C’è chi va a scuola.
C’è chi insegna a scuola.
C’è chi fa scuola.
C’è chi una scuola …. la fa.

Prima di scrivere una sola parola sul seguente argomento, mi sono premurato di chiedere il consenso del mio carissimo amico Efrem Cosmacini. È stato lui a rifilarmi una brochure di presentazione di quella che lui ha chiamato “la mia creatura”. E lo ha fatto con una luce negli occhi, non so se più di consapevolezza o più di orgoglio, come se si fosse trattato di un altro suo figlio. E come a un figlio, a questa sua “messa in opera e funzione” lui ha dato la sua vita, la sua passione e l’entusiasmo di chi sa che di cultura e per la cultura si vive.
I nostri comuni studi classici, siamo stati entrambi “Stellinari” ai bei tempi, ci hanno insegnato che il sapere e la curiosità per lo scibile e le scienze sono un retaggio, un investimento, una ragione di vita. Insieme con l’apertura mentale che non esclude né la mitezza e la tolleranza, né la determinazione e l’ambizione.
Ecco il concetto che mi è spontaneamente scaturito per definire il suo progetto: ambizioso.
Ambizioso nell’ideazione, nella realizzazione, nella conduzione per decenni. Un progetto concepito e portato avanti fra comprensibili difficoltà, ma con grande, riconosciuto, meritorio successo. Nella sua consueta pacatezza e misura, porgendomi l’opuscolo illustrativo, Efrem mi ha detto: “Guardalo con gli occhi di quarant’anni fa”. È proprio per questo che ne sono rimasto coinvolto e stupito.
Io non conoscevo l’ “Istituto Kennedy” di Udine. Ne avevo solo sentito parlare, ma non c’ ero mai neanche passato davanti. Ora che ho potuto rendermi conto, dall’osservazione delle immagini e dei testi del fascicolo, di cosa sia stato e di cos’è tuttora, beh posso dire: “Bravo, Efrem!”. Altro che quarant’anni fa! Sembra che questa Scuola Privata Parificata, abbia avuto il suo esordio quattro anni fa.
La struttura dell’edificio, gli allestimenti, gli arredi di tutti gli ambienti sono attualissimi e contemporanei adesso, le attrezzature e i laboratori appaiono all’avanguardia delle correnti tecnologie. A quel tempo dovevano costituire qualcosa di veramente avveniristico. Il personale didattico e amministrativo, mi racconta Efrem, era di assoluto prim’ordine: 110 persone. E lui era il Direttore della Società e del Consiglio di Amministrazione.
Sapete, non sono molti coloro che sognano e progettano di fondare una scuola, pur che si possa sempre considerare un “business”.
Credo che molti potrebbero progettare piuttosto di aprire una discoteca o un ambiente da “movida”, perché di questo c’è richiesta sul mercato.
Gli imprenditori del “nulla” hanno spesso riempito i vuoti della società relazionale. Chi, quarant’anni fa, si è intestardito a creare dal nulla, sì, imprenditore dal nulla, perché così è stato, una scuola non statale, oggi sarebbe considerato un “fuori di testa”, un costruttore di cattedrali nel deserto.
Eppure, lo dico alle generazioni presenti e future, la cultura e il sapere hanno sempre “fatto la differenza”.
Promuovete l’istruzione, la didattica, l’educazione all’apprendimento e al senso civico, come ha fatto, da pioniere, Il mio inestimabile e, spero, inossidabile amico Efrem . Solo così il mondo diventerà migliore.
Questo è il commento di Efrem Cosmacini. Lo pubblico io, perché mi è arrivato sul cellulare e spero che Efrem sia consenziente: tanto siamo abituati a scambiarci i commenti ormai da un bel po’.
[10:43, 22/6/2021] Efrem: Caro amico, ho letto con immenso piacere il tuo commento sul blog ; non ti nascondo che mi ha commosso, i ringraziamenti sono ovviamente non solo dovuti e scontati ma soprattutto sinceri. Ho copiato il tuo scritto e l’ho girato a mio figlio e ai miei fratelli. Hai detto bene: del Kennedy ero orgoglioso e lo sentivo come un amato figlio. Il tuo giudizio ha rafforzato quell’ orgoglio che mai mi aveva abbandonato. Sei un Grande ; grazie, ma per davvero ! Efrem
[11:51, 22/6/2021] Alberto Visintino: Grazie a te, amico mio!
Caro Alberto,
nulla in contrario alla pubblicazione di quanto ti avevo inviato sul cellulare, ci mancherebbe !
Quanto ti avevo scritto rispecchiava fedelmente i miei sentimenti … ho ritenuto però di non scrivere allora , ma lo faccio ora , l’imbarazzo che mi ha procurato.
Troppi gli elogi , veramente troppi ! Eppoi sono meritati ? E se sì in toto o in parte ?
Forse si dovrebbe attribuire una non marginale quota del ” successo “,e quindi degli elogi , alla Fortuna.
Fortuna che innegabilmente mi ha baciato in fronte !
Non voglio con queste righe ottenere ulteriori elogi , non ne sono alla ricerca ; la soddisfazione di quanto fatto è un quid che mi porto nella mente e nell’anima e che è quanto mai difficile , forse impossibile , trasmettere ad altri.
Rimane , certo , la consapevolezza di aver lasciato una , seppur minima , traccia nella storia , ma , credimi , in parte non piccola dovuta alla Fortuna .
Mandi, amico mio .