Numero3596.

 

F A R S I    V O L E R    B E N E

 

Ci vuole così poco

a farsi voler bene.

Una parola buona

detta quando conviene,

un semplice sorriso,

un po’ di gentilezza,

un gesto di amicizia,

a volte una carezza,

il cuore sempre aperto

verso ognuno che viene:

ci vuole così poco

a farsi voler bene.

Numero3573.

 

C O M P L I C A T A

 

Complicata,

con la testa sempre

piena di pensieri:

troppe domande,

poche risposte.

Un carattere che

non tutti riescono

a gestire. A volte

chiusa, a volte

troppo diretta.

Non cerco di

piacere a tutti,

voglio soltanto

restare vera.

Perchè, in un mondo

dove tutti fingono,

io preferisco essere

me stessa, anche

quando costa caro.

 

da YouTube

Numero3558.

 

O R G O G L I O S O    D I    T E    S T E S S O

 

Non hai bisogno di provare niente,

sei già valido/a così come sei.

Anche con i tuoi difetti tu risplendi,

il tuo cuore è pieno di bontà

e tu stai facendo del tuo meglio:

questo è più che abbastanza.

Sii orgoglioso di te, oggi,

tu conti più di quello che pensi.

 

da YouTube

Numero3543.

 

P S I C O L O G I A    D E L L A    S C E L T A.

 

Sai perché finisci sempre per frequentare

lo stesso tipo di persona sbagliata?

E ti chiedi: Ma è possibile che li attiro tutti io?

Sì, è possibile: non è sfortuna, è psicologia.

È che il tuo cervello non sta cercando

la persona giusta per te, sta cercando

la persona familiare. Vedi, il nostro cervello

odia l’ignoto, cerca disperatamente

schemi che già conosce. Se, da bambina,

hai imparato che l’amore è difficile,

che devi lottare per l’affetto che è

instabile, il tuo cervello ha registrato

quello schema come amore, e ora,

da adulta, quando incontri una persona,

calma, stabile, prevedibile, che ti dà

sicurezza, il tuo cervello si annoia,

non riconosce lo schema, la etichetta

come “noiosa”. Ma quando incontri

quella persona complicata, sfuggente,

emotivamente non disponibile, il tuo

cervello fa “click”, e allora riconosce

il dramma, riconosce la fatica e ti dice:

Eccolo, è lui, è questo, è casa.

Non è attrazione, è il tuo passato

che cerca di essere confermato.

E tu confondi quel caos per passione.

 

da YouTube

Numero3482.

 

da  QUORA

 

Scrive Massimo Gurrieri, corrispondente di QUORA

 

I N D E C E N Z E

 

CARO PRESIDENTE MATTARELLA,

LEI HA DETTO CHE REPUTA INDECENTE IL COMMERCIANTE CHE NON FA UNO SCONTRINO O UN ARTIGIANO CHE NON RILASCIA UNA FATTURA.

È VERO.

PERÒ PRESIDENTE MATTARELLA, IO REPUTO MOLTO PIÙ INDECENTE, IN UN PAESE CIVILE, I VOSTRI VITALIZI E LE PENSIONI D’ORO, L’ENORME TASSO DI CORRUZIONE DELLA POLITICA, LE AUTO BLU E TUTTI I VOSTRI PRIVILEGI CHE VI SIETE COSTRUITI AD HOC.

INDECENTI SONO I PONTI CHE CROLLANO, I FIUMI CHE STRARIPANO PER INCURIA E I TERREMOTATI CHE DA ANNI VIVONO NELLE TENDE.

SONO I 400 EURO DI PENSIONE PER CHI HA LAVORATO UNA VITA E 800 EURO DI STIPENDIO PER CHI SI FA IL CULO IN FABBRICA.

INDECENTE È CHE PER FARE IL BIDELLO SERVE UN TEST ANTIDROGA, MA PER FARE IL POLITICO NO.

INDECENTI SONO LA TERRA DEI FUOCHI, L’ILVA DI TARANTO E IL ROGO DELLA THYSSEN.

INDECENTE È CHE OGNI VOLTA CHE PIOVE SI CONTANO I MORTI.

INDECENTE È L’IMPUNITÀ DILAGANTE E IL PILOTARE GIUDICI E SENTENZE.

INDECENTI SONO I PROCESSI CHE FINISCONO IN PRESCRIZIONE.

INDECENTI SONO LE INCHIESTE COME IL CASO PALAMARA O I DOSSIERAGGI CHE VENGONO COPERTI DAL SILENZIO.

INDECENTE E’ IL TRAFFICO E IL LUCRO SULLA PELLE DEI MIGRANTI.

INDECENTE È ATTENDERE SEI MESI PER UNA TAC.

INDECENTI SONO LE BUONE USCITE MILIONARIE AI DIRIGENTI CHE DISTRUGGONO LE AZIENDE.

INDECENTI SONO LE PROMOZIONI DEGLI ALTI UFFICIALI MILITARI, PROMOSSI AL GRADO SUPERIORE PRIMA DI ANDARE IN PENSIONE E SENZA NESSUN MERITO.

INDECENTI SONO QUELLI CHE DOVREBBERO PUNTARVI IL DITO CONTRO, SCRIVENDO FIUMI DI PAROLE, E INVECE SI MOSTRANO AUTENTICI ZERBINI.

E’ INDECENTE IN UN PAESE CIVILE NEL VENTUNESIMO SECOLO, CARO PRESIDENTE MATTARELLA, CHE VI SIANO ANZIANI COSTRETTI A ROVISTARE NEI CASSONETTI PER CERCARE QUALCOSA DA MANGIARE E CI SAREBBE MOLTO ALTRO….

AGGIUNGEREI CHE È INDECENTE TOGLIERE LA PENSIONE DI REVERSIBILITÀ A PERSONE COMUNI, QUANDO AI POLITICI VIENE DATO VITALIZIO DI PENSIONI D’ORO FINO ALL’ENNESIMA GENERAZIONE.

PERCIÒ NON SO CHI È CHE RUBA DI PIÙ, SE UN COMMERCIANTE CHE NON FA LO SCONTRINO O VOI POLITICI.

TUTTO QUESTO È INDECENTE, CARO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.

SE VOLETE COPIATE E INCOLLATE SUI VOSTRI PROFILI, E CHE CI SIA IN OGNI BACHECA.

Numero3458.

 

F A T T I    P S I C O L O G I C I

 

Sei sempre giudicato dal tuo aspetto esteriore.

Meno ti giustifichi, più guadagni rispetto.

I forti vengono messi alla prova, i deboli vengono usati.

La vera libertà è saper stare da soli.

La maggior parte delle persone ti sorride per interesse.

La tua sicurezza infastidisce i deboli.

Nessuno desidera il tuo successo più di te stesso.

Le persone notano prima un errore che un successo.

 

@Scattomentale.

 

 

Numero3450.

 

L A T I    O S C U R I

 

I più deboli sono i malvagi.
Fanno del male agli altri perché non sanno affrontare se stessi.

I più infelici sono gli invidiosi.
La loro vita è un eterno confronto con gli altri.

I più meschini sono i superbi.
Cercano di sentirsi grandi solo sminuendo gli altri.

I più stupidi sono i chiacchieroni.
Parlano sempre, ma non dicono mai nulla di interessante.

I più patetici sono gli ipocriti.
Predicano ciò che non hanno mai il coraggio di vivere.

I più forti sono i gentili.
Perché la gentilezza richiede un coraggio e una forza che la rabbia non avrà mai.

I più intelligenti sono i silenziosi.
Osservano, capiscono e poi agiscono.

I più ricchi sono i semplici.
Perché hanno ciò che il denaro non può comprare.

I più felici sono gli umili.
Non hanno bisogno di apparire per sentirsi vivi.

I più saggi sono i tranquilli.
Chi ha trovato la pace interiore non ha più il bisogno di urlare.

I più vuoti sono gli arroganti.
Il rumore che fanno è solo l’eco del nulla.

I più veri sono i solitari.
Perché non hanno bisogno di maschere per essere se stessi.

 

@DianaUrsu.

Numero3427.

 

 

P E R S O N E    T O S S I C H E      (che possono distruggere la tua autostima)

 

Genitore controllante – Ti fa sentire in colpa se decidi da solo/a.

Fratello/sorella competitivo – Trasforma tutto in sfida.

Partner narcisista – Alterna amore a svalutazione.

Amico invidioso – Finge supporto, ma gode dei tuoi fallimenti.

Collega “passivo – aggressivo” – Sorride, ma ti mette in cattiva luce.

Familiare vittimista – Usa il senso di colpa per manipolarti.

Conoscente opportunista – Appare solo quando ha bisogno.

Partner geloso e possessivo – Controlla tempo e relazioni.

Amico giudicante – Critica ogni tua scelta per abbassarti.

 

@AnimaOltreilimiti80.

 

Numero3410.

 

P E R S O N E    T O S S I C H E

 

Ti criticano davanti agli altri – Umiliazione pubblica.

Minimizzano i tuoi successi – Svalutazione

Ti interrompono continuamente – Mancanza di rispetto.

Ti incolpano dei loro errori – Scarico di responsabilità.

Ti fanno sentire inadeguata – Colpa indotta.

Ti escludono da decisioni importanti – Isolamento.

Ti fanno dubitare di te – Insicurezza programmata.

Ti ricordano i tuoi errori passati – Manipolazione emotiva.

Ti tolgono energie con lamentele costanti – Prosciugamento emotivo.

Ti trattano bene solo quando serve a loro – Amore condizionato.

 

@AnimaOltreilimiti80

Numero3347.

 

da  QUORA

 

PERCHÈ  LA  LUSSURIA  È  UN  PECCATO ?

 

Scrive Josef Mitterer, corrispondente di QUORA

 

Gli archetipi, le norme e le figure mitologiche non riflettono più la natura, bensì sono imposti arbitrariamente.

Con ciò non intendo certo dire che una sessualità sfrenata sia naturale o normale o positiva, né che il “paganesimo” l’abbia prevista o giustificata — ma nelle mitologie politeiste, e nelle religioni collegate a esse, la lussuria era integrata nei miti e nei culti, come una forza naturale e ambivalente — come tutta quanta la natura è ambivalente (né buona, né cattiva) e dualistica (un principio e un altro principio che stanno in opposizione e, allo stesso tempo, si completano).

La tradizione giudeo-cristiana, che è priva di tali culti organici e catartici e di tali miti che espongono la totalità dell’essere uomo e delle forze naturali, deve invece ricorrere ad affermazioni e a proibizioni esplicite (sotto forma di “peccati”), non ulteriormente giustificate e, quindi, non trasparenti.

Un altro aspetto importante è l’incredibile disprezzo della mitologia giudeo-cristiana nei confronti della sessualità e della donna.

Dio, Gesù e lo spirito santo sono figure maschili o comunque prive di sesso e completamente asessuate; di figure femminili, invece, non ce ne sono.

La sensualità e la sessualità non hanno alcuna rappresentazione mitologica, neanche nella figura di Maria, anzi: viene ridotta alla sua castità e obbedienza e, a differenza delle divinità materne nei sistemi politeistici, la sua maternità non simboleggia la femminilità sensuale e la fecondità, ma è esclusivamente strumentale, e non va immaginata o persino raffigurata in modo “carnale”, il che verrebbe (e in effetti viene) subito interpretato come blasfemo.

Date queste precondizioni, come potrebbe la lussuria non essere un peccato?

Nei sistemi politeistici la lussuria è personificata (Voluptas), come tutte le altre forze naturali, è incarnata dai Satiri (o proiettata su essi) e figura —in tutta la sua ambivalenza— in molti miti, come un aspetto della sessualità.

Forse era un’osservazione un po’ radicale, ma trovo comunque interessante quanto scrisse Nietzsche in merito:

La predica della castità è un’eccitazione pubblica contro natura. Ogni disprezzo della vita sessuale, ogni sua contaminazione mediante il concetto di “impurità”, è il vero peccato contro lo spirito santo della vita.

(Die Predigt der Keuschheit ist eine öffentliche Aufreizung zur Widernatur. Jede Verachtung des geschlechtlichen Lebens, jede Verunreinigung desselben durch den Begriff ‘unrein’ ist die eigentliche Sünde wider den heiligen Geist des Lebens.)

(Ecce Homo, “Warum ich so gute Bücher schreibe”, 5)

Numero3283.

 

da  QUORA

 

Scrive Synesthesis, corrispondente di QUORA

 

P A R A D I S O

 

Nelle prime versioni della Bibbia non c’è un vero aldilà. Le ricompense di Dio vengono date in vita, tra le quali c’è appunto anche una vita lunga. Il più famoso di questi personaggi è Matusalemme, cui Dio diede 900 anni di vita, ma ce ne sono anche altri.

Per cui all’inizio, non c’era un aldilà.

finché tu ritorni nella terra donde fosti tratto; perché sei polvere, e in polvere ritornerai’.

Genesi, 3,19

Dopodiché quando nella cultura ebraica si parla di aldilà, si parla dello Sheol, che però è ben lontano dal concetto attuale di paradiso, e più a quello greco di Ade, degli inferi.

Lo Sheol, come l’Ade, è un luogo né per buoni né per cattivi, ma popolato da ombre, assolutamente non da preferire alla vita terrena. Era solo il luogo dove si riunivano le ombre dei defunti.

Esattamente come nella Grecia antica, quando Ulisse incontra l’ombra di Achille, e non lo trova in un luogo con connotazioni morali.

Poi col passare del tempo, e con l’evidenza che non sempre in vita i giusti vengono premiati e i malvagi punirti, anzi spesso è il contrario, si è iniziato a immaginare l’esistenza di destinazioni diverse, per le anime dei giusti e degli empi.

Ed ecco nascere i concetti di paradiso e inferno.

Ma questo non nasce all’interno della Bibbia, ma prende influenze esterne. Considera che quando la Bibbia parla di paradiso, normalmente si riferisce al giardino dell’Eden e non all’aldilà. Dunque da dove viene questo concetto?

In parte da influenze greco romane: sarà in questo ambito che nasce un importante concetto di aldilà positivo nei campi Elisi.

In parte, dalle influenze Zoroastriane subite durante l’esilio babilonese. Il zoroastrismo ha una influenza molto importante, introducendo il suo manicheismo, cioè il dualismo tra bene e male, che noi immaginiamo ad esempio quando pensiamo al conflitto tra dio e il diavolo, impensabile (e irrazionale oserei dire) nelle prime versioni della Bibbia, dove non solo Satana lavora per dio (come nella storia di Giobbe), ma comunque dove un angelo dovrebbe essere una forza paritetica rispetto a dio, non certo in grado di influenzare il mondo.

E assieme a questi concetti, si importò anche il concetto di inferno e paradiso.

Nota importante: Gesù Cristo non parlava di nessuno dei due. Gesù parlava della imminente resurrezione materiale dei corpi di tutti i morti alla fine dei tempi (sottolineo: fine dei tempi imminente secondo Gesù).

In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non gusteranno la morte prima di aver visto il Figlio dell’uomo venire nel suo regno.

Matteo 16,28

Ed ecco che tecnicamente i cristiani credono in questo, nella resurrezione di tutti i morti qui sulla terra, non tanto nell’aldilà. Tant’è che fa anche parte del Credo, professione di fede che si recita in ogni messa

Aspetto la risurrezione dei morti
e la vita del mondo che verrà.
Amen.

Anzi, i cristiani dovrebbero credere in questo, perché poi invece ci mescolano (col loro grande amore per le contraddizioni) proprio concetti complessi come Paradiso, Inferno, Purgatorio e Limbo? Concetti che si appellano a dubbie frasi bibliche, ma che tecnicamente sono stati elaborati a posteriori, specie poi nel Medioevo in cui il purgatorio era un luogo fondamentale.

Poi aldilà e risurrezione si fondono dicendo che i vari luoghi dell’aldilà non sono definitivi, ma sono i luoghi dove si attende la risurrezione e il giudizio universale.

Tornando dunque alla domanda, fatta la doverosa premessa che per chi non crede la domanda è malposta, visto che tutta la Bibbia è una invenzione umana indipendentemente dai valori storico letterari della stessa, Paradiso e Inferno non nascono solo dalla paura della morte, quanto dal volere in qualche modo cercare una giustizia ultraterrena che risolva i problemi di un mondo terreno chiaramente ingiusto.

Numero3271.

 

da  QUORA

 

Scrive Manuelito, corrispondente di QUORA

 

D E G R A D O    S O C I A L E    E    C I V I L E

 

Nel 1969, il professor Philip Zimbardo dell’Università di Stanford, condusse un singolare esperimento di psicologia sociale.

Prese due auto identiche e le abbandonò per la strada in due posti molto diversi: una nel Bronx, la zona degradata di New York e l’altra a Palo Alto, zona ricca della California.

In poche ore l’auto nel Bronx fu saccheggiata e distrutta.

L’auto lasciata a Palo Alto, invece, rimase intatta.

E’ facile attribuire le cause del crimine alla povertà del quartiere del Bronx ma, tuttavia, l’esperimento continuò.

Quando, dopo una settimana, videro che l’auto di Palo Alto era ancora illesa, i ricercatori decisero di romperle un vetro.

Il risultato cambiò.

Furti e vandalismo ridussero il veicolo ad un rottame.

Come nel Bronx.

Perchè il vetro rotto in un’auto abbandonata in un quartiere tranquillo è in grado di innescare un processo criminale?

Non è la povertà, ma qualcosa che ha a che fare con il comportamento umano.

Un vetro rotto in un’auto abbandonata trasmette un senso di disinteresse e assenza di regole.

E ogni nuovo attacco subito dall’auto ribadisce quell’idea.

Successivi esperimenti hanno dimostrato che, se dopo aver rotto il vetro di una finestra di un edificio, non viene riparato, verranno presto rotti tutti gli altri.

Se una comunità presenta segni di deterioramento e questo sembra non interessare a nessuno, presto si svilupperà la criminalità.

Questa “teoria delle finestre rotte” è solo un’ipotesi valida a comprendere la degradazione della società e la mancanza di rispetto per i valori della convivenza civile.