Numero3007.

 

da QUORA

 

P R E S S A P P O C O

 

Scrive Marvella, corrispondente di QUORA.

 

Il pressappoco non è solo un avverbio, è anche un modo di intendere la vita.
Io amo gli uomini che amano il pressappoco e odio quelli che hanno le certezze assolute.

Amo quelli che quando ti parlano usano parole come “quasi”, “forse” e “credo”.
Quelli che si mettono in discussione, che non hanno la pretesa di avere la verità in tasca.

Quando incontro qualcuno che non conosco, la prima cosa che mi chiedo è se ho a che fare con un “pressappochista” o con un “assolutista”.

Il pressapochista è quasi sempre una persona disponibile, tollerante, democratica.

L’assolutista invece raramente ti guarda negli occhi e quando esprime un concetto vuole sempre avere ragione.
Lui ha già tutte le risposte preconfezionate e non vede l’ora di sbatterle in faccia a qualcuno.

L’unica cosa che gli dà fastidio è il dubbio.

Grazie a Dio ho imparato a regolarmi di conseguenza: vado d’amore e d’accordo con i primi, ed evito come la peste i secondi, gli assolutisti, i paladini delle Grandi Certezze.

Dopotutto la vita è già piena di idioti così com’è, non vale proprio la pena aggiungerne altri.

 

Luciano de Crescenzo,   Il pressappoco

 

 

 

 

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