Vergine madre, figlia del tuo Figlio,
umile ed alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì che il suo Fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore,
per lo cui caldo, nell’etterna pace,
così è germinato questo fiore.
Qui se’ a noi meridiana face
di caritate e giuso, intra i mortali,
sei di speranza fontana vivace.
Donna, sei tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia ed a te non ricorre,
sua disianza vuol volar senz’ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fiate,
liberamente al domandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate.
Bernardo di Chiaravalle Dante ParadisoXXXIII