Numero1025.

I    S O L I             Giorgio Gaber      (testo e musica).

 

I soli sono individui strani,

con il gusto di sentirsi soli, fuori dagli schemi,

non si sa bene cosa sono

forse ribelli, forse disertori,

nella follia di oggi i soli sono i nuovi pionieri.

 

I soli e le sole non hanno ideologie,

a parte una strana avversione per il numero due,

senza nessuna appartenenza,

senza pretesti o velleità sociali,

senza nessuno a casa a frizionarli con unguenti coniugali.

 

Ai soli non s’ addice l’intimità della famiglia,

magari solo un po’ d’amore, quando ne hanno voglia,

un attimo di smarrimento, un improvviso senso d’allegria,

allenarsi a sorridere per nascondere la fatica

soli, vivere da soli,

soli, uomini e donne soli.

 

I soli si annusano tra loro,

son così bravi a crearsi intorno un senso di mistero,

sono gli Humphrey Bogart dell’amore,

sono gli ambulanti, son gli dei del caso,

i soli sono gli eroi del nuovo mondo coraggioso.

 

I soli e le sole ormai sono tanti,

con quell’aria un po’ da saggi, un po’ d’adolescenti,

a volte pieni d’energia,

a volte tristi, fragili e depressi,

i soli c’han l’orgoglio di bastare a se stessi.

 

Ai soli non s’addice il quieto vivere sereno,

qualche volta è una scelta, qualche volta un po’ meno,

aver bisogno di qualcuno,

cercare un po’ di compagnia

e poi vivere in due e scoprire che siamo tutti

soli, vivere da soli,

soli, uomini e donne soli.

 

La solitudine non è malinconia,

un uomo solo è sempre in buona compagnia.

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