da QUORA
Scrive Gaetano Antonio Riotto, corrispondente di QUORA
U N A S T O R I A D I O G G I
Una maestra stava correggendo i compiti dei suoi studenti.
Nel frattempo, suo marito passeggiava per casa con lo smartphone in mano, immerso nel suo gioco preferito.
Quando arrivò all’ultimo compito da correggere, la maestra iniziò a piangere in silenzio.
Il marito, vedendola, le chiese:
— Cosa è successo?
La moglie rispose:
— Ieri ho dato come compito ai miei studenti di scrivere qualcosa sul tema “IL MIO DESIDERIO”.
Il marito disse:
— Va bene, ma perché piangi?
La moglie, trattenendo le lacrime, rispose:
— Correggendo l’ultimo compito, non sono riuscita a trattenere il pianto.
Il marito, incuriosito, chiese:
— Cosa c’era scritto di così commovente?
La moglie cominciò a leggere:
Il mio desiderio è diventare uno smartphone.
I miei genitori amano molto il loro smartphone.
Si prendono cura del loro smartphone al punto che a volte si dimenticano di prendersi cura di me.
Quando mio padre torna stanco dal lavoro, ha tempo per il suo smartphone, ma non per me.
Quando i miei genitori stanno facendo qualcosa di importante e lo smartphone squilla, al primo squillo rispondono subito, ma non fanno altrettanto con me…
anche se sto piangendo.
Giocano con il loro smartphone, ma non con me.
Quando parlano con qualcuno al telefono, non mi ascoltano, anche se sto dicendo qualcosa di importante.
Quindi, il mio desiderio è diventare uno smartphone.
Dopo aver ascoltato quelle parole, il marito si commosse e chiese alla moglie:
— Chi ha scritto questo tema?
La moglie, con gli occhi lucidi, rispose:
— NOSTRO FIGLIO.
GENITORI, ricordate:
I dispositivi elettronici sono utili, ma sono pensati per facilitarci la vita, non per sostituire l’amore verso la famiglia e le persone care.
I bambini vedono e sentono tutto ciò che accade intorno a loro.
Le esperienze si imprimono nella loro mente lasciando segni che durano per tutta la vita.
Prendiamocene cura, affinché crescano con i valori giusti e senza falsi bisogni.