Educare.
È la stessa etimologia latina a suggerircelo: E-ducere, cioè portare fuori, condurre verso.
Basta un solo briciolo di buon senso per capire l’importanza di questo ferreo patto. Procedere, come si fa oggi, “l’un contro l’altro armati” non può che portare al suicidio della nostra civiltà.
Sì, la nostra società ricca, aperta e libera, come non mai nella storia umana, ha smesso di educare e non sembra essersi resa, davvero, conto delle conseguenze di questa deleteria scelta.
Un bambino non educato diventa un adulto non educato, ed è difficile immaginare come un adulto non educato possa rivelarsi un elemento attivo e propositivo della società.
Forse, la prima mietitura di questa semina è già da un po’ sotto i nostri occhi.
Il trionfo dell’ignoranza esibita come merito, l’esaltazione dei comportamenti incivili come ammirabili e coraggiosi, la prepotenza come istanza normale di un rapporto, che cosa sono, se non i frutti malati della non educazione?
Cosa ci dicono il dilagare delle droghe tra i ragazzi e, ormai, anche tra i bambini, la diffusione dell’alcolismo giovanile, la crescita esponenziale dei disturbi psichiatrici in età pediatrica?
Ci dicono che è in corso un gravissimo sbilanciamento antropologico e che questo squilibrio, anziché risolversi, con il tempo diventa sempre più grande, più inarrestabile, scende verso di noi – e verso il nostro futuro – come una valanga che travolge ogni cosa nella sua folle corsa.
Non è mia intenzione generalizzare, conosco, per fortuna, tanti ragazzi che non sono affatto così. Ragazzi meravigliosi, curiosi e liberi nella mente e nel cuore come mai la mia generazione, gravata dalle ideologie, ha potuto essere.
C’è una cosa, però, che li separa dai loro coetanei che fluttuano senza peso.
Ad un certo punto della loro crescita, qualcuno ha offerto loro la possibilità di radicarsi. Si torna, così, alle lezioni di scienze delle elementari. Prima di far spuntare le foglie, il fagiolo, avvolto nell’ovatta umida sul davanzale della finestra in classe, sviluppa una radice.
Oh, meraviglia! Per andare verso l’alto, bisogna prima scendere verso il basso.
Niente fondamenta, niente crescita.
Vale per gli uomini, vale per le case, vale per tutto ciò che deve ergersi in altezza e durare nel tempo.
Susanna Tamaro Alzare lo sguardo.