Numero3102.

 

da  QUORA

 

Scrive Gioacchino Iapichino, corrispondente di QUORA

 

Il Cristianesimo è in via di estinzione?

 

I fenomeni di erosione riguardano tutte le religioni, che nascono per esigenze contingenti, fioriscono per circostanze favorevoli, ma sono basate sulla più evanescente delle prerogative umane: la fantasia.

Si crede spesso che sia stato il cristianesimo a segnare il tramonto del politeismo greco-romano, ma esisteva una corrente filosofica che ne aveva già minato l’essenza ed era lo stoicismo. Si trattava di una dottrina appannaggio delle classi intellettuali dominanti e per molti versi fu esso ad essere sconfitto dal cristianesimo, che aveva il vantaggio di offrire delle speranze che lo stoicismo non era assolutamente in grado di dare.

Attualmente le religioni secolarizzate stanno subendo l’attacco del neopositivismo e non riescono a risolvere il problema della assoluta mancanza di prove dei loro assunti fideistici. È verosimile che anche tra i mussulmani, così come tra gli ebrei, per parlare delle sole religioni monoteiste, il tasso di atei non confessi sia molto più elevato di quanto si creda.

Se le religioni monoteiste avessero posto l’accento sul messaggio probabilmente avrebbero avuto i mezzi per sopravvivere, ma senza la base di appoggio costituita dai fedeli che hanno bisogno della religione come viatico da una vita di cui altrimenti non si riesce a capire e vedere il senso, e che vengono fidelizzati attraverso la catechesi.

Attualmente è per tale motivo che il cristianesimo in generale si rivolge ai paesi dove maggiore è la miseria materiale ed è più probabile trovare adepti che abbiano bisogno di un messaggio salvifico e di speranza.

Oltretutto la società occidentale è una società decadente e pertanto ha difficoltà, vista la lunga durata della propria evoluzione, a non trovare i messaggi trasmessi dalla chiesa una trita ripetizione.

Probabilmente le fedi monoteiste finiranno a coda di sorcio. Gli adepti sono pronti ad affrontare lo scontro aperto con le fedi concorrenti, ma non hanno nulla contro cui ergersi, perché il loro nemico principale è l’indifferenza.

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