Numero2151.

 

C I N C I N N A T O

 

Vediamo: vi ricordate chi era Cincinnato? Anche alle scuole elementari, fra le notizie di Storia Patria, viene menzionato questo personaggio.
Siamo verso il 450 avanti Cristo. Roma è impegnata in un duro conflitto contro gli Equi e sta soccombendo. La situazione sta precipitando a causa della cattiva conduzione della guerra. La popolazione sollecita la nomina di un condottiero, di un leader che possa, con la propria saggezza e perspicacia, specialmente di carattere pratico, portare fuori dai pericoli e metter in sicurezza la città.
Viene fatto un nome, Lucio Quinzio (appartenente alla Gens Quinctia, uno dei gruppi tribali che furono presenti alla fondazione della città, circa 300 anni prima). Costui ha un soprannome, un epiteto esornativo, un appellativo o nomignolo, chiamatelo come volete: “Cincinnato” che vuol dire “riccioluto”. Lui è persona saggia e responsabile, ben visto e considerato da tutti coloro che lo conoscono. Non è un politico o un funzionario della amministrazione della “res publica”, è semplicemente un contadino. Una delegazione di cittadini, che si reca in missione alla sua dimora per contattarlo, lo trova mentre sta arando il suo campo. Gli viene fatta la proposta di prendere il comando della città e del suo esercito per affrontare la guerra in corso. Dopo aver prestato buon servizio alla causa comune, in qualità di Console, viene in seguito richiamato per ricevere la nomina di “dictator” o “conductor” per le più incombenti minacce belliche. In tale veste mostra tutta la sua sagacia ed esperienza e, pur sottoponendo la città ad una serie di sacrifici e privazioni, riesce a vincere la guerra e a portare Roma ad un periodo di pace e prosperità. Dopo di che egli, con molta modestia e semplicità, si ritira nel suo campicello e nel suo podere e continua a fare il suo lavoro di sempre. Dopo alcuni decenni, aveva allora più di 80 anni, i cittadini romani, memori della buona riuscita della cooptazione precedente, lo richiamarono ad affrontare un’altra situazione d’emergenza. Anche allora il buon “Cincinnato” non si sottrasse all’impegno per il bene della patria e prestò le sua opera per risolvere l’impiccio.
Giuseppe Conte mi ha fatto ricordare la figura di “Cincinnato”.

2 thoughts on “Numero2151.

  • Questa volta non concordo con l’amico Alberto : Giuseppe Conte a me proprio NON ricorda Cincinnato…
    Vediamo perchè :
    1) Cincinnato sta facendo il contadino , viene chiamato in soccorso di Roma e vince la guerra riportando prosperità : Orbene quale ” guerra ” ha vinto Conte ? Forse quella della pandemia ? o dei vaccini ? o delle attrezzature ( mascherine, respiratori , camici , ecc. ) necessari al personale medico per affrontare la malattia senza contagiarsi ? Quale prosperità ha lasciato al Paese ? A me sembra che abbia lasciato macerie al posto della prosperità.
    2) Cincinnato viene richiamato a 80 anni per risolvere un’altra situazione d’emergenza ; speriamo che ciò non avvenga con Conte – che ha già fatto sufficienti danni – perchè ciò significherebbe il fallimento di Draghi e quindi di tutto il Paese , sia dal punto di vista economico che sanitario
    3) Lasciamolo fare il Professore Universitario ( cosa che certamente farà bene ) ma lasciamo la guida del paese a chi ha più esperienza e visione globale .
    4) C’è un altro contadino in circolazione ( Conte non lo è , è un Professore ) e si tratta di Antonio Di Pietro …lasciamolo dov’è : la terra ha assoluta necessità di vigorose braccia !

  • Caro Efrem,
    Giuseppe Conte è un avvocato, cattedratico di diritto privato presso l’Università di Firenze, che non ha mai avuto a che fare con la politica attiva, prima di venire cooptato per l’incarico che sappiamo. Sembra anche che non fosse iscritto ad alcun partito, salva una certa simpatia per il Movimento 5 Stelle. La mia similitudine con il personaggio storico di Cincinnato si ferma qui. Tu, invece, e lucidamente, sei entrato nel merito.
    Concordo con te sui fatti e misfatti di cui si è reso protagonista e sull’analisi del contesto storico in cui lui si è trovato ad operare. A rincarare la dose, fammi fare una considerazione forse spicciola, ma saporita. Giuseppe Conte è del segno del leone, e i “leoni” sono una razza comandina: erano del segno del leone anche Mussolini e Napoleone. Loro si inebriano del comando. Ti ricordo che, in uno dei miei Numeri precedenti (il Numero2115.) l’ho battezzato “Il piccolo Cesare”. Ma, ancora una volta, e fatalmente, ma forse proprio per questo, tali personaggi piacciono agli Italiani. Ne sono prova i sondaggi di gradimento dei personaggi della politica italiana degli ultimi 3 anni, che hanno visto Giuseppe Conte costantemente al primo posto con percentuali dal 55 al 65 per cento.
    Forse anche in questo mi ha ricordato Cincinnato.
    Mi piace confrontarmi con te in queste schermaglie verbali e di opinioni, così come facciamo da avversari nelle partite a tennis: le tue “rasoiate” sono sempre difficili ed impegnative da ribattere. Un abbraccio.

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