da QUORA
Scrive Fiorenza Papini su Gianni Demb, corrispondente di QUORA
C O M E A B B I A M O F A T T O …. ?
A volte mi chiedo:
Come ha fatto la nostra generazione a sopravvivere ai cibi contenenti glutine e lattosio?
Come siamo potuti crescere senza omogenizzati, integratori, ormoni e multivitaminici?
Come siamo vissuti senza Coca zero, Red Bull, aperitivi e long drink, se aspettavamo la domenica
per bere l’acqua gasata con polverine disciolte?
Come abbiamo superato gli inverni rigidi col panino nella cartella, senza le merendine, la Nutella
e gli immunostimolanti?
Come ci siamo accontentati della merenda del pomeriggio fatta di pane, burro e zucchero, senza ricorrere ai centrifugati di frutta e verdura?
Come abbiamo superato le sere d’estate con una fetta di anguria per strada, senza la baldoria degli happy hour?
Come abbiamo sopportato la punizione di un professore, e l’abbiamo abbracciato, incontrandolo dopo tanti anni, senza aggredirlo con l’approvazione dei genitori?
Come abbiamo potuto corteggiare la compagna di banco senza epilazione sul petto, e un fisico da body building?
Come abbiamo potuto fare a meno del personal trainer, avendo giocato solo a calcetto sui terreni sterrati, mentre il compagno più sfigato faceva da arbitro?
Come siamo sopravvissuti alle ginocchia sbucciate e disinfettate con la sola saliva, senza ricorrere ad antibiotici antisettici e medicazioni?
Come siamo riusciti ad incontrarci con la ragazza, se non esisteva il cellulare e gli unici sms
erano un bigliettino nel diario e un bacio rischiato?
Come accettava di uscire con noi, se andavamo a prenderla a piedi, sapendo che volevamo regalarle le ali?
Come abbiamo potuto scrivere poesie e comporre canzoni senza l’uso del computer?
Come siamo riusciti ad aspettare un tempo infinito per dare il primo bacio, se ora è l’ultimo ad arrivare dopo un amplesso?
Eppure, la nostra generazione che non faceva l’alba, ha saputo sognare.
Perché il cibo che l’ha nutrita era il più sano: era la speranza…
Gianni Miniello