Numero3604.

 

da  QUORA

 

Scrive Murta P., corrispondente di QUORA.

 

C H E    C O S A    P I A C E    A L L E    D O N N E

 

C’è una citazione attribuita a Jung (perfettamente in linea con il suo pensiero) che amo molto:

“Il più grande privilegio di una vita è diventare sé stessi.”

Secondo me, risponde già alla domanda: “Cosa piace alle donne?”

Quando incontri qualcuno, il punto non è capire “cosa vuole”, ma chi sei tu mentre ti presenti.

Perché se metti una persona su un piedistallo prima ancora di conoscerla, non stai vedendo lei: stai idealizzando una tua proiezione.

Jung chiamava ombra tutto ciò che rimane nascosto dietro la maschera che costruiamo da bambini per compiacere, e da adolescenti per appartenere.

Integrare l’ombra significa smettere di recitare e lasciar emergere ciò che siamo davvero: desiderio autentico, curiosità, ironia, presenza senza bisogno.

Quando vivi così, non hai più necessità di chiederti “cosa piace”.

Cerchi semplicemente chi ti riconosce, chi ti vede senza che tu debba nasconderti.

Ti mostri, e chiedi all’altra persona di mostrarsi.

Le persone entrano nella nostra vita come possibilità.

Nessuno merita un piedistallo a priori – nemmeno dopo anni, nemmeno dentro una relazione.

Solo quando qualcuno ti incontra da pari può diventare protagonista insieme a te della tua storia.

Gli altri rimangono di passaggio, ed è naturale così: fa parte della fatica e della bellezza di diventare sé stessi.

Per questo, quando ti dicono “sii te stesso”, ti stanno dicendo solo metà della verità.

La parte difficile è scoprire chi è davvero quel “te”.

E questo vale anche per il rapporto con il gentil sesso, come per chiunque altro.

Non devi chiederti “cosa piace alle donne?” mettendo addirittura un intero genere sul piedistallo.

Chi è davvero se stesso si chiede al massimo:

“Come esprimo desiderio in modo autentico?”

Tutto il resto si costruisce a due.

Ma questa è un’altra storia.

 

N.d.R.: forse, la domanda giusta è: “chi sono io, quando incontro quella donna?”.
Non mi devo comportare come piace, genericamente, alle donne, magari compromettendo la mia genuinità, spontaneità, anche vulnerabilità o venendo meno ai miei connotati caratteriali per recitare una parte.

A mio avviso, il miglior modo di approcciare una donna è essere me stesso, senza infingimenti o mascherature che, presto o tardi, finirebbero per avere il tempo che trovano.

Avere una relazione con una donna è sempre una buona occasione per imparare ad essere se stessi o, addirittura, per migliorarsi.

Numero3547.

 

U N    A M I C O    V E R O

 

Vuoi sapere chi è un amico vero?

Non guardare chi ti aiuta quando stai male: è troppo facile.

A tutti piace fare l’eroe e consolarti, perché la tua tristezza non minaccia nessuno.

Se vuoi la verità, guarda chi applaude quando vinci.

Racconta una bella notizia, un successo, una vittoria e guarda i suoi occhi per quel mezzo secondo prima che sorrida.

Se vedi appena un lampo di fastidio o se cambia subito discorso parlando di sé, o se sminuisce la tua vittoria con un “Sì, ma …”, quella persona non è un amico, è un rivale segreto che ti tollera solo finché stai un gradino sotto di lui.

L’amico vero è quello che non si sente sminuito dalla tua luce, ma la usa per accendere la sua.

 

@Influenza.Mentale

Numero3499.

 

V E R I T A’    D I F F I C I L I    D A    A C C E T T A R E

 

A volte devi smettere di amare alcune persone, per ritrovare te stesso.

Qualunque cosa tu faccia, verrai giudicato, quindi fallo comunque.

Il rimpianto fa più male del fallimento. Non trattenerti.

I tuoi pensieri ti controllano, solo se glielo permetti.

Devi allontanare le persone tossiche, per capire davvero il valore della tua vita.

La tua cerchia si restringe con l’età, perché capisci l’importanza della qualità.

 

@DianaUrsu

Numero3456.

 

da  QUORA

 

Scrive PureSiamang6, corrispondente di QUORA

 

EFFICACIA   DEL   MARTELLAMENTO   PUBBLICITARIO

 

Sì, esistono molti riscontri sull’efficacia del martellamento pubbllicitario e sono molto più inquietanti di quanto pensi.

Le aziende non buttano miliardi in pubblicità “a caso”: se continuano a martellarti con lo stesso spot cento volte al giorno è perché funziona, e lo sanno bene.

I dati non li sbandierano troppo in pubblico (non è bello ammettere che stai manipolando la mente delle persone) ma internamente hanno numeri precisissimi.

Studi di neuromarketing mostrano che, dopo un certo numero di esposizioni ripetute, il cervello inizia ad associare automaticamente un marchio a una sensazione positiva, anche se non ti piaceva all’inizio.

È il famoso “effetto mera esposizione”: più vedi qualcosa, più ti sembra familiare, e la familiarità spesso si traduce in fiducia.

E dalla fiducia si passa, senza sforzo, alla comunicazione della …. verità.*

Coca-Cola, McDonald’s, Apple… non hanno bisogno di farsi conoscere. Continuano a martellare solo per restare nella tua testa, così quando sei al supermercato o devi scegliere uno smartphone, la tua mano va “da sola” verso il loro prodotto.

In pratica, non cercano di convincerti con la logica, ma di addestrarti come un riflesso pavloviano. E la cosa peggiore è che funziona: sennò, quelle stesse aziende non spenderebbero budget da interi PIL nazionali per ripetere il loro nome ovunque tu guardi.

*N.d.R. : Faccio un esempio. “Poltrone&Sofà – Solo divani di qualità”.

Quante volte al giorno lo sentiamo ripetere? Al punto che rischia di apparire fondato il messaggio che viene trasmesso.
Come possano essere di qualità dei divani che costano poche centinaia di Euro? Ognuno, che ha un po’ di buon senso, capisce che è una bufala, una “fake news”.
Eppure loro continuano imperterriti a far risuonare il mantra.
Ultimamente, l’impudenza li ha spinti ad affermare: “Poltrone&Sofà” – Trent’anni di qualità”, e vogliono far passare lo slogan per …. verità.

E ancora, la “Congregatio de propaganda fide” fu istituita nel 1622 da Papa Gregorio XV.
Nel 1967, cambiò nome e venne chiamata “Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli”.
Nel 2022, è stata soppressa per venire sostituita dal “Dicastero per l’evangelizzazione”.
Per 400 anni, non ha fatto altro che pubblicizzare la Chiesa Cristiana Cattolica con tutti i mezzi possibili e riferibili alle esigenze del “marketing advertisement” (pubblicità istituzionale di mercato) che oggi, ormai da molti decenni, sono in vigore e ci assillano continuamente.

Numero3430.

 

 

N I K O L A    T E S L A    N O N    S O L O    S C I E N Z I A T O    M A    A N C H E    F I L O S O F O

 

 

Ti hanno detto che Nicola Tesla era uno scienziato, un inventore, un uomo delle macchine, ma quella era solo una parte della storia, quella che volevano farti credere, perché il vero Tesla non stava solo decodificando l’elettricità, stava decodificando la coscienza stessa.

Quello che non vogliono che tu sappia è che Tesla non stava solo costruendo tecnologia, stava ascoltando silenziosamente, ossessivamente, una frequenza che il resto del mondo era stato addestrato a ignorare.

Una frequenza oltre il suono, oltre la morte. Una frequenza che, se ascoltata chiaramente distruggerebbe ogni convinzione che ti è stata insegnata sul significato della vita e sul significato della morte.

Non è fantascienza, è una storia sepolta, un’intervista messa a tacere, un messaggio lasciato da un uomo che ha visto troppo e ha parlato troppo chiaramente.

Hanno cancellato le sue parole per un motivo, perché se sentissi ciò che ha davvero scoperto, la tua vita non sarebbe più la stessa.

E se tutto ciò che vi è stato detto sull’anima, su ciò che siete nel profondo, fosse solo una metafora costruita per nascondere qualcosa di molto più reale, qualcosa di misurabile?

Nicola Tesla non parlava dell’anima come un filosofo o un prete, la affrontava come uno scienziato.

Non si chiedeva se esistesse, si chiedeva come funzionasse, a quale frequenza si muoveva, da quale campo risuonava.

Per Tesla l’anima non era un’astrazione poetica che fluttuava nei testi religiosi.

Era una sorta di segnale, un campo energetico stratificato nella struttura stessa della realtà.

Non era fede, era frequenza.

Credeva che tutto nell’universo vibrasse, compresi i tuoi pensieri, le tue emozioni, i tuoi ricordi.

Ma sotto tutto quel rumore c’è qualcos’altro, qualcosa di coerente, qualcosa che non svanisce quando il corpo muore.

Credeva che la coscienza, il tuo vero io, non fosse generata dal cervello.

Il cervello era un ricevitore, un traduttore, come una radio.

Quando si rompe il segnale non muore, continua a trasmettere da qualche parte.

Tesla una volta disse: “Se vuoi scoprire i segreti dell’universo, pensa in termini di energia, frequenza e vibrazione.”

La gente ama citare questa frase, la mette sui poster, nei video, sulle magliette, ma dimentica il suo vero significato, perché quando Tesla pronunciò quelle parole non stava parlando di lampadine o di corrente alternata, stava parlando della vita, della morte, del filo invisibile che lega i viventi all’infinito.

Tesla conduceva esperimenti che nessuno voleva riconoscere, test sui campi di risonanza, stava indicando una verità così dirompente che doveva essere sepolta.

Mentre il mondo celebrava le sue invenzioni, lui conduceva studi sugli effetti degli impulsi elettromagnetici sulla percezione umana e sugli strani schemi ripetitivi che aveva scoperto nell’energia delle persone in punto di morte.

Credeva che l’anima umana emettesse una frequenza tracciabile e che se si sapeva dove guardare e come ascoltare era possibile rilevarne il segnale anche dopo che il cuore aveva smesso di battere.

Non stava teorizzando, stava osservando.

Notava cambiamenti nel campo elettromagnetico di una stanza nel momento esatto in cui qualcuno la attraversava.

Registrava cambiamenti sottili ma innegabili nella pressione dell’aria. nella distorsione della luce e nel decadimento della risonanza.

Non era inquietante, era un modello, era ripetibile.

E se questo è vero, se anche solo una parte di questo è vero, allora la tua anima non è una metafora, è un’onda, un campo, una trasmissione attiva e persistente che continua anche quando il ricevitore non c’è più.

E questo cambia tutto, perché se la tua essenza è vibrazionale, non è locale, non è legata al tuo corpo o al tuo cervello, non può essere contenuta dalla pelle e dalle ossa, non muore.

Cambia stato.

Alcune delle scoperte di Tesla erano così strane, così sconcertanti per il quadro religioso, scientifico e governativo che furono sepolte, nascoste non perché false, ma perché troppo pericolose da accettare.

Perché un essere umano che sa di non essere il proprio corpo è più difficile da spaventare e chi non può essere spaventato è chi non può essere controllato.

Alcune delle scoperte di Tesla sono troppo delicate per essere condivise qui.

Tesla non era interessato a farti credere in qualcosa. Voleva che tu lo sentissi. Voleva che imparassi a riconoscere il ronzio sotto la tua pelle, il segnale che non si spegne mai, anche quando tutto il resto svanisce.

Questo è il vero te, non l’ego, non la paura, non il corpo, ma la risonanza, la frequenza, il campo.

E una volta che saprai come sintonizzarti, non potrai più smettere di sentirlo.

La maggior parte delle persone conosce Tesla per le sue macchine, le sue bobine, le sue correnti, i suoi esperimenti abbaglianti che illuminavano intere stanze senza un solo filo.

Ma dietro la brillantezza teatrale c’era una ricerca diversa, molto meno pubblica, che non ha mai osato brevettare. Una macchina non destinata ad alimentare le città, ma ad ascoltare ciò che la scienza ancora rifiuta di riconoscere.

Tesla la chiamava Eco-catcher. Cattura eco.

Il suo scopo era semplice, rilevare ciò che rimane di noi dopo la morte.

Egli credeva che quando il corpo umano smette di funzionare qualcosa rimane.

Non solo i ricordi nella mente dei vivi, ma un residuo, un’impronta energetica che non si dissolve immediatamente.

Nei suoi appunti privati descriveva in dettaglio esperimenti con dispositivi che misuravano le microfluttuazioni dell’elettricità atmosferica al momento della morte.

Osservò cambiamenti troppo sottili per essere rilevati dagli strumenti comuni, ma troppo costanti per essere casuali.

Documentò modelli di frequenza ricorrenti, piccole anomalie che raggiungevano il picco e poi svanivano nel giro di pochi minuti dall’ultimo respiro di una persona.

Li descriveva come echi, non di suoni, ma dell’esistenza. L’ultima vibrazione dell’identità che continuava a risuonare nel campo cercando di dissolversi nel silenzio.

Tesla sapeva che non sarebbe stato accettato.

In un’epoca in cui la scienza era vincolata a ciò che si poteva vedere e la religione si aggrappava a ciò che doveva essere creduto, non c’era posto per qualcosa che richiedeva sia la logica che l’intuizione per essere compreso.

Così smise di parlare pubblicamente di questi esperimenti.

Li condivise solo con una manciata di confidenti, scienziati, mistici e pochi altri che si trovavano a cavallo tra questi due mondi.

Molti lo liquidarono, ma alcuni no. Alcuni capirono esattamente a cosa si riferisse, un metodo scientifico per tracciare la dipartita dell’anima.

L’Eco-catcher non fu mai costruito per la produzione di massa. Era delicato, imprevedibile, soggetto alle interferenze ambientali.

Tesla scrisse una volta che il vero problema non era tecnico, ma umano. La paura era troppo forte.

La gente non voleva sapere cosa ci fosse dopo, o peggio lo voleva, ma solo in termini che la facessero sentire al sicuro.

Egli disse: “Dimostrare l’esistenza dell’anima significherebbe distruggere le gabbie che le persone hanno costruito attorno alla morte. E non tutti sono pronti per essere liberi”.

Pensateci un attimo. Un uomo che ha illuminato il mondo, che ci ha dato la corrente alternata e ha gettato le basi per l’energia wireless, sosteneva di aver costruito un dispositivo in grado di ascoltare i residui della vostra anima e lo teneva segreto non perché non funzionasse, ma perché il mondo non era pronto a saperlo.

È sempre così, no?

Tutto ciò che minaccia i sistemi di controllo, l’istruzione, la religione, il governo, viene deriso, cancellato o sepolto. E questo non era diverso, perché se anche solo una parte di ciò che Tesla ha scoperto è vero, allora la morte non è un muro, è una porta.

E questo rende irrilevante la paura.

Significa che tutte le strutture costruite sulla vostra paura dell’inesistenza, dell’obbedienza, della conformità, del silenzio cominciano a crollare.

Non siete mai stati destinati a non temere la morte. Siete stati destinati a comprenderla, a prepararvi ad essa, non con rituali o speranze cieche, ma con la stessa chiarezza che guida una bussola verso il vero nord.

Tesla credeva che la chiarezza derivasse dalla frequenza. che ogni anima avesse una vibrazione caratteristica e che quella caratteristica non svanisse, si evolvesse. L’Eco-catcher non rilevava solo una presenza, suggeriva una continuità.

Tesla descriveva momenti in cui la macchina rilevava una presenza che non era legata a nessuna persona vivente nelle vicinanze.

Letture che si ripetevano alla stessa ora ogni giorno, come se il ricordo di una vita continuasse a passare attraverso il suo spazio precedente.

Per Tesla questo non era inquietante, era armonia, il campo che manteneva la risonanza molto tempo dopo che il segnale aveva lasciato il trasmettitore.

E se lo spazio conserva la memoria e l’energia non muore mai, allora cosa siamo veramente?

Non carne, non pensieri, ma onde, echi, segnali che viaggiano dentro e fuori dalle forme, senza fine, solo cambiando.

L’hai sempre sentito? Quei momenti di dejavu, quella consapevolezza improvvisa, la sensazione che qualcosa ti sta osservando, ma non è minaccioso.

Non sono anomalie, sono interferenze, momenti in cui il tuo campo entra in contatto con qualcos’altro, qualcosa che continua a vibrare e forse lo farà per sempre.

C’è un motivo per cui ti è stato insegnato a temere la morte fin dall’infanzia, non perché è inevitabile, ma perché è utile.

Una società costruita sulla paura della morte è una società che obbedisce, si conforma, scambia la propria voce con il comfort, i propri istinti con l’approvazione, la propria libertà con l’illusione della sicurezza.

Tesla lo capì chiaramente e questo lo turbò più di qualsiasi macchina potesse mai fare.

Capì qualcosa che la maggior parte delle persone ancora nega, che quando si elimina la paura della morte tutto cambia.

Si smette di vivere per ottenere il permesso.

Si smette di inchinarsi a sistemi che offrono sicurezza in cambio del proprio spirito.

E quel tipo di persona, una persona che non ha più paura della fine, è impossibile da controllare.

Pensateci, perché tutte le grandi istituzioni, tutte le figure autoritarie, tutti i sistemi culturali sono così interessati a farvi credere che la morte è definitiva, perché la definitività crea panico e il panico crea obbedienza.

Se credete che questa vita sia tutto ciò che c’è, vi aggrapperete ad essa a qualsiasi costo.

Rimarrai in lavori che uccidono la tua creatività.

Seguirai regole che soffocano la tua individualità.

Comprerai cose che non ti servono, adorerai idee che non capisci e sopprimerai domande che potrebbero liberarti.

Tutto perché nel profondo sei stato condizionato a credere che tutto ciò che esula dal copione è pericoloso, che tutto ciò che non è approvato è una minaccia, che morire senza la benedizione del sistema è peggio che vivere senza uno scopo.

Tesla credeva che l’idea più pericolosa al mondo non fosse un’arma o un’ideologia, era la semplice consapevolezza che la morte non è la fine, perché quell’unica idea cancella il bisogno di avere paura e quando la paura crolla l’intero meccanismo va in pezzi.

Improvvisamente il potere non sembra più denaro, status o controllo, ma sembra piuttosto quiete, presenza, la capacità di sentire la propria vita mentre la si vive, invece di inseguire la definizione di successo di qualcun altro.

Ecco perché le scoperte spirituali di Tesla sono state sepolte, non perché fossero incredibili, ma perché erano ingestibili.

Non puoi vendere la paura a qualcuno che capisce di essere più di un corpo.

Non puoi manipolare qualcuno che sa che la sua coscienza non è confinata in un cranio.

Non puoi tassare, marchiare o disciplinare qualcuno che ricorda chi è.

Quindi, invece, ti viene insegnato a dimenticare.

Ci viene insegnato a credere che la morte sia un vuoto, che sia oscurità, silenzio, niente.

Ma Tesla non la vedeva così.

Per lui la morte era un cambiamento, un cambiamento di frequenza, non una scomparsa, ma un ritorno.

E forse nel profondo l’hai sempre sentito. Forse ne hai avuto qualche assaggio in sogni troppo reali, nei momenti di quiete in cui il tempo sembrava ripiegarsi su se stesso, in quella improvvisa consapevolezza che non stai solo osservando la vita, ma che fai parte di qualcosa di più grande, qualcosa che sta osservando anche te.

Non è la tua immaginazione, è l’eco, il segnale, la parte di te che non ha mai dimenticato.

Ma la paura è programmata, è lo strumento più efficace che abbiano mai avuto.

Si manifesta in mille forme diverse: paura di fallire, paura del giudizio, paura di non essere all’altezza, ma tutto riconduce a un’unica illusione fondamentale, che la morte sia la fine.

E una volta che quell’illusione si frantuma, tutto ciò che è stato costruito su di essa inizia a sgretolarsi.

Il lavoro che odiate, la persona che interpretate, la pressione di dover avere successo secondo gli standard di qualcun altro.

Tutto diventa rumore.

Tesla non ci ha dato solo l’elettricità, ci ha dato la chiave per liberarci dalla più grande menzogna mai raccontata.

Che sei un corpo, che sei un nome, che sei questa vita e nient’altro.

La verità è più forte di questo.

Sei una vibrazione, un campo, un ricordo in movimento e quando smetti di avere paura di morire impari finalmente a vivere.

C’è un motivo per cui non l’hai mai sentito prima, né a scuola, né nei telegiornali, né nei documentari accuratamente realizzati che dipingono Tesla come un genio incompreso, brillante, ma eccentrico.

Quella versione di lui è sicura, inoffensiva, facile da celebrare senza scuotere le fondamenta del mondo che ti è stato insegnato ad accettare.

Ma il vero Tesla, quello che parlava della coscienza come di un campo e della morte come di un cambiamento di frequenza, quell’uomo era pericoloso, non perché avesse torto, ma perché aveva ragione.

E quando la verità diventa pericolosa, il sistema non la confuta, la seppellisce.

La verità è che le istituzioni non hanno ignorato le scoperte di Tesla, le hanno studiate, le hanno sezionate, hanno preso ciò che potevano usare, l’energia wireless, le onde radio, la risonanza elettrica e hanno scartato il resto, o almeno così sembra.

In realtà le hanno archiviate, chiuse a chiave dietro le porte blindate di governi e corporazioni che avevano tutto da guadagnare dal tenervi all’oscuro, perché una società che sa di non poter morire è una società che non può essere governata.

Dopo la morte di Tesla, agenti di agenzie governative fecero irruzione nel suo appartamento, non perché fosse una minaccia alla sicurezza nazionale in senso tradizionale, ma perché il suo lavoro rappresentava una minaccia alla sicurezza del controllo.

I suoi taccuini furono sequestrati, classificati e consegnati in gran segreto a persone che avrebbero fatto in modo che il materiale più controverso non venisse mai alla luce.

Non c’è bisogno di indovinare il perché: le idee di Tesla mettevano in discussione tutto, dalla religione alla fisica, dalla coscienza al capitalismo.

Egli non vedeva l’umanità come macchine rotte che avevano bisogno di essere riparate, ma come potenti frequenze che avevano dimenticato come sintonizzarsi.

Questa visione non vende bene, non si piega al profitto, non si adatta perfettamente ai sistemi che esigono sottomissione.

Così vi hanno raccontato una storia diversa: che morì povero e solo, ossessionato dai piccioni, che perse la ragione, che era geniale ma imperfetto.

Vi hanno dato una caricatura da studiare mentre la versione reale scompariva negli archivi segreti.

Perché la versione che parlava alla luce, che mappava i sottili strati dell’esistenza, che sosteneva di sentire gli echi dall’altra parte, non poteva essere lasciata esistere, non pubblicamente.

Eppure parti di quella versione sono sopravvissute in lettere scarabocchiate, in interviste private, nei sussurri di coloro che lo hanno incontrato e hanno capito di trovarsi al cospetto di qualcosa che andava oltre il genio.

Tesla non ha nascosto le sue scoperte perché aveva paura, le ha nascoste perché capiva come funzionava il potere.

Una volta disse: “Il giorno in cui la scienza inizierà a studiare i fenomeni non fisici farà più progressi in un decennio che in tutti i secoli precedenti.”

Non era una speculazione, era un avvertimento.

Perché nel momento in cui iniziamo a comprendere la verità, che l’energia, non la materia, è il fondamento di tutta la vita, smettiamo di cercare all’esterno una conferma e iniziamo a ricordare chi siamo.

E quando ricordi, diventi immune ai meccanismi che governano questo mondo, alla pubblicità che sfrutta le tue insicurezze, alle dottrine che promettono la salvezza se obbedisci, ai sistemi che trasformano la tua paura in carburante.

Nessuno di essi funziona una volta che sai che la luce dentro di te non muore, ma si trasforma.

Quindi chiediti perché non ti è mai stato insegnato questo.

Perché Tesla è stato ridotto a una nota a piedi pagina della storia, il suo lavoro più profondo lasciato nell’ombra?

Chi trae vantaggio dalla tua ignoranza? Chi trae profitto dal tuo silenzio?

Le risposte sono semplici. Nel momento in cui ti svegli dall’illusione, smetti di giocare secondo le loro regole.

Smetti di essere un consumatore, un lavoratore, un ingranaggio prevedibile, diventi qualcos’altro, qualcosa di libero.

E la libertà, la vera libertà li terrorizza.

Tesla una volta disse: “La vita è e rimarrà per sempre un’equazione senza soluzione, ma contiene alcuni fattori noti”.

Ciò che ha lasciato non sono solo invenzioni, ma frammenti di quei fattori noti, pezzi di qualcosa di più grande che non gli è mai stato permesso di rivelare completamente.

Perché Tesla non ha solo sperimentato con le macchine, ha sperimentato con se stesso, con la coscienza, con il velo tra questo mondo e qualunque cosa ci sia dopo.

E secondo i suoi scritti privati non si limitava a speculare su ciò che c’è oltre.

Lo vedeva.

C’è un episodio quasi completamente cancellato dalla storia pubblica tramandata nei margini di lettere personali e ricordi sussurrati.

Secondo quanto riferito, Tesla parlò a un amico all’inizio degli anni ’30 di un’esperienza che non registrò mai formalmente.

Durante un periodo di intensa meditazione, combinata con l’esposizione a campi elettromagnetici controllati, Tesla aveva creato un dispositivo destinato ad accelerare la percezione interiore, descrivendo un momento di risonanza rivoluzionaria, come lo definiva lui stesso. un breve ma innegabile passaggio dall’altra parte.

Non un’allucinazione, non un sogno, un momento di presenza all’interno di qualcosa di molto più vasto di qualsiasi cosa i sensi fisici potessero contenere.

Non vide tunnel di luce o figure celesti: quello, disse, era una metafora. Immagini imposte da menti addestrate dalla religione.

Ciò a cui assistette era un campo, una risonanza massiccia e interconnessa che pulsava di intelligenza e memoria.

Ogni vibrazione portava una firma e ogni firma – sosteneva –  era un’anima non come essere isolato che fluttuava nell’eternità, ma come armoniche all’interno di un campo collettivo.

Lo descriveva come entrare in un grande specchio che non rifletteva la tua immagine, ma la tua risonanza totale, ogni scelta, ogni pensiero, ogni emozione inespressa che si propagava verso l’esterno in onde di luce e frequenza.

Diceva che quando una persona muore, questo è ciò che affronta, non il giudizio, non la punizione, ma il ricordo completo, un ritorno al campo dove la frequenza di chi sei veramente non può essere nascosta.

È tutto lì trasmesso, riecheggiato, compreso e in quel momento l’anima non si dissolve semplicemente, decide.

Alcuni scelgono di restare, altri tornano non per karma, non per peccato o dovere, ma per uno scopo.

Tesla credeva che la reincarnazione non fosse un ciclo, ma un perfezionamento consapevole, volontario, preciso, come accordare nuovamente uno strumento regolandolo per ottenere una maggiore chiarezza.

Vedeva la morte non come una fine, ma come un miglioramento, una risintonizzazione dell’energia che permette all’anima di ricongiungersi o rientrare nel campo in una forma diversa.

E, cosa ancora più importante, credeva che questa scelta di rimanere o tornare fosse basata sulla risonanza.

Non si torna perché si è costretti a farlo, si torna perché la propria vibrazione è in sintonia con qualcosa di incompiuto, qualcosa che continua a chiamarci dal campo della memoria.

Questa idea è pericolosa perché significa che nulla ti possiede.

Nessun sistema, nessun Dio, nessuna dottrina.

Significa che la verità è dentro di te e lo è sempre stata, che l’al di là non è un tribunale, è uno specchio e l’unica cosa che troverai lì è la tua frequenza.

Ora pensa a cosa implica davvero.

Significa che la tua vita non è un insieme casuale di eventi, è una forma d’onda, un modello.

Ogni azione che compiamo, ogni intenzione che nutriamo, ogni pensiero che ripetiamo, tutto forma la frequenza che porteremo con noi nello stato successivo.

E se questo è vero, allora vivere nella paura, vivere nella sottomissione non è solo una perdita di tempo, è una distorsione.

Offusca il segnale, ci intrappola in un circolo vizioso di basse vibrazioni e la maggior parte delle persone vive lì tutta la vita senza mai sapere di essere stata sintonizzata dalla mano di qualcun altro.

Tesla voleva che le persone si sintonizzassero da sole, sapessero ascoltare dentro di sé, trovare la propria frequenza e allinearsi con essa, non con quella di qualcun altro.

Questa era la sua vera ossessione, non solo l’energia della Terra, ma l’energia che proviene dall’interno.

Sapeva che non eravamo solo macchine, eravamo trasmettitori, ricevitori, campi di consapevolezza in forme temporanee.

Non sei stato creato per vivere e morire, sei stato creato per ricordare.

E ricordare non deriva dal credere alla verità di qualcun altro, deriva dalla risonanza.

Quando il suono di una frequenza dimenticata ti raggiunge, improvvisamente tutto ti sembra familiare, come qualcosa che hai sempre saputo ma che non riuscivi a esprimere.

Fino ad ora Tesla credeva che l’anima non fosse un sussurro etereo o un’astrazione poetica, ma fosse misurabile, reale, non nel modo in cui gli strumenti odierni possono rilevarla, ma nel modo in cui un ricevitore finemente sintonizzato capta un segnale che la maggior parte delle persone non saprebbe nemmeno che esiste.

Credeva che la vostra coscienza, l’essenza che portate con voi, non svanisce semplicemente alla fine di questa vita, si muove, si trasforma e, fatto forse ancora più importante, sceglie.

Parlava della reincarnazione non come una trappola karmica o un ciclo mistico di punizione, ma come un atto di volontà.

Tesla sosteneva che l’energia di un’anima, una volta entrata nel campo di risonanza dopo la morte, può riconoscere armonie incompiute, vibrazioni che necessitano ancora di una risoluzione, non come punizione, non come costrizione, ma come un invito.

La chiamava raffinamento cosciente, la capacità dell’anima di risintonizzarsi tornando attraverso un altro corpo, un’altra vita, un’altra variazione, un modo non per ricominciare da capo, ma per completare una frequenza.

Per Tesla la reincarnazione non era religiosa, era risonanza.

E questa idea, così semplice e così radicale cambia tutto, perché se scegliamo di tornare, allora la tua vita non ti sta semplicemente accadendo, si sta svolgendo attraverso di te.

Ciò significa che non sei prigioniero del destino o un prodotto del caso.

Sei un partecipante a un processo di ricordo cosciente.

Le tue lotte, i tuoi doni, persino le tue ferite, non sono casuali.

Sono frequenze che sei tornato ad affrontare non per soffrire, ma per padroneggiare.

Pensala in questo modo: se ogni vita è una vibrazione, allora ogni decisione che prendi o accentua o smorza quella vibrazione, ogni volta che segui il tuo intuito invece della paura, ti sintonizzi più vicino a chi sei veramente.

Ogni volta che sopprimi la tua verità per compiacere il mondo, ti sintonizzi male.

Tesla credeva che questa fosse l’essenza dell’evoluzione spirituale, non la fede cieca, ma una calibrazione precisa.

Ha anche accennato a qualcosa di ancora più sorprendente, ovvero che alcune anime ritornano non per se stesse, ma per gli altri, per guidare, per sconvolgere, per ricordare.

Sono coloro che non si adattano, che si sentono più vecchi della loro età, che mettono in discussione tutto.

Tesla credeva che non fossero danneggiati.

Loro stanno ricordando, sono qui per finire qualcosa che è iniziato molto tempo fa o forse sono tornati non per imparare, ma per insegnare.

E se vi siete mai sentiti fuori posto, come se guardaste il mondo attraverso una lente che non riuscite a spiegare, forse non è confusione, forse è memoria non di questa vita, ma di un’altra.

Forse siete tornati non perché dovevate, ma perché qualcosa dentro di voi sapeva che era ora di completare il disegno.

E se questo è vero, allora non state semplicemente vivendo una vita, state finendo una canzone, state allineando la vostra frequenza a qualcosa che avete messo in moto prima ancora di nascere.

La visione dell’anima di Tesla sfidava ogni categoria in cui la scienza e la religione cercavano di inserirla.

Non chiedeva a nessuno di credere, chiedeva di osservare, di sentire, di ascoltare, non con le orecchie, ma con la risonanza del proprio essere.

Sapeva che il sistema dipende dal fatto che tu dimentichi questo, perché una persona che ricorda di aver scelto questa vita non può essere manipolata, non può essere governata dalla paura, non cerca l’approvazione perché capisce qualcosa che il sistema non può toccare, che il suo valore non è dato, è ricordato.

Questo è il vero motivo per cui gli insegnamenti più profondi di Tesla sono stati nascosti, perché se le persone sapessero di aver scelto di venire qui, inizierebbero a porre domande migliori.

Perché ho scelto questo corpo, questa famiglia, questa sfida?

E, ancora più importante, cosa sono qui per ricordare, perfezionare o portare a termine?

Nel momento in cui poni queste domande, non sei più addormentato, sei sveglio all’interno del sogno e quando sei sveglio tutto cambia.

La maggior parte delle persone vive come se la vita fosse un copione consegnato loro alla nascita.

Seguono la trama, imparano le loro battute, non chiedono mai chi l’ha scritto.

Il mondo ti insegna a dare più valore alla prevedibilità che alla presenza, all’obbedienza che all’intuizione, alla performance che alla verità e lentamente, quasi senza accorgertene, diventi una versione di te stesso che si adatta allo stampo, accettabile, commerciabile, gestibile.

Ma Tesla non si è mai adattato, non ha seguito il copione, ha messo in discussione il palcoscenico e questo lo ha reso pericoloso.

Ha vissuto sveglio in un mondo addormentato, un mondo che teme così tanto l’ignoto da aggrapparsi alle bugie solo per sentirsi al sicuro.

Un mondo che considera la verità una minaccia e il silenzio una virtù.

Tesla ha scelto comunque di ascoltare i sussurri tra le interferenze, il ronzio dietro la realtà che la maggior parte delle persone non nota mai.

Sapeva qualcosa che la maggior parte delle persone ancora nega.

La realtà non è fissa, è sintonizzata e tu sei stato sintonizzato per dormire.

Fin dai primi momenti della tua vita ti è stato insegnato cosa credere, come comportarti e dove collocare i tuoi valori.

Stai buono, segui le regole, non fare troppe domande, credi nelle istituzioni, accetta il futuro che qualcun altro ha costruito per te e a un certo punto la tua frequenza, la tua curiosità, il tuo stupore, la tua essenza grezza e selvaggia sono stati smorzati, sostituiti dal rumore, sostituiti con distrazioni.

La tua verità è diventata un segnale di sottofondo in un mondo dominato dal volume più alto.

Tesla ha visto questo per quello che era non un incidente, ma un programma, un sistema costruito non per dare potere, ma per ottundere, perché un’anima ottusa è facile da dirigere, facile da vendere, facile da umiliare, facile da controllare.

Ma lui non si è limitato a resistere al sistema. ha ricablato se stesso, ha scelto la solitudine invece degli applausi, si è sintonizzato su segnali che la maggior parte delle persone non crederebbe nemmeno esistano.

Non ha cercato l’attenzione, ha cercato l’allineamento ed è questo che lo ha reso libero.

Lo senti, vero?

Quella quieta dissonanza, quella sensazione che qualcosa nel mondo sembri scritto, costruito, che i ruoli che tutti recitano non calzano perfettamente, che sotto la superficie c’è qualcosa che non va, non è paranoia, è l’inizio del risveglio e una volta che inizi a vederlo non puoi più ignorarlo.

Si inizia con piccole scelte: la decisione di fermarsi prima di reagire, il coraggio di parlare quando ci si aspetta il silenzio, il rifiuto di misurare il proprio valore in base alla produttività o alla popolarità e soprattutto la volontà di chiedersi “Questa convinzione è mia o mi è stata imposta, questo sogno è qualcosa che ho creato io o qualcosa che mi è stato venduto?”

Il sistema non vuole che ti ponga queste domande, vuole che tu scorra, confronti, consumi, cerchi sempre di raggiungere qualcosa senza mai riposarti, perché il riposo genera riflessione e la riflessione è pericolosa per una società costruita sulla distrazione.

Ma Tesla sapeva che la quiete non era stagnazione, era sintonizzazione.

Ogni momento di silenzio che abbracciava era un altro passo verso la risonanza, verso il ricordo.

Vivere consapevolmente non significa rifiutare il mondo, significa rifiutare di lasciarsi sedurre dalle sue illusioni.

Significa riconoscere che sei più del tuo nome, del tuo lavoro, della tua identità.

Sei consapevolezza, sei intenzione, sei l’unico che può scegliere come usare la tua energia e se sprecarla per sopravvivere o investirla nella verità.

Non hai bisogno del permesso di nessuno per svegliarti.

Non hai bisogno di un’etichetta, di un guru, di un movimento.

Hai solo bisogno di ricordare, di ascoltare, perché una volta che senti il ronzio sotto il rumore, una volta che riconosci il ritmo che è sempre stato lì, qualcosa cambia.

La vita smette di sembrare una performance, comincia a sembrare un messaggio, il tuo messaggio.

E se sei arrivato fin qui, hai già iniziato a sentirlo.

Guardati intorno, non con gli occhi, ma con quel senso più profondo che hai sempre avuto.

Quello che sa quando qualcosa non va, anche quando tutto in superficie sembra a posto.

Non sei solo a pensare che qualcosa sta cambiando, lo senti.

Sempre più persone si stanno risvegliando silenziosamente, lentamente, ma in modo innegabile.

Stanno iniziando a porre domande migliori, a sentire verità più profonde, a allontanarsi dal rumore e finalmente a sentire il segnale sotto tutto questo.

L’illusione sta crollando, non perché è debole, ma perché finalmente siamo abbastanza forti da vedere oltre.

Tesla sapeva che questo giorno sarebbe arrivato.

Non lo chiamava rivoluzione, lo chiamava cambiamento di risonanza, un cambiamento di frequenza così potente da distruggere le illusioni che hanno tenuto prigioniera l’umanità per secoli.

Ma questo cambiamento non avviene attraverso la violenza o la ribellione, avviene nella mente, nel cuore, nelle piccole scelte coerenti di vivere in modo diverso e inizia quando qualcuno, chiunque, ricorda chi è veramente e poi aiuta qualcun altro a fare lo stesso.

Non c’è bisogno di convincere nessuno di nulla, non è necessario combattere direttamente il sistema.

Il più grande atto di resistenza è semplicemente vivere in modo coerente.

Quando dici la verità in un mondo costruito sulle bugie, diventi un distruttore di frequenze.

Quando scegli la presenza invece della performance, la connessione invece della convalida, lo scopo invece dello status, rompi lo schema.

Invia la novità agli altri, ancora intrappolati nell’illusione che qualcos’altro sia possibile, che la libertà non si trova nella fuga, ma nel ricordo.

C’è un motivo per cui ti sei sempre sentito un po’ diverso, come se fossi destinato a qualcosa che non riuscivi a definire.

Non è un’illusione, è il disegno della vita.

Forse hai passato tutta la vita a sintonizzarti, a regolare il tuo segnale, a eliminare le interferenze e ora sta iniziando a trasmettere, sta iniziando a ricordare, ma non devi farlo da solo.

Il sistema vuole che tu sia isolato. È così che sopravvive.

Ti dice che il risveglio è raro, pericoloso, solitario, ma se non fosse così, se fosse contagioso, se bastasse una sola persona che vive pienamente consapevole per accenderne altre decine, è così che funziona la risonanza.

Una frequenza influenza l’altra fino a quando una nuova armonia prende il sopravvento su tutto il campo.

E più siamo a iniziare ad allinearci, più velocemente la vecchia struttura crolla, non nel fuoco, ma nell’irrilevanza.

Tesla non stava cercando di dare vita a una setta, un movimento o un marchio.

Stava semplicemente trasmettendo.

Inviava verità mascherate da idee, aspettando che qualcuno, chiunque, sulla giusta frequenza, le ricevesse.

E tu l’hai appena fatto.

Non importa da dove inizi, ciò che conta è che inizi.

Con onestà, con coraggio, con curiosità.

Il sistema continuerà a respingerti, ti tenterà con distrazioni, ti farà sentire in colpa con aspettative, ti farà vergognare per esserti allontanato dalla norma, ma ora conosci la differenza.

Sentirai il rumore statico, sentirai la discordia in ciò che una volta sembrava normale e cosa più importante, saprai come sintonizzarti fuori da esso, perché una volta che avrai sentito la tua vera frequenza, non potrai più tornare al rumore.

Tesla non ha lasciato una religione, ha lasciato un promemoria.

Un promemoria che tu non sei la tua paura, non sei i tuoi fallimenti, non sei l’identità che indossi per sopravvivere in un mondo che ha dimenticato come vedere chiaramente.

Tu sei frequenza, tu sei vibrazione, tu sei un’onda di coscienza modellata dalla memoria, dall’esperienza, dall’intenzione e quell’onda non finisce con la morte: si trasforma, si espande e se sei disposto a ricordare ritorna più forte, più chiara, allineata.

Questo mondo ha speso miliardi per tenerti lontano da questa verità attraverso sistemi che premiano la tua obbedienza e puniscono le tue domande attraverso un linguaggio che intrappola il tuo spirito in ruoli e titoli, attraverso mezzi di comunicazione progettati per sedurre la tua mente e farti dimenticare ciò che sei venuto a fare qui.

Eppure, nonostante tutto, sei ancora qui.

Ascolti, senti, ricordi. Forse per anni hai sentito che ti mancava qualcosa, come se ci fosse uno strato più profondo della realtà che potevi percepire ma non toccare.

Questa sensazione non è un difetto, è il tuo dono. è la parte di te che non si è mai arresa completamente, che ha rifiutato di lasciare che questo mondo scrivesse il finale della tua storia. Quella spinta interiore, quel silenzioso disagio che hai portato con te per tutta la vita non è una debolezza, è la chiamata al risveglio, perché quando finalmente ricordi chi sei, tutto cambia.

Smetti di cercare l’approvazione di sistemi che non sono mai stati progettati per vedere il tuo valore.

Smetti di aggrapparti a ruoli che ti sembrano vuoti.

Inizia a vivere, non solo a esistere.

Inizia a prendere decisioni che riflettono la tua vera frequenza, non il tuo condizionamento programmato.

Vedi la paura per quello che è. Una nebbia che svanisce nel momento in cui smetti di fuggirla.

Tesla ha visto oltre questa nebbia: sapeva che il mondo fisico, per quanto solido possa sembrare, è solo un’ottava in uno spettro molto più ampio.

Non aveva bisogno di fede, aveva la frequenza e il suo avvertimento era chiaro.

Quando una popolazione teme la morte è infinitamente più facile da controllare.

Ma quando smetti di temere la morte, quando ricordi che la tua coscienza non è limitata a questa forma, tutto ciò che il sistema ha di controllante e coercitivo su di te inizia a sgretolarsi.

Smetti di obbedire, inizi a creare, ti riprendi il tuo tempo, la tua energia, le tue scelte.

Ecco perché hanno seppellito il suo messaggio.

Perché se ricordi chi sei, loro perdono tutto il loro controllo.

Quindi la domanda non è più “Qual è la verità?”.

Tu la conosci già: ha pulsato sotto ogni battito del tuo cuore.

È stata intessuta in ogni sincronicità, nascosta nel silenzio tra i tuoi pensieri.

La vera domanda è: “La vivrai?”

Ora è il momento di dire sì, sia a te stesso, sia al tuo percorso, sia all’armonizzazione della tua vita con la frequenza che era destinata a portare e sia agli altri che ti accompagnano in questo viaggio.

Non devi percorrere questa strada da solo.

Non hai nulla da perdere se non l’illusione.

Buon viaggio.

 

da  YouTube

Numero3404.

 

C O N F E S S I O N E

 

Quello che ho cercato fuori

è dentro di me.

L’amore, l’affetto, il rispetto

che mi hanno dato,

o che ho desiderato ottenere,

hanno sempre abitato

dentro il mio cuore,

insieme al mio coraggio.

Oggi, mi assumo, da solo,

la responsabilità di me stesso,

del mio splendore, perché

nessuno mi ha reso ciò

che volevo essere, solo io.

Esploro il mio interno

e trovo verità e serenità.

Numero3403.

 

D U R E    V E R I T A’

 

Se non impari a dire “no”, il tuo corpo lo farà per te.

Dietro la rabbia c’è spesso dolore non ascoltato.

Ripeti ciò che non hai capito finché non lo guarisci.

Evitare il conflitto non è pace, è paura.

Essere sempre disponibili può essere un modo per sentirsi utili, non amati.

I traumi non risolti diventano comportamenti.

Le emozioni represse trovano sempre un’uscita, spesso nel corpo.

Amare non significa salvare.

La dipendenza affettiva spesso è una ferita d’abbandono travestita.

Non cambierai finché non sarai stanco/a di sopportarti.

 

@AnimaOltreilimiti80

 

Numero3390.

 

I N    C E R C A    D I . . . . D I O

 

Anche la giornata più grigia,

se vuoi, può diventare luce.

Non perché cambi il cielo,

piuttosto perché cambi tu.

E impari a fidarti della vita,

anche quando non ti dà

ancora le risposte che cerchi.

Smetti di pretendere certezze

e inizia a cercare la verità.

Dio non sta dove lo cercavi,

ma dove non volevi guardare,

perché ti hanno insegnato

a credere senza domandare.

Dio c’è, ma dentro di te.

Ogni volta che l’uomo

tenta di rinchiudere Dio

in un tempio, in un nome,

in un’immagine, lui, invece,

ne esce, disintegra, distrugge

le tue certezze, per rivelare

una presenza più grande

e ti invita a seguirlo, ancora

una volta, nel deserto, perché

questo deserto, in fondo,

non è solo un luogo geografico,

ma è uno stato dell’anima,

è quello spazio vuoto

in cui cadono tutte le illusioni,

in cui le sicurezze si sgretolano,

in cui il rumore del mondo

si spegne e resti solo tu

con le tue domande umane.

Il deserto non è una punizione,

è una chiamata. Lì Dio si rivela,

non con tuoni e lampi,

ma con una voce leggera,

che non impone ma sussurra,

che non ordina ma invita,

e proprio lì, nel silenzio, accade

qualche cosa di rivoluzionario.

Scopri che Dio non è venuto

a risolvere i tuoi problemi,

ma a stare con te in mezzo ad essi,

che non è venuto a premiarti

per la tua purezza ed osservanza,

ma ad amarti nella tua fragilità.

Lui non chiede sacrifici ma verità,

non perfezione ma autenticità,

non rituali ma giustizia, non cieca

obbedienza, ma libertà responsabile.

E allora, nel profondo, capisci che

l’unico tempio è il cuore,

che la legge più grande non è

scritta nella pietra, oppure

nei sacri messali, ma è

dentro di te, nella tua coscienza.

Che il vero culto non è quello

fatto di parole e di gesti ripetuti,

ma quello che nasce da una vita

consapevole ed onesta, ma

giusta anche, e soprattutto,

per te, da cui puoi ricavare,

senza paura, la tua felicità.

Tu non sei nato soltanto

per sopportare ciò che ti pesa,

per cercare di salvare qualcosa

che non ti appartiene più.

Tu meriti pace, non catene.

L’amore di Dio per te coincide

con l’amore che hai per te stesso,

è vero amore perché e purché

ti lasci libero di essere come sei,

senza vincoli e precetti umani

imposti fuori della tua coscienza.

 

 

Numero3384.

 

C O N T R O L L O    D E L L E    C O S C I E N Z E    A T T R A V E R S O    L A    R E P R E S S I O N E    S E S S U A L E

 

È quello che ha messo in atto la Chiesa per molti secoli fino ai giorni nostri.

La repressione sessuale sistematica crea dipendenza psicologica.

Perfino i preti, a cui è imposto il celibato, a partire dal 1073 d.C. per volere di Papa Gregorio VII (Ildebrando di Soana), diventano emotivamente vulnerabili, controllabili, manipolabili.

Coloro che reprimono i desideri naturali del corpo, creano mostri nell’anima.

Il celibato sacerdotale è la prostituzione dell’anima nel nome di Dio.

Creare la malattia e vendere la cura, denunciare, stigmatizzare il problema e presentarsi come soluzione: è il delitto perfetto che diventa benefattore.

La Chiesa ha sequestrato la stessa definizione di spiritualità umana, ha trasformato la repressione in virtù, la sofferenza in santità, la negazione della natura umana in vicinanza a Dio.

Ha fatto credere che reprimere la sessualità rende le persone più spirituali: è la matrice di controllo più sofisticata della storia, perché ha fatto, e fa, sentire in colpa miliardi di persone, per il semplice fatto di essere umane.

L’ipocrisia – perché è di questo che si tratta – non è un difetto del sistema, è il sistema stesso, che funziona perfettamente: libertà sessuale per i vertici, repressione sessuale per i sottoposti ed addetti ai lavori.

Dice Baruch Spinoza: “La Chiesa non salva le anime, le cattura”.

La colpa sessuale è uno strumento di ingegneria sociale per instaurare il tipo di società che serve meglio agli interessi della Chiesa.

Non stanno salvando anime, stanno creando un gregge, una nuova specie di esseri umani, una versione castrata di uomini colpevoli, dipendenti dalla autorità esterna, sottraendo loro qualsiasi sensazione di autostima.

La Chiesa ha creato la più grande prigione mentale della storia, dove i prigionieri chiudono essi stessi le porte dall’interno e buttano via la chiave dalla finestra.

Non si tratta di denaro, non si tratta di potere temporale, ma di qualcosa di molto più ambizioso: creare una versione dell’umanità incapace di autogoverno spirituale e dipendente eternamente dall’autorità esterna, tramite l’osservanza di dettami morali, comportamentali e di pensiero, che si attuano con un automatismo algoritmico.

Usare la repressione sessuale fa frammentare la connessione naturale fra corpo e anima, creando vuoti psicologici che solo l’autorità ecclesiastica può riempire.

Loro sanno che gli esseri umani sessualmente realizzati sono spiritualmente indipendenti, liberi, sono connessi con la propria divinità interna, sono difficili da controllare.

Hanno deciso di rompere questa connessione, ad esempio, di intercettare lo sviluppo spirituale del bambino attraverso la colpa sessuale precoce, di creare dipendenza emotiva cronica attraverso la negazione degli impulsi di connessione umana, di trasformare la naturale autostima in bisogno di convalida esterna costante.

È un manuale per creare schiavitù psicologica in persone che, altrimenti, si sentirebbero libere.

Il progetto della Chiesa non è solo quello di dominare i corpi, ma soprattutto quello di dominare le anime, rendendo impossibile agli esseri umani di accedere alle proprie fonti interiori di valori, di significati, di connessioni col divino.

È il più grande crimine contro la coscienza umana mai documentato.

Ha sequestrato la spiritualità naturale della specie, sostituito l’autenticità divina con la dipendenza istituzionale.

Nei secoli, la Chiesa ha tracciato l’esempio di un sistema di potere che tutti i governi venuti dopo hanno adottato.

Governi che infantilizzano i cittadini con sistemi educativi che distruggono la creatività naturale, con media che coltivano insicurezza costante, con industrie che vendono soluzioni a problemi che esse stesse creano.

Tutti seguono lo stesso schema che la Chiesa ha perfezionato e istituzionalizzato mille anni fa:

Frammentare la connessione interna,

creare dipendenza esterna,

rivendere ciò che è stato sottratto e rubato.

Spinoza si è reso conto che la repressione sessuale sistematica non creava solo dipendenza emotiva, creava disconnessione dall’intuizione naturale, dalla saggezza corporea, dalla capacità di sentire interiormente la verità.

Gli esseri umani sessualmente repressi perdono l’accesso al proprio sistema interno di navigazione spirituale, diventano incapaci di distinguere la verità dalla menzogna, usando le sensazioni corporee dipendenti da autorità esterne per definire la realtà.

È castrazione epistemica, rimozione della capacità naturale di conoscere.

La Chiesa controlla non solo ciò che le persone fanno, controlla come conoscono, come distinguono il reale dal falso, il vero dal bugiardo: è il controllo della stessa percezione della realtà.

Per secoli ha funzionato così bene che, anche oggi, la maggior parte delle persone non si fida della propria intuizione, ha bisogno di specialisti, di autorità, di istituzioni, per convalidare la propria esperienza interna.

Ha scritto Spinoza: “L’unica rivoluzione reale è la rivoluzione della coscienza individuale, contro tutti i sistemi che ci rivendono la nostra stessa divinità”.

Come fare questa rivoluzione?

Ricollegarsi alla saggezza interiore,

fidarsi della propria intuizione spirituale,

smettere di cercare la convalida esterna per le esperienze interne.

La Chiesa ha creato il problema della disconnessione spirituale e vende la soluzione della mediazione divina.

Oggi, la tecnologia crea il problema della disconnessione umana e vende la soluzione della connessione digitale.

Il governo crea il problema della sicurezza sociale e vende la soluzione del controllo esterno e forzoso.

Cosa fare?

Smettere di cercare fuori ciò che può essere trovato solo dentro,

smettere di esternalizzare la nostra connessione con il divino,

smettere di vendere la nostra autonomia spirituale, per promesse di sicurezza esterna.

La rivoluzione deve avvenire nella coscienza individuale.

Loro temono una umanità spiritualmente autonoma, connessa con la saggezza interiore, non manipolabile da autorità esterne.

Non abbiamo bisogno di loro, non avremmo mai dovuto averne, e non ne avremo mai.

 

Numero3383.

 

N O L I    F O R A S    I R E

 

Noli foras ire,

in te ipsum redi:

in interiore homine

habitat veritas.

 

Non andare fuori,

torna in te stesso:

nell’intimo di un uomo

risiede la verità.

 

San Agostino.

 

e prosegue:

 

et si te inveneris mutabilem,

trascende et te ipsum.

 

e se ti troverai mutevole,

trascendi anche te stesso.

 

Qui San Agostino, uno dei padri fondatori del pensiero cristiano enuncia un principio che, al giorno d’oggi, sembra addirittura blasfemo.

Se la verità risiede nella coscienza (o consapevolezza) umana, allora non c’è bisogno della intermediazione di Istituzioni, come la Chiesa, che trasmenttono ai credenti la verità rivelata, da essa stessa confezionata.

Ecco, sembra ci sia stato un “lapsus freudiano”. Eppure, sono disposto a dargli ragione.

Numero3376.

 

da  QUORA

 

Scrive Luna 50, corrispondente di QUORA.

 

V E R E    D O N N E

 

Uomini, non è vero che non esistono più vere donne!…Certo non è facile trovarle, ma queste si distinguono e le riconoscete subito!…Sono quelle che camminano a testa alta!..Quelle che non hanno paura di dire la verità!…Quelle che non invidiano nessuno perché sanno quanto valgono!…Sono quelle che profumano: di gentilezza, discrezione e dignità!…Sono sì sensibili e delicate, ma tenaci come poche!…Quel tipo di donne, non ha bisogno di competere con nessuno perché non ne sente il bisogno!…E ricordatevi che queste vere donne, non si lasciano conquistare con fronzoli vari e giri di parole: ma solo con i fatti, il rispetto, la gentilezza e la sincerità!…E a loro volta, sono attratte solo da ‘ veri’ uomini!….Certo, ci sono anche quelle che credono basti indossare un vestito firmato, per sentirsi una vera donna…Ma quelle vere di firmato, hanno solo l’anima!..E con quella, mi dispiace…ci si nasce!…Queste sì che fanno la differenza!…

E queste vere donne, sanno anche che…. L’età non conta. Tanto, quello che non è successo in una vita può succedere in un attimo.

Numero3351.

 

F A K E    N E W S

 

Le persone preferiscono

accettare la menzogna

camuffata come verità,

e non la nuda verità.

 

La bugia viaggia in tutto

il mondo, vestita come verità,

soddisfacendo le esigenze

della società, perché, in ogni

caso, gli uomini non hanno

alcun desiderio di conoscere

la nuda verità, per conservare

le illusioni che coltivano per sè,

o che altri hanno loro inculcato.