Il più grande dolore che ho provato
è stato quando ho fatto del bene
e …. me ne sono vergognato.
Cosa ci insegna la vita… testamento spirituale di un libero pensatore
Il più grande dolore che ho provato
è stato quando ho fatto del bene
e …. me ne sono vergognato.
R I S O S A R D O N I C O
da QUORA
Una orribile usanza culturale praticata in Sardegna e di origine fenicia e punica, consisteva nel gettare vive da un’altissima rupe tutte le persone che avessero raggiunto i settant’anni di età. Le ragioni di questo oscuro rituale si dividono in due teorie: la prima vuole che tutto ciò fosse fatto in onore del Dio Kronos (Dio del Tempo), la seconda invece sostiene che la funzione di tutto ciò stava nel fatto di sbarazzarsi di tali soggetti poiché diventavano un mero peso per la società.
I parenti della vittima predestinata, comunque sia, non rimanevano insensibili alle sofferenze patite dal loro anziano familiare e gli facevano dunque masticare un’erba anestetica che però paralizzava il suo viso, formandogli un oscuro ghigno in volto (da cui poi sono state riprese le maschere dei Mamuthones) e che nel folklore sardo è detto ‘Riso Sardonico’.
MAMUTHONES
Mamuthones sono, assieme agli Issohadores, maschere tipiche del carnevale di Mamoiada in Sardegna.
La parola Mamuthones è stata anche ricondotta al greco “Maimon” che significa “colui che smania, che vuole essere posseduto dal dio” (nella lingua sarda odierna il termine significa pazzo o “buono a nulla”).
RISO SARDONICO
da WIKIPEDIA Enciclopedia libera
Il riso sardonico (in latino Risus sardonicus) è un caratteristico spasmo prolungato dei muscoli facciali che sembra produrre un sorriso. Durante questa condizione le sopraccigilia sono alzate e il cosiddetto “sorriso” è aperto e dall’aspetto “malevolo”.
Viene tipicamente osservato nei soggetti colpiti dal tetano, ma può essere causato anche da avvelenamento con Stricnina.
L’aggettivo greco sardánios appare per la prima volta nell’Odissea di Omero, dove viene utilizzato per indicare il riso amaro di Ulisse, dopo che questi aveva schivato una zampa di bue lanciatagli da Ctesippo. Più tardi viene usato da Simonide di Ceo per descrivere il riso di dolore provocato ai Sardi, che tentavano di approdare sull’isola di Creta, dall’abbraccio rovente di Talos, l’automa creato da Efesto. Per Zenobio, che cita sempre Simonide di Ceo, Talos avrebbe dimorato in precedenza in Sardegna dove avrebbe ucciso molti uomini provocando loro una morte così dolorosa da far loro digrignare i denti per la sofferenza.
Secondo un’altra tradizione narrata da Demone e Timeo, gli antichi Sardi nell’età nuragica offrivano in sacrificio a Crono gli anziani settantenni i quali, prima di venire gettati da un dirupo, ridevano. Altre fonti suggeriscono che ai prescelti per il sacrificio veniva somministrata la cosiddetta erba sardonica (σαρδόνιον), corrispondente alla Oenanthe crociata, una pianta neurotossica che provocava il sorriso sardonico. Nel 2009 gli scienziati dell’Università del Piemonte Orientale e dell’Università di Napoli Federico II hanno identificato l’erba sardonica, la pianta storicamente responsabile del ghigno sardonico, con il finocchio d’acqua.
Io sono un uomo
che s’offre.
D O L O R E
Eschilo dice che il dolore
è un errore della mente.
Se la mente è sfornita
di modelli esperienziali,
soffre come un cane,
perché non sa a cosa
deve fare riferimento
per uscire da quel dolore.
Umberto Galimberti.