da QUORA
P R E S S A P P O C O
Scrive Marvella, corrispondente di QUORA.
Il pressappoco non è solo un avverbio, è anche un modo di intendere la vita.
Io amo gli uomini che amano il pressappoco e odio quelli che hanno le certezze assolute.
Amo quelli che quando ti parlano usano parole come “quasi”, “forse” e “credo”.
Quelli che si mettono in discussione, che non hanno la pretesa di avere la verità in tasca.
Quando incontro qualcuno che non conosco, la prima cosa che mi chiedo è se ho a che fare con un “pressappochista” o con un “assolutista”.
Il pressapochista è quasi sempre una persona disponibile, tollerante, democratica.
L’assolutista invece raramente ti guarda negli occhi e quando esprime un concetto vuole sempre avere ragione.
Lui ha già tutte le risposte preconfezionate e non vede l’ora di sbatterle in faccia a qualcuno.
L’unica cosa che gli dà fastidio è il dubbio.
Grazie a Dio ho imparato a regolarmi di conseguenza: vado d’amore e d’accordo con i primi, ed evito come la peste i secondi, gli assolutisti, i paladini delle Grandi Certezze.
Dopotutto la vita è già piena di idioti così com’è, non vale proprio la pena aggiungerne altri.
Luciano de Crescenzo, Il pressappoco