U M B E R T O G A L I M B E R T I
Appunti da una sua conferenza.
Partiamo dalla cultura medioevale: Inferno, Purgatorio, Paradiso; dove l’arte è arte sacra, dove persino la donna è “donna angelo”.
Se togli la parola Dio dalla cultura medioevale, non capisci niente di quel mondo; ma se togli quella parola dal mondo contemporaneo lo capisci ancora? Sì, sì, lo capisci benissimo.
Non lo capiresti più se togliessi la parola “tecnica” o se togliessi la parola “denaro”, che è diventato il generatore simbolico di tutti i valori.
Allora, come dice Nietzsche, “Dio è morto”.
Che cosa sono diventate le chiese se non le tombe e i sepolcri di Dio?
I nostri tempi non sono più pieni di futuro.
Io mi anestetizzo (mi drogo) nel presente perché non voglio vedere il futuro.
Non ho più l’orizzonte di senso: questo è il sentire delle generazioni di oggi perché il futuro non è più una promessa.
La scienza non guarda il mondo per contemplarlo, ma per manipolarlo.
Lo scienziato anticipa la sua teoria, poi verifica se questa sia riscontrabile ed attuabile nella natura e, da qui, la fa diventare legge di natura universale. Per sempre? No. Fino alla formulazione di una legge più raffinata e perfezionata, adattandosi alle nuove scoperte.
La scienza ha un intento manipolatorio.
È come un giudice che costringe l’imputato a rispondere alle sue domande.
Cartesio dice che l’uomo, con questo metodo, diventa “maitre et possesseur de la nature” (padrone e possessore della natura).
E ne è diventato anche la forza più distruttiva.