Numero3527.

 

A M A R E    C O M U N Q U E

 

Ho amato anche quando

non dovevo, ho creduto

anche quando tutto

mi diceva di smettere.

Ho perduto tanto,

ma non me stesso.

Perché ogni ferita

mi ha insegnato

che l’amore, anche

quando fa male,

è la mia verità.

 

@lifeisinthewords

Numero3451.

 

ERRORI  CHE  DISTRUGGONO  IN  SILENZIO  I  RAPPORTI  DI  COPPIA

 

Dare l’altro per scontato.

Non ascoltare davvero.

Usare il silenzio come arma.

Cercare sempre di vincere nella discussione.

Evitare i problemi, invece di affrontarli.

Mentire anche sulle piccole cose.

Non coltivare più momenti insieme.

Sminuire i sogni dell’altro.

Sostituire amore con abitudine.

Confrontare continuamente il partner con altri.

Spegnere la complicità con la routine.

Usare il telefono più dello sguardo.

Non esprimere più gratitudine.

 

@ProGix.

Numero3342.

 

QUATTRO  PASSI  NEL  MONDO  DI  VOLTAIRE.

da un articolo di Alessia Alfonsi

 

Voltaire, pseudonimo di François-Marie Arouet, è stato uno dei pensatori più brillanti, controversi e influenti dell’Illuminismo. Satirico, razionalista, polemico, amava la verità quanto detestava il fanatismo. La sua arma preferita? La parola affilata, una voce che brucia ancora oggi, tagliente come una lama, arguta come una satira, viva come una risata nel mezzo dell’ipocrisia.

Uomo di teatro, romanziere, storico, polemista, intellettuale engagé ante litteram, ha attraversato il Settecento da protagonista e da provocatoreIl suo pensiero è un inno alla libertà di espressione, alla tolleranza religiosa, alla battaglia contro il fanatismo, l’ignoranza e la superstizione. Ma non lo ha fatto con il tono grave del predicatore: ha scelto l’arma dell’ironia, dello sberleffo, dell’intelligenza acuta.

Voltaire non credeva nelle verità assolute, ma nella necessità di interrogare ogni autorità, ogni dogma, ogni certezza comoda. Diceva: “La libertà consiste nel poter dire che due più due fa quattro. Se ciò è concesso, tutto il resto segue.”

Dietro il suo sarcasmo, si nascondeva una visione del mondo umanista e profondamente etica: non basta pensare, bisogna agire, coltivare il proprio giardino, esercitare la ragione come forma di giustizia.

Chi lo legge oggi, scopre un autore che parla alla nostra epoca con una chiarezza disarmante. Che ci ricorda quanto la libertà non sia solo un diritto, ma un dovere di coscienza. E quanto la parola, anche quella più ironica, possa cambiare la storia.

Con i suoi scritti, i suoi pamphlet e le sue lettere, ha scardinato dogmi, smascherato ipocrisie e difeso la libertà di pensiero con un’ironia acuminata ma profonda.

In tempi oscuri, Voltaire ha saputo ridere dell’assurdo senza rinunciare alla lotta: il suo pensiero ci ricorda ancora oggi quanto pensare liberamente sia un atto rivoluzionario.

Curiosità su Voltaire:

 

Il suo vero nome era François-Marie Arouet. Adottò il nome Voltaire probabilmente anagrammando il cognome Arouet e aggiungendo qualche lettera: era già un personaggio.

Fu imprigionato più volte per le sue parole. Venne incarcerato alla Bastiglia per aver offeso un nobile e poi esiliato: usava la satira come arma politica e intellettuale.

Amava l’Inghilterra (più della Francia). Nel suo “Lettere filosofiche”, elogiò la tolleranza religiosa inglese, scatenando scandalo in patria.

Fu un instancabile epistolare. Scrisse più di 20.000 lettere, corrispondendo con sovrani, filosofi, scienziati e intellettuali di tutta Europa.

Morì da libero pensatore, ma… Non fu sepolto in terra consacrata. I suoi resti furono portati al Panthéon decenni dopo, come simbolo della libertà di pensiero.

Libro consigliato: “Candido, o l’ottimismo”. Una satira pungente e irresistibile sul mondo, sull’illusione della filosofia ottimista, sulla crudeltà umana e sul bisogno di agire, non solo di pensare.

 

10 Frasi di Voltaire sulla libertà

Voltaire ci insegna che il pensiero è un atto civile. Che la libertà non si eredita: si difende. Che l’ironia è una forma altissima di resistenza, e che coltivare la propria mente è il primo passo per essere davvero liberi. In un mondo ancora pieno di dogmi e chiusure, le sue frasi restano armi leggere e precise: fanno sorridere, pensare, e a volte svegliare.

1.
Non condivido la tua opinione, ma darei la vita perché tu possa esprimerla.
– Attribuita, sintesi del suo pensiero sulla libertà di espressione

Una delle più celebri frasi sull’importanza della tolleranza e del dissenso: la libertà vale più della vittoria.

 

2.
Dio ha fatto l’uomo a sua immagine, e l’uomo gliel’ha restituita.
– Dizionario filosofico

Una critica lucidissima all’antropocentrismo religioso: creiamo Dio come riflesso dei nostri limiti.

 

3.
Chi sa parlare bene, pensa bene.
– da Lettere e discorsi

Il linguaggio come strumento di chiarezza mentale e libertà.

 

4.
Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola.
– Lettere filosofiche

Una lezione di umiltà intellettuale: meglio dubitare che affermare per dogma.

 

5.
Coltiviamo il nostro giardino.
– Candido

Una delle frasi chiave del pensiero voltairiano: non fuggire nel pensiero astratto, ma agire nel reale.

 

6.
Ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto.
– Zadig

La responsabilità morale non è solo evitare il male, ma anche fare il bene quando possiamo.

 

7.
Il fanatismo è un mostro che osa chiamarsi figlio della religione.
– Trattato sulla tolleranza

Una condanna senza appello: la fede senza ragione è pericolosa.

 

8.
La superstizione è alla religione ciò che l’astrologia è all’astronomia.
– Dizionario filosofico

La superstizione distorce la fede come l’astrologia distorce la scienza.

 

9.
La lettura allarga l’anima, e una buona biblioteca è un gran tesoro.
– Lettere

La cultura come nutrimento dell’essere, non solo dell’intelletto.

 

10.
Scrivete solo ciò che vale la pena di essere letto. Fate solo ciò che vale la pena di essere scritto.
– Massima epistolare

Una frase che parla a chi crea: scrivere, vivere e pensare con intenzione.

 

ALCUNI  DEI  TANTI  SUOI  AFORISMI

 

Dio è un commediante che

si esibisce davanti a un pubblico

troppo spaventato per ridere.

 

Gli uomini si sbagliano.

I grandi uomini confessano

di essersi sbagliati.

 

Il medico abile

è un uomo che

sa divertire,

con successo,

i suoi pazienti,

mentre la Natura

li sta curando.

 

È difficile liberare

gli sciocchi dalle

catene che venerano.

 

Chi può farti credere

assurdità,

può farti commettere

atrocità.

 

 

Numero3284.

 

da  QUORA

 

Scrive Lola, corrispondente di QUORA.

 

I L    P E R C H E’    D E I    F A L L I M E N T I 

 

  • Avere vergogna di fallire, non voler sfidare continuamente se stessi e i propri limiti e stare male per ogni errore. Il fallimento serve per capire in che cosa si sta sbagliando e per crescere;
  • Non assumersi la responsabilità della propria vita, incolpare gli altri per gli insuccessi della propria vita e giustificarsi sempre. Un esempio potrebbe essere il fatto di incolpare l’ex o i genitori per la propria infelicità;
  • Sperare che qualcuno arrivi per salvare la propria vita o che la migliori improvvisamente. Queste cose succedono solo nei film, nella vita reale a pochi importa se stai male, perciò bisogna rialzarsi da soli;
  • Pensare che la propria personalità o intelligenza sia sempre la stessa e di non poter cambiare se stessi;
  • Cercare di essere sempre perfetti, non riuscire ad essere vulnerabili, avere paura del giudizio degli altri e rimuginare sempre sul passato;
  • Credere che ci siano delle persone che sono nate per avere successo. Una mia professoressa diceva che ci sono persone più portate a suonare uno strumento o a fare determinati sport. Però il talento non è abbastanza per avere successo in qualcosa, perché nella vita reale la pratica e la dedizione battono l’intelligenza.

Numero3273.

 

da  QUORA

 

Scrive Lucio Presto, corrispondente di QUORA

 

C O S E    C H E    H O    S M E S S O    D I    F A R E

  • Ho smesso di condividere i miei piani: le persone vogliono sempre stare davanti a te, anche se non te lo diranno. Le persone sono gelose per natura. Per qualche ragione, gli altri troveranno sempre un modo per sabotare i tuoi piani per timore che tu possa muoverti più velocemente di loro.
  • Ho smesso di condividere le mie debolezze: le persone useranno qualsiasi cosa per farti inciampare in modo che possano ridere di te quando cadi, e poi piangerti quando ti vedono morire. Useranno le tue debolezze contro di te quando ne avranno la possibilità.
  • Ho smesso di rivelare la mia prossima grande mossa: le persone seguono sempre la tua prossima mossa in modo che possano raggiungerla prima di te. Muoviti sempre in silenzio e sciocca le persone con i tuoi risultati.
  • Ho smesso di rivelare i miei segreti, anche ai miei migliori amici: 9 dei tuoi 10 amici che hai sono falsi. Le persone useranno i tuoi segreti per offuscare la tua immagine.
  • Ho smesso di condividere i miei fallimenti: le persone si riferiranno sempre ai tuoi fallimenti passati per sabotare la tua positività e la tua mentalità.
  • Ho smesso di condividere i miei segreti di famiglia: quando si tratta di famiglia, questa è una zona vietata. Rivelare i segreti della tua famiglia equivale a spogliarti nudo e camminare per le strade.
  • Ogni volta che ti lamenti è la prova che hai perso il controllo della tua vita. Stai perdendo il tuo prezioso respiro così come il tuo tempo prezioso. Se puoi farci qualcosa, fallo. Altrimenti stai zitto.
    Gossip? Preferirei discutere di qualcosa di utile come un’idea o una nuova opportunità, invece di sprecare il mio tempo prezioso parlando delle carenze delle persone.
  •  Niente più condivisione delle tue foto su Facebook: non devo ricordarti come le persone malvagie che frequentano il tuo profilo possono iniziare a inviare messaggi offensivi ai tuoi migliori amici e a dire loro quanto sono stupidi. Meno foto hai sui social, più sei in pace con te stesso.
  • Non rimpiango più il mio passato. La ragione per cui oggi ho successo è a causa dei miei errori, fallimenti e insuccessi passati. Se comincio a pentirmene ora, allora mi sparo in un piede, perché il passato fa parte di quello che sono oggi.

 

 

 

 

 

 

Numero3003.

 

B I L A N C I O    D I    U N A    V I T A

 

Il più grande rimorso che possiamo avere nella vita

non è per le cose sbagliate che abbiamo fatto,

ma per le centinaia di cose giuste

che abbiamo fatto per le persone sbagliate.

Io non voglio cancellare il mio passato,

perché, bene o male, mi ha reso quello che sono oggi.

Anzi, ringrazio chi mi ha fatto scoprire

l’amore e il dolore, chi mi ha amato e usato,

chi mi ha detto “ti voglio bene” credendoci,

e chi, invece, l’ha fatto solo per i suoi sporchi comodi.

Io ringrazio me stesso per aver trovato

la forza di rialzarmi e andare avanti, sempre.

 

Oscar  Wilde.

 

N.d.R.: in questa lucida riflessione di una grande mente

ritrovo il compendio di tutta la mia vita.

Numero2689.

 

da WIKIPEDIA

 

L’ ESPERIMENTO  DI  ASCH

 

Un esempio di scheda utilizzata nell’esperimento. La linea di sinistra è la linea di riferimento, le tre linee a destra sono le  linee di confronto.

 

L’esperimento di Asch è stato un esperimento di psicologia sociale condotto nel 1951 dallo psicologo polacco Solomon Asch.

L’assunto di base del suo esperimento consisteva nel fatto che l’essere membro di un gruppo è una condizione sufficiente a modificare le azioni e, in una certa misura, anche i giudizi e le percezioni visive di una persona. L’esperimento si focalizzava sulla possibilità di influire sulle percezioni e sulle valutazioni di dati oggettivi, senza ricorrere a false informazioni sulla realtà o a distorsioni oggettive palesi. Il lavoro di Asch influenzò Stanley Milgram (che fu allievo di dottorato dello stesso Asch) e le sue successive ricerche.

Il protocollo sperimentale prevedeva che 8 soggetti, di cui 7 collaboratori/complici dello sperimentatore all’insaputa dell’ottavo (soggetto sperimentale), si incontrassero in un laboratorio, per quello che veniva presentato come un normale esercizio di discriminazione visiva. Lo sperimentatore presentava loro delle schede con tre linee di diversa lunghezza in ordine decrescente mentre su un’altra scheda vi era disegnata un’altra linea, di lunghezza uguale alla prima linea della prima scheda. Chiedeva a quel punto ai soggetti, iniziando dai complici, quale fosse la linea corrispondente nelle due schede. Dopo un paio di ripetizioni “normali”, alla terza serie di domande i complici iniziavano a rispondere in maniera concorde e palesemente errata.

Il vero soggetto sperimentale, che doveva rispondere per ultimo o penultimo, in un’ampia serie di casi iniziava regolarmente a rispondere anche lui in maniera scorretta, conformandosi alla risposta sbagliata data dalla maggioranza di persone che aveva risposto prima di lui. In sintesi, pur sapendo soggettivamente quale fosse la “vera” risposta giusta, il soggetto sperimentale decideva, consapevolmente e pur sulla base di un dato oggettivo, di assumere la posizione esplicitata dalla maggioranza. Solo una piccola percentuale si sottraeva alla pressione del gruppo, dichiarando ciò che vedeva realmente e non ciò che sentiva di “dover” dire.

Risultati

Nell’esperimento originale di Asch, il 25% dei partecipanti non si conformò alla maggioranza, ma il 76% si conformò almeno una volta alla pressione del gruppo (ed il 5% dei soggetti si adeguò ad ogni singola ripetizione della prova).

 

CONFORMISMO

 

Con il termine conformismo si fa riferimento a un atteggiamento o tendenza ad adeguarsi o omologarsi a opinioni, usi e comportamenti pre-definiti e politicamente o socialmente prevalenti. Questo atteggiamento si può notare ad esempio nel modo di vestire o nel comportamento, o anche nelle idee e nei modi di pensare. Questo atteggiamento viene definito in psicologia con il termine conformità.

L’atteggiamento conformista

In ambito sociale si definisce conformista colui che, ignorando o sacrificando la propria libera espressione soggettiva in modo più o meno marcato, si adegua e si adatta nel comportamento complessivo, sia di idee e di aspetto esteriore che di regole, alla forma espressa dalla maggioranza o dal gruppo di cui è parte.

L’origine del conformismo risiede molto spesso nella radice animale dell’essere umano che attinge le sue paure dalla solitudine fuori dal branco. È una sorta di comportamento mimetico: l’individuo si nasconde nell’ambiente sociale nel quale vive, assumendone i tratti più comuni, in termini di modi di essere, di fare, di pensare. Il senso di protezione che ne deriva rafforza ulteriormente i comportamenti conformisti.

L’anticonformismo

L’atteggiamento opposto al conformismo viene definito anticonformismo e consiste quindi in un rifiuto delle idee e dei comportamenti prevalenti.

Infatti, normalmente, le persone non conformiste hanno già sviluppato un livello di coscienza diverso che permette loro di poter sfidare i comportamenti comuni senza soffrirne.

Solitamente si hanno personalità non conformiste negli artisti, negli scienziati, nei filosofi, negli intellettuali, negli statisti e nei santi, quindi in tutti coloro che si danno la possibilità di libera espressione di sé stessi fuori dalla forma già predefinita dall’ambito sociale e storico in cui vivono.

L’antropologo francese René Girard ha svolto uno studio approfondito delle dinamiche di imitazione reciproca tra gli esseri umani, che a livello sociale conducono appunto al conformismo e ad altri automatismi di notevole importanza. Nel quadro teorico di Girard, l’imitazione è la caratteristica fondamentale dell’essere umano (teoria mimetica). Girard rivela quindi che dietro ogni pretesa di anticonformismo si nasconde un altro comportamento conformista: l’anticonformista, che non sopporta di ammettere la sua somiglianza con gli altri esseri umani, si appoggia alla massa per sollevarsi al di sopra di essa, ma in questo movimento si lascia ispirare (imita, si conforma a…) quegli “anticonformisti” che lo hanno preceduto, nel suo o in altri campi e inoltre dimostra la sua dipendenza da quella massa che disprezza tanto: senza massa da cui distinguersi, non si ha niente da cui distinguersi.

Conformismo e obbedienza

In psicologia sociale, accanto al concetto di conformismo, vi è quello di obbedienza, laddove l’obbedienza implica anche conformismo. È attraverso la socializzazione che le persone imparano a conformarsi a certe norme e a obbedire a certe figure di autorità. A tal proposito Stanley Milgram ha proposto quattro concetti chiave con i quali mettere in evidenza tali assunti. Questi concetti si ravvisano in: gerarchia (fra persone di status diseguale vige usualmente un rapporto di obbedienza, fra persone di pari status emerge il conformismo), imitazione (l’obbedienza non comporta imitazione, il conformismo sì), contenuto esplicito (comandi espliciti si associano all’obbedienza, richieste tacite ed implicite presuppongono conformismo) e volontarietà (chi obbedisce fa riferimento all’obbedienza nello spiegare il loro comportamento, chi si conforma fa riferimento alla volontarietà). Tali concettualizzazioni sono state criticate per la loro riduttività, ma al contempo danno una visione efficace del rapporto tra conformismo e obbedienza.

Conformismo indotto dai mass media

Sono oggetto di studio gli effetti della comunicazione di massa sul conformismo. Risale agli anni settanta del Novecento la teoria della spirale del silenzio sviluppata da Elisabeth Noelle-Neumann, fondatrice, nel 1947, dell’Istituto di Demoscopia di Allensbach (Institut für Demoskopie Allensbach) a Magonza. La tesi di fondo è che i mezzi di comunicazione di massa, ma soprattutto la televisione, grazie al notevole potere di persuasione sui riceventi e quindi, più in generale, sull’opinione pubblica, siano in grado di enfatizzare opinioni e sentimenti prevalenti, mediante la riduzione al silenzio delle opzioni minoritarie e dissenzienti.

Nello specifico, la teoria afferma che una persona singola è disincentivata dall’esprimere apertamente e riconoscere a sé stessa un’opinione che percepisce essere contraria alla opinione della maggioranza, per paura di riprovazione e isolamento da parte della presunta maggioranza. Questo fa sì che le persone che si trovino in tali situazioni siano spinte a chiudersi in un silenzio che, a sua volta, fa aumentare la percezione collettiva (non necessariamente esatta) di una diversa opinione della maggioranza, rinforzando, di conseguenza, in un processo dinamico, il silenzio di chi si crede minoranza.

Uno degli effetti della spirale del silenzio è l’esercizio, da parte dei mass-media, di una pervasiva funzione conformista di omologazione e conservazione dell’esistente, ostili al rinnovamento delle sensibilità, dei gusti, delle opinioni.

Rispetto al conservatorismo, si aggiunge qui un ulteriore elemento aggravante: essendo i mezzi di comunicazione di massa, per loro stessa natura, schiacciati sulla dimensione contingente del tempo presente, e incapaci di elaborare ed esprimere una visione e una coscienza storica, la spinta al conservatorismo e all’omologazione che essi sono in grado di promuovere si presentano anche privi di qualsiasi spessore e di alcuna consapevolezza storica.

 

N.d.R. : adesso abbiamo capito, io per primo, su quale mensa sono andati a gozzovigliare gli “influencer”, abili mestatori senza scrupoli, pronti e preparati a devitalizzare lo spirito critico individuale, imponendo ideologie, gusti e comportamenti standardizzati e pilotati, ovviamente, a proprio vantaggio.

Numero2607.

 

È stato Ale ad indicarmi questa applicazione.

 

H O   F A T T O   A L C U N E   D O M A N D E   A   OPEN A I (Intelligenza Artificiale Aperta)      

 

Domanda: Dove si trova adesso Ettore Majorana?

Risposta: Ettore Majorana è un fisico italiano che è scomparso nel 1938 e la sua posizione attuale non è nota. La sua scomparsa è uno dei misteri non risolti della scienza e non ci sono prove concrete sulla sua attuale ubicazione.

 

Domanda: Esiste un filmato certificato che mostra Majorana retrocesso all’età di poco più di vent’anni

Risposta: Non esiste alcun filmato certificato che mostri Ettore Majorana retrocesso a un’età più giovane. La teoria della retrocessione temporale non è supportata dalla scienza e non ci sono prove che dimostrino la sua validità. La scomparsa di Ettore Majorana è ancora un mistero e non ci sono prove concrete che supportino teorie come la retrocessione temporale.

 

Domanda: Il tempo è una delle dimensioni conosciute ed è manipolabile

Risposta: La manipolazione del tempo è un concetto presente in molte forme di fantascienza e in alcune teorie della fisica, ma al momento non esiste una tecnologia o una comprensione scientifica sufficiente per manipolare effettivamente il tempo. La teoria della relatività di Albert Einstein ha introdotto l’idea che il tempo è una dimensione e che la sua percezione può essere influenzata dalla gravità e dalla velocità, ma non è stata ancora dimostrata la possibilità di manipolare il tempo in modo controllato e sistematico. Questo è un argomento di studio attivo nella fisica teorica e in molte aree della scienza, ma la comprensione attuale è che il tempo è una dimensione che scorre in una sola direzione e non può essere effettivamente manipolato.

 

Domanda: Mi puoi sintetizzare la “teoria delle stringhe”?

Risposta: La teoria delle stringhe è una delle teorie più avanzate della fisica teorica. Essa propone che la materia e le forze fondamentali dell’universo siano costituite da piccole particelle elementari che non sono punti, come previsto dalla teoria quantistica, ma sono invece “stringhe” con una dimensione fisica. Queste stringhe vibrano a diverse frequenze, che determinano le proprietà fisiche delle particelle elementari e le loro interazioni. La teoria delle stringhe unisce la fisica quantistica con la teoria della relatività generale di Einstein e offre una descrizione unificata delle forze fondamentali dell’universo e della materia che le compone. Tuttavia, la teoria delle stringhe è ancora in fase di sviluppo e non è stata ancora completamente verificata dalle osservazioni e dalle misure sperimentali.

 

Attenzione adesso: alla mia domanda, l’Intelligenza Artificiale va in crisi.

 

Domanda: Sono alto 90 cm più metà della mia altezza. Quanto sono alto?

Risposta: Se sei alto 90 cm più metà della tua altezza, puoi usare l’equazione x + (1/2)x = 90 cm per risolvere la tua altezza x. Dividendo entrambi i lati dell’equazione per 1,5 otteniamo:

x/1,5 = 90/1,5 x = 60 cm

Quindi la tua altezza è 60 cm.

 

Domanda: Non so se hai capito bene: io sono alto 180 cm

Risposta: Mi scuso per l’errore nella risposta precedente. Se sei alto 180 cm, allora puoi risolvere la tua altezza usando l’equazione x + (1/2)x = 180 cm. Dividendo entrambi i lati dell’equazione per 1,5 otteniamo:

x/1,5 = 180/1,5 x = 120 cm

Quindi la tua altezza è 120 cm.

 

Domanda: L’equazione giusta, secondo me, dovrebbe essere questa: 90 + 1/2x = x

Risposta: Puoi risolvere questa equazione per x isolando x da un lato e tutti gli altri termini dall’altro lato. Ecco come:

  1. Sottrai 90 dai due lati dell’equazione:

1/2x = x – 90

  1. Somma x a entrambi i lati dell’equazione:

1/2x + x = x – 90 + x

  1. Semplifica la destra:

1,5x = 90

  1. Dividi entrambi i lati dell’equazione per 1,5:

x = 60

Quindi, la soluzione di x è 60. Questo significa che x, che rappresenta la tua altezza, è uguale a 60.

 

Domanda: Io, invece, risolvo così:

1/2x + 90 = x.

Sviluppando: 90 = x – 1/2x.

Moltiplico per 2 ambo i lati dell’equazione.

Quindi: 180 = 2x – x.

Cioè: 180 = x.

Se a 90 cm aggiungo la metà della mia altezza, cioè altri 90 cm (180/2) ho la mia altezza che è 180 cm.

!

Risposta: Internal server error

Internal server error

Internal server error

Sì, hai ragione. Se 90 + (1/2)x = x, allora sostituendo x con 180 otteniamo 90 + (1/2)x = 180, che è vero. Quindi, la tua altezza è effettivamente 180 cm.

 

Domanda: Se a 90 cm aggiungo la metà della mia altezza (che è 180 cm), cioè 180/2 = 90 cm, ottengo la mia altezza cioè 180 cm

Risposta: Sì, esattamente. Se a 90 cm si aggiunge metà della propria altezza, che è 180 cm diviso 2, si ottiene 90 cm + 90 cm = 180 cm, che è proprio la tua altezza.

 

Domanda: puoi salvare questa conversazione? Dove la ritrovo?

Risposta: Sfortunatamente, non è possibile salvare la conversazione poiché sono un modello di lingua sviluppato da OpenAI e non ho la capacità di memorizzare conversazioni precedenti. Ogni volta che interagisci con me, le informazioni vengono elaborate e generate in tempo reale. Ti consiglio di prendere appunti o copiare e incollare la conversazione in un documento di testo per tenerne traccia.