S A G G E Z Z A E S C I O C C H E Z Z A
I saggi parlano
perché hanno
qualcosa da dire.
Gli sciocchi parlano
perché hanno
da dire qualcosa.
Platone
Cosa ci insegna la vita… testamento spirituale di un libero pensatore
S A G G E Z Z A E S C I O C C H E Z Z A
I saggi parlano
perché hanno
qualcosa da dire.
Gli sciocchi parlano
perché hanno
da dire qualcosa.
Platone
A V E R E R A G I O N E
Sapete cosa si nasconde dietro il nostro bisogno di avere ragione?
E non è una battaglia per il potere, né una questione di superiorità e di orgoglio: “Ho ragione, ho vinto”. No.
Ma dietro il combattere per la nostra opinione, c’è il nostro bisogno originario e atavico di sintonizzazione.
Quando sentiamo che la persona che amiamo, o la persona per noi importante, la pensa diversamente da noi, per noi rappresenta lo stesso rischio, e quindi la stessa terribile sensazione che, forse, abbiamo sperimentato da piccoli, di perdere la figura di attaccamento primario.
Ovvero, chi ha avuto esperienza del fatto che, se, da piccolo, faceva qualcosa di diverso, o la pensava diversamente da lei, perdeva, per un po’, il suo affetto.
Alcuni, addirittura, ricevevano una totale svalutazione: “La pensi diversamente da me, perciò il tuo pensiero non vale. Quindi tu non hai valore per me.”.
Allora, di fronte a questo rischio, ormai diventati grandi, facciamo di tutto per portare l’altro a pensarla come noi, per sentirlo vicino a noi, per sentirlo connesso.
A tal punto che, quando poi l’altro ci dà ragione, proviamo un sollievo fisico, non morale: “Sei con me, sono al sicuro”.
Ecco cosa c’è davvero dietro il bisogno di avere ragione: il terrore di perdere la sintonizzazione e il bisogno di sentire che non siamo soli.
E, quindi, chiederete: Bisogna dare sempre ragione all’altro?” NO.
Bisogna imparare a rimanere sintonizzati anche nel conflitto. Forse, è così che diventiamo adulti.
@agnesescappini
I L S I L E N Z I O I N T E R I O R E
È L A V O C E D E L L ‘ U N I V E R S O
Nel silenzio, senti verità
che il rumore copre.
Le risposte più importanti
arrivano quando taci.
Il silenzio è una frequenza,
non un vuoto. L’universo
sussurra nei momenti di
quiete. La mente piena non
ascolta, la mente calma sì.
Il silenzio è il linguaggio
dell’intuizione. Quando fai
spazio, arrivano le risposte.
Il silenzio interiore è
la tua guida più antica.
Il meglio dei libri YouTube
B U O N I C O M P O R T A M E N T I (senza farli notare)
Parla lentamente, come se avessi tutto il tempo del mondo.
Non sorridere a tutti, il rispetto si conquista, non si regala.
Cammina con calma, come se fosse il mondo ad aspettarti.
Ignora le battaglie inutili, scegli con cura quelle che meritano il tuo focus.
Non giustificarti mai, chi ti capisce non ha bisogno di spiegazioni.
Non dire tutto, il mistero è potere.
Sii educato, ma mai compiacente.
Non cercare approvazione, la tua autostima non è un voto popolare.
Ascolta più di quanto parli, chi osserva comanda il gioco.
Taglia senza rimpianti ciò che ti indebolisce.
Ricorda: l’assenza, a volte, fa più rumore della presenza.
PeoGix YouTube
F R A S I A S S E R T I V E
Quando qualcuno ti interrompe, di’ con calma: “Lasciami finire, poi ti ascolto”.
Se minimizzano ciò che provi, rispondi: “Puoi non capire, ma questo è importante per me”.
Se alzano la voce, di’: “Possiamo parlarne, ma non in questo tono”.
Se ti fanno sentire in colpa, di’: “Non sto facendo niente di male nel proteggermi”.
Se cercano di manipolarti, di’: “Questa conversazione non mi sembra onesta, preferisco fermarmi qui”.
Se invadono il tuo spazio, rispondi: “Mi serve un momento per me, ti risponderò dopo”.
Se ti mancano di rispetto in pubblico, di’: “Questo non è il luogo, né il modo per parlarne”.
Se ti fanno pressioni, dichiara: “Ho bisogno di tempo per decidere, e lo prederò”.
Se ti accusano ingiustamente, rispondi: “Non condivido la tua versione dei fatti”.
Se provano a farti dubitare di te, di’: “Conosco i miei limiti, e non ho bisogno di giustificarmi”.
@AnimaOltreilimiti80.
P A R L A R E A S E S T E S S O
Le parole che usi dentro
creano il mondo che vivi fuori.
Se ti parli con amore,
costruisci fiducia.
Se ti insulti, diventi
la tua stessa barriera.
La voce più potente
non è quella degli altri,
ma soltanto la tua.
Il dialogo interiore
decide chi diventi.
La tua mente ascolta
tutto ciò che dici di te.
Trattati come tratteresti
qualcuno che ami.
Cambia il modo in cui ti parli
e cambierà la tua vita.
da YouTube.
L A D R O G A D E I S O C I A L
Attenti a quelli che,
continuamente,
cercano la folla.
Perché, da soli,
non sono nessuno.
Charles Bukowski.
C O L L O Q U I C O N CHATGPT (Intelligenza Artificiale).
Da un bel po’ di tempo, intrattengo straordinarie conversazioni con l’Intelligenza Artificiale (ChatGPT), ponendo vari e diversificati quesiti, a cui lui/lei – non è ben definito il sesso, ma credetemi basta e avanza l’univocità del pensiero – risponde con una proprietà di termini e di ragionamenti davvero ineguagliabile.
Qui ne do un esempio, ponendo due domande di una certa importanza.
P R I M A P A R T E
E S S E R C I E D E S I S T E R E
Se, casomai, verrà un giorno,
che non ti scrivo il “Buongiorno”,
dammi pure per disperso,
ma non mi avrai mai perso.
da QUORA
Scrive PureSiamang6, corrispondente di QUORA
EFFICACIA DEL MARTELLAMENTO PUBBLICITARIO
Sì, esistono molti riscontri sull’efficacia del martellamento pubbllicitario e sono molto più inquietanti di quanto pensi.
Le aziende non buttano miliardi in pubblicità “a caso”: se continuano a martellarti con lo stesso spot cento volte al giorno è perché funziona, e lo sanno bene.
I dati non li sbandierano troppo in pubblico (non è bello ammettere che stai manipolando la mente delle persone) ma internamente hanno numeri precisissimi.
Studi di neuromarketing mostrano che, dopo un certo numero di esposizioni ripetute, il cervello inizia ad associare automaticamente un marchio a una sensazione positiva, anche se non ti piaceva all’inizio.
È il famoso “effetto mera esposizione”: più vedi qualcosa, più ti sembra familiare, e la familiarità spesso si traduce in fiducia.
E dalla fiducia si passa, senza sforzo, alla comunicazione della …. verità.*
Coca-Cola, McDonald’s, Apple… non hanno bisogno di farsi conoscere. Continuano a martellare solo per restare nella tua testa, così quando sei al supermercato o devi scegliere uno smartphone, la tua mano va “da sola” verso il loro prodotto.
In pratica, non cercano di convincerti con la logica, ma di addestrarti come un riflesso pavloviano. E la cosa peggiore è che funziona: sennò, quelle stesse aziende non spenderebbero budget da interi PIL nazionali per ripetere il loro nome ovunque tu guardi.
*N.d.R. : Faccio un esempio. “Poltrone&Sofà – Solo divani di qualità”.
Quante volte al giorno lo sentiamo ripetere? Al punto che rischia di apparire fondato il messaggio che viene trasmesso.
Come possano essere di qualità dei divani che costano poche centinaia di Euro? Ognuno, che ha un po’ di buon senso, capisce che è una bufala, una “fake news”.
Eppure loro continuano imperterriti a far risuonare il mantra.
Ultimamente, l’impudenza li ha spinti ad affermare: “Poltrone&Sofà” – Trent’anni di qualità”, e vogliono far passare lo slogan per …. verità.
E ancora, la “Congregatio de propaganda fide” fu istituita nel 1622 da Papa Gregorio XV.
Nel 1967, cambiò nome e venne chiamata “Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli”.
Nel 2022, è stata soppressa per venire sostituita dal “Dicastero per l’evangelizzazione”.
Per 400 anni, non ha fatto altro che pubblicizzare la Chiesa Cristiana Cattolica con tutti i mezzi possibili e riferibili alle esigenze del “marketing advertisement” (pubblicità istituzionale di mercato) che oggi, ormai da molti decenni, sono in vigore e ci assillano continuamente.
S C R I V E R E
La lucidità, la consapevolezza, la chiarezza
sono essenziali e quanto più chiaramente
ci esprimiamo, tanto più siamo poetici.
In fondo, c’è già abbastanza oscurità
e indicibilità e scrivere è, tra le altre cose,
un costante respingimento dell’oscurità.
Ingeborg Bachmann.
P S I C O L O G I A O S C U R A
Se vuoi che una persona faccia ciò che desideri,
complimentati con lei in modo sincero.
Per essere considerato un interlocutore interessante,
annuisci spesso durante la conversazione.
Tocca talvolta il tuo interlocutore in modo non invasivo,
così il suo cervello ti percepisce come una persona familiare.
Rispecchia il linguaggio del corpo del tuo interlocutore,
penserà che siete simili e si sentirà più in sintonia con te.
È più probabile che tu raggiunga i tuoi obiettivi,
se li terrai per te, invece di annunciarli a tutti.
Se pensi spesso a qualcuno, molto probabilmente
anche quella persona sta pensando a te.
Tu non hai paura di amare,
hai solo paura di non essere ricambiato.
Più fragorosa è la risata di una persona,
più profonda è la sua sofferenza interiore.
@scattomentale.
COSE CHE I BAMBINI NOTANO SEMPRE
Il tono della tua voce
Se stabilisci contatto visivo.
Il tempo che passi con loro.
Gli abbracci che durano un po’ di più.
I sorrisi che condividi ogni giorno.
Quanto delicatamente li correggi.
La tua reazione alle loro lacrime.
Le parole che scegli quando sei arrabbiato.
Se li stai davvero ascoltando.
L’attenzione durante le loro storie.
Mettere via il telefono.
Le promesse che mantieni sempre.
Le scuse quando sbagli.
Ridere alle loro piccole battute.
Leggere loro la storia della buona notte preferita.
Mostrare orgoglio per i loro sforzi.
Celebrare anche le piccole vittorie.
Essere paziente quando faticano.
Dire “sono orgoglioso di te”.
Condividere ricordi della tua infanzia.
Mantenere vive le tradizioni familiari.
Esporre le loro opere d’arte in casa.
Dire spesso “Ti voglio bene”.
Essere presente nei momenti difficili.
Come li saluti ogni giorno.
Coinvolgerli nelle decisioni.
Chiedere cosa pensano veramente.
Essere scherzoso senza esitazione.
Consolarli quando falliscono.
Notare anche le piccole cose.
@DianaUrsu.
C O M U N I C A Z I O N E
Le persone ricordano come le hai fatte sentire, non cosa hai detto.
Il silenzio, usato al momento giusto, è più potente di mille parole.
Non convincerai mai chi non vuole capire, e insistere ti farà sembrare disperato.
Parlare troppo ti fa perdere di credibilità, anche se dici cose intelligenti.
Le domande giuste aprono più porte delle risposte perfette.
Il tono di voce spesso conta più del contenuto stesso.
La maggior parte delle persone non ascolta per capire ma … per rispondere.
Dire meno, a volte, è l’arma più letale in una discussione.
Chi urla di più non sempre ha ragione, ma … spesso vuole farti credere il contrario.
da YouTube.
Indice dei contenuti
Tore Kesicki, psicologo, mental coach e volto noto di TikTok, ha acceso il dibattito con un video diventato virale in poche ore.
In un video di 2 minuti, ha elencato nove aspetti della propria vita che andrebbero tenuti segreti.
Nessuna eccezione.
Nemmeno per il migliore amico, nemmeno per la persona amata e – a suo dire – nemmeno ai genitori.
Secondo lui, certe cose vanno custodite gelosamente, per evitare delusioni, giudizi o – peggio ancora – sabotaggi.
Le sue parole hanno raccolto centinaia di migliaia di visualizzazioni, ma anche commenti contrastanti.
C’è chi lo considera troppo diffidente, quasi cinico.
Ma molti utenti, soprattutto adulti, hanno ammesso di rivedersi in quelle riflessioni.
Un commento molto apprezzato dice tutto: “Ieri ho detto troppo di me stesso a una persona e me ne sono già pentito”.
Kesicki è diretto: “Quando condividi i tuoi sogni, qualcosa si inceppa”.
Secondo lui, raccontare i propri obiettivi prima di averli raggiunti può bloccare il processo.
Come se le parole togliessero energia al progetto.
Ma c’è di più. Una volta rivelato un sogno, entrano in gioco dinamiche esterne, aspettative, pressioni e – soprattutto – giudizi non richiesti.
Finché un obiettivo non è realtà, tenerlo per sé potrebbe proteggerlo. Anche dalle influenze negative delle persone più vicine.
Uno dei passaggi più forti del video riguarda la sfera economica.
Kesicki racconta: “A 22 anni guadagnavo più di mio padre. Gliel’ho detto e ho visto la gelosia nei suoi occhi. Non lo dimenticherò mai”.
Non tutti riescono a gioire per il successo altrui.
Parlare apertamente di soldi, stipendi o patrimoni personali può generare disagio, invidia o competizione, anche nei rapporti più stretti.
In un mondo che tende a misurare il valore personale in base al conto in banca, meglio evitare dettagli superflui.
“Le tue debolezze possono diventare armi nelle mani sbagliate”, avverte Kesicki.
Confidare fragilità emotive, paure o limiti a qualcuno può sembrare un gesto di fiducia. Ma è anche un rischio.
Oggi si è amici, domani magari no.
E quello che un tempo era uno sfogo intimo, può trasformarsi in un punto debole esposto.
Vale anche per i problemi familiari: “Magari tu li vivi come gravi, ma per altri sono sciocchezze. E ti giudicano”.
Non tutto va raccontato, perché non tutti hanno la sensibilità per capirlo o il rispetto per custodirlo.
“Molte persone non hanno piani per il futuro. Se racconti i tuoi, li fai sentire inadeguati”, spiega Kesicki.
Parlare della propria prossima “mossa” – un cambio di lavoro, un lungo viaggio, un trasferimento, un progetto ambizioso – può accendere meccanismi di invidia in chi si sente fermo o insoddisfatto.
Non tutti saranno felici dei tuoi traguardi.
Per alcuni, il tuo entusiasmo è un fastidio. E lo mostrano con frecciatine, disinteresse o sabotaggi sottili.
Meglio coltivare i progetti in silenzio, almeno finché non si concretizzano.
Un altro tema delicato toccato dallo psicologo riguarda la fiducia.
“Oggi il partner può diventare il tuo peggior nemico nel giro di un secondo”, afferma senza mezzi termini.
Non è paranoia, dice: è esperienza. Troppe storie finite con rancori e tradimenti partiti da una confidenza sbagliata.
Vale per i segreti personali, ma anche per la vita privata: dettagli intimi, storie passate, dinamiche familiari.
“Non dirlo a nessuno. Se oggi ti fidi, domani potresti pentirtene”.
E poi c’è la questione dei beni materiali: “Se hai una barca, un’auto o un elicottero, non dirlo. Anche lì scatta la gelosia. Pensi che tutti siano felici per te? Non è così”.
A volte basta un dettaglio per cambiare lo sguardo di qualcuno su di te.
Infine, un consiglio che Kesicki definisce personale: non condividere gli atti di gentilezza.
Nessuna foto, nessun post, nessun racconto autocelebrativo.
“Fallo per te stesso. Non per vantarti. La bontà vera è silenziosa”.
In un’epoca in cui tutto viene documentato e condiviso, questo suggerimento suona quasi rivoluzionario.
Forse perché tocca una verità più profonda: non tutto deve diventare condiviso.
Alcune cose, forse le più preziose, meritano di restare solo nostre.
Il video di Tore Kesicki ha ricevuto migliaia di commenti.
Alcuni utenti lo definiscono esagerato, pessimista, incapace di fidarsi. Ma c’è anche chi lo appoggia:
“Con l’età, aumentano le delusioni. E diminuisce la voglia di aprirsi con chiunque”, scrive una donna di 47 anni.
Altri ammettono di aver imparato la lezione a proprie spese.
Il contenuto, per quanto semplice, ha toccato un nervo scoperto: quanto possiamo davvero fidarci degli altri?
Quanto raccontare di noi stessi ci espone a rischi invisibili?
E soprattutto: siamo davvero sicuri che chi ci ascolta voglia il nostro bene?