Numero2250.

 

LETTERA AD UN AMICO…. A CUORE APERTO

 

Caro amico,

non ti nomino per il rispetto della tua privacy e della particolarità del momento che stai attraversando, tuttavia, sento il bisogno di farti sentire la mia vicinanza. Sul tuo ricovero in ospedale avevo tentato di sdrammatizzare, definendolo “tagliando”, un po’ per celia, tu sai che l’ironia è il mio pane e mi scuserai, un po’ per una sorta di esorcismo apotropaico, e mi scuserai anche i paroloni, ma so che con te li posso adoperare. So, adesso, anche da fonti indirette, che hai subito un altro dei tuoi interventi operatori che ti restituirà, vivamente lo spero, la tua salute normale e che tutto è andato bene. Non mi permetto di entrare nella specificità dell’evento, per gli stessi motivi prima accennati, ma è importante che tu sappia che sono stato in pensiero ed in ansia per le tue condizioni, nonostante l’ironica minimizzazione. Solo adesso mi sento confortato e aspetto che tu mi contatti, in prima persona, anche con poche parole, per dirmi di te e di come va.
Ho deciso di scrivere quanto stai leggendo, sul BLOG: ho pensato che tu, nelle lunghe, interminabili ore della degenza, avrai sicuramente il tempo di dare una scorsa alle mie ultime novità pubblicate, cosa che fai, e assiduamente, da sempre. Di questo ti ringrazio, ma mi fa gioco approfittare della tua frequenza per trasmetterti il mio messaggio diretto, se non altro che per farti un po’ di compagnia. Il BLOG è diventato, per noi due, un luogo di incontro, qualche volta anche di scontro, ma quasi sempre di confronto e di evoluzione, mentale ed amichevolmente sentimentale, circa i tanti argomenti e problemi che la vita ci ha dato e che abbiamo affrontato e risolto, ciascuno a modo suo, traendone personale esperienza. Magari, ci era mancata la tribuna, l’agorà, dove dare la stura alle nostre esternazioni, fosse anche soltanto inter nos. Il BLOG mi fa pensare, in qualche modo, a Platone e al suo “mondo delle idee”, che abbiamo studiato nella Storia della Filosofia. Ecco, è un sito virtuale/digitale dove ci si può, liberamente, esprimere: penso alla etimologia pura di quest’ultima parola, e mi viene in mente un tubetto di dentifricio che, per dare la sua pasta, deve essere spremuto.
Anzi, meglio, a furor di metafora, penso ai tubetti di colori diversi che i pittori usano per stenderli, prima sulla tavolozza e poi sulla tela, con le loro artistiche pennellate, dando forma e significato visivo alle immagini. Così, tu spremi il tuo colore, io il mio e insieme diamo corpo ad un miscuglio variegato di istoriazioni. Non siamo mica artisti, ma esperti della vita sì, e possiamo dire la nostra dipingendola, con le nostre personali interpretazioni.
Amico mio, ti aspetto, fuori dal BLOG, al più presto nella tua forma migliore, per condividere con te, ancora, le partite di doppio a tennis e i discorsi in compagnia. Recupera la salute e rinnova la gioia di vivere, che so non ti è mai venuta meno. Uomini come te non possono mai permettersi il lusso di dare default.
Altrove, in passato, ti ho salutato con la formula di congedo  “Ave atque vale” che, mai come in questo caso, è formula di augurio sincero: ti saluto e stammi bene. È un saluto e la parola stessa evoca il concetto di salute, che il cielo ti deve concedere a larghe mani.
E poi, ancora, lo ripeto anche qui, con sentita e orgogliosa deferenza: “In manu Dei” (nelle mani di Dio), oppure “Mane diu” (Rimani a lungo) sono le interpretazioni etimologiche che si riassumono e compendiano nel più bel saluto che io conosco: MANDI.

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