Numero3601.

 

V O L A R E    A L T O

 

Non aver paura di

essere solo.

Stare soli non è

una condanna,

ma un’opportunità.

Le aquile volano

da sole.

I piccioni volano

in gruppo.

 

Chi non ama  la solitudine,

non ama neppure la libertà,

perchè soltanto quando si

è soli si è veramente liberi.

 

Arthur Schopenhauer

 

Numero3545.

 

A M A R E,   A M A R S I    E D    E S S E R E    A M A T I

 

Le persone che donano più amore

sono spesso quelle che non si sono

mai sentite amate davvero.

Così finiscono per prendersi cura

degli altri più che di se stesse,

sperando di ricevere in cambio

lo stesso affetto. Ma non accade mai.

Nascondono sempre il loro dolore,

raccontando solo metà della storia

e tengono tutto nascosto, perché

non vogliono  mai essere un peso.

 

@stanzazen

Numero3486.

 

I L    M I O    M I G L I O R E    A M I C O . . . S O N O    I O.

 

Non ho molti amici, ma sto bene così.

Il mio migliore amico … sono io.

Non mi interessa chi gli altri

frequentano, né sento il bisogno

di appartenere ad un gruppo.

Ho una vita davvero piena: imparo,

cresco, ed ogni giorno affronto

volentieri qualcosa di nuovo.

Amo il tempo da solo, perché

nel silenzio trovo le mie risposte.

Non cerco una rete di conoscenze,

preferisco pochi legami veri, profondi.

Mi interessano tante cose nuove,

mi piace leggere, esplorare, capire.

E credo che la felicità sia questa:

vivere a modo mio, senza dover

spiegare niente proprio a nessuno.

Numero3443.

 

S O L I T U D I N E

 

Nella solitudine cresci.

Nella solitudine scopri chi sei.

Non tutti reggono il silenzio.

La solitudine seleziona.

I forti la usano per costruire.

I deboli la temono.

La solitudine ti rafforza.

La solitudine è libertà.

Numero3420.

 

U N A    P E R S O N A    I N T R O V E R S A

 

Si ricarica stando da sola, non è isolamento, è ricarica.

Ama le conversazioni profonde, detesta la superficialità.

Osserva prima di agire, preferisce capire prima di esporsi.

Ha un mondo interiore ricchissimo, ma non lo mostra a tutti.

Parla poco in gruppo, ma ascolta con attenzione.

Preferisce scrivere, pittosto che parlare di getto.

Seleziona poche persone, a cui tiene profondamente.

Ha bisogno di tempo per aprirsi, non è timidezza, è selettività.

Si sente scarica dopo troppa socialità.

Riflette molto, a volte anche troppo, prima di prendere una decisione.

 

@AnimaOltreilimiti80.

Numero3407.

 

U O M O    S O L O             (visto da una donna ….)

 

Un uomo che sta bene solo

è molto pericoloso, perché,

se non lo rispetti, se ne va,

non ti supplica, non ti rincorre,

se fai sceneggiate inutili

ti ignora, se provi a manipolarlo

e minacci di lasciarlo,

ti aiuta a fare i bagagli e ti

apre la porta, per farti uscire.

Perché un uomo che sta

bene da solo e ci è abituato,

non ha tempo per i capricci,

non tollera i giochetti mentali,

non si umilia per l’amore.

Un uomo così, non ci crederai,

non si accontenta di chiunque,

non cerca compagnia, cerca valore.

E, se non lo trova in te,

resta da solo, ma in pace.

Numero3341.

 

S O L I T U D I N E

 

La solitudine, per me,

non è vivere da solo,

ma amare inutilmente.

La mia solitudine

non è mai vuota,

è sempre piena

di tanti miei pensieri.

Ci sono solitudini

assai felici, fertili,

ironiche e creative.

Penso e scrivo,

mi nutro del mondo,

ma lo digerisco solo

sbeffeggiandolo.

La solitudine è

il prezzo della libertà.

La solitudine è vera

se mi sento libero.

Quando è coatta

dall’ignoranza,

oppure dalla paura

degli altri, o anche

dalla malattia,

è un’altra cosa,

violenta e crudele.

È un luogo buono

per fermarmi lì,

per interrogarmi

e per comprendermi,

dove le parole

si accendono come

le stelle di notte

che brillano nel

firmamento buio

e muoiono nella luce.

Solitudine mia, non

sei nemica subdola,

ma compagna fedele,

tu mi hai insegnato

ad ascoltarmi anche

quando avevo paura

della mia stessa voce.

In te, mia solitudine,

io ci sto in vacanza.

Numero3333.

 

10 frasi di Arthur Schopenhauer che ci insegnano a essere felici

Alessia Alfonsi

 

Parlare di felicità con Arthur Schopenhauer può sembrare un paradosso. Filosofo del pessimismo, pensatore lucido e radicale, autore dello straordinario, Il mondo come volontà e rappresentazione, Schopenhauer ha dedicato gran parte della sua vita a studiare il dolore, l’illusione, l’insoddisfazione come tratti costitutivi dell’esistenza.

Eppure, proprio per questo, le sue riflessioni sul come essere felici sono tra le più oneste, concrete e utili che si possano leggere.

La felicità secondo Schopenhauer

Per lui, la felicità non è euforia né trionfo, ma assenza di dolore, equilibrio interiore, capacità di bastarsi.

Non esiste un segreto magico, ma un modo sobrio e consapevole di attraversare il mondo senza farsi travolgere. Non si può possedere la felicità, ma si può imparare a coltivarla come una forma di intelligenza, una disciplina dello spirito.

In tempi in cui la felicità è spesso trattata come un dovere da esibire, Schopenhauer ci libera da ogni illusione, e ci insegna a riconoscere il valore dei piccoli piaceri, della solitudine creativa, della moderazione.

E a capire che, forse, essere felici non significa avere tutto, ma volere meno.

Aforismi sulla saggezza della vita: un testo fondamentale per chi vuole conoscere il pensiero più “pratico” del filosofo.

In queste pagine, Schopenhauer si distacca dal sistema teorico per parlare della vita quotidiana, del carattere, del piacere, del dolore e sorprendentemente della felicità.

Alcune curiosità su Arthur Schopenhauer: 

Detestava la società, ma amava i cani. Schopenhauer viveva spesso in solitudine, ma era sempre accompagnato dal suo barboncino, Atma. Diceva che era l’unico essere veramente sincero.

Non si fidava dei filosofi troppo ottimisti. Considerava Rousseau, Hegel e compagnia bella dei venditori di fumo. Per lui, il dolore era parte strutturale della vita, non un errore da correggere.

Leggeva i testi buddhisti e gli Upanishad. Era affascinato dalla filosofia orientale, che influenzò profondamente la sua idea di felicità come liberazione dal desiderio.

Sapeva ridere, ma solo con sarcasmo. La sua ironia era tagliente, ma spesso geniale.

Nei suoi scritti sul come essere felici non manca mai un fondo di humour nero, terapeutico.

Arthur Schopenhauer: 10 frasi che insegnano a essere felici

In un mondo che ci bombarda di stimoli e promesse, Schopenhauer è quasi una voce controcorrente.

Ci spoglia delle illusioni, ci invita alla misura, alla sobrietà, al ritorno all’essenziale.

Ma non lo fa per renderci tristi, al contrario, lo fa per aiutarci a distinguere ciò che è inutile da ciò che conta davvero.

Le sue frasi sono come piccole spine che pungono l’anima, ma dopo il dolore portano chiarezza.

Ci insegnano che la felicità non è il contrario del dolore, ma la sua gestione intelligente.

Che la serenità vale più dell’euforia.

E che, per essere felici, forse non dobbiamo cercare di aggiungere, ma imparare a togliere.

 

1. La felicità appartiene a coloro che bastano a se stessi.
– Aforismi sulla saggezza della vita, par. I

Per Schopenhauer, l’autosufficienza è la vera base della felicità. Chi dipende poco dagli altri, soffre meno.

 

2. Ogni felicità è di natura negativa, ossia consiste nell’assenza di dolore.
– Il mondo come volontà e rappresentazione, 68

Una delle sue idee chiave: la vera felicità non è eccesso di gioia, ma pace, tregua, respiro.

 

3. Il sommo bene è la serenità.
– Aforismi sulla saggezza della vita, par. III

La serenità non fa rumore, ma dura. È lo stato più vicino alla felicità per chi conosce il dolore.

 

4. Il segreto della felicità è: avere interessi, ma non dipendere da essi.
– Parerga e paralipomena

Appassionarsi, ma senza attaccamento. Un equilibrio difficile, ma liberatorio.

 

5. La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente.
– Aforismi sulla saggezza della vita, par. II

La felicità inizia dal corpo. Senza una base fisica stabile, tutto il resto vacilla.

 

6. Chi ha poca volontà ha poca sofferenza.
– Il mondo come volontà e rappresentazione, 57

Volere troppo è fonte di infelicità. Chi sa limitare i desideri, soffre meno e vive meglio.

 

7. La vita oscilla come un pendolo fra dolore e noia.
– Il mondo come volontà e rappresentazione, 57

Una frase amara ma illuminante: la felicità sta forse nel trovare un ritmo sostenibile tra queste due forze.

 

8. Una delle più grandi libertà sta nel non dover compiacere nessuno.
– Parerga e paralipomena

Essere liberi dallo sguardo altrui è già una forma di felicità. Autenticità come forma di pace.

 

9. Nulla contribuisce più alla felicità che una buona disposizione d’animo.
– Aforismi sulla saggezza della vita, par. II

Il nostro carattere conta più delle circostanze. Coltivare serenità è più utile che inseguire eventi.

 

10.L’uomo felice è colui che vive in armonia con la propria natura.
– Parerga e paralipomena

Non c’è felicità impersonale: ognuno deve capire la propria forma, e viverla con coerenza.

Numero3291.

 

da  QUORA

 

Scrive Riccardo Cecco, corrispondente di QUORA.

 

S T A R E    S O L I

 

Le più grandi verità della vita sono spesso dei paradossi.

C’è da fare una distinzione sottile ma cruciale tra “essere soli” e “sentirsi soli“.

Sebbene utilizziamo la stessa parola – solitudine – per descrivere entrambe le condizioni, esse si trovano agli antipodi della nostra coscienza. Per non sprofondare nella sensazione di solitudine, è necessario imparare l’arte di stare da soli, oltre che a circondarsi di persone che arricchiscono la nostra esistenza.

Alla fine della giornata, conta relativamente con chi l’hai trascorsa: quando spegni la luce e vai a dormire, rimani solo con te stesso e con i tuoi pensieri, indipendentemente dal fatto che tu condivida il letto con qualcuno o meno. È in quel momento, quando il mondo esterno svanisce e resti nudo di fronte alla tua anima, che la differenza tra essere e sentirsi soli emerge in tutta la sua chiarezza.

Sentirsi soli può essere devastante, mentre imparare a stare bene da soli è una delle competenze più preziose che si possano acquisire.

Se sei abituato a fare affidamento sugli altri per superare le sfide della vita o per mantenere la tua stabilità emotiva, quando questi verranno meno, ti sentirai perso. Senza una relazione solida con te stesso, senza la consapevolezza di poter ripartire da basi stabili, la tua vita potrebbe crollarti sotto i piedi da un momento all’altro.

È vero, siamo animali sociali. Abbiamo bisogno degli altri, non solo per sopravvivere, ma anche da un punto di vista spirituale, perché fungono da specchi in cui rifletterci per comprendere meglio chi siamo. Tuttavia, per quanto sia un concetto trito e ritrito, è una verità innegabile: non possiamo realmente stare bene con gli altri se prima non abbiamo imparato a stare bene con noi stessi. Non possiamo costruire relazioni significative se la relazione con noi stessi è disfunzionale.

In definitiva, imparare a stare soli è il prerequisito più importante per non restare soli.