Numero3335.

 

T H E    S A V A G E S

 

Ieri, 25 Maggio 2025, nel Teatro Comunale “Luigi Garzoni” di Tricesimo, ha avuto luogo una rievocazione storico – musicale delle vicende del Complesso dei THE SAVAGES, che si sono svolte nell’arco di un biennio dal 1964 al 1966. Lo spettacolo consisteva nella narrazione della storia del Complesso alternata alla esecuzione di una dozzina di canzoni di successo del loro repertorio di allora.

La manifestazione ha avuto un significativo successo, in primo luogo per l’affluenza del pubblico davvero sorprendente (ben pochi erano i posti vuoti dei 286 disponibili nella platea del Teatro), e poi, anche, per l’esibizione della Compagine attuale, che rievocava i fasti e nefasti del Complesso di allora: l’esecuzione dei brani, suonati e cantati a gruppi di tre, ha scandito il racconto di tutto il percorso di formazione, affermazione ed estinzione di questa Band di giovani esecutori, guidati da Armando Morandini, che hanno fatto molto parlare di sè 60 anni fa e che tuttora sono ricordati con grande simpatia dai fans di quei tempi.

Anch’io ho fatto parte di questo Complesso, con un ruolo molto particolare che non prevedeva la mia presenza nelle performance musicali, bensì solo nella fase preparatoria e nella gestione del Gruppo..

Mi sono incaricato, su richiesta di Armando, di assumere il compito di condurre la manifestazione come regista e come speaker, contribuendo, questa volta, anche con l’intervento della mia voce (seconda voce), a supporto del cantante solista (prima voce) in diverse canzoni del programma.

Il consenso del  sensibile ed attento pubblico presente, manifestato con numerosissimi applausi, spesso a scena aperta, è un dato di fatto inoppugnabile: il gradimento, la sorpresa, il coinvolgimento durante le esecuzioni e alla fine di ogni brano suonato e cantato sono stati costanti e incessanti, con grande soddisfazione degli interpreti esecutori.

Lo spettacolo si è prolungato anche con la riesecuzione, a gentile richiesta, dei tre brani più significativi del repertorio del Complesso, ma prima di questa, io ho avuto il tempo e il modo di recitare una composizione, scritta da me alcuni anni fa, dal titolo “Commiato”, accompagnata da una melodia di sottofondo costituita da arpeggi sul tema musicale di una canzone di De Gregori, ascoltata con molta attenzione, interessata e stupita, da parte del pubblico che sembra averla oltremodo gradita.

In conclusione, sembra proprio che sia stato un “successo”.

 

Mi permetto di pubblicare, a riprova e suffragio di quanto ho affermato, questi che seguono, fra i tanti commenti arrivati a me e ad altri componenti del Complesso, via WHATSAPP, da amici che erano presenti alla manifestazione.

 

“Complimenti, complimenti e ancora complimenti! Tutto organizzato alla perfezione. Un grande successo”.

Giuliana.

 

Ciao Alberto, realmente una splendida serata, con le tue declamazioni e la musica che ha coinvolto emotivamente molti dei presenti, Grazie.

Corrado.

 

Carissimo Alberto,
con profonda ammirazione, desidero renderti omaggio, celebrando il tuo straordinario spirito.
Dopo 60 anni, non solo hai custodito il ricordo di un’epoca, ma oggi hai avuto il coraggio e l’energia di rimetterti in gioco con il tuo gruppo.
La vostra esibizione è stata molto più di un concerto: è stata una lezione di passione, determinazione, talento e amore per la vita.
Sul palco siete tornati giovani e, con voi, lo siamo stati anche noi, spettatori emozionati e grati.
Complimenti di cuore per averci donato, ancora una volta, la magia della vostra musica e una fantastica storia.
Un forte abbraccio.

Carlo.

 

Ciao Graziano.

Grazie per l’ospitalità. Fai i complimenti a tutti i musicisti da parte nostra per il bel concerto e soprattutto per aver rievocato tempi e musiche che ci appartengono da sempre. Un abbraccio fraterno a tutti.

Un amico di Graziano.

Numero3158.

 

30° A N N I V E R S A R I O

 

Questa cosa l’ho scritta per Rita
per ricordare il nostro anniversario:
lei ed io, compagni di una vita
che ci è passata sbarcando il lunario.

Non ci siamo conosciuti in gioventù,
quando si gettano le fondamenta
di una casa che deve stare su
per tanto tempo, ma ci si accontenta.

Io avevo più di cinquant’anni
e, dietro a me, una vita travagliata
di sbagli, delusioni ed affanni.
Poi è arrivata lei, e l’ha sistemata.

E dura da trent’anni questo amore
e non mostra crepe né scalfitture,
è passato fra la gioia e il dolore,
senza mai drammi o disavventure.

È stabile e solido come una roccia,
esposta a “malu tempu” e traversie.
Gli manca solo un fiore che sboccia,
ma non perdiamoci in fantasie.

Alla nostra età è già un’impresa
occuparci di noi due vecchietti,
e non di un’improbabile pretesa
di dare conferma ai nostri affetti.

Ma noi ci vogliamo bene così.
I sacramenti o le registrazioni
non ci servono: nel nostro pedigree
abbiamo scritto noi le condizioni.

Ci bastano la stima ed il rispetto,
mischiati con un poco di allegria,
e, come legante, un enorme affetto:
ecco spiegata la nostra alchimia.

E se sta funzionando la ricetta
allora gl’ingredienti sono giusti:
per noi due la formula è perfetta
e risponde proprio ai nostri gusti.

A voi, persone care ed amici,
che oggi siete qui per festeggiare,
diciamo grazie! Ci fate felici.
Non lo potremo mai dimenticare.

Portatevi a casa e nel vostro cuore
il senso della nostra ricorrenza
per vivere nella pace e nell’amore.
Grazie ancora per la vostra presenza.

Numero2220.

 

PECCATO  DI  GIOVENTU’

 

Anch’io sono stato giovane. e anch’io ho perso tempo dietro alle chimere. Ma non me ne pento. Mi rimane il bel ricordo di una esperienza che, come tutte le esperienze, lascia una traccia nella vita. Allora io non capivo niente di musica, non conoscevo una nota, avevo solo un “buon orecchio” e tanto entusiasmo. Erano i favolosi anni ’60. Molto più tardi, alla veneranda età di 73 anni, mi sono messo in testa di imparare a suonare la chitarra. Da paziente autodidatta, pian piano, nonostante le artrosi alle dita delle mani che hanno tutti i vecchi, senza l’aiuto di alcuno, se non coi primi rudimenti e consigli colti qua e là, ho cominciato a fare i primi accordi, poi la prima canzonetta semplice, e poi, via via, sono arrivato ad oggi, alla soglia degli ’80: mi diverto a suonare, con i soli accordi, e a cantare, che io chiamo canticchiare, molte canzoni con una voce che Nino Manfredi, su testo di Ettore Petrolini,  in “Tanto pe’ cantà”, definisce “poca, ma intonata”. In aggiunta mi accompagno anche, in certi brani, dove è possibile, con l’armonica a bocca, che io suonavo da bambino e che ho riesumato e migliorato, dopo più di 60 anni, suonandola, ovviamente, “ad orecchio”.
Intendiamoci bene: se io mi sento suonare e canticchiare, da una registrazione, mi faccio un po’ ridere perché il livello è veramente infimo, ma, insomma, …. chi si contenta, gode. Talvolta, mi sono esibito, in qualche dopocena, davanti a una ristretta cerchia di amici che hanno avuto la volontà e la pazienza di ascoltare i miei gorgheggi: bontà loro.

Il peccato di gioventù di cui parlo è stata la mia partecipazione, come comprimario, senza mai mettere piede sulla scena, al complesso THE SAVAGES (I Selvaggi), di cui qui pubblico le vicende, perché il mio amico Armando Morandini, allora capo del complesso, mi ha appena mandato la notizia, e il testo qui sotto edito, della pubblicazione della storia della formazione su ROCKENC, cioè l’enciclopedia del Rock. Siamo passati alla storia! Senza molta gloria.
Ma la gioventù è una sola.

 

 

ROCKENC

ENCICLOPEDIA DEL ROCK ANNI 1964 – 1970

 

DOMANDE GENERICHE PER LA SCHEDA

 

1 – In che città e in che anno nasce il gruppo?
La nascita del gruppo The Savages avviene a Tarcento (Udine) tra febbraio e marzo del 1964 e il debutto in pubblico il 1° maggio 1964 con un concerto nella piazza della frazione Molin Nuovo a Udine.
2 – Chi sono i Fondatori ed i componenti con il relativo ruolo nel gruppo e che strumenti suonavano ?
Bruno di Montegnacco, batteria e voce, Luigi Ortoleva, chitarra e voce, Gilberto Zuliani, chitarra basso, Armando Morandini, sax tenore, chitarra, leader del gruppo, voce solista, Manlio Bertacche tastiere, Alberto Visintino, Art Director, paroliere, si occupava della stesura dei testi in inglese, compositore di testi di varie canzoni inedite del gruppo.
3 – Eventuali esperienze precedenti in altri gruppi da parte dei componenti
Armando Morandini, in organico giovanissimo nella Banda Cittadina di Tricesimo ed in altre formazioni musicali.
4 – Il nome del gruppo e il motivo per cui è stato scelto.
THE SAVAGES (I Selvaggi), in contrapposizione al repertorio tradizionale che le orchestre da ballo suonavano, (mazurke, tanghi, valzer ecc. ecc.)
5 – Che tipo di divisa avevate?
Giacca di tipo inglese, calzoni attillati scuri, gilè a quadri scozzesi e varie camicie colorate.
6 – Dove e cosa suonavate ( nome dei locali e repertori ).
LOCALI: Cinema Tarcentino, Colle Verzan Tarcento, Sala Margherita Tarcento, Sala Concordia Artegna,
Night club Mocambo Udine, Piper Contarena Udine, La Cavalchina San Daniele, Sala Tabeacco Buia, Teatro Spilimbergo, Sala Gajo Spilimbergo, Sala Cento Colonne Feletto Umberto, Teatro Nabucco Tarvisio, Sala Teatro miniera Cave del Predil, Sala da ballo Ampezzo, Sala da ballo Albergo Ravascletto, e vari locali da ballo della Regione.

REPERTORIO (titoli di canzoni): Tequila, Subway, Too much tequila , Noi siamo i selvaggi: brano di presentazione del complesso, versione italiana di C’mon everybody (Eddie Cochran)), You really got me, All my loving, Kansas city, Till there was you, Michelle, Girl, Apache, All my sorrows, Uno dei mods, Satisfaction, Il ragazzo della via Gluck, Wooly Bully, Menphis Tennessee, Roll over Beethoven, She’s a woman, No reply, Ticket to ride, Marilisa (canzonetta francese con testo italiano, molto richiesta), Mister moonlight, For your love, Help, Yesterday, And I love her, A Hard day’s night, La casa del sole, Oh pretty woman (di Roy Orbison, forse il pezzo top del complesso), What I say, Don’t let me be misunderstood, Bring it on home to me e altri vari successi, covers di Elvis Presley, Roy Orbison, Chuk Berry, The Shadows , The Champs, The Beatles, The Kinks, The Animals, The Rolling Stones e altri artisti e complessi internazionali dell’epoca sentiti su Radio Luxemburg.
Armando Morandini e Alberto Visintino ascoltavano quotidianamente su questa emittente radiofonica la trasmissione HIT PARADE in lingua inglese dove venivano eseguite le prime 10 canzoni al top del mercato musicale Americano ed Europeo: Armando Morandini trascriveva gli accordi per chitarra, Alberto Visintino trascriveva il testo (quasi sempre Inglese).
7 – Partecipazione a manifestazioni , festival, concerti.
Partecipazione e vittoria al concorso per il miglior complesso della Regione al Parco delle Rose di Grado (Gorizia).Partecipazione e Primo Posto al ” Leggio d’oro” alla Mostra della Casa moderna a Udine. Partecipazione al Festival notturno sul Natisone di Cividale del Friuli. Partecipazione alla festa della Birra Moretti a San Giovanni al Natisone con le Tigri di Gorizia ed i Dogi di Trieste. Partecipazione alla Fiera di Casarsa della delizia con il vincitore del Festival di Sanremo Bobby Solo e i fratelli Ciacci.
8 – Che strumenti avevate ( le marche ) e come li avevate acquistati?
Organo FARFISA (strumenti musicali Vicario Udine) chitarra basso FENDER Jazz bass (Vicario Udine) chitarra elettrica FENDER Stratocaster (Vicario Udine) Sax tenore KING super 20 (strumenti Francescatto Udine) batteria LUDWIG (vicario Udine) Impianto voci MEAZZI amplificatori BINSON e FENDER. Fatta eccezione per la batteria e l’organo il resto degli strumenti furono pagati con diverse cambiali a rate mensili.
9 – Eventuali contatti con case discografiche e successivi dischi.
L’impresario Spartaco Vidoni venne contattato dalla casa discografica DURIUM: in seguito per questioni finanziarie non se ne fece nulla. (il Signor S. Vidoni è stato il procuratore del complesso The Savages).
10 – Presenze televisive o cinematografiche.
Concerto registrato da Telefriuli all’Arena di Lignano Sabbiadoro nel 1997.
11 – Con quali mezzi vi spostavate
Mezzi propri.
12 – Ci sono stati cambi di elementi, quali e in che anni?
No.
13 – Quando e perché nasce la storia del gruppo?
Nella primavera del 1964, dai festini studenteschi ai thè danzanti a suon di 45 giri, siamo passati agli strumenti ed alla musica dal vivo attratti dal genere nuovo. La passione ha coeso tutto il gruppo per quasi due anni.
14 – I singoli componenti cos ‘hanno fatto fino ad oggi?
Quasi tutti i componenti hanno continuato a suonare con altre formazioni.
15 – Ci sono state delle riunioni negli anni dopo lo scioglimento?
Tutta la formazione originale al completo si è riunita nel 1997 all’Arena di Lignano Sabbiadoro in una grande manifestazione presentando i propri successi degli anni ’60.
16 – Ricordi qualche aneddoto?
Siamo stati i primi a presentare in Italia i successi dei Beatles in particolare in lingua Inglese, alcuni brani anche con testo in Italiano. Nessuno lo aveva fatto prima. In una esibizione a Casarsa della Delizia, nel 1965, presentammo in anteprima assoluta in Italia, il brano dei Beatles, MICHELLE fra lo stupore di Bobby Solo e i complimenti di Enrico Ciacci (era il fratello di Little Tony).

 

GRUPPO THE SAVAGES____________ COMPILATORE_Armando Morandini_____________________________

 

N.d.R. : se volete leggere il testo delle canzonette che si suonavano e cantavano nei favolosi anni ’60, andate al Numero1027. e al Numero1028.. Sono un  risibile esempio della fantasia “creativa” dell’allora giovane conduttore di questo BLOG.

Numero1431.

Il 20 Settembre 2013, alle redazioni dei giornali di tutto il mondo, quindi anche di quelli Italiani, arriva una notizia di Agenzia, (in Italia ADNKRONOS) che lascia di stucco i destinatari e che, lì per lì, viene scambiata per una “fake news”.
Dice il testo che l’Accademia Reale Svedese, responsabile incaricata delle “nominations” ai “Premi Nobel”, starebbe per comunicare che , per il “Nobel” della Letteratura 2013, esiste una terna di nomi di candidati “a sorpresa”.
Veramente, a sorpresa, c’era già stata, nel 1997, l’assegnazione del “Nobel” per la Letteratura ad un personaggio molto impegnato nel mondo dello spettacolo, più che  nella produzione libraria: quel geniale, strampalato “giullare medioevale”, che rispondeva al nome di Dario Fo. Evidentemente, si sta instaurando la moda che, per la Letteratura, si deve far riferimento anche ad altre e diverse forme espressive che non siano solo quelle della consueta produzione letteraria cartacea: lo spettacolo, gli audiovisivi, e quant’altro si sta diffondendo come mezzo di comunicazione e di trasmissione del messaggio d’arte letteraria. Questa volta toccherebbe al mondo della canzone, come veicolo culturale che, per la prima volta, viene elevato al rango di arte popolare.

Infatti, questi sono i nomi dei 3 candidati:

Leonard Cohen, cantautore, poeta, scrittore Canadese, chiaramente di religione Ebraica, conosciuto in tutto il mondo per le sue composizioni di canzoni profondamente ispirate alla sfera intima dell’uomo, alla religione, all’isolamento, alla sessualità. Al momento della notizia, Cohen ha 79 anni.

Bob Dylan, anche lui cantautore, poeta e scrittore, mostro sacro di generazioni di giovani, contestatori e pacifisti, anche lui di religione Ebraica, in seguito convertito al Cristianesimo, ma niente affatto coinvolto e piuttosto agnostico.
Vero “guru” dei generi musicali “folk rock”, “country rock”, “gospel” e via dicendo. Nel 2013, Dylan (vero cognome Zimmerman) ha 72 anni.

Il terzo candidato della terna, e qui sta la vera sorpresa, è un cantautore Italiano.

La notizia non ebbe seguito. Si pensò ad una presa in giro. Infatti, il “Nobel” per la Letteratura del 2013 venne assegnato ad Alice Munroe, scrittrice Canadese regina del “romanzo breve”, di larga divulgazione.
Alcuni giornalisti interpellarono la Segreteria dell’Accademia Svedese, chiedendo se avesse fondamento la notizia di cui sopra. La risposta fu che non era loro abitudine riferire alcunché in merito a “candidature”, “nominations” o quant’altro, per motivi di riservatezza o privacy delle persone coinvolte.

Ma chi sarebbe il cantautore Italiano che avrebbe avuto la candidatura?
Sì, è proprio lui, il nostro “professur” di latino e greco al Liceo Beccaria di Milano e in altri Licei Classici della Lombardia, che andava a scuola con i jeans e la camicia bianca sbottonata e che parlava ai suoi studenti come a suoi pari, grande poeta e musicista raffinato e paradossale nella sua “classicità”, che attinge l’ispirazione nel passato per  cristallizzare l’eternità dei pensieri e dei sentimenti in una compartecipe modernità: Roberto Vecchioni.

Leonard Cohen è morto il 7 Novembre 2016. Non avrà mai il “Premio Nobel” perché non viene assegnato postumo o alla memoria.

Bob Dylan ha avuto il “Premio Nobel” per la Letteratura a 75 anni, il 13 Ottobre dell’anno 2016, lo stesso in cui muore, 25 giorni dopo, Leonard Cohen. Lo ha ritirato il 1 Aprile 2017.

Allora, forse quella notizia, poco credibile e stravagante, non era una bufala.

Senza atteggiarmi presuntuosamente a mago o veggente, avanzo qui e ora, 10 Luglio 2019, la previsione che, in uno dei prossimi anni a venire, Roberto Vecchioni riceverà il “Premio Nobel” per la Letteratura.
“Giorno verrà, presago il cor mel dice”.

 

Numero 1257.

 

FORMIDABILI   QUEGLI   ANNI

 

Noi non siamo della razza

di chi frigna e si dispera,

come zombie di un passato

che sembrava primavera.

 

A fanculo ogni rimpianto

che non sono roba vera,

la malinconia è uno sguardo

e la vita è roba seria.

 

E se passi un solo giorno

senza farti una domanda,

senza un grido di stupore,

l’hai mandata al creatore.

 

Formidabili quegli anni,

formidabili quei sogni nei miei sogni,

la malinconia bevuta, gli occhi insonni,

formidabili quei giorni nei miei giorni….

 

….noi siam quelli del rimorso

prima ancora del peccato,

siamo i primi della classe

di un amore immaginato.

 

E le libertà che avete

mica c’erano a quei tempi,

noi ci siamo fatti il culo,

tocca a voi mostrare i denti……

 

….ed è proprio aver vissuto

che ci fa vivere ancora

ed è proprio aver perduto

che ci fa credere ancora.

 

Roberto Vecchioni     Formidabili quegli anni.