da QUORA
Scrive Armando La Torre, corrispondente di QUORA
Il giorno che cambiò la Chiesa: le vere ragioni delle dimissioni di Papa Benedetto XVI.
Il giorno in cui Papa Benedetto XVI annunciò le sue dimissioni, l’11 febbraio 2013, il mondo intero si fermò. La Chiesa, quella struttura marcia fino al midollo, fondata su millenni di ipocrisia e potere, era improvvisamente scossa dalle fondamenta. Ma parliamoci chiaro: Benedetto XVI non si è dimesso per “stanchezza” o per “motivi di salute”. Queste sono le solite fesserie che la Chiesa propina a quei fedeli beoti che credono ancora nella santità del sistema. Le vere ragioni delle sue dimissioni puzzano di escrementi e marciume a chilometri di distanza.
Ratzinger, al di là della facciata da topo di biblioteca e delle omelie noiose come la morte, non era un idiota. È stato per anni il perfetto guardiano del dogma, un pastore dei lupi travestiti da pecore. Ma proprio quando ha messo le mani sul trono di San Pietro, ha iniziato a scoprire cosa realmente si nasconde dietro le sacre mura vaticane. Non sono solo i preti pedofili il problema, quello lo sanno pure i sassi e la Chiesa li copre con la stessa disinvoltura con cui si soffia il naso. Il problema più profondo è il vero potere, quello che non appare nei documenti ufficiali, quello che si muove dietro le quinte con la delicatezza di una spinta in mezzo alle budella.
Benedetto si è trovato con la melma fino al collo. I soldi, le alleanze segrete, le connessioni con banche sospette, traffici illeciti, giochi di potere che avrebbero fatto impallidire Machiavelli. Si parla di ricatti, scandali sessuali, intrighi finanziari che coinvolgevano cardinali e affaristi corrotti fino al midollo. Un’intera struttura mafiosa ben nascosta dietro gli incensi e le preghiere. Che cosa credi? Che il Vaticano, quella macchina infernale di potere, stia lì a perdere tempo a predicare pace e carità? Svegliati. Sono lì a mantenere il controllo, a gestire patrimoni che farebbero sfigurare i magnati più ricchi del pianeta.
Benedetto XVI aveva capito di essersi infilato in una trappola. Ha provato a fare pulizia, a eliminare qualche scheletro dall’armadio, ma si è reso conto che quello non era un armadio, era un mausoleo. E che fare? Continuare a giocare il ruolo del pastore mansueto mentre ti soffocano alle spalle? O fare l’unica cosa possibile per evitare di finire in qualche scandalo che ti avrebbe distrutto la vita e la reputazione? Le dimissioni sono state la sua fuga, la sua via d’uscita da una gabbia di serpenti pronti a morderti alla gola appena volti le spalle.
Alcuni dicono che ci sia stato anche un ricatto vero e proprio. Non ti sorprenderebbe sapere che certe informazioni, se fatte trapelare, avrebbero portato giù non solo lui, ma un’intera generazione di vescovi e cardinali. Magari qualcuno è venuto a bussare alla sua porta, con una bella valigetta piena di prove inconfutabili su qualche schifezza che il mondo non avrebbe mai dovuto vedere. Immaginati la scena: il Papa, il vicario di Cristo in Terra, con un dossier in mano, sudato e pallido come un morto, che realizza che non c’è più scampo. Benedetto, con tutto il suo amore per la dottrina e la teologia, ha semplicemente scelto di mollare.
L’elezione di Papa Francesco, guarda caso, è arrivata subito dopo. Il buon gesuita, che si è subito posizionato come “l’uomo delle riforme”. Ma davvero c’è qualcuno che crede che la Chiesa possa essere riformata? Questa istituzione è marcia fino all’osso e non c’è niente da salvare. Ogni volta che provano a fare una “pulizia”, semplicemente spostano qualche pedina da un angolo all’altro, ma il fetore rimane.
Le dimissioni di Benedetto XVI non sono state un atto di umiltà o di saggezza. Sono state il gesto disperato di un uomo che ha capito di essere circondato da un branco di lupi affamati, pronti a sbranarsi a vicenda per una briciola di potere. Benedetto è scappato perché aveva capito che, restando, sarebbe affondato con loro. Ha preferito sparire piuttosto che essere ricordato come il Papa che ha visto crollare tutto il sistema sotto i suoi piedi.
Quindi, quando la gente parla di “motivi di salute” o di “anzianità”, puoi tranquillamente ridergli in faccia. La realtà è molto più sporca, cinica e disumana di quanto la gente voglia credere. E il Vaticano? Beh, quello continuerà a esistere, con i suoi giochi di potere, i suoi segreti e la sua dannata ipocrisia. Che Dio li perdoni, perché qui sulla Terra di perdono non ce n’è proprio per nessuno.