da QUORA
Scrive Murta P., corrispondente di QUORA.
C H E C O S A P I A C E A L L E D O N N E
C’è una citazione attribuita a Jung (perfettamente in linea con il suo pensiero) che amo molto:
“Il più grande privilegio di una vita è diventare sé stessi.”
Secondo me, risponde già alla domanda: “Cosa piace alle donne?”
Quando incontri qualcuno, il punto non è capire “cosa vuole”, ma chi sei tu mentre ti presenti.
Perché se metti una persona su un piedistallo prima ancora di conoscerla, non stai vedendo lei: stai idealizzando una tua proiezione.
Jung chiamava ombra tutto ciò che rimane nascosto dietro la maschera che costruiamo da bambini per compiacere, e da adolescenti per appartenere.
Integrare l’ombra significa smettere di recitare e lasciar emergere ciò che siamo davvero: desiderio autentico, curiosità, ironia, presenza senza bisogno.
Quando vivi così, non hai più necessità di chiederti “cosa piace”.
Cerchi semplicemente chi ti riconosce, chi ti vede senza che tu debba nasconderti.
Ti mostri, e chiedi all’altra persona di mostrarsi.
Le persone entrano nella nostra vita come possibilità.
Nessuno merita un piedistallo a priori – nemmeno dopo anni, nemmeno dentro una relazione.
Solo quando qualcuno ti incontra da pari può diventare protagonista insieme a te della tua storia.
Gli altri rimangono di passaggio, ed è naturale così: fa parte della fatica e della bellezza di diventare sé stessi.
Per questo, quando ti dicono “sii te stesso”, ti stanno dicendo solo metà della verità.
La parte difficile è scoprire chi è davvero quel “te”.
E questo vale anche per il rapporto con il gentil sesso, come per chiunque altro.
Non devi chiederti “cosa piace alle donne?” mettendo addirittura un intero genere sul piedistallo.
Chi è davvero se stesso si chiede al massimo:
“Come esprimo desiderio in modo autentico?”
Tutto il resto si costruisce a due.
Ma questa è un’altra storia.
N.d.R.: forse, la domanda giusta è: “chi sono io, quando incontro quella donna?”.
Non mi devo comportare come piace, genericamente, alle donne, magari compromettendo la mia genuinità, spontaneità, anche vulnerabilità o venendo meno ai miei connotati caratteriali per recitare una parte.
A mio avviso, il miglior modo di approcciare una donna è essere me stesso, senza infingimenti o mascherature che, presto o tardi, finirebbero per avere il tempo che trovano.
Avere una relazione con una donna è sempre una buona occasione per imparare ad essere se stessi o, addirittura, per migliorarsi.