da QUORA
Perché gli Americani odiano così tanto i comunisti?
Scrive Francesco Baldessarri, corrispondente di QUORA
Per capire quest’odio nei confronti del comunismo è necessario conoscere gli Stati Uniti stessi. Gli Americani hanno un orrore del comunismo perché è l’opposto dei loro valori. Quello che urta gli americani non sono tanto i crimini (falsi o veri che siano) dei comunisti, quanto i valori stessi del comunismo.
Il comunismo è appunto comunitario, gli Stati Uniti sono individualisti. La cultura e i valori degli Stati Uniti spesso enfatizzano l’individualismo rispetto al collettivismo, che si riflette in molte sfere della vita sociale, economica e politica del paese. Questo orientamento verso l’individuo piuttosto che verso la comunità o il gruppo può essere visto in vari aspetti, come l’enfasi sull’autosufficienza, il successo personale, la libertà individuale e i diritti umani.
Le scuole vengono gestite e pagate dalle autorità locali e non da quelle federali per proteggere il diritto di studiare nel modo che si desidera.
Che il governo possa decidere cosa studiano i suoi cittadini è inammissibile, anche se questo significa che i neri studiano in scuole di gran lunga inferiori a quelle dei bianchi.
L’individualismo in America è considerato un valore fondamentale che risale ai primi giorni della fondazione del paese, con le sue radici nell’Illuminismo e nel pensiero liberale classico. Questo valore è stato ulteriormente rafforzato e diffuso attraverso documenti fondamentali come la Dichiarazione d’Indipendenza e la Costituzione degli Stati Uniti, che sottolineano i diritti e le libertà dell’individuo. Ricordiamo che i fondatori degli Stati Uniti furono tutti appartenenti alla Massoneria Illuministica.
Negli Stati Uniti, la parola “ambizioso” tende generalmente a essere percepita in modo positivo. Questo si collega strettamente all’individualismo e al valore posto sul successo personale, sull’innovazione e sul raggiungimento degli obiettivi che sono parte integrante della cultura americana. L’ambizione è vista come un motore che spinge le persone a migliorarsi, a superare gli ostacoli e a realizzare i propri sogni, sia nel contesto professionale che personale.
Gli Americani vedono lo Stato come qualcosa di negativo, che andrebbe possibilmente abolito o, quantomeno, ridotto al minimo. Nel comunismo lo Stato penetra in tutte le sfere dell’esistenza.
Nella società americana, essere ambiziosi è spesso associato alla determinazione, al duro lavoro e alla visione necessari per raggiungere il successo. Questo è evidente nel modo in cui i media, la letteratura e i discorsi pubblici celebrano le storie di successo individuale di “self-made men” (uomini che si sono fatti da sé) o di donne che hanno realizzato grandi cose partendo da condizioni umili o sfavorevoli.
Negli Stati Uniti si pensa che la povertà e la ricchezza siano rispettivamente una punizione e un merito, la prima della pigrizia, il secondo dell’iniziativa. Negli stati comunisti la proprietà privata è legale, ma solo quando non è dei mezzi di produzione, mentre per gli Americani la proprietà pubblica dei mezzi di produzione è abominio.
Negli Stati Uniti è impensabile sottoporre al controllo del governo il diritto di detenere e portare armi. La ragione è sempre l’individualismo. Il cittadino deve essere pronto a lottare per la libertà anche contro il suo governo.
Personalmente parlando, trovo che i valori americani abbiano tutti un fondo di verità, ma che siano spesso portati all’eccesso, diventando, in tal modo, dannosi. Vedere il governo come la vacca che tutti mungono e a cui nessuno dà il fieno, come fanno gli Yankee, ancor più di noi, mi sembra ipocrita.