Io credo in Dio.
Non nel Dio Cattolico,
non esiste un Dio Cattolico :
esiste Dio.
Papa Francesco.
Cosa ci insegna la vita… testamento spirituale di un libero pensatore
Io credo in Dio.
Non nel Dio Cattolico,
non esiste un Dio Cattolico :
esiste Dio.
Papa Francesco.
Signore, liberami
da me.
Fernando Antonio Nigueira Pessoa.
Il silenzio della verità.
Quid est veritas?
Est vir qui adest. (anagramma).
Che cos’è la verità?
È l’uomo che vi si avvicina.
La felicità di oggi
fa parte del dolore di domani,
e il dolore di oggi
fa parte della felicità di ieri.
Dal film Viaggio in Inghilterra.
La fede è l’uccello
che percepisce la luce
e canta quando
l’alba è ancora buia.
Rabindranath Tagore.
Il mio regno
non è di questo mondo.
Jehoshua ben Jusef al Nazri (Gesù).
L’ultimo passo della ragione
è il riconoscere che ci sono
un’infinità di cose che la sorpassano.
Blaise Pascal.
CONOSCI TE STESSO NOSCE TE IPSUM γνῶθι σεαυτόν
Al pari di Nulla di troppo (μηδὲν ἄγαν).
«Conosci te stesso» (in greco antico γνῶθι σαυτόν, gnōthi sautón, o anche γνῶθι σεαυτόν, gnōthi seautón) è una massima religiosa greco antica iscritta nell’ingresso del tempio di Apollo a Delfi :
Ti avverto, chiunque tu sia :
Oh tu, che desideri sondare gli arcani della Natura,
se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi,
non potrai trovarlo nemmeno fuori.
Se ignori le meraviglie della tua casa,
come pretendi di trovare altre meraviglie?
In te si trova occulto il tesoro degli Dei.
Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei.
La locuzione latina corrispondente è nosce te ipsum.] È anche utilizzata in latino la versione temet nosce.
Un concetto simile si trova anche nel monito di Sant’Agostino: “Noli foras ire, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas” («Non andare fuori, rientra in te stesso: è nel profondo dell’uomo che risiede la verità»).
Molteplici classificazioni tipologiche
Nella nostra vita ci capita spesso di distinguere e classificare noi stessi e gli altri sulla base di caratteristiche le più diverse: alto /basso, bello /brutto, interessante / non interessante, colto / non colto, ricco /povero, credente non credente…. Alcune di queste tipologie si riferiscono in particolare a caratteristiche psicologiche; ad esempio: attivo / passivo, introverso /estroverso, stabile / instabile, ottimista /pessimista, battagliero /arrendevole, materialista / spirituale, disciplinato / ribelle, progressista / conservatore, rigido / adattabile, affidabile / inaffidabile.
Distinzioni tipologiche sono anche:
i 12 segni zodiacali : a loro volta suddivisi in, maschili e femminili, – cardinali, fissi e mobili – acqua, fuoco, terra e aria.
l’enneagramma (vedi la tabella degli “enneatipi” in fondo al Numero),
i gruppi sanguigni ( esistono quattro gruppi sanguigni diversi: il gruppo A, il gruppo B, il gruppo AB, il gruppo 0 (zero),
i quattro temperamenti secondo Steiner , (sanguinico, collerico, flemmatico e melanconico),
le quattro costituzioni omeopatiche (Carbonica, Sulfurica, Fosforica, Fluorica),
le categorie di personalità distinte in base alla subpersonalità primaria prevalente (ossessivo, depresso, ansioso, istrionico, narcisista paranoico, etc.).
Non per niente, non esiste sulla terra un uomo uguale ad un altro.
Classificare vuol dire suddividere un insieme di oggetti in gruppi omogenei, in classi, in categorie. L’uomo tende a classificare tutto ciò con cui viene in contatto: le sostanze chimiche, le creature viventi, le stelle, i libri, gli abiti, le automobili e così via. Non c’è oggetto che non sia classificabile e che in qualche modo non sia stato classificato. Viene spontaneo chiedersi: perché tanto impeto classificativo? Una delle possibili risposte richiama il fatto che classificare è uno dei processi insiti al nostro meccanismo di conoscenza: da un lato conoscere ci porta a classificare, dall’altro classificando conosciamo e approfondiamo la nostra conoscenza. Una seconda risposta possibile ci riporta alla nostra natura di manipolatori e trasformatori della realtà con cui veniamo in contatto; classificare ci aiuta a definire la materia prima su cui poter intervenire con la trasformazione e ci facilita l’utilizzo degli oggetti.
Ciascuno di noi usa di continuo giudizi, valutazioni e classificazioni su se stesso e sugli altri. È importante prendere coscienza che i giudizi possono causare molta sofferenza o viceversa piacere, possono nutrire l’autoapprezzamento e essere stimolo alla crescita; vanno pertanto usati in modo consapevole e saggio.
Le classificazioni tipologiche di Assagioli: Psicologia Differenziale in Psicosintesi
Roberto Assagioli, psichiatra fondatore della Psicosintesi, espone il suo pensiero sulle classificazioni tipologiche basate sulle caratteristiche psichiche nell’Appendice quinta al testo “L’atto di volontà” e in alcuni scritti raccolti nel libretto intitolato “I tipi umani”.
Nell’Appendice quinta Assagioli introduce i termini “Psicologia differenziale”: “Secondo il Dictionary of Psychological and Psychoanalytical Terms, la psicologia differenziale è la branca della psicologia che studia i tipi, le quantità, le cause e gli effetti delle differenze individuali e di gruppo nelle caratteristiche psicologiche.”
Una parte dell’interesse di Assagioli per le tipologie deriva probabilmente da un simile interesse di uno dei suoi maestri: K. G Jung. Jung ha identificato quattro tipologie di persone sulla base del prevalere di una delle quattro funzioni psichiche che egli riconosce nell’uomo: sensazione, sentimento, pensiero ed intuizione. La classificazione di Jung diviene poi ottuplice considerando che il prevalere di una funzione si può associare ad un modo di essere principalmente estroversi o introversi.
E’ interessante notare che il fondatore della Psicosintesi mette in guardia i lettori sul rischio di attribuire una eccessiva importanza alle classificazioni tipologiche nessuna delle quali è al momento pienamente soddisfacente peccando di incompletezza o di parzialità ed unilateralità nella scelta dei criteri di suddivisione dei temperamenti.
Su questa base, le classificazioni tipologiche non devono essere però rifiutate bensì opportunamente scelte ed utilizzate. Scrive Assagioli: “una classificazione basata su divisioni artificiose, arbitrarie, o superficiali, sarà di scarso valore pratico, e può diventare un ostacolo e distorcere la nostra percezione della realtà.
Con queste riserve le descrizioni tipologiche basate sulle differenze fondamentali, e quindi in grado di tenere pienamente conto della complessità e della fluidità della vita psicologica degli individui, possono, se usate saggiamente, fornire un sostanziale aiuto per una comprensione più profonda e più precisa.
Ma richiedono di essere perfezionate ulteriormente e di tenere giustamente conto delle molte dimensioni psicologiche. Soprattutto, devono essere sottili e flessibili, aperte alle sfumature e le coloriture individuali, alle sovrapposizioni e alle interpenetrazioni. Non devono essere semplicistiche né pretendere di essere definitive, ma tenere conto del mutamento continuo e dell’illimitato potenziale di crescita di ogni individuo.”
Le classificazioni tipologiche possono condizionare sia in senso positivo che negativo. A questo proposito è interessante ricordare una ricerca di diversi anni fa: alcuni studenti furono divisi alla cieca in due gruppi. Alcuni furono trattati come fossero bravi, gli altri come meno bravi. A fine anno quelli considerati bravi avevano effettivamente ottenuto risultati migliori. Inoltre le classificazioni applicate agli esseri umani e ai gruppi sociali possono portare a sottovalutare ciò che accomuna rispetto a ciò che fa differire con conseguente stimolo alla conflittualità sociale, razziale, religiosa.
Assagioli ha distinto sette principali tipologie di persone. Ciò che caratterizza maggiormente l’appartenere ad una delle diverse tipologie sono gli aspetti vitali che maggiormente realizzano una persona:
Ciascun individuo ha in realtà tutte e sette queste tipologie ma spesso una o alcune prevalgono su altre come modo abituale di esprimersi.
Dagli scritti di Assagioli è possibile trarre per ognuna delle sue sette tipologie un elenco di caratteristiche psichiche che le descrivono ed identificano:
Tipo amore: attaccamento – avidità – golosità – amore per gli agi, pigrizia – indecisione – procrastinazione – paura dell’abbandono – paura di stare soli – tristezza per relazioni insoddisfacenti – necessità di sentirsi amati – necessità interiore di sentirsi innamorati – interesse per le piccole cose, i dettagli – piacere di insegnare, educare – desiderio di proteggere, nutrire, rinforzare gli altri – sensibilità – costruttività – spirito di cooperazione – prudenza – giustizia – lealtà – accettazione – tolleranza, rispetto – umiltà – socievolezza – mitezza – generosità – compassione – empatia – gentilezza – tatto – amore oblativo .
Tipo volontà: separatività – distruttività – aggressività – impazienza – scarsa considerazione dei sentimenti altrui e propri – egoismo, egocentrismo – isolamento – competitività – irritabilità – amore per la discussione e la critica (combattività mentale) – ostinazione – ambizione – desiderio di dominio – attivismo – fiducia in sé – decisione – fermezza – coraggio – capacità di assumersi responsabilità – concentrazione – chiara visione .
Tipo devozionale-idealistico: fanatismo – intolleranza – pregiudizio – unilateralità – rinuncia ai compromessi – criticismo – invadenza – ostinazione – venerazione, devozione – idealismo – combattività – fervore – capacità di sacrificio di sé – sopportazione –costanza – ascetismo – misticismo – sincerità – lealtà – fedeltà – assenza di paura .
Tipo attivo-pratico: attivismo sfrenato – impazienza – fretta ansimante, agitazione – tendenza ad una visione materialista – attaccamento al denaro – arrivismo – abilità manuale – capacità di manipolare – abilità nell’osservazione – capacità di analisi – intraprendenza – efficienza – inventiva .
Tipo creativo-artistico: scarsa praticità – perfezionismo – creatività – intuizione – amore per la natura – amore del bello e dell’armonia – senso estetico – percezione dei contrasti – umorismo – comprensione umana – sensibilità – imparzialità – equilibrio .
Tipo scientifico: indifferenza e freddezza – orgoglio ed arroganza – criticismo – disordine materiale – mancanza di concretezza e praticità – distacco – perseveranza – concentrazione – accuratezza – intelligenza – visione ampia – onestà intellettuale – elasticità e apertura mentale – chiarezza mentale – diplomazia – capacità di analisi e sintesi – comprensione .
Tipo organizzativo: formalismo – rigidità – pedanteria – eccessiva identificazione nelle regole piuttosto che nello scopo – orgoglio – pazienza – perseveranza sicurezza di sé – cortesia – abilità pratica – cura dei dettagli – accuratezza – attività costruttiva – cooperazione -capacità organizzativa – mente chiara – disciplina .
Leggendo le caratteristiche possiamo riconoscerci in alcune di queste e ciò può aiutarci a comprendere a quali tipi noi apparteniamo.
E’ importante notare che ne “I tipi umani” troviamo una trattazione a scopo esplicativo di sette tipologie “pure” e delle relative caratteristiche. Nella realtà questi tipi puri non esistono o sono molto rari. Solitamente una persona appartiene a più di un tipo e questo può creare varie combinazioni e conflitti.
Sempre nell’Appendice quinta al testo “L’atto di volontà” Assagioli presenta la classificazione binaria in estrovertiti (estroversi) ed introvertiti (introversi) a seconda che la tendenza o direzione dell’interesse vitale sia rivolta al mondo esteriore o ai contenuti interiori.
Sia gli estroversi che gli introversi si dividono poi in attivi e passivi a seconda dell’atteggiamento assunto nei confronti del mondo esteriore o dei contenuti psichici. Se l’interesse vitale è “rivolto verso il basso” ovvero all’inconscio nei suoi aspetti inferiori si parla di subversione; se è rivolto verso l’alto ovvero verso gli aspetti superiori della psiche, il supercosciente ed il Sé si parla di sopraversione.
Assagioli distingue poi, in base alle direzioni nel tempo dell’interesse vitale, fra persone anteroverse, orientate verso il futuro, innovatrici e persone retroverse orientate verso il passato, conservatrici.
Conclude Assagioli: “il fine psicosintetico è quello di acquistare la capacità di dirigere le energie a volontà – vale a dire, per mezzo della funzione direttiva della volontà – in ogni direzione e maniera, secondo gli scopi, le intenzioni, le necessità e le richieste specifiche. Questa può essere chiamata poliversione.”
Assagioli sostiene che le classificazioni tipologiche per essere adeguate devono essere aperte alle “sovrapposizioni e interpenetrazioni”. Ognuna delle diverse classificazioni ci dà una differente visuale di noi e ci aiuta ad aggiungere elementi nuovi di auto-conoscenza. Di contro, una classificazione che desse una visione univoca di noi escludendo altri percorsi bloccherebbe il nostro processo di auto-conoscenza.
Appare chiaro che la distinzione dei sette tipi umani bene si integra con le classificazioni dicotomiche che Assagioli espone nell’Appendice quinta al testo “L’atto di volontà”. Ad esempio le persone che si riconoscono nel tipo amore sono solitamente estroversi. Spesso in alcuni prevale, consciamente o inconsciamente, una atteggiamento più passivo che si esprime in un desiderio di essere amati dagli altri (mariti, mogli ,figli, amici, colleghi etc.) mentre in altri può prevalere un atteggiamento più attivo di amore per ciò che gli altri sono realmente, di amore che si fa dono.
In Psicosintesi si distinguono quattro livelli di espressione della persona: il livello fisico, l’emotivo e mentale, il relazionale e lo spirituale. Attraverso questi livelli la personalità si esprime nelle sue caratteristiche distintive e le nostre tipologie si manifestano.
Che una persona possa presentare a livelli diversi caratteristiche tipologiche differenti è un corollario del fatto che raramente esistono tipi puri e che in realtà la maggior parte di noi è un tipo misto con alcune note tipologiche prevalenti che possono trovare nei diversi livelli vie preferenziali di espressione.
Per approfondire la conoscenza di noi stessi possiamo quindi osservare ed analizzare come le nostre caratteristiche psichiche tipologiche si esprimono ai diversi livelli.
Scoprire in noi stessi e negli altri le note tipologiche prevalenti sarebbe relativamente semplice se non ci fossero i desideri.
I desideri complicano terribilmente le cose condizionando pesantemente la percezione di ciò che noi siamo e di ciò che gli altri sono. In alcuni casi l’idea di ciò che siamo e di ciò che vogliamo diventare è condizionata dall’idea di noi che hanno altri (altrui desideri). A volte ci piace, spesso inconsciamente, dare agli altri una immagine diversa di noi e, nelle nostre intenzioni, migliore rispetto a ciò che siamo veramente (desiderio di apparire diversi).
A questo proposito è importante osservare che non è opportuno considerare una tipologia superiore all’altra ma ciascuna va considerata come l’inizio di una via personale di evoluzione.
Del desiderio di apparire diversi da ciò che si è parla Assagioli ne “I tipi umani” presentando i concetti di “meccanismo di compensazione” e di “iper-compensazione” : “Lo stesso principio [di compensazione] è attivo nella nostra vita psicologica, nella quale tende a correggere gli eccessi e le deviazioni, risvegliando gli elementi che sono opposti o complementari a quelli dominanti. Per varie ragioni, però, questo potere di auto-regolazione di compensazione non sempre funziona alla perfezione, sia nella nostra vita fisica che in quella psicologica.
Talvolta esso è insufficiente; in altri casi opera all’eccesso, producendo reazioni esagerate, o ciò che potrebbe essere chiamato iper-compensazione. Infatti abbiamo spesso la tendenza a sopravvalutare proprio le qualità che ci mancano.”
Spesso quindi nella vita possiamo esprimere caratteristiche tipologiche che non sono autentiche ma condizionate dai desideri; ci è quindi richiesto un particolare sforzo per una profonda comprensione. Quanto detto per la conoscenza di noi stessi vale anche per la conoscenza degli altri. Non di rado nell’attribuire ad altri una tipologia di appartenenza siamo condizionati e tratti in inganno dalla parzialità della nostra conoscenza e dal nostro desiderio di come vorremmo che gli atri fossero.
Riconoscere le proprie e altrui tipologie di appartenenza
Scrive Angela Maria La Sala nel suo trattato “I sette temperamenti umani”: “La maggior parte dell’infelicità umana deriva dal fatto che l’uomo non conosce se stesso, non sa distinguere, in mezzo alle molteplici fluttuazioni della sua psiche, la sua vera e intima essenza, la sua nota permanente”.
Comprendere ciò che siamo, la nostra intima natura, le nostre caratteristiche psichiche è spesso opera assai lunga e ardua. Un pungolo molto efficace nello spingerci verso la ricerca di questa comprensione è rappresentato dall’infelicità. Essere infelici, insoddisfatti della nostra vita, ci induce ad essere diversi, a trasformarci.
Per poter diventare diversi, cambiare, migliorare e crescere è innanzitutto necessario conoscere ciò che siamo. Ogni viaggio ha un punto di partenza; e la scoperta di ciò che siamo è al tempo stesso punto di partenza e possibile meta del viaggio. Si parte dalla scoperta di ciò che siamo in questo momento per arrivare a scoprire ciò che siamo veramente e per riuscire ad esprimerlo.
Nel viaggio alla scoperta di noi stessi, così come in ogni altro viaggio, sono di grande aiuto le mappe di riferimento. Le mappe sono disegnate da altri viaggiatori che prima di noi hanno intrapreso la stessa avventura e che descrivono quanto hanno imparato mettendolo a nostra disposizione per renderci il viaggio più agevole.
Le tipologie umane possono essere viste come una mappa della nostra psiche e rappresentano pertanto uno strumento utile per imparare a conoscerci.
Riconoscere negli altri le tipologie di appartenenza è per Assagioli “un esercizio interessante e utile per affinare la nostra percezione psicologica”. Inoltre comprendere le caratteristiche psichiche e le tipologie di appartenenza delle persone con cui abbiamo un rapporto ci aiuta a stabilire con loro una relazione più consapevole, più efficace e matura.
Nell’Introduzione a “I tipi umani” Assagioli illustra le difficoltà che possiamo incontrare nel collocare alcuni individui all’interno delle tipologie. Questo può essere dovuto ad uno scarso sviluppo e ad apatia per cui le caratteristiche tipologiche non hanno avuto modo di manifestarsi oppure può essere dovuto alla situazione opposta: un individuo evoluto, poliedrico e versatile che ha sviluppato numerose qualità delle diverse tipologie.
Vi sono poi situazioni della vita nelle quali particolari esperienze possono nascondere il tipo fondamentale. E’ il caso di una persona mentale-scientifica che si innamora; o di una persona organizzativa che per un forte dolore o lutto subisce uno svuotamento energetico. A rendere più complicata la identificazione dei tipi prevalenti in un individuo si aggiungono poi i su accennati meccanismi di compensazione e iper-compensazione.
Lavorare in gruppo sul riconoscimento delle proprie e altrui tipologie è un esercizio molto utile. Gli altri con le loro osservazioni e giudizi, con le loro risonanze, con le loro testimonianze possono aiutarci a riconoscere e comprendere aspetti di noi che da soli non riusciamo a cogliere. Un punto di vista esterno è una risorsa preziosa.
Altro aspetto interessante è l’osservazione di quali aspetti tipologici mettiamo in gioco nelle relazioni con gli altri e come quindi veniamo percepiti dagli altri in base a questi aspetti.
Vi sono ad esempio delle persone timide che vengono scambiate per fredde, distaccate ed altere; questo può essere dovuto al fatto che pur presentando molte caratteristiche del tipo amore quando sono in relazione con gli altri tendono a mettere in gioco difese di tipo intellettuale che li possono far erroneamente interpretare come tipi scientifici freddi e distanti dal mondo emotivo.
Utilizzare le tipologie come strumento di crescita
Dopo aver utilizzato la classificazione in tipologie come occasione di conoscenza e comprensione di noi stessi, di ciò che siamo e di ciò che desidereremmo essere, possiamo impiegare questo stesso strumento per la nostra trasformazione ed evoluzione.
Assagioli ne “I tipi umani” suggerisce tre modalità di lavoro complementari con le tipologie:
1) Espressione : accettare interiormente il tipo cui apparteniamo, le sue caratteristiche e potenzialità, esprimendolo e sviluppandolo “nel modo più puro e più evoluto possibile”.
2) Controllo : scrive Assagioli: “Tutti noi abbiamo la tendenza a seguire la linea di minor resistenza, a continuare cioè ad esprimere e sviluppare le facoltà che sono già attive in noi. […] E’ quindi necessario che le facoltà prevalenti siano saggiamente controllate e tenute entro certi limiti.”
3) Armonizzazione : “consiste nel coltivare le facoltà finora non sviluppate in noi e che non fanno parte del nostro bagaglio psicologico attuale.”
Assagioli indica chiaramente anche la meta del processo di trasformazione e di crescita della personalità: “lo scopo ultimo della nostra evoluzione, è quello di produrre individui completi , con tutte le loro facoltà sviluppate a tutti i livelli. ” ( “I tipi umani” pag. 10)
Come nella ghianda c’è già la quercia, così in ciascuno di noi ci sono delle vibrazioni tipologiche principali costitutive, spesso presenti fin dalla nascita. Compito che ci attende è riconoscere queste note tipologiche e utilizzarle per la crescita ed il benessere.
| Tipo | Carattere | Ruolo | Ego | Idea fondamentale | Paura fondamentale | Desiderio fondamentale | Tentazione | Vizio/Passione | Virtù (cardinali) | Stress | Sicurezza |
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| 1 | Istintivo | Riformatore, Perfezionista | Risentimento | Perfezione | Corruzione, parzialità, essere malvagio | Bontà, integrità, equilibrio | Ipocrisia, ipercriticismo | Ira | Serenità (Fortezza) | 4 | 7 |
| 2 | Emotivo | Altruista,Aiutante | Adulazione | Libertà, volontà | Non essere amato | Essere amato | Negare i propri bisogni, manipolazione | Superbia | Umiltà (Prudenza) | 8 | 4 |
| 3 | Emotivo | Vincente, Esecutore | Vanità | Speranza, legge | Mancanza di valore | Essere valutato bene | Essere reputato il migliore | Inganno | Autenticità (Prudenza) | 9 | 6 |
| 4 | Emotivo | Individualista, Artista | Malinconia | Idea di sè | Non avere identità/essere insignificante | Essere se stessi | Abusare di immaginazione in cerca di sè | Invidia | Equanimità (Giustizia) | 2 | 1 |
| 5 | Razionale | Investigatore, pensatore | Conservazione | Onniscienza, Trasparenza | Incompetenza, incapacità | Maestria, comprensione | Sostituire le esperienze reali con concetti | Avarizia | Non attaccamento (Temperanza) | 7 | 8 |
| 6 | Razionale | Leale, Difensore | Preoccupazione | Fiducia | Non avere supporto o guida | Avere supporto o guida | Indecisione, dubbi, cercare rassicurazione | Paura / Codardia | Coraggio (Fortezza) | 3 | 9 |
| 7 | Razionale | Entusiasta, Avventuriero | Pianificazione, Anticipazione | Saggezza | Provare dolore e deprivazione | Essere felici e soddisfatti | Credere che la felicità vada cercata altrove | Gola | Sobrietà (Temperanza) | 1 | 5 |
| 8 | Istintivo | Competitivo, Leader | Rivalsa | Verità | Essere debole, controllato, manipolato | Protezione di sè | Crede di essere forte e autosufficiente | Lussuria | Innocenza (Temperanza) | 5 | 2 |
| 9 | Istintivo | Pacificatore, Mediatore | Indolenza | Amore | Conflitto | Integrità, pace mentale | Evitare conflitti | Accidia | Azione (Fortezza) | 6 |
OGNI LETTORE SI TROVI IL PROPRIO PROFILO
La suddivisione dell’umanità in 8 tipi fondamentali, descritti in questo sito a partire dall’articolo del 25/06/2009, non è una teoria astratta dovuta a qualche psicologo, ma è il risultato di una ricerca empirica (proprio secondo il metodo galileiano).
Questa ricerca è stata iniziata dall’olandese Heymans e completata dal francese Le Senne come segue:
La mia opinione è che si tratta di una classificazione valida. Chiaramente la realtà è complessa:
Ecco una tabella di sintesi (che si aggiunge alle descrizioni già pubblicate) per permettere al lettore di giudicare:
|
Tipo |
Valore |
Difetto |
Caratteristiche | Aspetti positivi | Aspetti negativi |
| Nervoso
Emotivo non Attivo Primario |
I Diversivi | Esagerazione | Ricco di sentimenti, vive nell’attimo presente.
Molto sensibile, è influenzabile e suggestionabile. Ama attirare l’attenzione altrui. |
Amabile, dolce e servizievole.
Sa essere diplomatico. Gusto artistico. |
Vanitoso e superficiale.
Indisciplinato e disordinato. Di umore variabile, si agita per piccolezze. |
| Sentimentale
Emotivo non Attivo Secondario
|
l’Intimità | Gelosia | Profondità e stabilità dei sentimenti.
Solitario e pessimista, tende a disprezzarsi. E’ ricco di fantasia, ma anche di dubbi e paure. |
Fedele, umile e semplice.
Riflessivo e caritatevole. |
Triste, indeciso, poco coraggioso.
Pieno di preoccupazioni e di scrupoli. Orgoglioso. |
| Collerico
Emotivo Attivo Primario |
l’Azione | Collera | Azione, lotta, energia, spirito di iniziativa.
Istinto di dominazione e di potenza. Ricco di sentimenti e di passioni. Ama la vita e dice quel che pensa. |
Alti ideali, capacità di portare a termine imprese difficili.
Seduttore, simpatico, cordiale e amabile. Volontà di ferro. Buon oratore. |
Reazioni violente, dure e improvvise.
Temerario, manca di prudenza. Orgoglioso e vanitoso, non riconosce i suoi difetti mentre critica gli altri. |
| Passionale
Emotivo Attivo Secondario |
gli Ideali | Orgoglio | Costante e riflessivo.
Attento alle esperienze del passato. Non dimentica e non perdona facilmente. Organizzato, ordinato e testardo. Semplice, onesto e fedele. |
Gran lavoratore, serio e prudente.
Uomo di fiducia, riconoscente. Ama i grandi ideali e vuole primeggiare. |
Impaziente e vendicativo.
Grande amor proprio. Individualista, vuole essere sempre il migliore. |
| Sanguigno
non Emotivo Attivo Primario |
Il Successo | Egoismo | Tollerante, liberale, espansivo, gaio.
Incostante, vive nel presente. Si lascia guidare dalle apparenze. |
Amabile, socievole e servizievole.
Attivo e deciso. Perdona facilmente. |
Egoista e vanitoso.
Può arrivare a servirsi degli altri. Non ascolta la voce della coscienza. |
| Flemmatico
non Emotivo Attivo Secondario |
la Legge | Inflessibilità | Attivo, riflessivo, metodico e tenace.
Realista e pacifico. Non esprime i suoi sentimenti. Poco socievole. |
Molto equilibrato.
Sobrio, paziente e moderato Ideali forti e seri. Semplice e sincero. |
Autosufficiente e poco sensibile.
Molto abitudinario. Non ama lavorare in gruppo. Lento nel decidere. |
| Amorfo
non Emotivo non Attivo Primario |
Il Piacere | Sensualità | Pigro e poco metodico.
Amabile e ottimista. Si lascia trascinare dall’ambiente. Fa solo ciò che è obbligatorio. |
Molto socievole, ma si lascia guidare dagli altri.
Coraggioso di fronte ai pericoli. |
Egoista e privo di ideali, vive nel presente.
Ricerca il piacere e l’ozio. |
| Apatico
non Emotivo non Attivo Secondario |
la Tranquillità | Mancanza di Attività | Solitario, non ha amici.
Vive nelle abitudini e nella pigrizia. |
Tranquillo e disciplinato.
Tenace nelle sue convinzioni.
|
Passivo, egoista, melanconico e pessimista.
Formalista, rigido e lento nell’azione. |
|
|
Se mungi le mucche
sei uno zoofilo
molestatore sessuale.
È questa la nuova lotta
delle attiviste femministe.
Smascherato da Lorenzo Valla nel 1440, il falso documento, su cui per secoli la Chiesa fondò il proprio potere temporale, ha fatto la storia più di tanti documenti veri.
Ludovico Ariosto suggeriva di cercarla sulla Luna. Era lì, secondo la fantasia del poeta, che era andata a finire la Donazione di Costantino, il falso decreto imperiale che legittimava il potere temporale della Chiesa. Quando il paladino Astolfo va alla ricerca del senno di Orlando, si ritrova in una misteriosa valle lunare che custodisce quanto sulla Terra è andato perduto. Ci sono le lacrime e i sospiri degli amanti, la gloria e le corone degli antichi re. In mezzo, svetta una montagnola di fiori marci. A questo, secondo il poeta, si era ridotta la celebre Donazione: una cianfrusaglia lunare. Destino favoloso e irreale, per un testo che è l’apoteosi del falso. Un falso che ha fatto la storia più di tanti documenti veri.
Dal Medioevo in poi, tutte le volte che si discuteva il potere temporale della Chiesa, si finiva sempre per tirare in ballo la Donazione. Sono solo tremila parole, eppure hanno per secoli impegnato Papi e imperatori, filologi e giuristi, poeti e profeti. Il testo si presenta come una lettera dell’imperatore Costantino che prima racconta le circostanze (false anche queste) della sua conversione al Cristianesimo e poi conferisce alla Chiesa una serie di privilegi: il Papa potrà rivestire la porpora imperiale, Roma avrà il primato su tutte le sedi ecclesiastiche. E, soprattutto, avrà un suo regno terreno: Costantino regala al papato il dominio sull’Italia e su tutte le regioni occidentali dell’impero.
L’insigne umanista Lorenzo Valla non dovette faticare troppo per smascherare il falso. La Donazione, per esempio, attribuisce a Roma il primato su Costantinopoli. Ma com’è possibile, argomenta Valla, se Costantinopoli fu fondata solo nel 330, mentre il documento si pretende datato al 313? Valla era noto per il suo caratteraccio. Con la scusa della filologia, spara bordate durissime contro il papato. Il suo pamphlet, scritto nel 1440, è comunque passato alla storia come un modello di metodo filologico. Un frutto virtuoso dell’umanesimo, dove i lumi della ragione disperdono le leggende del Medioevo.
Il veleno del diavolo
In realtà, l’imperatore Ottone III aveva denunciato la Donazione come un falso già nell’anno 1001. L’aveva attribuita al diacono Giovanni, un dignitario ecclesiastico soprannominato «il monco», perché, in seguito a un’accusa di tradimento, gli erano stati mozzati il naso, la lingua e due dita della mano. Probabilmente la Donazione non è uscita dalle mani monche di Giovanni. Ma il vero autore è ancora ignoto. Forse gli autori furono più d’uno, forse il testo è stato riscritto e modificato in diverse occasioni, a partire da una prima versione databile all’VIII secolo.
Quello che è certo, è che il papato intuì la formidabile forza propagandistica della Donazione. Ancora nel 1493, infischiandosene della filologia del Valla, papa Alessandro VI, lo spregiudicato Roderigo Borgia, ritirò fuori la Donazione. La usò per rivendicare alla Chiesa il diritto di spartire tra Spagna e Portogallo le nuove isole scoperte l’anno prima da Cristoforo Colombo: se Costantino aveva concesso ai Papi il dominio su tutte le terre a Occidente di Roma, è ovvio che nel lascito rientrava anche l’America! Viceversa, i riformatori religiosi e i pauperisti che volevano riportare il Cristianesimo alla purezza originaria deprecavano la Donazione. La consideravano un dono avvelenato, che aveva inquinato la Chiesa, contaminandola con i beni mondani. Per questo, si raccontava, quando fu annunciata la donazione, si udì la voce del diavolo che gridava trionfante: «Oggi ho infuso il mio veleno nella Chiesa». Un punto di vista che influisce anche su Dante, il quale, pur ritenendo la Donazione genuina, la giudicava un errore e una sciagura.
La leggenda del miracolo
La Donazione è come una scatola cinese: un falso che ne contiene molti altri. Il testo, per esempio, inventa un profilo di Costantino che è del tutto immaginario. Il biografo più attendibile dell’imperatore, Eusebio di Cesarea, scrive che Costantino si convertì al Cristianesimo solo sul letto di morte. Viceversa, la Donazione narra una vicenda del tutto favolosa: un miracolo avrebbe portato fin dall’inizio l’imperatore sulla via della vera fede. A Costantino, ammalato di lebbra, i sacerdoti pagani avevano consigliato di ammazzare un congruo numero di bambini e poi farsi il bagno nel loro sangue. Ma i santi Pietro e Paolo appaiono in sogno all’imperatore e gli indicano un diverso lavacro purificatore, quello del battesimo. Costantino accetta di farsi cristiano e riemerge guarito dal fonte battesimale.
È falsificata pure la figura di Silvestro, il Papa a cui Costantino si rivolge nella Donazione. I documenti storici lo delineano come una figura scialba. Ma nella leggenda, accreditata dalla Donazione, Silvestro svetta come un gigante della fede. Ed è anche merito della Donazione se si è consolidato il culto di Silvestro come santo: quel santo che ancora oggi celebriamo nei veglioni di fine anno, il 31 dicembre, giorno della sua morte nell’anno 335.
Lutero indignato
La Donazione, insomma, sarà pur finita tra le cianfrusaglie lunari, come immaginava Ariosto. Ma, anche dopo essere stata smascherata, ha continuato a fare sentire i suoi effetti. Nel febbraio del 1520, a Wittemberg. un monaco tedesco legge avidamente le pagine di Lorenzo Valla, appena stampate in Germania. S’indigna per quella truffa colossale, per la bugia su cui è fondato il potere della Chiesa di Roma. «Non ho più alcun dubbio che il Papa sia l’Anticristo», scrive subito dopo a un amico. Quel monaco si chiamava Martin Lutero. La falsa Donazione continuava a fare la storia.
Ask not what your country
can do for you,
but what you
can do for your country.
J.F. Kennedy.
Non chiederti cosa il tuo paese
può fare per te,
ma cosa tu
puoi fare per il tuo paese.
Certo, sono più sapiente io di quest’uomo, anche se poi, probabilmente, tutti e due non sappiamo proprio un bel niente; soltanto che lui crede di sapere e non sa nulla, mentre io, se non so niente, ne sono per lo meno convinto, perciò, un tantino ne so più di costui, non fosse altro per il fatto che ciò che non so, nemmeno credo di saperlo.
Socrate.
La vita si vive
o si sopravvive?
La sopravvivenza è
vivere al di sopra
del limite più basso.,
ma al di sotto
del limite standard.
La vita “normale”
non è sopravvivenza,
bensì un’esistenza,
di per sé, alla grande.
Perciò, viva la vita!