Numero1748.

 

DISCORSO  DI  J. F. KENNEDY  ALLA   RICE  UNIVERSITY  DI  HOUSTON

davanti a 40.000 persone , il 12 Settembre 1962.

 

 

….But why, some say, the moon?

Why to choose this as our goal? ……

We choose to go to the moon!

We choose to go to the moon,

in this decade, and do the other things,

not because they are easy,

but because they are hard!

Because that goal will serve

to organize and measure

the best of our energies and skills,

because that challenge is one

that we are willing to accept,

one that we are unwilling to postpone,

and one which we intend to win,

and the others, too.

 

Qualcuno si chiede: perché la luna?

Perché sceglierla come nostro traguardo?

Abbiamo deciso di andare sulla luna!

Abbiamo deciso di andare sulla luna,

in questo decennio, e di impegnarci

anche in altre imprese,

non perché sono semplici,

ma perché sono ardite!

Perché questo obiettivo

ci permetterà di organizzare

e di mettere alla prova il meglio

delle nostre energie e

delle nostre capacità, perché

accettiamo di buon grado

questa sfida, non abbiamo

intenzione di rimandarla

e siamo determinati a vincerla,

insieme a tutte le altre.

Numero1745.

I  DIECI  COMANDAMENTI

Versione diffusa nel contesto cattolico.

Sebbene l’originale ebraico compaia nelle Bibbie cristiane, in ambito cattolico ne esistono diverse versioni, tra le quali una ridotta, il cui scopo è quello di facilitare la memorizzazione per il destinatario della catechesi. La più diffusa è la seguente:

Ascolta Israele! Io sono il Signore Dio tuo:

  1. Non avrai altro Dio all’infuori di me.
  2. Non nominare il nome di Dio invano.
  3. Ricordati di santificare le feste.
  4. Onora il padre e la madre.
  5. Non uccidere.
  6. Non commettere atti impuri.
  7. Non rubare.
  8. Non dire falsa testimonianza.
  9. Non desiderare la donna d’altri.
  10. Non desiderare la roba d’altri.

Pochi, tranne gli addetti ai lavori, sanno che questa versione, sintetizzata e semplificata, proviene da due elencazioni bibliche contenute in “Esodo” e in “Deuteronomio”, che sono, anch’esse, leggermente diverse tra loro. Il testo di entrambe, sostanzialmente coincidente, è però significativamente più lungo e più ampio di quello Cristiano Cattolico, con un numero di articoli che sono ben più di dieci e con una esposizione ben più prolissa e dettagliata.

Ad esempio, a corollario del Comandamento 1, nel testo dell’Esodo si legge:
Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra.

Vorrei che qualcuno spiegasse questo passaggio, che non compare nel testo Cattolico.
E, ancora, di seguito si legge:
Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai (gli idoli). Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti. 

A voi piace questo “Dio geloso”, e punitivo, come lui stesso si definisce? A me, assai poco.

In riferimento al Comandamento 2, nell’Esodo si legge:
Non pronunzierai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano.
Scusatemi, ma io non capisco cosa c’è di male a pronunciare il nome di un Dio (nelle preghiere e nelle invocazioni è lecito). “Invano” si riferisce forse alle imprecazioni o alle bestemmie? O, forse, a una mancanza di rispetto? Boh!

Per il Comandamento 3, si legge nell’Esodo:

Ricordati del giorno di sabato per santificarlo:
sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro.

Spiegatemi, per cortesia, perché, per noi, il giorno di festa è la Domenica (che vuol dire Giorno del Signore).
E poi, che cosa ci stavano a fare gli schiavi e le schiave nelle tribù Israelitiche, fuoriuscite dall’Egitto, perché, colà, esse stesse erano state schiave? Boh!

Il Comandamento 4 non ha bisogno di commenti.

Mentre, invece, il Comandamento 5 merita un duplice commento, a mio personale avviso.
Il divieto di uccidere risponde ad una “categoria” morale e mentale peculiarmente umana, dettata dal principio razionale, o ragionevole, della pacifica convivenza. Esso, infatti, non trova ospitalità nella “legge naturale”, che contempla il criterio della “legge della Giungla”,ossia la regola del “mors tua vita mea”. Questo, a premessa, per introdurre la seconda parte del mio commento.
Si leggano, per obiettività e serenità di giudizio, qua e là, le pagine, numerosissime, della Bibbia. Anche a caso. Si troveranno, ovunque, con una frequenza sorprendente, guerre, stragi, genocidi, stermini di popolazioni inermi, di donne vecchi, bambini, stupri di bambine, assoggettamenti in schiavitù, e tante altre nefandezze, ascrivibili proprio ai criteri del “mors tua, vita mea”.
A commetterli erano esattamente gli Ebrei delle tribù, guidate da Mosè e successori, a cui sulle tavole del Decalogo era destinati i Comandamenti.
Alla faccia del Comandamento 5!

Il Comandamento 6, nel testo sintetico Cattolico, dice di “non commettere atti impuri”.
Invece, i testi della Bibbia Ebraica dell’Esodo e del Deuteronomio dicono di “non commettere adulterio”.
C’è, a ragion veduta, una bella differenza!

La proibizione di “commettere adulterio” si riferiva al mantenimento di un ordine morale, sociale e civile, all’interno di una tribù di Israele, dove si sapeva tutto di tutti, perché vivevano a contatto di gomito ed altissimo era il pericolo di rivalità e faide, provocate a causa di “sconfinamenti” sessuali.
Ma il testo Cattolico parla, genericamente, di “atti impuri”, estendendo così ad ogni manifestazione o pratica sessuale, anche in privato ( rapporti al di fuori del matrimonio, masturbazione ecc.), l’anatema del Dio dall’alto dei cieli. Boh!

Sui Comandamenti 7 ed 8, non c’è niente da dire. Sono ovvietà contemplate in ogni ordinamento legislativo civile.

I Comandamenti 9  e 10 riguardano “desideri”.
Nel testo Cattolico sono sdoppiati gli argomenti di un solo pronunciamento, ad esempio, del Deuteronomio (quello dell’Esodo è quasi uguale) che dice:
Non desiderare la moglie del tuo prossimo. Non desiderare la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna delle cose che sono del tuo prossimo.

A parte il bue e l’asino, che sono retaggio di pagine “bibliche” pastorali, si ripete, anche qui, la citazione degli schiavi come oggetto di possesso e di proprietà. Di certo non potevano essere schiavi Ebrei, ma gente catturata nelle sanguinose campagne belliche di questo feroce “Popolo di Dio”.

A proposito, quello che le traduzioni bibliche Cattoliche chiamano Dio, si riferisce a YAHWEH, che non era un Dio ma un ELOHIM.
Mi limito a rimandare la trattazione di questo argomento ai filmati numerosissimi, reperibili su YOU TUBE, sulle conferenze e sui testi di Mauro Biglino, un vero “guru” di questo eclatante, ma fondamentale, equivoco storico. (Invito a leggere il numero 1744 seguente)

Numero1744.

 

Mauro Biglino è studioso ed esperto di storia delle religioni. E’ stato traduttore di ebraico antico per conto delle Edizioni San Paolo, collaborazione che si è conclusa una volta iniziata la carriera di scrittore in cui porta alla luce le sorprendenti scoperte fatte in 30 anni di analisi dei cosiddetti testi sacri che da sempre sono state omesse.
Dopo anni di traduzioni professionali ha iniziato a narrare in modo autonomo quanto trovato nei testi ebraici da cui derivano le bibbie che sono in uso per i fedeli.
Il metodo adottato consiste nel considerare valido ciò che trova letteralmente scritto senza procedere con interpretazioni o con l’utilizzo di categorie esegetiche particolari. Ne emerge un quadro coerente e chiaro che narra una storia concreta del rapporto tra un popolo e un individuo di nome Yahweh che aveva ricevuto l’incarico di occuparsene.

Ecco alcuni dei libri best seller più conosciuti di Mauro Biglino, letto e seguito in Italia da oltre 135.000 ricercatori della verità e pubblicato in 8 stati esteri:

  • Il Libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia (Uno Editori. Pubblicato anche in Germania, Francia, Repubblica Ceca, Lettonia, Paesi Bassi)
  • Il Dio alieno della Bibbia (Uno Editori. Pubblicato anche in Francia)
  • Non c’è Creazione nella Bibbia: (Uno Editori.Pubblicato anche in Francia)
  • La Bibbia non è un Libro Sacro (Uno Editori. Pubblicato anche in Croazia, Portogallo, Francia, Spagna)
  • L’Invenzione di Dio – DVD (Unoeditori-Macroedizioni)
  • La Bibbia non Parla di Dio (Mondadori)
  • Antico e Nuovo Testamento libri senza Dio (Uno Editori)
  • Il Falso Testamento (Mondadori)
  • La Caduta del Dei (Uno Editori)
  • La Bibbia non l’ha mai detto (Mondadori)
  • Resi Umani (Uno Editori)
  • Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia | Nuova Edizione (Uno Editori).
  • Le traduzioni di Mauro Biglino fanno tremare teologi, rabbini e monsignori in quanto, libere da dogmi e interessi di qualsiasi tipo, riportano senza filtri ciò che è contenuto nella Bibbia, presunto libro “divino” da sempre ritenuto sacro e ispirato da “Dio”.
    I suoi lavori hanno attirato l’attenzione di TV, Radio e personaggi dello spettacolo. Fra i numerosi media che lo hanno intervistato: Studio Aperto (Italia1), La strada dei miracoli (Rete 4), Adam Kadmon Revelation (Italia1), Mistero (Italia1), Ballarò, Radio 24, Radio Rai 2, Inception Network (Radio USA), Mistero Magazine, Affari Italiani, Ilsole24 ore.
    Mauro Biglino è intervenuto in centinaia di dibattiti, conferenze e convegni in tutta Italia e all’estero, come gli interventi nell’Aula Magna dell’Università della Svizzera italiana di Lugano, in Romania, in Portogallo, in Francia, in una conferenza organizzata dal consolato italiano, nel dibattito con i teologi del 2016 a Milano (condotto da Sabrina Pieragostini, Caporedattore di Studio Aperto) con il Prof. Daniele Garrone (Professore della facoltà valdese di teologia, uno dei maggiori esperti di teologia), Capo Rabbino di Torino Ariel di Porto, Don Ermis Segatti dell’università teologica di Torino, Mons. Avondios (Arcivescovo della Chiesa Ortodossa di Milano).
  • Qualche accenno sugli argomenti di questa “comunicazione controcorrente” :

Siamo vittime di un grande inganno?
Ci hanno raccontato una storia non vera?
La storia dell’umanità è da riscrivere?

La divinità, spiritualmente intesa, non è presente nell’Antico Testamento.
In particolare nella Bibbia, non c’è Dio e non c’è culto rivolto a Dio.
Ecco perché il libro di riferimento di Biglino afferma che “La Bibbia non è un Libro Sacro”.
Chi è intervenuto, nei secoli, a modificare la Bibbia?

Chi legge questo libro (e i molti altri sopra elencati) in merito alla Bibbia verificherà molte cose tra cui:

Abbiamo solo una delle Bibbie possibili.
Non sappiamo nulla su chi e quando l’ha scritta.
Ci è stata nascosta la vera natura dell’Albero della Vita.
Noi siamo degli OGM (Organismi geneticamente modificati).
Dio si stanca, si sporca, ha fame.
11 libri Biblici sono ufficialmente scomparsi.
La creazione dell’Uomo, intesa come atto divino, è falsa.
Il Peccato Originale è solo una favola.
Il Dio biblico non era il padre di Gesù.
Come si costruisce una religione.

Dalla prefazione di “La Bibbia non è un libro sacro”, di Sabrina Pieragostini :

La sensazione che le sue opere producono su chi, come me, ha avuto una normale educazione Cristiana, è identica a quella che si prova in cima ad una montagna, di fronte allo strapiombo: paura ed attrazione allo stesso tempo, perché sai che può essere pericoloso, ma la curiosità è più forte.
Leggere Mauro Biglino significa avere costantemente le vertigini.
Significa mettere in discussione tutte le nostre certezze, avvalorate da secoli di dottrina, di catechesi, di tradizioni popolari, costruite sulle fondamenta dell’Antico Testamento, come testo rivelato, dal quale Dio ha parlato all’ Umanità.
Ma quelle fondamenta sembrano sgretolarsi sotto i colpi di piccone di un’analisi testuale puntigliosa fino a diventare maniacale, che ne mette in rilievo ogni minima contraddizione ed elimina ogni sovrastruttura teologica.

Quello che resta, è un’altra storia, molto diversa da quella che ci hanno insegnato.

Indice :

Perché il libro ha questo titolo?
Introduzione : dalla Bibbia a Pinocchio.

La Bibbia è attendibile?
Le discordanze sul profeta Daniele e gli 11 libri ufficialmente scomparsi.
La vicenda di Davide e Golia : a chi credere?
La Bibbia deve essere presa solo per ciò che è, ossia uno dei tanti libri scritti dall’Umanità (alla stregua dell’Iliade o dell’Odissea, oppure de I Veda, il Mahabharata e il Ramayana N.d.R.).
Elohim, Yahweh e le incongruenze della tesi dogmatica.
Chi erano gli Elohim, che sono stati fatti diventare Dio? Che caratteristiche avevano e come agivano?
I Dieci Comandamenti : le incongruenze fra Yahweh e Mosè.
Ancora su Yahweh, il presunto Dio.
Altre ipotetiche entità spirituali : angeli, giganti, Satana e macchine volanti.
Quando Abramo scopre che Dio si stanca, si sporca, ha fame….
Come può nascere una religione da simili presupposti?
Dalla non – creazione, alla Croce: Adamo ed Eva non hanno dato origine all’Umanità.
Cosa dice la scienza che cerca il cosiddetto “anello mancante”?
Dove si colloca e in che cosa si concretizza il Peccato Originale.
Quello che ci è stato detto sulla Bibbia è falso?

Alcuni passaggi estratti dal libro “La Bibbia non è un Libro Sacro” :

…..questo lavoro,  non mi sento di definirlo un libro, bensì una “conferenza fatta alla tastiera”, anziché al microfono. Un excursus su veri temi compiuto con l’intento di evidenziare la questione di fondo che concerne il nostro rapporto con quel libro (la Bibbia) su cui mi pongo la seguente domanda :
I detentori della conoscenza hanno raccontato ciò che veramente contiene?
La risposta è, per me, scontata : assolutamente no !
Non si sono limitati a non raccontare, ma sono andati ben oltre e hanno deliberatamente e spudoratamente inventato ciò che non c’è.

Ecco il motivo della scelta di un titolo così assertivo e, all’apparenza, provocatorio.

Elohim non vuol dire Dio, è un attributo che letteralmente significa “legislatore supremo” ed è usato anche per sovrani e istituzioni umane : Mosè, David, Sinedrio ecc. ; ma può anche indicare qualcosa di veramente forte e maestoso. In Italiano, se si vuol dire “un’automobile bellissima”, si potrebbe usare l’espressione “un elohim (dio) di macchina”, in senso attributivo : una specie di enfatizzatore.
Sulla figura di Yahweh, rimando al Numero1743 seguente.

 

 

Numero1743.

CHI  ERA  YAHWEH

Il Dio Yahweh, sanguinario e vendicativo.

 

Nel leggere l’Antico e il Nuovo Testamento, a qualsiasi individuo dotato di un minimo di buonsenso verrebbe spontaneo domandarsi se i due testi parlano dello stesso “Dio”, tale è la contraddizione che emerge mettendo a confronto i personaggi.

La figura del biblico Yahweh non è certamente rassicurante: qualsiasi passo si prenda in esame lo può confermare. Dalla lettura – e mi riferisco alla versione canonica, senza andare a scomodare traduzioni diverse – emerge un dittatore inquietante, iracondo, sanguinario, vendicativo, cui salta la mosca al naso per un nonnulla e che non risparmia castighi tra i più atroci anche in presenza di disobbedienze lievi.

Ne sono testimonianza alcuni salmi, per esempio il 136, in cui si dice che «l’amore di Dio» è eterno  perché ha sterminato i popoli o i re nemici di Israele; troviamo la stessa situazione in altri infiniti versetti di Esodo, Numeri, Deuteronomio, Levitico, ecc., il cui elenco dettagliato è impossibile in questa sede, data la loro quantità, dove non fa altro che ordinare stragi e condanne a morte. Egli stesso si definisce «un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per quanti mi odiano» (Deuteronomio 5, 9).

Genesi: e Dio creò l’uomo e la donna, e li punì nei secoli dei secoli

Lo stesso libro che apre la Bibbia – Genesi – ci presenta subito un quadro della natura di colui che, molto più tardi, diventerà il cosiddetto Padreterno sponsorizzato da Paolo & soci e insisto col dire che mi attengo alla versione ufficiale, fornita da Santaromanachiesa, quella cui tutti i devoti sarebbero obbligati a credere senza eccepire.

Quel signore, dapprima “crea” l’uomo «a propria immagine e somiglianza», poi, quando si accorge che il poveretto si annoia tutto solo in quel vasto “Paradiso terrestre”, gli affianca una compagna, per fabbricare la quale addormenta il tapino e gli cava una costola (Genesi 2, 21-23).

Questa storiella – che nemmeno un bambino di cinque anni potrebbe bersi senza fiatare, se non fosse stato indottrinato fin dal suo primo vagito – continua in modo ancora più incredibile. La coppia – Adamo ed Eva – viene autorizzata a usufruire di tutto ciò che si trova nell’Eden, ma non deve nemmeno toccare un albero, detto «della conoscenza del bene e del male», pena: la morte.

Naturalmente i due disobbediscono: Eva, curiosa come tutte le donne, inizia a ronzare intorno all’albero proibito, viene convinta dal “serpente” che “Dio” aveva un secondo fine egoistico per vietare loro di assaggiare quei frutti (la tradizione parla di una mela, anche se non si sa bene il perché), la poveretta cede alla tentazione e convince anche l’uomo a fare altrettanto.

Ed è a questo punto che appare la prima “ira di Dio” della Storia: quel signore che aveva creato il mondo e i capostipiti del genere umano per un atto d’amore (perché è così che ce la raccontano), dà fuori di matto, caccia i due tapini dall’Eden, condannandoli a guadagnarsi il pane con il sudore della fronte e, non ancora contento, estende il castigo su tutta l’umanità per omnia saecula saeculorum.

In Genesi 3, 1-24, che descrive la scena, quest’ultimo particolare non esiste: si parla solo di discendenza, ossia della diretta stirpe di Adamo ed Eva… che NON sono i capostipiti dell’umanità, come ben si evince nei versetti dove viene narrata la vicenda di Caino e Abele. E per dirla tutta, in Genesi non si parla nemmeno di Yahweh, che comparirà solo in seguito, ma di un generico “Dio”, il cui spirito, inizialmente «aleggiava sulle acque» (Genesi, 1, 2).

…E i millenni passarono: come San Paolo mi inventò il Messia

Trascorrono i millenni (chi dice due, chi quattro, ma non ha molta importanza) ed ecco che a un certo Paolo di Tarso serve un elemento che gli consenta di vendere al di fuori del mondo ebraico il prodotto che sta fabbricando intorno a un rabbi che una trentina di anni prima era stato crocifisso a Gerusalemme per ordine di Ponzio Pilato e che gli Ebrei avevano osannato come “messia”, colui che – fin dai tempi di Mosè e del suo patto con Yahweh – avrebbe dovuto liberare il Popolo eletto dalla schiavitù, che in quel momento storico è rappresentata dall’occupazione romana.

È Paolo a inventarsi il “peccato originale” e in tal modo riesce a raccontare ai gentili la favoletta del Dio che, accorgendosi di avere un po’ esagerato con il castigo, estendendolo all’umanità tutta (particolare che si inventa di sana pianta), sceglie (con un altro atto d’amore…) di inviare il proprio figlio unigenito a immolarsi sulla croce per la redenzione di tutti coloro che avrebbero creduto in lui. Evidentemente, quindi, il Dio di Paolo si è scoperto meno onnipotente di quanto credeva e possiamo anche legittimamente dubitare della sua sbandierata onniscienza.

Quello che Paolo propone ai suoi clienti è un “Dio d’amore” che si fatica a identificare con quello biblico, ma l’Apostolo delle genti è costretto a mantenere una continuità tra Antico e Nuovo Testamento se vuole conservare la fetta di mercato rappresentata dagli Ebrei. E partendo dalla sua operazione di marketing, verrà costruito il Cristianesimo, una religione che il rabbi Yehoshua (Gesù), Ebreo fino al midollo, del tutto estraneo a concetti spirituali, condannato a morte come malfattore, non si sarebbe mai lontanamente sognato di avallare.

Yahweh: tutto fuorché il Dio pieno d’amore inventato da Paolo

Allora torniamo alla domanda iniziale: è anche solo lontanamente possibile identificare Yahweh con il Diopadreonnipotente di Paolo, dei Vangeli e di tutto ciò che ne sarebbe derivato, portando a più di due miliardi i Cristiani nel mondo (dei quali i Cattolici sono la maggioranza)?

Dal mio punto di vista, certamente no, ma coloro che invece ritengono di rispondere affermativamente, perché abilmente indottrinati in tal senso, si prendano la briga di mettere a confronto i due personaggi leggendo integralmente Bibbia, lettere di Paolo e Vangeli, senza accontentarsi dei passi – sempre gli stessi, la maggior parte delle volte mutilati o decontestualizzati – che propina loro la liturgia.

Nell’Antico Testamento troveranno

– Yahweh che uccide il primogenito di ogni famiglia egiziana (Esodo 12, 29),

– che in Levitico 26, 27-29 esclama: «Se, nonostante tutto questo, non vorrete darmi ascolto, ma vi opporrete a me, anch’io mi opporrò a voi con furore e vi castigherò sette volte di più per i vostri peccati. Mangerete perfino la carne dei vostri figli e mangerete la carne delle vostre figlie»,

– che condanna a morte un uomo per aver raccolto legna di sabato, disobbedendo a un suo ordine (Numeri 15,32-26),

– che dà precise istruzioni a Mosè nella guerra contro i Madianiti, puntualmente rispettate: «Ora uccidete ogni maschio tra i fanciulli e uccidete ogni donna che si è unita con un uomo; ma tutte le fanciulle che non si sono unite con uomini, conservatele in vita per voi» (Numeri 31, 17-18),

– che ha un atteggiamento sempre uguale nei confronti dei nemici («Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso e ne avrà scacciate davanti a te molte nazioni[…] tu le voterai allo sterminio; non farai con esse alleanza né farai loro grazia», Deuteronomio 7, 1-2) e via discorrendo in una sequenza infinita di orrori e di massacri.

Il Dio del Nuovo Testamento, invece, sarebbe colui che agisce sempre e comunque per amore e sul quale si fonda il credo dei cristiani: avrebbe ordinato un solo sacrificio, scegliendo la vittima tra i membri della sua complicata famiglia, così da evitare le critiche, avrebbe fatto nascere suo figlio da una vergine per opera dello Spirito Santo e costui sarebbe vissuto una trentina d’anni praticamente in incognito , poi improvvisamente si sarebbe svegliato e avrebbe deciso, a malincuore, di obbedire al Padresuocheèneicieli, per redimere l’umanità da una colpa immaginaria. Dalla crudele e interessata praticità del tiranno biblico, inoltre, passiamo a un Dio spirituale, dalla promessa di un concreto territorio a quella evanescente di un “paradiso” non meglio identificato.

Cosa era accaduto al presunto Yahweh in 2000 o 4000 anni? Si era rammollito invecchiando? È evidente che le due figure non possono essere accomunate da alcunché!

Svincoliamoci dalle dottrine, e avanziamo nuove ipotesi…

Ma il vantaggio del libero pensiero, svincolato da ogni indottrinamento, è proprio quello di poter avanzare ipotesi anche apparentemente bizzarre.

Sappiamo che il “Dio unico” è un’altra delle tante invenzioni teologiche: ci sono innumerevoli testimonianze che lo confermano e lo stesso Paolo, inventore del cristianesimo, lo afferma nella prima lettera ai Corinzi: «E in realtà, anche se vi sono cosiddetti Dei sia nel cielo sia sulla terra, e difatti ci sono molti Dei e molti Signori, per noi c’è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene…» (1Cor. 8, 5-6).

Immaginiamo anche che questi «molti Dei e molti Signori» non fossero esseri incorporei, spirituali (è Paolo a ridurli così: gli Ebrei della Bibbia dialogavano faccia a faccia con gli Elohim), ma personaggi in carne e ossa, condottieri, piccoli o grandi governatori locali, magari tecnologicamente evoluti, uno dei quali era quello stesso Yahweh che aveva promesso la “Terra” a Israele in cambio della sua assoluta devozione.

E allora presumiamo che nel tempo intercorso tra la comparsa di Yahweh e la venuta di Cristo ci sia stato un avvicendamento: l’El degli Ebrei nella provincia di Siria al tempo dell’occupazione romana è un altro, meno sanguinario o forse solo più accorto, che ha preferito cambiare tattica per procurare la libertà al popolo di cui è, non si sa come, diventato il condottiero.

Ha mandato un funzionario di sua fiducia a ingravidare una fanciulla Ebrea sedicenne, con ogni probabilità accuratamente selezionata, dalla quale far nascere quel “Jehoshua ben Jusef al Nazri” che avrebbe dovuto guidare la ribellione e spazzare via i Romani dalla Galilea e zone limitrofe. Il Gesù evangelico e il suo entourage ci vengono presentati come giocondi predicatori Peace and Love, ma un’attenta lettura dei Vangeli canonici smentisce questa edulcorata versione: si trattava di una banda di accoliti, di una vera e propria setta che viveva alle spalle dei proseliti e predicava la rivolta. Infatti, si legge nel Vangelo di Luca 8, 13 : “Vi erano con lui i Dodici (Apostoli) e anche alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità : Maria Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni, Giovanna moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre. Esse li servivano con i loro beni.”. Infatti, per i tre lunghi anni di predicazione del Cristo, tutta la combriccola non fa un’ora di lavoro e non guadagna un centesimo, ma vive senza stenti e senza miracoli. 

Il tentativo non ebbe successo, anzi: finì con l’arresto e la condanna a morte del “messia”; gli Ebrei in seguito avrebbero provato ancora tre volte a scrollarsi di dosso il giogo dell’Urbe con altrettante guerre (le Guerre giudaiche di cui parla Giuseppe Flavio) e sarebbero comparsi altri “messia”, con lo stesso scarso successo e la definitiva sconfitta. Ma intanto, Paolo e – dopo di lui –  i presunti evangelisti, avevano avuto il tempo di volgere a proprio favore una vicenda che di soprannaturale non aveva avuto alcunché, ma opportunamente manipolata, sarebbe riuscita laddove le armi avevano fallito, portando in pochi secoli alla caduta dell’Impero Romano.

Per concludere, lascio la parola ad Albert Einstein e a una frase che l’illustre scienziato scrisse in una lettera indirizzata al filosofo Eric Gutkind il 3 gennaio 1954: «Per me, la parola Dio non è niente di più che un’espressione e un prodotto dell’umana debolezza, e la Bibbia è una collezione di onorevoli ma primitive leggende, che a dire il vero sono piuttosto infantili. Nessuna interpretazione, non importa quanto sottile, può farmi cambiare idea su questo».

In sintesi, questo dice Mauro Biglino:

La Bibbia non parla di Dio, semplicemente perché parla di esseri in carne ed ossa, che vengono chiamati Elohim, e di uno, in particolare, Yahweh, che cammina, mangia, beve, si sporca, si lava, deve riposare, uccide in prima persona, dà ordine ai suoi di sterminare anche i parenti più stretti, impone il massacro di madri con i loro figli maschi, detta leggi ed ammazza chi non le rispetta, chiede sacrifici umani, ordina ecatombi di animali, annusa fumo (di grasso arrostito) per calmarsi, beve liquidi ubriacanti, insegna come si evita di riempire un accampamento di escrementi che lui non vuole calpestare, spartisce il bottino di guerra con i suoi sudditi,  in vergini e animali, elencati in precisi e ragioneristici verbali di spartizione, che sto leggendo nelle mie conferenze; (a questo proposito, sto per introdurre un tema spinosissimo, perché forse quello che voleva non erano solo vergini/ragazze, ma, in alcuni casi, bambine), insegna a prestare denaro ad interesse rendendo schiavi gli altri, è iracondo e contraddittorio, appare paranoico e monomaniaco, sembra presentare, talvolta, sintomi di disturbi mentali riconducibili alla schizofrenia….

Discutere sul significato di Elohim (che NESSUNO conosce con certezza) è assolutamente inutile e va bene per i filologi/teologi che hanno il bisogno disperato di affermare che significa DIO.
Io non ne ho alcun bisogno, perché la Bibbia è chiara, e quindi, mi faccio andare bene tutte le loro diverse interpretazioni.

Faccio due soli esempi:
GIUDICI 11,24 : Iefte, capo delle forze di Israele, dice al re degli Ammoniti:
“Il tuo Elohim Kamosh ti ha dato quelle terre, e tu te le tieni; il mio Elohim Yahweh ci ha dato queste terre e noi ce le teniamo”.
Tra i due Elohim (qualunque cosa significhi) non c’è alcuna differenza, hanno le stesse prerogative, gli stessi diritti e gli stessi poteri: non c’è un Dio superiore e uno inferiore per il capo dell’esercito d’Israele.

GENESI 35,1 : Elohim disse a Giacobbe. “Alzati, va a Betel e abita là; costruisci in quel luogo un altare all’ EL (qualunque cosa significhi), che ti è apparso quando fuggivi Esaù, tuo fratello”.
Perché gli dice di costruire un altare a quell’EL che gli è apparso? Non dovrebbe essere sempre lui?
Più chiara di così la Bibbia non può essere!

Se leggete il Salmo 136, ricaverete questa convinzione:
Yahweh (qualunque cosa significhi) della Bibbia è un Elohim “misericordioso”, ma solo nei confronti del “suo servo Israele” e, per esserlo, ha ammazzato bambini innocenti, re, persone potenti….
Per fortuna, non può essere il “DIO Universale”: sarebbe una vera, spaventosa tragedia e la Bibbia sarebbe un guazzabuglio incomprensibile.
Ecco perché Elohim non può significare DIO nel senso che l’Occidente, figlio del pensiero Greco, attribuisce a questo termine.
L’ IMPORTANTE  È  CAPIRE  L’ INGANNO  COLOSSALE  CHE  SI  CELA  DIETRO  L’ AFFERMAZIONE:  ELOHIM = DIO  SPIRITUALE:.