Numero1712.

Negli ultimi 10 anni, girando per le scuole primarie Italiane, ho potuto constatare che, ormai, in ogni classe, sono presenti uno o più bambini “certificati”.
Certificati per cosa? Per una carenza di apprendimento.
Discalculia, dislessia, disortografia, disprassia, disgrafia.
(Aggiungo io : disastro! N.d.R.).
Oltre che sorprendermi, la cosa mi ha fatto riflettere. Possibile che ci sia un così alto numero di alunni disturbati? Ci sono bambini che, già all’asilo, arrivano con il loro bel certificato in mano; a volte, sono le stesse mamme a richiederlo, mi ha confessato un giorno una maestra, perché sanno che, in tal modo, il figlio avrà un percorso facilitato.
Così, uno scolaro, che ha difficoltà a scrivere a mano, magari perché ha premuto solo tasti, verrà esonerato , per sempre, dall’imparare a tracciare riccioli, occhielli e aste, senza che nessuno possa dirgli che le uniche vie per imparare passano per l’esercizio, la pazienza, la costanza.
Questo non si chiama educare, ma costringere alla povertà, mettere un inutile stigma sulle spalle di bambini che, nella maggior parte dei casi, non ne avrebbero alcun bisogno.
Però, così, alla fine dell’anno, i conti tornano. Tutti promossi! La scuola-azienda può  dormire sonni tranquilli, ha offerto, come sempre, il massimo dell’efficienza. Senza contare il fatto che questa supposta diversità si trasforma facilmente in una comoda pantofola.
Sono dislessico! Sono disprassico!
L’ha detto il dottore, non posso correre, camminare, mi accontento di ciabattare……

Susanna Tamaro     Alzare lo sguardo

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