Numero3168.

 

da  QUORA

 

Scrive Suzette, corrispondente di QUORA.

 

C O P P I E    C H E    V I V O N O    S E P A R A T E

 

… È un po’ come dire: “Ti amo, ma a piccole dosi. E possibilmente con un po’ di spazio tra noi, sai, per sicurezza.” Insomma, se ci pensiamo bene, il concetto di mantenere vivo un amore stando lontani sembra già di per sé un controsenso.

1. La tana dell’amore

Quando due persone si amano davvero, sentono il desiderio naturale di creare una “tana” comune, una sorta di rifugio in cui crescere insieme. Non si tratta di stare attaccati tutto il giorno, come due calamite patologiche, ma di condividere un luogo in cui costruire qualcosa. La casa, in fondo, è un simbolo: rappresenta l’intimità, la fiducia, il “ci siamo l’uno per l’altro”. Se preferisci vivere in un’altra caverna, forse non hai tutto questo desiderio di condividere la Vita con l’altra persona.

2. “Stiamo lontani per non litigare”: una scusa travestita da soluzione

Chi dice che vivere separati evita i conflitti, in realtà, sta solo rimandando il problema. Certo, non ci si scontra su chi ha lasciato la tavoletta del water aperto o chi ha dimenticato di comprare le patatine, ma questi sono solo pretesti, non il vero nocciolo della questione. Se il tuo amore sopravvive solo grazie alla distanza, allora non è AMORE. È una tregua armata. È come dire: “Ti amo, ma non troppo vicino perché potrei ricordarmi perché mi irriti.”

3. Conosci te stesso, e poi prova a conoscere qualcun altro

Uno dei problemi di fondo è che la maggior parte delle persone non sa nemmeno chi è. Non ha fatto i conti con i propri traumi, le proprie paure, le insicurezze. Vivono trascinandosi dietro valigie di esperienze non elaborate e poi cercano di costruire una relazione su fondamenta che, diciamocelo, sembrano fatte di gelatina. E qui entra in gioco il vero problema: le relazioni di oggi spesso non nascono da un amore autentico, ma da una serie di bisogni non risolti, attrazioni superficiali e cliché romantici.

Metafora? Eccola: è come voler costruire una cattedrale con sabbia bagnata. Bellissima all’inizio, ma crolla al primo vento di burrasca (o al primo litigio su chi doveva portare fuori il cane).

4. Una relazione sana? Utopia o realtà possibile?

Una vera relazione d’amore è un viaggio condiviso verso la crescita, sia individuale che di coppia. Questo non significa essere perfetti o aver risolto ogni cosa prima di iniziare una relazione, ma almeno avere la consapevolezza di chi siamo, dei nostri limiti e dei nostri bisogni reali. Quando due persone, anche imperfette, si scelgono per camminare insieme verso qualcosa di più grande, allora sì, l’Amore diventa autentico.

L’amore non è “io sto bene solo se mi stai a due metri di distanza”. È piuttosto “nonostante le difficoltà, voglio crescere con te, nella stessa tana, nello stesso caos quotidiano.” Perché se due persone si AMANO davvero, scelgono di affrontare la vita insieme, non di aggirarla separati!.

5. Ironia finale

Vivere separati per mantenere vivo l’amore è un po’ come comprare una pianta e metterla nell’armadio per paura che la luce la rovini. Certo, la pianta forse non appassisce subito, ma non sta nemmeno crescendo. Allora tanto vale chiedersi: “È davvero una relazione d’amore o stiamo solo evitando il confronto con noi stessi e con l’altro?”

Se l’amore è autentico, non ha bisogno di muri o distanze. Ha bisogno di fondamenta solide, di condivisione vera, e di due persone disposte a guardarsi negli occhi, anche quando si tratta di affrontare i piatti sporchi.
Tutto il resto?
Scuse travestite da buone intenzioni.

 

Scrive Rose Bazzoli, corrispondente di QUORA

 

Perché le relazioni sentimentali in cui non si convive sono le più belle, passionali e durature?
Forse perché sono meno soffocanti e ognuno mantiene i propri spazi e la propria autonomia?

Ma è ovvio. Vivendo ognuno a casa propria, non ci saranno battibecchi:

  • sui figli (sicuramente, non se ne farebbero).
  • sui suoceri (ognuno curerebbe i rapporti coi propri genitori, senza coinvolgere l’altro),
  • sulla spesa da fare,
  • le faccende,
  • le bollette,
  • chi fa cosa,
  • e: non hai stirato la mia camicia? –
  • porta fuori la spazzatura! –
  • vuoi tirar giù la tavoletta del water, una buona volta? –
  • la pasta è scotta –
  • stasera c’è la partita, vengono Fausto e Gino.

Insomma, tutti i problemi legati alla convivenza non ci sarebbero e i due si incontrerebbero solo dietro appuntamento, tirati a lucido per una serata piacevole: una cena, un concerto, un’uscita con amici comuni… oppure per un incontro romantico, a casa di lui o di lei: candele accese ovunque e una scia di petali di rosa che conducono alla camera da letto… Ho tralasciato qualcosa?

Una vita da fidanzati, senza programmi che vadano oltre l’weekend o le ferie successive, se si fanno assieme, perché si potrebbe scegliere diversamente, in fondo la coppia ha bisogno di una pausa, ogni tanto, giusto?

Come? Non ho parlato dei problemi economici, a vivere da soli?
Non ho detto che nella realtà pochissimi potrebbero permettersi di vivere ciascuno a casa propria?
Non ho detto che per due che si amano è normale desiderare un figlio e allora si deve crescerlo assieme?
Ah, beh, in questo caso vi tocca tutto il pacchetto, all inclusive.


Ho letto la risposta a mio marito per farlo sorridere, ma lui, sarà perché ultimamente gli acciacchi degli anni si fanno sentire, mi ha ricordato che vivendo assieme ci si aiuta e conforta a vicenda, c’è un supporto morale e fisico che manca del tutto a chi vive da solo.

Un buon argomento direi, almeno per chi ha la nostra età. Ma ci si arriva tutti prima o poi, sapete?

 

N.d.R.:

Abbiamo appena festeggiato, Rita ed io, il 30° Anniversario della nostra Compagnia.

In 30 anni insieme, siamo cresciuti come coppia e individualmente, in piena consapevolezza.

Non ci siamo mai voluti così bene come adesso.

E la festa della nostra ricorrenza ha testimoniato e sancito questo fatto incontrovertibile: il miglior modo per essere coppia è … stare separati.

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