Faccio riferimento al Numero1637, che qui riporto:
Noi diventiamo saggi
non col ricordare
il nostro passato,
ma con la responsabilità
del nostro futuro.
G.B.Shaw.
per sviluppare meglio la mia adesione a questo concetto.
Ebbene, sono proprio coloro che non hanno la volontà, o non sono in grado, di prendersi la responsabilità del nostro futuro, che non fanno altro che resuscitare, continuamente e ossessivamente, suggestioni emotive di nefandezze disumane perpetrate nel passato.
A supporto delle proprie idiosincrasie politiche, a sinistra si riscoprono campi di sterminio e stragi di inermi popolazioni.
A destra, si rievocano le foibe e le eliminazioni sommarie di prigionieri ed avversari politici.
Tutto questo, in nome di un assioma, che è anche uno spauracchio, ripetuto come un mantra: “Il popolo che non ricorda il suo passato, è destinato a ripeterlo.”
Ma, un concetto non ha fondamento e verifica nella realtà, solo perché è espresso suggestivamente, come uno slogan.
Le condizioni storiche e politiche e la maturità e la consapevolezza delle persone, per fortuna, cambiano e si ripropongono in altri e diversi termini.
Uno schieramento politico, di qualunque colore sia, non può accampare credibilità e autorevolezza, per realizzare programmi futuri, richiamando sempre alla memoria i torti subiti, in un lontano passato, dalla parte avversa.
Non ci azzecca una beata fava.
Se l’ideologia che supportava, fino a ieri, un partito politico è scaduta e non è più attuale, questo non può riqualificarsi, millantando un credito obsoleto e non più incassabile, in una moneta che non ha più corso per il futuro.
Perciò, basta! È ora di finirla!
Da ambedue gli schieramenti ideologici, diametralmente opposti, mi aspetto un “dècalage”, un passo indietro, per mettere una pietra sopra tutti gli episodi continuamente incriminati e ricordati.
Non più rievocazioni, commemorazioni! Di qualunque provenienza e natura. Con buona pace di tutti i morti. Basta rimestare il coltello nella piaga, per tenerla sempre aperta e sanguinante: è diventata putrida e nauseabonda!
Stendiamo un velo pietoso sul passato e dedichiamoci, se ne siamo capaci, a costruire un buon futuro. Soprattutto per i nostri giovani.