Numero2002.

 

Segnalata da una cara amica

 

NINNA  NANNA  PER  MIO  PADRE

 

È disteso nel suo letto,

ha lo sguardo assente,

che non ho mai capito

se non sta pensando a niente

 

o è rimasto impigliato,

smarrito, prigioniero

di un tenero ricordo

o del suo ultimo pensiero.

 

Mi guarda e so già

cosa mi vuole dire,

che mi vuole vicino,

che non vuole dormire.

 

Gli  aggiusto il cuscino,

chiude gli occhi e mi spia,

dal lenzuolo tira fuori la mano

per cercare la mia.

 

Vuole sentirla ancora

e poi stringerla forte,

vuole avere il mio aiuto

per affrontare la sorte.

 

Mi guarda e so già

cosa mi vuole dire,

che mi vuole vicino,

che non vuole dormire.

 

Ninna nanna per mio padre,

ninna nanna perché è stanco,

ninna nanna al mio bambino

che mi vuole qui al suo fianco.

 

Il cuscino si confonde

con i suoi capelli bianchi.

“Dormi, amore di tuo figlio,

dormi, amore, che ti stanchi.

 

Ninna nanna a questo vecchio,

ninna nanna ch’è finita,

ninna nanna, se Dio vuole,

questa è l’ultima salita.

 

Mi guarda e so già

cosa mi vuole dire,

che mi vuole vicino,

che non vuole dormire.

 

Che nessuno faccia male,

quando non mi ha più vicino,

al mio scricciolo impaurito,

a questo piccolo uccellino.

 

Ninna nanna che è finita,

che si è appena addormentato,

che domani non lavora,

e non vuol essere svegliato.

 

di  Enrico  Brignano               dallo spettacolo “Tutto suo padre”                 (con qualche mio intervento).

 

 

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