R E L I G I O N E E F E L I C I T A’
Un diritto non è ciò
che può concederci qualcuno,
ma ciò che nessuno
ha il potere di toglierci.
La natura ci dà la vita
ed, insieme, la facoltà
di viverla compiutamente
cercando, in essa, la felicità.
I limiti della nostra ricerca
stanno nel rispetto della facoltà
dei nostri simili di perseguire
lo stesso nostro obiettivo.
Questi limiti stanno nella natura,
nel buon senso, nel buon gusto,
nella cultura intellettuale e civile.
Tutte le istituzioni umane,
morali, religiose, politiche,
che si danno il potere di regolare,
controllare o, addirittura, soffocare
l’aspirazione dell’uomo alla felicità
sono espressioni di arroganza,
prevaricazione e indegnità.
Fra tutte le sovrastrutture
che l’uomo ha inventato e introdotto
per disciplinare e gestire
le coscienze umane, c’è la religione.
In particolare, quella Cristiana Cattolica
impone a tutti i suoi osservanti,
come condizioni di appartenenza,
una serie di principi morali
che sono la negazione palese
della aspirazione alla felicità umana:
Il senso del peccato e della colpa,
il sacrificio, la rinuncia, l’abdicazione,
la resa, la contrizione, la privazione,
l’abnegazione, l’afflizione, il pentimento,
la mortificazione, la penitenza,
l’espiazione, l’umiliazione, la tristezza.
Sono la morte in questa vita,
nell’illusione di accaparrarsi un credito
di “benefits” nell’aldilà, di cui nulla si sa,
rinunciando a molto nell’al di qua,
di cui sappiamo abbastanza,
con l’esperienza della nostra età,
e che costituisce per noi l’unica
occasione possibile di dare
e ricevere un po’ di felicità.