Numero3572.

 

U M B E R T O    G A L I M B E R T I

Appunti da una sua conferenza.

 

Partiamo dalla cultura medioevale: Inferno, Purgatorio, Paradiso; dove l’arte è arte sacra, dove persino la donna è “donna angelo”.

Se togli la parola Dio dalla cultura medioevale, non capisci niente di quel mondo; ma se togli quella parola dal mondo contemporaneo lo capisci ancora? Sì, sì, lo capisci benissimo.

Non lo capiresti più se togliessi la parola “tecnica” o se togliessi la parola “denaro”, che è diventato il generatore simbolico di tutti i valori.

Allora, come dice Nietzsche, “Dio è morto”.

Che cosa sono diventate le chiese se non le tombe e i sepolcri di Dio?

I nostri tempi non sono più pieni di futuro.

Io mi anestetizzo (mi drogo) nel presente perché non voglio vedere il futuro.

Non ho più l’orizzonte di senso: questo è il sentire delle generazioni di oggi perché il futuro non è più una promessa.

La scienza non guarda il mondo per contemplarlo, ma per manipolarlo.

Lo scienziato anticipa la sua teoria, poi verifica se questa sia riscontrabile ed attuabile nella natura e, da qui, la fa diventare legge di natura universale. Per sempre? No. Fino alla formulazione di una legge più raffinata e perfezionata, adattandosi alle nuove scoperte.

La scienza ha un intento manipolatorio.

È come un giudice che costringe l’imputato a rispondere alle sue domande.

Cartesio dice che l’uomo, con questo metodo, diventa “maitre et possesseur de la nature” (padrone e possessore della natura).

E ne è diventato anche la forza più distruttiva.

 

 

Numero3516.

 

da  QUORA

 

Scrive Jason Bondurant Deglianelli, corrispondente di QUORA

 

S T R A N E    C O N O S C E N Z E    D E I    D O G O N

 

Nel 1931, il celebre etnografo francese Professor Marcel Griaule, durante un viaggio nell’Africa occidentale, visitò una tribù sudanese che viveva in un’ansa del fiume Niger, nella Repubblica del Mali. Si trattava dei Dogon, un antico popolo il cui livello di civiltà sembrava indistinguibile da quello delle tribù vicine. Tuttavia, il professore rimase affascinato dagli insoliti racconti e miti tramandati oralmente di generazione in generazione tra questi contadini analfabeti. Raccontavano storie che riguardavano niente meno che l’origine e la struttura dell’universo, nonché gli antichi legami di questo popolo con il cosmo.

Da allora in poi, il professor Griaule e i suoi colleghi intrapresero regolarmente spedizioni tra i Dogon. Gli scienziati vissero a lungo tra gli ospitali africani, che gradualmente impararono a fidarsi dei bianchi, amichevoli e curiosi, e li iniziarono gradualmente ai loro segreti più profondi. Griaule e la sua assistente principale, la professoressa Germaine Deterlen, divennero i più devoti tra queste persone e, dopo la morte di Griaule nel 1956, lei continuò il loro lavoro congiunto. Griaule e Deterlen presentarono i risultati davvero sensazionali delle loro ricerche in una serie di pubblicazioni, la prima delle quali fu pubblicata nel 1950.

La scienza moderna postula che l’Universo abbia avuto origine dal Big Bang originale, prima del quale tutta la materia era compressa a una densità incredibile e occupava un volume infinitamente piccolo, e concetti come spazio e tempo erano inesistenti. Dal Big Bang (circa 13 miliardi di anni fa), l’Universo è in continua espansione, portando alla cosiddetta recessione galattica.

Ecco come si è formato l’universo, secondo le antiche leggende Dogon: “All’inizio di tutte le cose, c’era Amma, Dio, che non riposava sul nulla. Amma era come una palla, un uovo, e questo uovo era chiuso. A parte lui, nulla esisteva”. Nella loro lingua moderna, la parola “amma” significa qualcosa di immobile, altamente compresso ed estremamente denso. Inoltre: “Dentro Amma, il mondo era ancora senza tempo e spazio. Tempo e spazio si fondevano in uno”. Ma arrivò un momento in cui “Amma aprì gli occhi. Il suo pensiero emerse dalla spirale che, ruotando nel suo grembo, segnò la futura espansione del mondo”. Secondo la leggenda, il mondo moderno “è infinito, ma può essere misurato”. Questa frase è molto vicina alla formulazione di Einstein nella teoria della relatività.

I Dogon chiamano la nostra galassia, la Via Lattea, “confine di luogo”. “Il confine di luogo indica una sezione del mondo stellare di cui la nostra Terra fa parte, e questo mondo intero ruota a spirale. Amma ha creato un numero infinito di mondi stellari a forma di spirale.” (La maggior parte delle galassie oggi conosciute ha una forma a spirale.)

È particolarmente degno di nota che, a differenza di altri miti religiosi, i Dogon credano che la Terra non sia il centro dell’universo e che i terrestri non siano gli unici esseri viventi nell’universo. “I mondi stellari a spirale sono mondi abitati. Amma, che ha dato al mondo movimento e forma, ha creato simultaneamente tutti gli esseri viventi… sia sul nostro pianeta che sulle altre Terre…”. Sorprendentemente, le loro leggende includono i concetti di “stelle”, “pianeti” e persino “satelliti dei pianeti”. “Le stelle fisse sono quelle che non ruotano attorno ad altre stelle. Pianeti e satelliti dei pianeti sono stelle che ruotano in cerchio attorno ad altre stelle”. Come potevano persone che apparentemente vivevano in uno stato semi-primitivo sapere che “il Sole ruota sul proprio asse, come sotto la forza di una molla a spirale… e la Terra ruota su se stessa e, così facendo, attraversa lo spazio descrivendo un ampio cerchio”?

Tra i pianeti del sistema solare, i Dogon si concentrano principalmente su quelli visibili a occhio nudo: Marte, Venere, Saturno e Giove. Sanno che Venere ha un satellite, un fatto che la scienza moderna non ha ancora confermato. Quando iniziavano gli studiosi francesi alla conoscenza esoterica, i Dogon accompagnavano i loro racconti con simboli e diagrammi, a volte piuttosto complessi, ma sempre chiari. Rappresentavano Giove come un grande cerchio con quattro cerchi più piccoli, i satelliti del pianeta. Oggi si conoscono 16 satelliti di Giove, di cui i quattro scoperti da Galileo nel 1610 sono i più grandi e luminosi. I Dogon raffiguravano Saturno come due cerchi concentrici, spiegando che il cerchio esterno era uno (o più) anello (o anelli).

Tuttavia, il posto centrale nella mitologia di questo misterioso popolo è occupato da Sirio, la stella più luminosa del nostro cielo. Secondo i Dogon, Sirio è un sistema stellare che “ha un’influenza fondamentale sullo sviluppo della vita sulla Terra ed è il fondamento dell’universo”. Il sistema è costituito da Sirio stessa, da una seconda stella (Sirio B) e da una terza stella (Sirio C). I Dogon sostengono che tutti e tre gli altri corpi celesti siano così vicini alla stella principale da non essere sempre visibili. Gli astronomi moderni hanno scoperto solo la seconda di queste stelle. L’esistenza di Sirio C rimane oggetto di dibattito tra gli scienziati.

I Dogon affermano che Sirio B orbita attorno a Sirio, completando un’orbita completa ogni 50 anni. Quando Sirio B si avvicina a Sirio, quest’ultima inizia a brillare intensamente e, man mano che si allontana, tremola, dando l’impressione che Sirio B si sia trasformata in diverse stelle. Tra l’altro, la periodicità del bagliore di Sirio è stata confermata dagli astronomi.

Sirio B è invisibile a occhio nudo e, fino alla metà del XIX secolo, nessuno, tranne la straordinaria tribù Dogon, ne conosceva l’esistenza. I Dogon affermano che Sirio B è il più pesante di tutti i corpi celesti. È così denso che, se tutte le persone del mondo si riunissero, non sarebbero in grado di sollevarne nemmeno un piccolo frammento. In effetti, Sirio B è la prima “nana bianca” scoperta nell’universo: un corpo compresso e bruciato con un’incredibile densità di 50 tonnellate per centimetro cubo!

Anche i miti Dogon collegano Sirio alla comparsa dei primi esseri umani sulla Terra. Uno di questi sostiene che gli umani furono trasportati sulla Terra da astronavi – “arches celestiali provenienti da un pianeta il cui sole era la stella Sirio B prima della sua esplosione”. Durante la discesa, l’arca descrisse una doppia elica, riflettendo i movimenti della vita nel vortice che animò la sua prima particella. È noto che la molecola di DNA, portatrice del codice genetico, ha la forma di una doppia elica.

Le leggende Dogon narrano di due fasi del viaggio spaziale. La prima è associata all’arrivo sulla Terra di un essere di nome Ogo. La seconda è l’atterraggio di un’arca con a bordo Nommo e i primi umani. L’identità di Ogo non è chiara. Sembra essere una figura satanica, un arcangelo caduto che si ribellò ad Amma e ne imparò alcuni segreti. Si dice che Ogo abbia viaggiato nello spazio tre volte a bordo di piccole arche. È interessante notare che la fonte di energia delle sue astronavi erano le particelle “po”, la base fondamentale dell’universo cosmico.

Un altro eroe, Nommo, è raffigurato come un arcangelo che esegue la volontà di Amma. La sua missione principale è creare la vita sulla Terra e popolarla di esseri umani. Il mito descrive in dettaglio i preparativi per questa importante missione. La nave trasportava tutto il necessario per la creazione della vita, oltre a quattro coppie di gemelli, gli otto progenitori. La nave volò sulla Terra attraverso una speciale “finestra” temporanea nel cielo creata da Amma.

Dopo l’atterraggio, Nommo scese per primo sulla Terra, seguito dagli altri. Quando l’arca fu vuota, Amma tirò verso il cielo la catena di rame a cui era sospesa la nave e chiuse la finestra celeste. Questo significò la rottura di ogni legame tra l’equipaggio dell’arca e la civiltà che l’aveva inviata. Per i primi terrestri, non c’era modo di tornare indietro. Dovevano colonizzare il nuovo pianeta, coltivare la vita, “essere fecondi e moltiplicarsi”.

Oggi nessuno studia i Dogon. Tutto ciò che sappiamo su di loro deriva dalle spedizioni degli anni ’60 e ’70. Chissà quante scoperte avrebbero potuto fare astronomi ed etnografi se avessero lavorato con i Dogon oggi, all’inizio del terzo millennio, utilizzando i computer moderni!

Numero3503.

 

da  QUORA

 

Scrive Heisenberg, corrispondente di QUORA.

 

A L C U N I    F A T T I    C H E    S M E N T I S C O N O    L A    B I B B I A

 

Guarda, te ne posso anche elencare alcuni, ma devo necessariamente premettere che la Bibbia non può essere usata per descrivere la realtà.

Essa contiene miti, leggi, poesie e storie che per la maggior parte sono soggette a interpretazione e soprattutto non possono essere smentite in alcun modo (ma chiaramente non vuol dire che siano verità).

Tuttavia, nel momento esatto in cui uno scriba o un sacerdote vissuto migliaia di anni or sono fa un’affermazione assai specifica, testabile e fattuale sul mondo fisico, può essere smentita, eccome, se la si prende per quello che è.

E infatti, viene smentita di continuo, dacché quando le sue affermazioni si scontrano con la realtà oggettiva (fisica, chimica, biologia, geologia, astronomia ecc.), la Bibbia perde. Sempre.

Dunque, vediamo di accontentarti:

  • Smentita uno; creazione.
    • Bibbia: L’universo, la Terra, le piante, il Sole, gli animali e l’uomo sono stati creati in 6 giorni, in quest’ordine (N.B. le piante create prima del Sole).
      • Realtà: L’universo ha 13,8 miliardi di anni, la Terra 4,5 miliardi. L’ordine è Sole, Terra, animali, piante, uomo.
  • Smentita due: Diluvio.
    • Bibbia: Un diluvio globale ha coperto tutte le montagne (incluse le più alte, es. l’Everest) per sterminare i viventi. Tutta la vita animale (milioni di specie, N.d.A.) è stata salvata su un’Arca di legno.
      • Realtà: Non esiste nessuna traccia (zero) di un singolo strato di sedimento globale e simultaneo. Se fosse successo, lo vedremmo ovunque. Nondimeno, l’acqua necessaria per coprire l’Everest non esiste sul pianeta (e se ci fosse stata, dove sarebbe andata?). In altre parole è impossibile. Tralasciando che adunare due koala dall’Australia (e il loro cibo, l’eucalipto fresco), due pinguini imperatore dall’Antartide e milioni di altre specie (inclusi gli insetti) è un’assurdità che viola ogni legge bioecologica conosciuta.
  • Smentita tre: Esodo.
    • Bibbia: 600.000 uomini (quindi una popolazione totale di circa 2-3 milioni di persone) fuggono dall’Egitto e vagano nel piccolo deserto del Sinai per 40 anni.
      • Realtà: 2-3 milioni di persone (più o meno la popolazione di Roma) che vagano per 40 anni in un deserto avrebbero lasciato tracce massicce: accampamenti, cocci, milioni di tombe, fuochi. Gli archeologi (israeliani inclusi) hanno setacciato il Sinai. Non c’è nulla.
  • Smentita quattro: Giosuè.
    • Bibbia: Per aiutare Giosuè a vincere una battaglia, Dio ferma il Sole in cielo (e la Luna) “per circa un giorno intero”.
      • Realtà: Questa è una fesseria. Per “fermare il Sole”, è la Terra che deve smettere di ruotare. Sicché, i principi della dinamica falsificano totalmente tale affermazione. Se la Terra si fermasse all’improvviso infatti, tutto ciò che non è saldamente ancorato al nucleo (oceani, atmosfera, città, persone ecc.) continuerebbe a muoversi alla velocità di rotazione originale (~1.670 km/h all’equatore). Ebbene, questo non è un miracolo; è un evento di estinzione di massa. Genererebbe un attrito tale da vaporizzare gli oceani e scatenare tsunami e venti supersonici che spazzerebbero via ogni singolo organismo dalla superficie terrestre.
  • Smentita cinque: torre di Babele.
    • Bibbia: Tutta l’umanità parlava un’unica lingua e si riunì per costruire una torre fino al cielo. Dio, infastidito, confuse la loro lingua e li disperse.
      • Realtà: Le lingue umane non funzionano così. Esse non appaiono improvvisamente in un singolo evento, ma bensì evolvono assai lentamente da lingue madri comuni, diversificandosi nel corso di millenni (come l’italiano e il francese si sono evoluti dal latino).
  • Smentita sei: Canaan.
    • Bibbia: Gli Israeliti, guidati da Giosuè, condussero una rapida e brutale invasione militare della terra di Canaan, distruggendo città ben fortificate come Gerico.
      • Realtà: Questo, molto semplicemente, non è mai accaduto. Decenni di scavi (condotti anche da archeologi israeliani) non hanno portato alcuna prova di un’invasione straniera coordinata nell’Età del bronzo. Peraltro, all’epoca presunta dell’invasione, Gerico era un piccolo villaggio quasi disabitato e non c’erano “mura” da far crollare. Anzi, plausibilmente non esisteva in quel periodo; era stata abbandonata da secoli.
  • Smentita sette: patriarchi.
    • Bibbia: Gli uomini prima del diluvio vivevano vite incredibilmente lunghe (Matusalemme detiene il record di 969 anni).
      • Realtà: Non so nemmeno da dove iniziare; ma sicuramente è un’assurdità. La senescenza è un processo cablato nel nostro DNA. E il numero di volte in cui una cellula può dividersi prima di morire (e l’accorciamento dei telomeri a ogni divisione) pone un limite biologico netto alla vita dei mammiferi, con pochissime eccezioni (alcuni cetacei [es. balena artica ~200 anni, orca ~100 anni] e l’uomo [~80 anni]).
  • Smentita otto: censimento di Quirinio.
    • Bibbia: Maria e Giuseppe viaggiarono a Betlemme perché l’Imperatore Augusto ordinò un censimento in cui “tutti andavano a farsi registrare, ciascuno nella propria città”, e ciò avvenne mentre Publio Sulpicio Quirinio era governatore della Siria.
      • Realtà: Un resoconto del genere è l’incubo di ogni storico che si rispetti. Ebbene, i Romani, non hanno mai indetto un censimento che obbligasse le persone a tornare alle città dei loro antenati. Sarebbe stato un caos amministrativo abnorme e inutile; non erano così stupidi. Orbene, Quirinio fece effettivamente un censimento della sola Giudea, ma nel 6 d.C., e i Vangeli dal canto loro collocano generalmente la nascita di Gesù durante il regno di Erode, che morì nel 4 a.C. È dunque impossibile che Gesù sia nato sia sotto Erode che durante il censimento di Quirinio avvenuto dieci anni dopo, pur tralasciando le modalità dell’accaduto.
  • Smentita nove: oscurità della crocifissione.
    • Bibbia: Quando Gesù fu crocifisso, “si fecero tenebre su tutta la terra, da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio”.
      • Realtà: Non può essere un’eclissi solare, dacché avvengono solo con il novilunio e la Pasqua avviene sempre durante il plenilunio. Ma in ogni caso, un evento così terrificante (tre ore di buio totale e innaturale sull’Impero Romano!) sarebbe stato con ogni probabilità di gran lunga l’evento più documentato del millennio. Eppure, zero. Nessuno storico, astronomo o scrittore contemporaneo (Seneca, Plinio il Vecchio, ecc.) ne fa menzione.
  • Smentita dieci: zombi.
    • Bibbia: Nel momento in cui Gesù muore, “le tombe si aprirono e molti corpi dei santi, che erano morti, risuscitarono. E, uscendo dai sepolcri, dopo la resurrezione di lui, entrarono nella città santa e apparvero a molti”.
      • Realtà: Ne vogliamo parlare? Un’apocalisse zombi avvenuta a Gerusalemme, una città sotto stretta occupazione romana e documentata meticolosamente dallo storico ebreo Giuseppe Flavio, e nessuno se n’è accorto? Nessun resoconto romano, nessun testo ebraico, nessuno storico (nemmeno gli altri evangelisti!) menziona un evento così sconvolgente. È un’affermazione che si smentisce praticamente da sola.
  • Smentita undici: parabola del granello di senape.
    • Bibbia: Gesù presenta una parabola affermando che il Regno dei Cieli è come un granello di senape. Egli afferma che questo seme è “il più piccolo di tutti i semi” sulla terra e che una volta seminato, cresce e “diventa un albero” così grande che gli uccelli vengono a nidificare sui suoi rami.
      • Realtà: Questa affermazione è doppiamente falsa. In primis, non è il seme più piccolo; e non lo era nemmeno intorno al 30 d.C. in Palestina. I semi del papavero o della ruta ad es., entrambi comuni nella regione, sono significativamente più piccoli. E se guardiamo al mondo, i semi di orchidea sono i veri detentori del record (sono simili a polvere, e ce ne sono milioni in un singolo grammo). Ma soprattutto, caro Gesù, la senape non diventa un albero. Le piante del genere Brassica o Sinapis sono erbe annuali o, al massimo, grossi arbusti. Effettivamente, possono crescere molto in una stagione (fino a 2-3 metri in condizioni ideali), ma gli steli non sono legnosi e non sono perenni. Sicché, non svilupperanno mai rami robusti in grado di sostenere i “nidi” degli uccelli e in ogni caso, alla fine della stagione, muoiono.
Penso che possa bastare.

Numero3404.

 

C O N F E S S I O N E

 

Quello che ho cercato fuori

è dentro di me.

L’amore, l’affetto, il rispetto

che mi hanno dato,

o che ho desiderato ottenere,

hanno sempre abitato

dentro il mio cuore,

insieme al mio coraggio.

Oggi, mi assumo, da solo,

la responsabilità di me stesso,

del mio splendore, perché

nessuno mi ha reso ciò

che volevo essere, solo io.

Esploro il mio interno

e trovo verità e serenità.

Numero3392.

 

L A    B I B B I A    E    L A    F E D E

 

Non accontentarti di ciò che ti è stato raccontato.

Non limitarti a ripetere le parole “sacre” senza conoscerne l’origine.

Osserva ogni testo “sacro”, ad esempio la Bibbia, come una guida simbolica, non come un’ordinanza dogmatica.

Riconosci che siamo stati formati, distrutti, rifatti, che l’intelligenza universale ha sempre parlato in modo plurale e che il nostro compito non è adorare nell’ignoranza, ma partecipare con consapevolezza alla prossima grande svolta dell’umanità.

Quella sarà un’era in cui l’uomo, finalmente, ricorderà il proprio linguaggio stellare, curerà la terra dopo ogni catastrofe e userà la scintilla divina che porta dentro non per dominare e distruggere, ma per creare, amare e risplendere.

Quando comprenderai che i cicli continuano, che gli dei parlano tra loro e che la storia umana è una scuola di anime, allora il sapere si farà saggezza e il divino non sarà più là fuori, ma vivo, presente, vibrante dentro di te.

Alla fine, la vera rivelazione non è nei miracoli descritti, né nei dogmi imposti, ma nella possibilità che ogni essere umano ha di risvegliarsi, di vedere la Bibbia e la storia stessa non come un blocco immobile, ma come una finestra aperta su una eredità profonda, frammentata, disseminata nel tempo e nello spazio.

La vera fede non è cieca.

È il coraggio di interrogare, di scavare, di disfare per poi ricostruire.

Non si tratta di distruggere ciò che ci è stato trasmesso, ma di comprenderlo davvero, non per negare, ma per illuminare.

Ci hanno insegnato a credere senza domandare, a obbedire senza indagare, a venerare senza comprendere.

Ma ora siamo chiamati a qualcosa di diverso: a essere custodi consapevoli di una conoscenza che ci è stata trasmessa, spesso in silenzio, attraverso simboli, parabole, numeri, ripetizioni, nomi ed omissioni.

Perché la Bibbia, come ogni testo “sacro”, è anche ciò che non dice, ciò che allude, ciò che insinua.

Il non detto è spesso più potente del detto.

Quando ci accorgiamo che ogni  cultura ha custodito un frammento dello stesso racconto, dai miti di Atlantide alle genealogie Egizie, dalle cosmogonie Maya ai sogni sciamanici dell’Amazzonia, allora comprendiamo che la verità non è un possesso esclusivo, ma un filo sottile che attraversa tutti i popoli e tutti i tempi, un immaginario collettivo, un ricordo condiviso,  una nostalgia dell’origine.

Gesù, o Yeshua, lungi dall’essere il fondatore di una religione, ruolo in cui egli stesso si sarebbe disconosciuto, è il simbolo dell’uomo che si cerca, che attraversa i mondi per tornare al cuore, che apprende, dubita, evolve.

È il segno che dentro ognuno di noi vive un principio divino capace di trasformare l’acqua in vino, la paura in forza, la materia in spirito.

Ma solo se ci spingiamo oltre il velo.

Dunque, la domanda che resta, l’unica che davvero conta, non è se i testi siano autentici, o chi li abbia scritti, o quali siano i versetti giusti, o le traduzioni esatte, ma è questa: che cosa ci stai facendo oggi con questo immenso patrimonio, come lo vivi?

Lo ripeti a memoria o lo lasci vibrare dentro di te; lo usi per separarti dagli altri o per riconoscere che siamo tutti parte di uno stesso mistero?

Quando abbandonerai l’illusione di sapere tutto, o che quello che credi di sapere è tutto quello che sai, quando ascolterai, studiando ed imparando, i popoli antichi, i maestri dimenticati, la pietre mute e persino il silenzio che c’è tra un versetto e l’altro, allora capirai che la vera Bibbia non è quella stampata, ma quella scritta nei tuoi sogni, nelle tua domande, nei tuoi dolori e nelle tue rinascite.

Ed è lì, proprio lì, che comincia la tua parte nella grande narrazione del cosmo.

Numero3365.

 

D A M N A T I O    M E M O R I A E

 

Ma perché sto raccontando

tutte queste storie?

Un po’ per parlarmi addosso,

ma anche per schivare

la “damnatio memoriae”.

 

N.d.R.: “damnatio memoriae” è una locuzione latina che significa “condanna della memoria” o condanna all’oblio.

Voglio dire che sto cercando, in questo modo, cioè scrivendo, di farmi ricordare.

Numero3319.

 

da  QUORA

 

Scrive Gianni Demb, corrispondente di QUORA

 

C R I S T O    C O M E    A L T R I ?

 

Le supposte similitudini tra Cristianesimo , Mitraismo e antiche religioni pagane.

  • Molti studiosi ritengono che le origini del cristianesimo siano da ricercare in antichi culti pagani di carattere misterico. Scorrendo l’elenco delle analogie tra le vicende della vita di Gesù e quelle di molte divinità dell’antichità è impossibile rimanere impassibili innanzi alle numerose e sconcertanti somiglianze.

Uno dei motivi per cui molti studiosi, dal XIX secolo ad oggi, dubitano della storicità di Gesù è stata la scoperta che la sua vicenda presenta molte somiglianze con quelle di note divinità mitologiche, in particolare con gli dei morti e risorti dell’antico Medio Oriente, che erano adorati nei culti misterici contemporanei o preesistenti al cristianesimo.

Come scrisse J.M. Robertson in “Pagan Christs”, pubblicato nel 1903:

  • “Come Cristo, e come Adone e Attis, anche Osiride e Dioniso muoiono e risorgono.
  • Congiungersi con loro è la mistica aspirazione dei seguaci di questi culti.
  • Essi sono simili perché la partecipazione ai loro misteri dà l’immortalità.
  • Dal mitraismo Cristo prende le chiavi simboliche del paradiso e assume la funzione di “Saoshayant”, il nato da vergine e distruttore del maligno.
  • Perciò, negli aspetti fondamentali, il cristianesimo è un paganesimo rimodellato.
  • Il mito cristiano assorbe molti aspetti dai culti pagani.
  • Come il dio bambino nel culto di Dioniso, egli fu rappresentato in fasce in una mangiatoia.
  • Era nato in una stalla come Horus, il figlio della dea vergine Iside, regina del cielo.
  •  Di nuovo, come Dioniso, trasformò l’acqua in vino; come Esculapio, fece risorgere gli uomini dalla morte e ridiede la vista al cieco; e ancora, come Attis e Adone, venne pianto dalle donne, che poi gioirono della sua resurrezione.
  • La sua resurrezione ebbe luogo, come quella di Mitra, da un sepolcro di roccia.
  • Non c’è una concezione associata a Cristo che non sia comune a qualcuno o a tutti i culti del Salvatore dell’antichità“.

Un altro studioso, Burton L. Mack, nel 1994 scrisse:

  • “Studi recenti hanno mostrato che il cristianesimo dei primi tempi non era una religione originale, ma era influenzato dalle religioni dell’antichità.
  • E’ stato sconvolgente scoprire la sua somiglianza con i culti misterici ellenistici, soprattutto per aspetti fondamentali come i miti degli dei morti e risorti e i rituali del battesimo e della cena sacra“.

Ahmed Osman nel libro “House of the Messiah“, scrive che:

  • “I Vangeli propongono la rappresentazione di un mistero risalente a molti secoli prima, all’antico Egitto.
  • Esso si basa sugli impressionanti paralleli tra il mito di Gesù e le storie dell’antica religione egizia, e solleva dubbi circa l’esistenza storica dello stesso Gesù.”

Continua dicendo che:

  • “I seguaci di Giovanni Battista hanno inventato Gesù perché si compisse la profezia del loro maestro a proposito di “uno che doveva venire dopo di lui“.
  • Tuttavia, i seguaci di Giovanni non avrebbero costruito una storia in cui il loro maestro giocasse un ruolo così marginale nelle origini del cristianesimo.
  • Tra l’altro non è neppure certo che Giovanni abbia formulato questa profezia.”

Altri studiosi invece formulano una teoria diversa.

  • Pensano che le vere origini del cristianesimo, nella loro forma più “pura”, sono da ricercare nella Chiesa di Gerusalemme, guidata da Giacomo.
  • I suoi membri facevano riferimento al Tempio di Gerusalemme ed è pertanto ragionevole pensare che compissero pratiche religiose di tradizione ebraica.
  •  La Chiesa di Giacomo fu annientata durante la rivolta dei giudei e la diffusione del cristianesimo fu affidata, da allora in poi, all’azione missionaria di Paolo di Tarso.
  • In questo modo si spiegherebbero, secondo alcuni studiosi, gli elementi pagani del cristianesimo.

Numero2895.

 

C R O N O V I S O R E

 

Questo argomento è già stato trattato al Numero1142 e al Numero1141. Qui viene approfondito, almeno in parte, ma meriterebbe di essere sviscerato ulteriormente, perché di enorme importanza.

Pellegrino Ernetti: monaco, fisico, esorcista, esperto di musica

Lunedì 7 Ottobre 2019 di Alberto Toso Fei

 

Se fosse vera – poiché il mistero che vi aleggia e il dibattito che vi si svolse attorno rendono tutto indistinguibile – sarebbe la più sconvolgente scoperta scientifica di tutti i tempi: il “Cronovisore”, un apparecchio che poteva catturare immagini e suoni dal passato, e mostrarli come in una diretta televisiva; come se avvenissero davanti agli occhi di chi osservava.

Il suo inventore, Pellegrino Ernetti, ebbe per questo buona fama, finché ogni cosa – tra smentite e silenzi – fu seppellita dall’oblio. Eppure questo monaco benedettino, che visse e operò per decenni sull’isola di San Giorgio Maggiore, fece parlare a lungo di sé e dei suoi studi, e prima di portare con sé il segreto nella tomba – nel 1994 – operò in più settori singolari.

Frate, fisico, esorcista ufficiale della diocesi di Venezia e titolare dell’unica cattedra del suo genere al mondo (quella di musica prepolifonica) al Conservatorio “Benedetto Marcello”, Pellegrino Alfredo Maria Ernetti nacque a Rocca Santo Stefano – in provincia di Roma – nel 1925: uomo di vasta cultura e di mente estremamente aperta, ebbe la prima intuizione della possibilità di esplorare i confini del tempo dopo la laurea in fisica, a Milano, mentre all’Università Cattolica del Sacro Cuore collaborava con padre Agostino Gemelli. Secondo il suo stesso racconto, gli accadde di essere testimone di un fatto singolare: sul nastro di un registratore era rimasta impressa la voce del defunto genitore di Padre Gemelli, in risposta a una invocazione da parte di suo figlio.

Erano gli anni Cinquanta, e l’idea che la nascente tecnologia elettronica potesse creare dei legami col passato gli sembrò estremamente concreta: la sua “macchina del tempo” (la definizione di “Cronovisore” fu creata più tardi dallo studioso Luigi Borello) si basava sulla teoria che ogni gesto, ogni movimento, ogni azione effettuata dall’uomo si trasforma in energia che non si distrugge ma da quel momento inizia a vagare nell’Universo. Il segreto stava tutto nel decodificare quell’energia, tornando alla posizione che aveva la terra nel momento in cui si svolgeva l’evento passato e “sintonizzandosi” con essa (peraltro seguendo la teoria relativistica di Albert Einstein).

Il gruppo di lavoro sarebbe stato composto da dodici persone, tra cui Enrico Fermi e Werner von Braun, lo scienziato tedesco direttore della Nasa e progettista del missile che più tardi portò l’uomo sulla luna, oltre allo stesso Gemelli. I primi esperimenti riguardarono personaggi vicini a quel tempo, in modo da poter controllare se ciò che veniva visto rispondeva alla realtà conosciuta. Si cominciò dunque con Mussolini, e rapidamente si passò a Napoleone; poi Ernetti e i suoi collaboratori si spinsero nell’antichità, e videro Cicerone mentre pronunciava i suoi discorsi, le legioni romane in marcia, e assistettero alla rappresentazione del “Thyestes” di Quinto Ennio, recitato a Roma nel 169 avanti Cristo, durante i Giochi Pubblici in Onore di Apollo. Arrivarono a trascriverne i passaggi, visto che della tragedia esistevano solo dei frammenti.

Alla fine il gruppo si spinse oltre l’immaginabile, e col visore assistette all’Ultima Cena, al tradimento dell’orto degli ulivi, alla flagellazione, al viaggio sul Calvario, alla crocifissione, sepoltura e resurrezione di Cristo. Videro tutto, sentirono ogni parola, ascoltarono ogni rumore. E giurarono di non dire nulla a nessuno.

Ogni singolo esperimento fu filmato e mostrato a Pio XII; fu proprio il Vaticano a impedire che il progetto venisse divulgato: caduto in mani sbagliate, con la sua potenziale capacità di leggere anche i pensieri – altra forma di energia – il “Cronovisore” sarebbe divenuto un’arma di potere terribile e capace di sconvolgere l’intera umanità. Fu quindi smontato e consegnato alle autorità ecclesiastiche, che ne custodirebbero ancora oggi il segreto. E sebbene già allora una delle immagini diffuse da Ernetti sulla passione di Cristo fu riconosciuta come falsa (anche se i sostenitori dell’esistenza dell’apparecchio ritengono che si trattò di una falsa prova escogitata proprio allo scopo di screditare e far dimenticare l’intera operazione), la fama della macchina del tempo creata da un monaco veneziano e languente in qualche magazzino del Vaticano, coperta di polvere, è lontana dal tramontare.

Numero2643.

 

G E S Ù   C R I S T O

Un anarchico sui generis

 

 

E’ scritto chiaramente nei Vangeli, ma per qualche ragione molti lo ignorano.

Quello che interessava sottolineare, molto di più, ai fini fideistici era un altro aspetto del profilo di questo personaggio storico, cioè tutto quello che riguardava gli episodi miracolosi e gli aspetti etici del suo messaggio. Ma questa fu la vera matrice storica della morte di Yeshua ben Youssef (Giosuè figlio di Giuseppe): questo è il nome ebraico di Gesù Cristo.

Domenica Gesù entra trionfalmente a Gerusalemme (domenica delle Palme). Lo precede una ottima fama di guaritore, quella cioè di aver compiuto dei miracoli, e anche uno straordinario carisma di diffusore di prediche ispirate. Insomma tutto bene. Eppure venerdì, dopo soli 5 giorni, è crocefisso dai Romani. Perché?

Che è successo in quei 5 giorni? Lunedì o martedì (le fonti divergono), Gesù compie un atto scandaloso, sovversivo e dal significato, sia religioso che politico, di impatto devastante. Un episodio centrale nella sua vita e in quella dell’intera città di Gerusalemme: la cacciata dei mercanti dal Tempio con frustate, ribaltamento di banchi e parole di fuoco. Le sue escandescenze non sono ironiche e istruttive, ma quasi da “fuori di testa”: un’ira funesta. Gesù ha perdonato tutti nella sua vita, ma i mercanti no.

Non si è limitato a predicare, a guarire, a diffondere le sue parabole tra il popolo, come magari si aspettavano in tanti. Macché, ha preso la frusta e ha iniziato a dare botte a destra e a manca nel Tempio.

I Romani subito alzano le orecchie: altro che innocuo predicatore, quello era un ribelle sovversivo che minava l’ordine costituito e il centro commerciale ed economico della intera regione. E pure con un certo ascendente sul popolo. Ma, ancor più che i Romani, sono allarmati i potentati politici Ebrei ed, in primis, le autorità religiose, fedeli e gelosi custodi di consuetudini e “status quo” riguardo a certi, inveterati interessi commerciali, i cui proventi mantenevano da sempre, nella sua agiatezza, la classe sacerdotale.

Bisognava intervenire. Gesù, che non è uno stupido, capisce che le cose si mettono male e giovedì sera c’è l’Ultima Cena. Quella stessa notte viene arrestato nell’isolato orto del Gethsemani (significa Frantoio), lui che frequentava per cautela sempre posti affollati. Prima lo processano sommariamente i Sacerdoti del Gran Sinedrio. Poi lo consegnano ai Romani che, come padroni della Regione, amministrano la giustizia. Dopo un altro processo farsa, questi lo condannano a morte (sono conquistatori, non vanno tanto per il sottile), con la pena che infliggono ai ribelli contro lo stato: la crocefissione. Lo portano venerdì mattina da Ponzio Pilato, che conferma tutto e se ne lava le mani. La condanna viene comminata a mezzogiorno. La morte arriva nel pomeriggio..

Una pena di morte molto umiliante e dolorosa, che doveva fungere da monito per tutti: se fate i ribelli, questa sarà la vostra fine.

Il resto, come si suol dire, è storia. O, fede.

Numero2632.

 

da QUORA

 

LA  CRONACA  SI  RIPETE

 

La storia si ripete, dicono.

Ma la storia può ripetersi in modo così preciso?

 

Due omicidi avvenuti a 157 anni di distanza.

Erano gli omicidi di Mary Ashford e Barbara Forrest.

Entrambe avevano 20 anni ed erano nate lo stesso giorno.

Entrambe volevano andare a ballare il 27 maggio, ma a 157 anni di distanza.

La prima nel 1817, la seconda nel 1974.

Entrambe hanno incontrato un amica, si sono messe un vestito e sono andate a ballare nello stesso posto.

Ed entrambe avevano detto ad altri, nei giorni precedenti la loro morte, che avrebbero provato un senso di orrore.

Entrambe sono state trovate morte e maltrattate in un parco. Nello stesso posto.

I sospettati di entrambi gli omicidi avevano Thornton come cognome.

E in entrambi i casi i sospetti sono stati accusati di omicidio ma assolti per mancanza di prove.

Ed entrambi i casi rimangono tuttora irrisolti.

Numero2468.

 

Da WIKIPEDIA

Ergotismo    

 

L’intossicazione da ergot, detta «ergotismo», era conosciuta nel medioevo con il nome di «fuoco di Sant’Antonio» (soprannome in seguito attribuito anche all’herpes zoster), «fuoco sacro» o «male degli ardenti». Il fenomeno era noto già fin dal XVII secolo, tanto che nel 1676 gli scienziati francesi riuscirono a convincere le autorità a proibire l’uso della segale in luogo del frumento per preparare il pane.

Claviceps purpurea  è un ascomicete del genere Claviceps parassita delle graminacee. Il suo nome comune è il termine francese ergot, che in italiano significa “sperone” Detta specie, infatti, genera nelle piante infette degli sclerozi simili a speroni o spesso — come nel caso della segale — delle escrescenze a forma di corna, da cui anche il nome comune di segale cornuta per indicare il cereale affetto da ergotismo.

Claviceps purpurea è la specie più studiata e conosciuta per i suoi rilevanti effetti nella contaminazione di alimenti confezionati con cereali da essa attaccati. Gli speroni della segale cornuta sono corpi fruttiferi del fungo stesso contenenti diversi alcaloidi velenosi o psicoattivi del gruppo delle ergotine (tra cui l’acido lisergico) che presentano vari tipi di effetti sui soggetti che li assumono. Tali alcaloidi, essendo vasocostrittori, compromettono la circolazione; inoltre interagiscono con il sistema nervoso centrale, agendo in particolare sui recettori della serotonina.

L’ergotismo era spesso fatale e aveva sempre effetti devastanti sulle comunità che ne erano colpite. Esso poteva presentarsi in due forme: ergotismus convulsivus, caratterizzato da sintomi neuroconvulsivi di natura epilettica, oppure ergotismus gangraenosus, che provocava gangrena alle estremità fino alla loro mummificazione.

Gli alcaloidi della segale cornuta sono resistenti anche alle alte temperature dei forni di cottura del pane e ciò è ritenuto essere all’origine di molti fenomeni di allucinazione e superstizione tipici di realtà campestri in epoca preindustriale. Pare infatti riconducibile a ergotismo l’ondata di fenomeni registrati a fine Seicento a Salem, nel Massachusetts, che diedero origine alla più grande caccia alle streghe mai vista sul suolo americano. Parimenti attribuibili a effetti allucinatori da ergotismo sono, altresì, presunti eventi soprannaturali quali le cosiddette apparizioni (si citino a esempio Lourdes o Fátima), caratterizzate dall’accadere, sempre in un contesto socio-economico di estrema povertà e di scarsa alfabetizzazione, in cui il nutrimento più diffuso era il pane di segale verosimilmente infetto da ergotismo e in cui i fenomeni allucinatori erano pesantemente influenzati dalle esperienze pregresse e dalla credulità popolare.

Una possibile ipotesi circa il nome “Fuoco di Sant’Antonio” è che nel Nord Europa, dove il pane veniva fatto con la segale, spesso si contraeva questa malattia, dovuta al fungo che infettava la segale. I malati, recandosi in pellegrinaggio verso i santuari di sant’Antonio in Italia, man mano che scendevano verso Sud cambiavano alimentazione mangiando pane di grano, e ciò attenuava o eliminava i sintomi dell’intossicazione. Tale effetto veniva attribuito a un miracolo per opera di sant’Antonio.

 

N.d.R. : Rilevo con stupore che spiegazioni scientifiche (che riguardano medicina, tossicologia, chimica, nutrizionismo) di questo tipo siano così poco conosciute, anche oggi. Io stesso sono venuto a conoscenza di questi fatti storici solo per vie traverse, senza un preciso intento o preconcetto.
Ho approfondito un termine e mi sono imbattuto in un’ipotesi  storica che spiegherebbe gli stati allucinatori di “miracoli” come quelli di Lourdes e Fàtima, come dovuti al tipo di alimentazione con il consumo quotidiano di pane di segale cornuta. Capisco, tuttavia, molto bene perché questa ipotesi, che continuo a considerare tale, non sia di pubblico dominio. Su ciò che non conviene parlare, non si parli.

Numero2431.

 

In questo periodo, di una cosa mi meraviglio: che il nome di PUTIN ( che si comporta come un RAS) non sia mai stato accostato, per assonanza, a quello di RASPUTIN.

 

Grigor Efimovich RASPÙTIN (1869-1916) è stato un personaggio molto controverso e inquietante nella storia della Russia Zarista, prima della Rivoluzione d’Ottobre. Della sua biografia, reperibile facilmente dovunque, nulla dirò se non che aveva un influenza nefasta e malvista alla corte dello Zar Nicola II, perché si era proposto come guru mistico carismatico e guaritore, con cure discutibili, del piccolo principe Alexei, sofferente di emofilia.
In realtà, succedeva che, per alleviare i malesseri e i pericoli di questa patologia, allora non curabile perché genetica, si somministrava al ragazzino l’aspirina, farmaco da poco scoperto e che pareva essere la panacea per tutti i mali. Ma, come ben si sa, l’aspirina è un potente fluidificante del sangue, quindi, anziché curare il malato, ne aggravava le condizioni: ogni piccola ferita esterna od ematoma interno non guariva mai, ancora di più. Non si sa bene come, questo specie di sciamano aveva capito la deleteria complicanza del farmaco per il piccolo principe. Normalmente, l’aumentata fluidità del sangue favorisce la ridistribuzione di ogni ristagno infettivo e quindi il suo assorbimento a livello dell’intero sistema circolatorio: da cui i suoi effetti benefici. Rasputin, semplicemente, ne proibì la somministrazione. Col tempo, le condizioni del piccolo migliorarono, pur senza guarire, e, per questo, la figura del mistico contadino Siberiano crebbe in attendibilità e in potere, nell’ambito della corte, specialmente per il credito di fiducia della Zarina Alessandra. Ma, di malefatte, lui ne perpetrava quotidianamente, con ogni sorta di dissolutezza. Era diventato l’anima nera della Russia, mal sopportato, anzi odiato dall’entourage della nobiltà cortigiana. Dopo diversi tentativi, un commando di nobili, guidati dal principe Jussupov, riuscì ad ammazzarlo. Neanche un anno dopo, scoppiava la Rivoluzione d’Ottobre.

Non ci sono accostamenti storici di rilievo, le similitudini sono inesistenti o incongruenti ma, oltre al nome, questi due personaggi, chissà perché, mi suggeriscono una stessa conclusione nefasta delle loro gesta che, forse, li potrebbe accomunare. Non c’è niente di buono in simili personalità: stanno dalla parte sbagliata della storia.

Numero2277.

 

Mandata da mio figlio Alexis.

 

Tony Lentz, nel 1981, affermava:

 

Permettere a noi stessi di essere influenzati dalle sottili, ma potenti, illusioni presentate dalla televisione conduce ad una sorta di follia di massa che potrebbe avere implicazioni piuttosto spaventose per il futuro della nazione…. Inizieremo a vedere cose che non esistono, daremo a qualcun altro il potere di creare per noi le nostre illusioni.

 

Hal Becker, cinico manager della FUTURES GROUP, affermava, nello stesso anno:

 

Mettete qualsiasi cosa in televisione ed essa diventerà realtà. E, se il mondo esterno alla TV contraddice le immagini, la gente inizierà a modificare il mondo per adeguarlo alle immagini della TV. La maggior parte dell’umanità è imprigionata, da quando esistono i mezzi di comunicazione di massa, in un set cinematografico angusto e asfissiante, in cui la complessità del mondo è ridotta ad una piatta rappresentazione bidimensionale, per giunta raffazzonatamente allestita e  – cosa più insopportabile – per il profitto di altri.
Quasi tutto ciò che crediamo di sapere sul mondo e sull’universo ci viene da immagini che altri hanno creato per noi e che noi abbiamo poi trasferito in ciò che ci circonda, per rendere la vita corrispondente al suo simulacro catodico eterodiretto.