da QUORA
Scrive Vincenzo Politi, corrispondente di QUORA
Quali cose il mondo invidia all’Italia?
- Cose molto superficiali, come il cibo, il bel tempo e la moda. Questo può essere un limite per gli italiani stessi. Immagina un professionista italiano che va all’estero e che NON lavora nel campo della cucina o della moda. Non dico che incontrerà ostilità ma, inconsciamente, verrà preso poco sul serio. Un po’ come un giapponese che va a lavorare in Europa o in America: se si occupa di tecnologia e intelligenza artificiale, allora va bene, perché “i giapponesi sono bravi in quelle cose”, ma se vuole fare lo stilista, allora incontrerà delle resistenze. Stessa cosa per gli italiani che vogliono lavorare in campi che non rientrano in quelli in cui, per stereotipi, “gli italiani sono bravi”.
- Cose che gli italiani stessi non apprezzano affatto: l’arte, le città, la storia della musica classica (Verdi, Bellini, Rossini, Donizetti, eccetera), la storia del cinema (neo-realismo, Fellini, Visconti, Antonioni, eccetera). All’estero siamo conosciuti per questo, in Italia non sappiamo manco chi sia Bernini. Molti apprezzano anche alcuni scrittori italiani: Pavese, Calvino, Eco ed altri sono conosciuti in tutto il mondo. In Italia, leggiamo Moccia e Fabio Volo, al massimo la biografia di Corona. La lingua italiana, pur essendo praticamente inutile, visto che è parlata solo in Italia e in qualche cantone Svizzero, è una delle più studiate al mondo – dicono addirittura che sia più studiata del francese! Questo perché, all’estero, la lingua italiana è considerata chic, una lingua di nicchia, una lingua culturale. Chi studia canto lirico deve sapere soprattutto l’italiano, visto che i libretti delle più grandi opere sono scritte nella nostra lingua; a seguire, vengono francese e tedesco. Chi studia storia dell’arte, anche all’estero, prima o poi con la lingua italiana dovrà farci i conti. Tutti amano anche l’estrema eleganza e la naturale musicalità dell’italiano. Questo, all’estero. E nelle strade italiane? Altro che estrema eleganza e musicalità dell’italiano! Congiuntivi sbagliati, parole pronunciate male, una totale mancanza di rispetto per le regole grammaticali di base. Un’ignoranza diffusa che va dal cosiddetto popolo fino alle classi politiche attuali. E, per giunta, tutti che si vantano della loro totale e imbarazzante ignoranza. Pare che saper coniugare i verbi, di questi tempi, sia troppo ‘radical chic’. Poi, cosa voglia dire, ‘radical chic’, nessuno te lo sa dire. Per non parlare di quelli che si credono ‘international’ e creano mostruosità aberranti tipo ‘apericena’, o parole in inglese, o in una specie di inglese, pronunciate malissimo e ‘italianizzate’ alla bell’e meglio. Una coltellata ai timpani sarebbe meno dolorosa.
In conclusione, all’estero ci invidiano le cose belle ma che, alla fine, non sono poi così fondamentali (si può vivere pure senza la pizza e il mandolino), oppure cose che appartengono al patrimonio storico e culturale dell’Italia e che, paradossalmente, gli italiani stessi stanno sistematicamente distruggendo. Un po’ come l’opera di “distruzione culturale” compiuta dagli sciacalli dell’ISIS, che per difendere il Medio Oriente lo stanno letteralmente demolendo, più di quanto avrebbe potuto fare il tanto temuto Occidente infedele e peccatore!