da QUORA
Si stima che esistano circa 4000 religioni nel mondo. Come fa una persona ad avere la presunzione di pretendere che la sua religione sia quella “corretta” senza farsi la benché minima domanda?
ALCUNE RISPOSTE:
Le religioni sono nate con l’uomo anche se nel Paleolitico e agli albori dell’homo cosiddetto sapiens non esistevano le divinità giunte in seguito con le civiltà mesopotamiche, con gli Egizi, con i Greci e a seguire i Romani. Diciamo che le religioni sono pure invenzioni dell’uomo tendenti più che altro a tenerne a freno gli istinti aggressivi e guerreschi. L’uomo ha bisogno di credere che la vita non finisce sulla Terra ma continua nei cieli; dove non è dato saperlo e nessuno dei miliardi di trapassati è mai ritornato per raccontarci come si starebbe nell’aldilà. Pertanto inutile scervellarsi su un inesistente Paradiso o un inesistente Inferno dove un seniore (fatto a nostra immagine e somiglianza) il cui nome è solo un invenzione ci giudicherà per ciò che non sappiamo di aver commesso. Le religioni sono l’oppio dei popoli e chi scrive crede in ciò che i suoi occhi vedono e crede nella potenza di Madre Natura unica vera divinità che ben vediamo ma poco conosciamo.
Se qualcuno dice che il bisogno di religione è la conferma di un bisogno di fede nel divino, rispondo che il bisogno non è del divino, ma delle possibilità che il divino ci aiuti, nella quotidiana battaglia per la sopravvivenza.
Tutti sappiamo che esiste il dolore che prima o poi proviamo tutti, ed alla fine esiste pure la morte, ineluttabile., oltre la quale esiste il mistero
Quindi il pensiero umano si è evoluto per scacciare il buio da qualcosa che si teme, e non avendo elementi per stabilirlo con certezza, ha costruito un post mortem, gratificante per chi sarà stato bravo e terrificante per chi non avrà adempiuto ai doveri che saranno stati esposti dai rappresentanti terreni del gestore di questa eternità.
Questo gestore non è peraltro limitato all’aldilà, ma può fare incursioni nel nostro vivere di tutti i giorni, con miracoli o altre manifestazioni favorevoli, ma pure con disgrazie. Per evitare quest’ultime, e favorire le prime, occorre che si manifesti la nostra assoluta fiducia nella sua esistenza, e che lo si riempia di lodi e di manifestazioni di fiducia nei loro rappresentanti, depositari della delega a manifestarlo in vita.
La cosa, per chi vuol fare un po’ di verifiche, è comune a tutte, ma proprio tutte le religioni, anche quelle passate, che sono cosi tante che quelle odierne sono una miseria
Lo dico da ateo: le religioni non scompariranno mai. Credo infatti che le religioni rispondano ad esigenze dell’animo umano che saranno sempre quelle. Senso di appartenenza, un quadro etico chiaro, dare un senso al caos degli avvenimenti, ridurre la paura dell’ignoto e del futuro, sono tutti esempi di esigenze a cui rispondono le religioni. Quindi le religioni cambieranno, ma non scompariranno. La maggior parte delle persone, ad esempio, dice di appartenere ad una fede religiosa ma non ne segue i dettami o segue solo quelli che non gli pesano troppo. Tutti noi conosciamo tanti cattolici separati o divorziati, e tanti musulmani che bevono alcolici. E poi ci sono tante credenze che ufficialmente non sono religiose ma i cui seguaci si comportavano in maniera assolutamente simile a quella di chi segue una religione. Una specie di religione atea in cui però si riconoscono molti tratti della religione e che addirittura arrivano ad episodi di fanatismo. Il marxismo ad esempio andava molto in voga qualche decennio fa, mentre oggi è diventata una religione di nicchia. Anche l’animalismo e il veganesimo hanno spesso caratteri da fervore religioso. Persino movimenti come il NO-TAV e il NO-VAX hanno tratti simili. Pensa poi ai riti e scongiuri che fanno molte persone, ad esempio prima di una prestazione sportiva. Ad esempio, pare che Filippo Inzaghi si mangiasse una scatola di biscotti per bambini prima di ogni partita, lasciandone due nella scatola. Che differenza c’è tra questo e il farsi il segno della croce prima di entrare in campo? (A chi si dovesse offendere per il paragone, faccio notare che fa un po’ ridere che un ente superiore faccia segnare un gol a qualcuno solo perché si è fatto il segno della croce prima di entrare in campo: o no?)
Se ti interessano queste tematiche, ti consiglio di lettere “Supersenso – Perché crediamo nell’incredibile” dello psicologo canadese Bruce M. Hood. Il libro spiega perché la gente sente il bisogno di seguire una religione, e fa notare come comportamenti che apparentemente non sono religiosi in realtà lo sono.
Tante religioni diverse non possono essere tutte vere. Ma potrebbero essere tutte false.
È interessante il fatto che così tante religioni diverse condividano gli stessi errori, gli stessi problemi di metodo, le stesse promesse, e gli stessi fallimenti. Questo ti fa pensare che, se anche ci fosse una religione vera, così coperta da tante religioni false, sarebbe impossibile riconoscerla validamente.
Dopodiché, i religiosi sembrano avere le idee chiare. La vera religione si determina in base all’ostinazione dei fedeli, all’intimidazione, e alla violenza che riescono ad esercitare.
Un’anima alla volta, i dissenzienti possono sparire tutti.
Otto miliardi, in fin dei conti, è un numero finito. Cristiani e mussulmani, almeno, sono entrambi convinti di potersi prendere tutto.
Più che essere distorte tutte le religioni nascono per essere rivoluzionarie e staccarsi da tutto quello che c’è prima per poi diventare conservative una volta raggiunto un certo potere e benessere, anche materiale, per il rispettivo clero.
Poi, a un certo punto, queste religioni vengono riformate da qualcuno che cerca di ritornare alle origini, ma ben presto anche questo messaggio alla lunga si annacqua molto fino a rendere necessaria una nuova riforma, e così via.
Semplificando, basta vedere cosa è storicamente avvenuto a tre religioni che, benché diverse, sono state le più universalistiche: buddhismo, cristianesimo e Islam.
Cristianesimo e buddhismo sono nate da due religioni più esclusive e basate su criteri etnici (ebraismo e induismo) proprio come risposta a esse.
L’Islam si è sviluppato in un contesto leggermente diverso, ma anche lui, alla fine, si è proposto come una novità rispetto alle religioni precedentemente praticate in quell’area e, subito dopo, sostituendosi anche allo stesso cristianesimo che stava, soprattutto in Oriente, attraversando una crisi dovuta alle varie eresie represse con estrema violenza.
Tutte e tre queste religioni hanno operato un sincretismo, più o meno evidente, con le religioni locali sulle quali si andarono a sovrapporre.
Il cristianesimo attinse parecchio prima al Mondo Greco-Romano (prima) e poi celtico-germanico man mano che nuovi popoli venivano convertiti.
Nel buddhismo il sincretismo fu ancora più evidente, visto che il Buddha venne divinizzato e associato ai pantheon locali in quasi tutte le aree in cui si trovò (Cina, Tibet, Giappone, Thailandia)
L’Islam, d’altro canto, attinse elementi tanto dall’ebraismo e cristianesimo che dalle religioni praticate precedentemente nell’area, come la credenza di Jinn, il culto della Ka’aba, ecc.
Quindi, in un certo senso, la purezza del loro significato principale si contaminò fin quasi dagli inizi.
In ogni caso, quando queste religioni divennero culti leciti oppure addirittura gli unici culti leciti, iniziarono a irrigidirsi su molti aspetti dottrinari, generando integralismo nei confronti della società civile.
Concentrandomi sul solo cattolicesimo, sono evidenti le varie “riforme” avvenute al suo interno.
Il ritorno alla purezza evangelica dei primi monaci occidentali sulla scia di Benedetto da Norcia avvenne durante un periodo di gravi crisi, politiche ed economiche.
In seguito lo smalto iniziale si perse, soprattutto quando conventi e monasteri iniziarono sempre di più a esercitare un ruolo anche politico, venendo meno al lato spirituale.
La riforma gregoriana, nata proprio per porre un argine al fenomeno, ebbe come reazione la nascita di Cluny e un recupero dell’originario spirito di Benedetto.
Ma anche Cluny presto entrò in crisi e a essa si contrappose San Bernardo di Chiaravalle con Citeaux e la nascita dell’ordine cistercense.
Tra il Duecento e il Trecento, come reazione anche alle eresie (Catari e Valdesi in primis) che proponevano un recupero del messaggio originario (e rivoluzionario) del cristianesimo, sorsero gli ordini mendicanti.
Francescani, domenicani, serviti, carmelitani, ecc. sia pure con accezioni diverse, si proponevano lo scopo da un lato di combattere anche attivamente queste eresie (vedi l’Inquisizione che si avvalse sempre di francescani e domenicani) ma anche praticare più assiduamente la carità e la povertà evangelica, predicare nelle piazze oltre che nelle Università, essere più vicini ai bisogni della popolazione.
Ma la Chiesa, nonostante esempi positivi, ricadde negli stessi errori ed ecco che compare Lutero, anche lui smanioso di recuperare l’autentico messaggio cristiano che, a suo dire, la Chiesa aveva riempito di incrostazioni e infrastrutture inutili.
Quasi subito però anche il Luteranesimo si “macchiò” degli stessi crimini di cui accusava il Cattolicesimo.
Nonostante in uno dei “Sola” Lutero propugnava il superamento della Chiesa, poi ne costituì una lui, rivale ma speculare a quella cattolica, con tanto di clero.
Il trattamento poi riservato agli anabattisti di Munster vuole significare che anche all’interpretazione troppo libera della Bibbia c’era un limite.
A questo riguardo è interessante anche qui notare l’estrema frammentazione del Mondo Protestante, avvenuta quasi immediatamente alla rottura con Roma.
In tutte le varie scissioni i nuovi movimenti evangelici guardavano al Passato più che al Futuro, a un continuo richiamo al cristianesimo originario.
Io però più che vedervi distorsioni dai sistemi religiosi in sé (come dice la domanda) lo considero un fatto quasi endemico.
Una religione si deve continuamente adattare alle società in cui vive e che non ha scelto. Per cui aggiustamenti e compromessi sono normali, così come perdere parte della carica rivoluzionaria originale.
Di quando in quando vengono riformatori che, operando all’interno della religione stessa (Benedetto da Norcia, Bernardo di Chiaravalle, Francesco d’Assisi, Domenico di Guzman, Ignazio di Loyola, ecc.) oppure prendendo un’altra strada in antitesi con essa (Arnaldo da Brescia, Pietro Valdo, Jan Hus, Lutero, Calvino, John Welsey, George Fox, ecc.) vogliono ritornare alle origini mettendo tutto in discussione, per poi, in un paio di generazioni, venire di nuovo sorpassati da altri più ancora rigoristi di loro, ecc.
Sintetizzando alla Ennio Flaiano diciamo che se tutti nasciamo incendiari per morire pompieri, questo è ancora più vero per le religioni.