ALL’ AMICO ALBERTO IN PENSIONE
Così il nostro Albertone
finalmente è in pensione
da più di un mese
e da buon anfitrione
offre questa imbandigione
a proprie spese.
Siamo qui in riunione
e abbiamo l’occasione
per festeggiarlo.
Ma un piccolo sermone,
che gli serva un po’ da sprone,
vogliamo farlo.
Parlo a nome di persone
la cui vera propensione
è l’amicizia
e ogni raccomandazione,
pur se fa provocazione,
non è malizia.
Questa semplice canzone
non dà certo l’emozione
di un Battisti
e non ha la presunzione
di fornir la prestazione
dei grandi artisti.
Sarà solo un tormentone
per destare l’attenzione
del buon Alberto
sulla nuova situazione
e per la prosecuzione,
ne sono certo,
verso una trasformazione
ed una rivoluzione
copernicana,
che non sia una prigione
o una pura reclusione
all’italiana.
Devi darti uno scossone,
non restare in soggezione
dell’indolenza.
Abbi una motivazione
e di una occupazione
non stare senza.
E se hai predilezione
per qualcosa, una passione,
tu dacci dentro.
Ne farai una religione
e la migliore opzione:
sarà il tuo centro.
Se tu fai il fannullone
poi ti senti un coglione,
non ti conviene.
Se vivrai da pelandrone
poi cadrai in frustrazione
e non va bene.
Presta molta attenzione
al tuo amico beverone:
non è sincero.
Vuoi la nostra approvazione?
Usa la moderazione,
ma per davvero.
Ma è arrivata la stagione
che avrai la sensazione
di perder colpi.
Ti farò una confessione:
io non vedo un cialtrone
che te ne incolpi.
Devi aver la convinzione
che non c’è più paragone
coi bei vent’anni.
E devi avere il pannolone
per salvare il pantalone
dai noti danni.
Non aver la presunzione,
come un Napoleone,
di avere tutto.
E non fare il farfallone
coi problemi di erezione,
o sarà un lutto.
Far la parte del leone,
come uno scapolone,
non è più il caso.
E se cadi dall’arcione
non farai un figurone
siine persuaso.
Devi farti una ragione
se sei ciuco e non stallone
nel fare sesso:
lo zampillo non è sciacquone,
lo scopino non è scopone
ma fa lo stesso.
Tu as dit “Ma vammi in mone,
o soi stuf di là a Verone
in autostrade.
Al à dit ancje Gastone
che mi ven il mal de none
cun che menade”.
Meglio il buco che il taccone
come insegna la lezione
del ritornello.
E, come in televisione,
siamo a “striscia lo striscione”
di Militello.
Giunto al fin della tenzone,
con un piglio da guascone,
io do l’affondo.
Mi si passi l’irrisione,
perché ho fatto il buontempone,
non lo nascondo.
All’amico Albertone
una raccomandazione,
nel finale:
ti ci troverai benone
se tu prendi la pensione
per quel che vale.
Fa’ che sia un’inversione,
è una grande occasione:
non va fallita.
Forse è l’unica stagione
che darà soddisfazione
alla tua vita.
L’amicizia ce lo impone:
darti la benedizione
per i dì futuri.
E, con una acclamazione,
ti mandiamo un bel bacione
e tanti auguri.
Alberto Visintino
Ristorante “AL ZUC”, Fontanabona di Pagnacco, 10 Febbraio 2018