMEN, SEMPER AMEN ETIAM PETRAE DVM A PVTRE SVRGVNT PATRE, ITA NOTAS, HIC VIX NATVS, IN HAC PORTA, LVTO PARTA, TEMPVS RIDET, BREVI RODET.»
(IT)«In questa villa dalla rugiada celeste, dai piani arati e dalle acque correnti, il suolo dissodato dà frutto; mentre che, nel salnitro e pel sole, dallo sparso letame s’alza fumo. Questo bosco, di poca entità, conserva sempre identico il suo aspetto; mentre sono nati spontaneamente i tralci delle viti, i peri e i meli sinceri. Vicino al lago v’è un boschetto, dove spesso scherza non già il lupo, ma la lepre; scherza senza offendere le miti pecorelle e gli uccelletti. Il cane custode de’ casti agnelli, mette in fuga le fiere; e la sola aria di questa campagna ridà la salute all’infermo. Questa tenuta riempie d’erbaggi le vie della città. I solchi coltivati danno, per la sete, coppe di vino. Entra, uomo modesto! Che Venere stia lontana! A voi, ladri, chiudo le porte. Bevi allegramente, a profusione, vino puro, a mo’ di Bacco. Gioisci (a stare) tra i vigneti e prendi liberamente ciò che più ti aggrada. A te preparo schiettamente quanto mi chiedi. Qui le api producono a dovizia dolce miele, sempre tenero. Salute a te, che piangi all’ombra della selva! Ora, se tu comprendessi questo, che qui l’estate è mista alla primavera, non piangeresti mestamente. Se tu restassi qui, in mezzo ai fiori, non staresti a piangere, perché qui spira l’effluvio dell’aria. Perciò le anime melanconiche sperano tra i monti, tra i colli, tra i sentieri e nella valle di questa villa, dove l’ovile recinge le pecore. Ti faccio buon augurio: che sia sempre così! Ma tu, appena ti sarai levato, segna qui, su questa [soglia di] porta, che il fango (la malta) ha generata [la porta del casino], – perché le pietre (i minerali) nascono dalla putrefazione, – che il tempo scherza noncurantemente, ma che in brev’ora tutto distrugge».
Epigrafi sul rosone

(LA)«TRIA SVNT MIRABILIA DEVS ET HOMO MATER ET VIRGO TRINVS ET VNVS»
(IT)«Tre son le cose mirabili: Dio e uomo, Madre e vergine, trino e uno»
(LA)«CENTRVM IN TRIGONO CENTRI»
(IT)«Il centro [è] nel trigono del centro.[17]»
Epigrafi sull’architrave
רוח אלהים
(HE)«RUACH ELOHIM»
(IT)«Spirito divino]»
(LA)«HORTI MAGICI INGRESSVM HESPERIVS CVSTODIT DRACO ET SINE ALCIDE COLCHICAS DELICIAS NON GVSTASSET IASON»
(IT)«Il drago esperio custodisce l’ingresso del giardino magico e, senza Ercole, Giasone non potrebbe gustare le delizie della Colchide.»
Epigrafi sulla soglia
«SI SEDES NON IS»
Il motto è bifronte, ossia può essere letto da sinistra a destra in due modi diversi: «Se siedi non vai» e viceversa «Se non siedi vai»
(LA)«EST OPVS OCCVLTVM VERI SOPHI APERIRE TERRAM VT GERMINET SALVTEM PRO POPVLO»
(IT)«È opera occulta della vero saggio aprire la terra, affinché faccia germogliare la salvezza per il popolo»
Epigrafi sullo stipite della porta
(LA)«FILIVS NOSTER MORTVVS VIVIT REX AB IGNE REDIT ET CONIVGIO GAVDET OCCVLTO»
(IT)«Mercurio, morto, vive, torna re dal fuoco e gode del matrimonio occulto»
(LA)«SI FECERIS VOLARE TERRAM SUPER CAPVT TVVM EIVS PENNIS AQVAS TORRENTIVM CONVERTES IN PETRAM»
(IT)«Se farai volare la terra al di sopra della tua testa con le sue penne tramuterai in pietra le acque dei torrenti»
(LA)«DIAMETER SPHERAE THAV CIRCVLI CRVX ORBIS NON ORBIS PROSVNT»
(IT)«Il diametro della sfera, il tau (lettera del greco antico = T) del cerchio, la croce del globo non giovano alle persone cieche»
(LA)«QVANDO IN TVA DOMO NIGRI CORVI PARTVRIENT ALBAS COLVMBAS TVNC VOCABERIS SAPIENS»
(IT)«Quando nella tua casa neri corvi partoriranno bianche colombe, allora sarai chiamato sapiente»
(LA)«QVI SCIT COMBVRERE AQVA ET LAVARE IGNE FACIT DE TERRA CAELVM ET DE CAELO TERRAM PRETIOSAM»
(IT)«Chi sa bruciare con l’acqua e lavare col fuoco, fa della terra cielo e del cielo terra preziosa»
(LA)«AZOT ET IGNIS DEALBANDO LATONAM VENIET SINE VESTE DIANA»
(IT)«Mercurio e Zolfo: sbiancando Latona, verrà Diana senza veste»
La posizione originaria

Oggi si può ammirare la Porta Alchemica nell’angolo settentrionale dei giardini all’interno di piazza Vittorio Emanuele II. La sua posizione originaria si trovava a circa cinquanta metri verso l’incrocio di via Carlo Alberto con via di San Vito, lungo un muro perimetrale che fronteggiava la Strada Felice, con villa Palombara situata tra le antiche Strada Felice e Strada Gregoriana (l’attuale via Merulana). La Strada Felice era un rettilineo fatto costruire da papa Sisto V nel 1588, partiva da Trinità dei Monti passava per Santa Maria Maggiore e proseguiva fino a piazza Santa Croce in Gerusalemme.
Nel 1873 la Porta Magica fu smontata e ricostruita nel 1888 all’interno dei giardini di Piazza Vittorio, su un vecchio muro perimetrale della chiesa di Sant’Eusebio, e accanto furono aggiunte due statue del dio Bes, che si trovavano in origine nei giardini del Palazzo del Quirinale.
In questo articolo esamineremo il senso alchemico della Porta Ermetica o Alchemica o Magica o dei Cieli, la cui edificazione avvenne tra il 1655 e il 1680 e fu voluta da Massimiliano Palombara marchese di Pietraforte (1614-1680) nella villa che prende il suo nome situata sul colle Esquilino.
Epigrafi scomparse della villa
VILLAE IANUAM TRANANDO RECLUDENS IÀSON OBTINET LOCUPLES VELLUS MEDEAE. 1680
Oltrepassando la porta di questa villa, lo scopritore Giasone (cioè il pellegrino alchimista) ottiene vello di Medea (oro) In gran copia 1680.
Giasone é l’ alchimista certamente ma più precisamente, nei termini dell’ Arte, é il mercurio che é materia e artefice dell’ opera. E’ l’ anima, manas o sé inferiore che é ciò che va digrezzato ovvero liberato dalla componente materiale, essendo esso miscela di luce e tenebre, e reintegrato nella luce (vello aureo).
Vi é il mercurio volgare e vi é il mercurio dei filosofi che si ottiene, appunto, con una sublimazione di quello volgare o comune o profano.
Nel 1680 evidentemente il marchese ottenne lo stato perfetto e finale dell’ iniziazione.
AQUA A QUA HORTI IRRIGANTUR NON EST AQUA A QUA HORTI ALUNTUR
L’acqua con la quale i giardini sono annaffiati non è acqua dalla quale sono alimentati.
Questa acqua é la corrente celeste delle piogge simbolizzate dal drago. Si tratta dell’ influsso spirituale comunicato dall’ iniziatore. Infatti é estranea e “straniera”, trascendente, rispetto alla forza vitale che alimenta i “giardini” ovvero l’ individualità naturale immanente mossa dalla brama.
CUM SOLO SOPHORUM LAPIS NON SALE ET DATUR SOLE SILE LUPIS
Accontentati (sile) del solo sale e del sole.
Con la cultura profana o la sola dottrina iniziatica senza pratica occulta rituale non avviene il risveglio o sorgere del sole (Sé), non avviene la sublimazione della pietra che non ascende e il sole vien fagocitato dal lupo ovvero il principio oppositivo. Il lupo nei miti nordici era il demone delle tenebre che divorava il sole al tramonto. Sembra alludere o ad una mera sterilità e impotenza a generare la liberazione o addirittura ad un aborto iniziatico nel senso dell’ “arte nera”. Quei probanti sviati che finiscono per seguire la “mano sinistra”.
QUI POTENTI HODIE PECUNIA NATURAE ARCANA EMITUR SPURIA REVELAT NOBILITAS SED MORTEM NON LEGITIMA QUAERIT SAPIENTIA
Colui che svela gli arcani della natura al potente (alla persona influente), cerca da se stesso la morte.
Si tratta del segreto ermetico. Anticamente la sua rivelazione veniva punita con la morte. Si suppone che le corporazioni e gli ordini pagani sopravvissuti clandestinamente all’ inquisizione avessero al loro interno il costume di perpetuare l’ antica legge dei pitagorici. D’ altronde chi rende cosciente il potente, ovvero il principe del mondo, della sua natura ingannevole lo uccide, e con esso la sua manifestazione in sé stesso che é l’ individualità vivificata dalla brama vitale, nella morte iniziatica.
Gli “arcani della natura” sono gli “arké” o principi occulti ovvero immanifesti della manifestazione o natura. Rivelare i misteri alle potenze equivale ad annientarle.
E questi misteri non sono che il risveglio del Sé che dissipa le tenebre dell’ ignoranza o inconsapevolezza come una torcia e si parla infatti di tedofori o portatori di torce nei misteri.
HOC IN RUBE, CAELI RORE, FUSIS AEQUIS, PHYSIS AQUIS,
SOLUM FRACTUM, REDDIT FRUCTUM, DUM CUM SALE NITRI,
AC SOLE, SURGUNT FUMI SPARSI FIMI. ISTUD NEMUS, PARVUS
NUMUS, TENET FORMA SEMPER FIRMA, DUM SUNT ORTAE SINE
ARTE VITES, PYRA, ET POMA PURA. HABENS LACUM, PROPE,
LUCUM, UBI LUPUS NON, SED LUPUS SEPE LUDIT; DUM NON
LAEDIT MITES OVES, ATQUE AVES; CANIS CUSTOS INTER
CASTOS AGNOS FERAS MITTIT FORAS, ET EST AEGRI HUJUS
AGRI AER SOLUS VERA li SALUS, REPLENS HERBIS VIAS URBIS.
SULCI SATI DANT PRO SITI SCYPHOS VINI. [2] INTROVENI,
VIR NON VANUS. EXTRA VENUS. VOBIS, FURES, CLANDO FORES.
LABE LOTUS, BIBAS LAETUS MERI MARE, BACCHI MORE. INTER
UVAS, Sl VIS, OVAS, ET QUOD CUPIS, GRATIS CAPIS. TIBI PARO,
CORDE PURO, QUICQUID PUTAS, A ME PETAS. DANT HIC APES
CLARAS OPES DULCIS MELLIS, SEMPER MOLLIS. HIC IN SILVAE
UMBRA SALVE TU, QUI LUGES, NUNC SI LEGES NOTAS ISTAS,
STANS HIC AESTAS, VERA MISTA; FRONTE MOESTA NUNQUAM
FLERES, INTER FLORES SI MANERES, NEC MANARES INTER FLETUS,
DUM HIC FLATUS AURAE SPIRANT, UNDE SPERANT MESTAE
MENTES INTER MONTES, INTER COLLES, INTER GALLES, ET IN
VALLE HUJUS VILLAE, UBI VALLUS CLAUDIT VELLUS. [3] BONUM
OMEN, SEMPER AMEN ETIAM PETRAE DUM A PUTRE SURGUNT
PATRE, ITA NOTAS, HIC VIX NATUS, IN HAC PORTA, LUTO
PARTA, TEMPUS RIDET, BREVI RODET.
In questa villa dalla rugiada celeste, dai piani arati e dalle acque correnti, il suolo dissodato dà frutto;
La rugiada celeste é quel nugolo di goccioline che costituisce le “particelle di luce” perse nel mondo.
I “piani arati” e le “acque correnti”, sono gli stessi iniziati che, con lavoro e irrigazione, devono dissodare la materia per far germogliare in essa la vita superiore (frutto).
Mentre che, nel salnitro e pel sole, dallo sparso letame s’alza fumo.
Il letame é la materia (le scorie dell’ opera) dall’ azione del salnitro e del sole il fumo é l’ anima che si libera come per una mistica distillazione.
Questo bosco, di poca entità, conserva sempre identico il suo aspetto; mentre sono nati spontaneamente i tralci delle viti, i peri e i meli sinceri.
E’ la materia prima di natura vile (piccola Sophia o natura inferiore tenebrosa) ma produttiva e laboriosa e utile all’ Opera e immutabile in sé stessa (conserva sempre identico il suo aspetto) da cui si sviluppano diverse generazioni di “seità” (uva, pere, mele) che occupano un diverso posto nei “cieli”.
Dalla piccola corporazione (poca entità), fedele alla tradizione (conserva il suo aspetto), sono sorti buoni iniziati per lavoro interiore autonomo e propria virtù (nati spontaneamente).
Vicino al lago v’e un boschetto, dove spesso scherza non già il lupo, ma la lepre ; scherza senza offendere le miti pecorelle e gli uccelletti.
Questo scherzo é l’ allegoria ironicamente ingannevole della “gaia scienza” rivolto da chi é “lepre” e non “lupo” ovvero nonostante il suo status spirituale é vittima e non carnefice. Allude all’ inquisizione.
Se si aguzza l’ ingegno si vedrà che le “pecorelle” sono il “gregge” cristiano e gli “uccelletti” un’ allusione al clero ispirato dallo Spirito santo simbolizzato dalla colomba. Questo alludere ad una loro natura infantile riporta al loro carattere di scarsa intelligenza delle cose divine. Si tratta di non pretendere troppo e di evitare un inutile linguaggio aggressivo verso chi non può capire per il suo scarso progresso spirituale.
Il cane custode de’ casti agnelli, mette in fuga le fiere;
Il maestro veglia sul probando e allontana da lui i pericoli del mondo sottile.
e la sola aria di questa campagna ridà la salute all’infermo.
L’ infermo é il probante che “guarisce” dallo stato caduco e miserabile della materia col farmaco universale dell’ iniziazione la quale introduce nel mondo sottile che rivivifica l’ anima nei piccoli misteri.
O anche l’ egregoro corporativo.
Questa tenuta riempie d’erbaggi le vie della città. I solchi coltivati danno, per la sete, coppe di vino. Entra, uomo modesto! Che Venere stia lontana! A voi, ladri, chiudo le porte. Bevi allegramente, a profusione, vino puro, a mo’ di Bacco.
Che Venere stia lontana é un’ allusione anche troppo cara alla castità o alla temperanza del probando che deve uccidere la brama. I ladri son coloro che senza lavoro o dignità vorrebbero rubare i frutti iniziatici.
Questo vino non é la bevanda delle taverne ma il sacro nettare di Dioniso che é Dio dei misteri.
Gioisci (a stare) tra i vigneti e prendi liberamente ciò che più ti aggrada. A te preparo schiettamente quanto mi chiedi.
I vigneti simbolizzano la corporazione che genera viti portatrici di uva e vino o bevanda inebriante dell’ illuminazione. Schiettamente vuol dire senza segreti. Vien dato al degno sia quanto a verità sacre e quanto a riti.
Qui le api producono a dovizia dolce miele, sempre tenero.
Le api operose sono il lavoro dei piccoli misteri che preparano lo stato finale.
Salute a te, che piangi all’ombra della selva! Ora, se tu comprendessi questo, che qui l’estate é mista alla primavera, non piangeresti mestamente.
L’ estate é la stagione del sole e dunque il Sé mentre la primavera della natura, il sé inferiore. Esse si mischiano ovvero identificano. Il probante ancora soffre dello stato di sofferenza e anelito perché non “comprende” ovvero non é epòpte (dal greco antico: epì optein = guardare sopra, ispezionare, sorvegliare) ovvero avente vista e luce superiore. Egli ancora soffre dell’ “ombra della selva”, delle ombre del mondo sottile intermedio, quella selva da cui si intravvederà la luce. Pensate all’ affresco del Botticelli con Ermete, le Grazie e le altre figure ermetiche e soprattutto alla foresta oscura.
Se tu restassi qui, in mezzo ai fiori, non staresti a piangere, perché qui spira l’effluvio dell’aria.
Il riferimento ai “fiori” allude ai Campi Elisi. Pensate allo “Spirito che soffia dove vuole”.
Perciò le anime melanconiche sperano tra i monti, tra i colli, tra i sentieri e nella valle di questa villa, dove l’ovile recinge le pecore.
Vi sono aspiranti che anelano l’ iniziazione e sono “malinconici” per la mestizia dello stato di estraneità al mondo. Essi bramano restando nell’ atrio.
Ti faccio buon augurio: Che sia sempre così! Ma tu, appena ti sarai levato, segna qui, su questa [soglia di] porta, che il fango (la malta) ha generata [la porta del casino], – perché le pietre (i minerali) nascono dalla putrefazione, – che il tempo scherza noncurantemente, ma che in brev’ora tutto distrugge.2
Affrettati a “segnare” non appena “levato” ovvero il sole del Sé si sarà levato a fissare o stabilizzare (pietra) questo stato perché é un lavoro molto lento e i pericoli lo distruggono in poco tempo. La putrefazione corrisponde al nigredo, é lo stato in cui ci si spoglia dello spirito oppositivo e i “minerali” nascono ovvero se ne liberano il probando guada il fiume delle passioni e si fissa agli anelli della porta luminosa.
TRIA SUNT MIRABILIA DEUS ET HOMO MATER ET VIRGO TRINUS ET UNUS
Tre son le cose mirabili: Dio e uomo, Madre e vergine, trino e uno
Qui i dogmi cattolici vengono reinterpretati per significare il primo la dualità apparente di Sé divino e sé umano, il secondo la materia prima o natura plastica e il candidato qualificato all’ iniziazione, il terzo la “trinità” spirito, anima e corpo dove gli ultimi due principi costituiscono l’ individualità fenomenica del sé umano mentre il primo l’ essenza o natura occulta del Sé divino.
CENTRUM IN TRIGONO CENTRI
Il centro (è) nel trigono del centro.
Il centro o Sé si trova nel punto sacro dove la materia (triangolo capovolto) incontra lo spirito (triangolo volto verso l’ alto) e ne sorge la terra simbolizzata dal cerchio sormontato dalla croce.
Epigrafi sull’architrave
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(RUACH ELOHIM) Spirito divino
Si tratta dello Spirito degli Déi (elohim), il principio che costituisce la loro natura immortale, quella luce intelligibile che trascende le ombre del mondo che loro trasmettono ai degni dando così il mezzo del loro annientamento. E’ Nettare e Ambrosia, é Ankh di immortalità.
HORTI MAGICI INGRESSUM HESPERIUS CUSTODIT DRACO ET SINE ALCIDE COLCHICAS DELICIAS NON GUSTASSET IASON
Il drago esperio custodisce l’ingresso del magico giardino e, senza (la volontà di) Ercole, Giasone non potrebbe gustare le delizie della Colchide.
Il guardiano della soglia, il drago del giardino delle Esperidi, é la natura inferiore animale, l’ individualità alimentata dalla brama. Se questa non viene soppressa dall’ eroe semidivino e solare Ercole (Sé) l’ anima Giasone) non conquisterà il vello ovvero la veste luminosa della resurrezione, la perfetta integrazione nel Sé che diventa pienamente cosciente.
Epigrafi sulla soglia
SI SEDES NON IS
Il motto può essere letto da sinistra a destra (“Se siedi non vai”) e da destra a sinistra (“Se non siedi vai”).
Se siedi tra gli Déi fuggi la mutevolezza e se non operi il lavoro alchemico la terra che va arata non darà frutto.
EST OPUS OCCULTUM VERI SOPHI APERIRE TERRAM UT GERMINET SALUTEM PRO POPULO
È opera occulta del vero saggio aprire la terra, affinché germogli la salvezza per il popolo.
La terra é la materia e la sua apertura é nel gergo ermetico sinonimo di sublimazione. E’ il risveglio che é salvezza del popolo ovvero liberazione ma anche mezzo di operazioni occulte utili anche in senso materiale.
Epigrafi sullo stipite della porta
FILIUS NOSTER MORTUUS VIVIT REX AB IGNE REDIT ET CONIUGIO GAUDET OCCULTO
Nostro figlio, morto, vive, torna re dal fuoco e gode del matrimonio occulto.
Il “figlio” é semplicemente l’ anima resuscitata nel Sé e diventata re dalla prova del fuoco che é l’ identità con esso o matrimonio occulto.
SI FECERIS VOLARE TERRAM SUPER CAPUT TUUM EIUS PENNIS AQUAS TORRENTIUM CONVERTES IN PETRAM
Se avrai fatto volare la terra al di sopra della tua testa, con le sue penne tramuterai in pietra le acque dei torrenti
La sublimazione che trascende l’ ego razionale (testa) permette con la sua natura spirituale (simbolizzata dalle penne) l’ ottenimento del principio stabile (pietra) dalla materia (acque).
DIAMETER SPHERAE THAU CIRCULI CRUX ORBI NON ORBIS PROSUNT
Il diametro della sfera, il tau del circolo, la croce dell’orbita non giovano ai ciechi
La formazione progressiva della croce – T + ovvero il tracciamento di una linea da sinistra a destra e dal basso verso l’ alto indicano ascensione mentre la croce é l’ insediamento o interiorizzazione nel centro verso cui le quattro braccia son dirette e si uniscono.
I ciechi sono i profani e gli indegni che sono nelle tenebre dell’ illusione della natura e non giova loro perché o uccide il profano nell’ iniziazione o rende pazzi gli indegni o nemici coloro che tentano di varcare la soglia senza dignità iniziatica o senza iniziazione o assistenza del maestro.
QUANDO IN TUA DOMO NIGRI CORVI PARTURIENT ALBAS COLUMBAS TUNC VOCABERIS SAPIENS
Quando nella tua casa neri corvi partoriranno bianche colombe, allora sarai chiamato sapiente
Questo é il passaggio dal nigredo (corvo) all’albedo (colomba) che é stato di sapienza nel senso di illuminazione del sé inferiore ad opera del Sé superiore, é il nascere del secondo o comunicazione o manifestazione di esso nella ancora persistente distinzione tra i sue.
QUI SCIT COMBURERE AQUA ET LAVARE IGNE FACIT DE TERRA CAELUM ET DE CAELO TERRAM PRETIOSAM
Chi sa bruciare con l’acqua e lavare col fuoco, fa della terra cielo e del cielo terra preziosa
Allude all’ unione degli opposti. Si tratta dell’ identità finale in cui acqua e fuoco (i due sé) coincidono.
AZOT ET IGNIS DEALBANDO LATONAM VENIET SINE VESTE DIANA
Azoto e Fuoco sbiancando Latona, verrà Diana senza veste
Azoto e fuoco sono il Sé e Latona é la madre di Diana o Dea della luna o anima. La nudità di Diana allude alla purezza spirituale o al suo stato immanifesto.
(Autore: Alessandro Bardi)