AGI – Il Metaverso e gli investimenti futuri di Meta in Italia sono stati al centro del colloquio che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto nella giornata di oggi con il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg.
“Per dare vita al metaverso sarà necessario uno sforzo congiunto tra aziende, mondo politico e società civile” ha spiegato un portavoce di Meta, casa madre di Facebook, Instagram e WhatsApp, sottoilineando come durante l’incontro sia stata confermata “la nostra collaborazione con il governo italiano per valorizzare i punti di forza del Paese nei settori tecnologico e del design e identificare futuri investimenti. Siamo lieti di aver potuto discutere le opportunità culturali, sociali ed economiche che il metaverso porterà all’Italia e non vediamo l’ora di continuare questa collaborazione”.
Cos’è e cosa succede nel Metaverso
È un insieme di spazi virtuali attraversati da avatar (nell’induismo, discesa e incarnazione di una divinità, in informatica, rappresentazione grafica e virtuale di un visitatore di sito web), un passo avanti rispetto alla realtà virtuale. È considerato il futuro di Internet. Ma non è qualcosa di nuovo. Metaverso è un termine inventato da Neal Stephenson nel libro Snow Crash (1992) ed è uno spazio descritto dall’autore come una sorta di realtàvirtuale condivisa tramite Internet, dove si è rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar. In questo mondo la differenza tra le classi sociali è rappresentata dalla risoluzione del proprio avatar e dalla conseguente possibilità di accesso a luoghi esclusivi.
Il Metaverso è un universo virtuale in cui ritrovare gran parte delle attività quotidiane, e molto di più: riunioni, pranzi, allenamenti, film, concerti, giochi, tutto declinato in versione 3D e alla portata di tutti con un click e una serie di strumenti fondamentali per vivere in pieno questa esperienza immersiva.
Concretamente nel Metaverso ci si potrà riunire con gli amici, fare surf o kayak, partecipare a un concerto, esplorare paesaggi sconosciuti, senzamuoversi da casa.
Di cosa è fatto il Metaverso
Il Metaverso si sviluppa nel digitale, la sua materia è composta dai dati e dalle informazioni, in stretta correlazione con l’universo dell’oggettivo, la sua struttura è spazio-temporale, la stessa dell’universo fisico. È una struttura composta da lunghezza, larghezza, profondità e tempo: il cyberspazio, sostanzialmente un universo creato e alimentato dalle reti globali di comunicazione.
Come si accede
Zuckerberg ha parlato del progetto Metaverso nel corso della convention Facebook Connect 2021, presentando Horizon Home come una sorta di porta di accesso. Si tratta della nuova home della piattaforma di realtà virtuale Oculus che permette la personalizzazione di questo spazio all’interno del quale è possibile invitare gli avatar dei propri amici. Quindi è uno spazio privato.
Investire in questa realtà
Se il Metaverso sarà il nuovo internet chi lo costruisce, e come lo fa, è importante per il futuro dell’economia e della società nel suo insieme. Facebook vuole svolgere un ruolo leader nella costruzione del Metaverso, investendo massicciamente nella realtà virtuale. L’idea di un mondo virtuale centralizzato, un luogo parallelo al mondo fisico, è sì diventato un concetto mainstream quest’anno, ma va detto che da tempo milioni di persone trascorrono ore al giorno in spazi sociali virtuali come Roblox e Fortnite.
L’interesse per la proprietà puramente digitale e la tecnologia che i sostenitori ritengono possa garantire la sicurezza di esperienze virtuali persistenti è aumentato drasticamente, con token non fungibili (NFT) e criptovalute. Anche le piattaforme di produttività virtuale stanno crescendo, con Facebook e Microsoft che hanno annunciato nuovi modi per collaborare online. Nike, poi, sembra stia preparandosi a vendere scarpe da ginnastica virtuali. Uffici ibridi, formazione basata su video e social community online sono solo alcuni dei modi in cui la maggior parte della nostra vita, nel bene e nel male, viene spesa negli spazi digitali.
Non solo Facebook e Meta
Sarebbe un grave errore di miopia pensare che sul progetto Metaverso ci sia solo Zuckerberg. Tencent, il gigante cinese dei social media e dei giochi, sta investendo massicciamente nel Metaverso e gli esperti affermano che il mondo virtuale potrebbe trasformarsi in una battaglia proprio tra Meta e Tencent. Il South China Morning Post ha riferito che quest’anno la società cinese ha registrato molti marchi relativi al Metaverso per il suo sito social QQ. Roblox, la piattaforma di videogiochi, si è quotata quest’anno e a novembre ha annunciato i piani per un Metaverso costruito attorno ai suoi giocatori.
E ancora ci sono brand di ogni tipo che stanno cercando di cogliere al volo l’opportunità di entrare nel Metaverso. Il gigante dell’abbigliamento sportivo Nike ad esempio sta collaborando proprio con Roblox per creare un mondo virtuale chiamato Nikeland.
L’abbigliamento non è l’unica merce che può trovare il suo posto nel Metaverso. Il produttore di elettrodomestici Dyson, noto per i suoi aspirapolvere, ha realizzato il Dyson Demo VR che consente di utilizzare la tecnologia di simulazione e visualizzazione in modo da poter testare i suoi asciugacapelli, piastre e piastre per capelli a casa.
Il numero 6174 è conosciuto come la costante di Kaprekar in onore del matematico indiano Dattatreya Ramachandra Kaprekar che la scoprì. Tale numero possiede la seguente proprietà:
Prendere qualsiasi numero di quattro cifre, usandone almeno due differenti (si possono inserire degli zeri anche all’inizio).
Posizionare le cifre in ordine decrescente e poi in ordine crescente così da ottenere due numeri di quattro cifre, aggiungendo degli zeri iniziali se necessario.
Sottrarre il numero più piccolo da quello più grande.
Ripetere il processo partendo dal punto 2.
Il processo sopra descritto, conosciuto come l’operazione di Kaprekar, andrà sempre incontro al suo punto fisso, il 6174, in al massimo 7 iterazioni. Una volta raggiunto il 6174, il processo continuerà a dare 7641 – 1467 = 6174. Per esempio, consideriamo il numero 3524:
5432 – 2345 = 3087
8730 – 0378 = 8352
8532 – 2358 = 6174
Gli unici numeri a quattro cifre che attraverso l’operazione di Kaprekar non raggiungono il 6174 sono i numeri a cifra ripetuta come 1111, che daranno come risultato 0 dopo una singola iterazione. Tutti gli altri numeri a quattro cifre raggiungeranno sempre il 6174 se si aggiungono opportunamente degli zero per mantenere il numero di cifre a 4:
2111 – 1112 = 0999
9990 – 0999 = 8991 (invece che 999 – 999 = 0)
9981 – 1899 = 8082
8820 – 0288 = 8532
8532 – 2358 = 6174
9831 raggiunge 6174 dopo 7 iterazioni:
9831 – 1389 = 8442
8442 – 2448 = 5994
9954 – 4599 = 5355
5553 – 3555 = 1998
9981 – 1899 = 8082
8820 – 0288 = 8532 (invece che 882 – 288 = 594)
8532 – 2358 = 6174
8774, 8477, 8747, 7748, 7487, 7847, 7784, 4877, 4787, e 4778 si stabilizzano al 6174 dopo 4 iterazioni:
8774 – 4778 = 3996
9963 – 3699 = 6264
6642 – 2466 = 4176
7641 – 1467 = 6174
Da notare che in ogni iterazione dell’operazione di Kaprekar, i due numeri che vengono coinvolti nella sottrazione possiedono la stessa somma di cifre, cioè 9. Di conseguenza il risultato di ogni iterazione dell’operazione di Kaprekar è sempre un multiplo di 9.
L’illuminismo fu un movimento politico, sociale, culturale e filosofico che si sviluppò nel XVIII secolo in Europa. Nacque in Inghilterra, ma ebbe il suo massimo sviluppo in Francia, poi in tutta Europa e raggiunse anche l’America. Il termine “illuminismo” è passato a significare genericamente qualunque forma di pensiero che voglia “illuminare” la mente degli uomini, ottenebrata dall’ignoranza e dalla superstizione, servendosi della critica, della ragione e dell’apporto della scienza.
«L’illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l’incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a sé stesso è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto d’intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell’Illuminismo.»
Trascrizione dal libro, che ha lo stesso titolo, di Luca Ricolfi.
Parla della Pandemia da Coronavirus.
“Chiedo scusa al lettore se inizio con una digressione.
Ma è una digressione assolutamente necessaria. Anzi, forse è il centro del libro.
Se vogliamo capire dove, quando e perché si è sbagliato nella lotta all’epidemia, è assolutamente indispensabile comprendere come un’epidemia funziona. Qual è la sua aritmetica.
Non vi spaventate. L’aritmetica dell’epidemia è semplicissima, il problema è soltanto che è tremendamente controintuitiva. Ti insegna che dovresti fare il contrario di quel che il senso comune ti indurrebbe a fare.
Provo a spiegarla, questa benedetta aritmetica, con un esempio che si usa talora a scuola per spiegare ai ragazzi che cos’è una crescita esponenziale.
C’è uno stagno, e dentro lo stagno c’è una ninfea.
Come si sa, il numero di ninfee raddoppia ogni notte. Lo stagno ne può contenere fino a un migliaio, prima di saturarsi e far soffocare tutto ciò che contiene.
Il contadino – pescatore che custodisce lo stagno si sveglia al mattino e nota che, al posto della ninfea del primo giorno, ce ne sono 2.
Il giorno dopo, nota che sono 4. Il giorno dopo ancora, che sono 8. Dopo una settimana sono 128, e occupano poco più di un decimo della superficie dello stagno. Il custode non è preoccupato: penserà domani a ripulire lo stagno, in fondo in sette giorni le ninfee sono cresciute lentamente, meno di 20 ninfee al giorno.
Ma l’indomani è domenica, e il contadino – pescatore pensa: no, nel week end mi riposo, lo stagno lo ripulirò lunedì.
Lunedì le ninfee sono 512, ma il contadino – pescatore rimanda ancora una volta la pulizia al giorno dopo, e in una sola notte le ninfee diventano1024, riempiendo tutto lo stagno: ora è troppo tardi, perché in una sola notte le ninfee sono cresciute di numero quanto nei nove giorni precedenti. Lo stagno è saturo, tutta la vita animale e vegetale che conteneva è morta o sta morendo.
Questa, all’osso, è l’aritmetica di un’epidemia. I giorni del nostro apologo sono le settimane che, quando il contagio è in corso, un governo ha di fronte per intervenire. Lo scopo del governo, logicamente, è ripulire lo stagno in modo che ci siano poche ninfee. Il governo sa benissimo che non può eliminare tutte le ninfee ( il virus non si può azzerare ), ma vuole che lo stagno sia ragionevolmente pulito. Se no la vegetazione imputridisce, i pesci muoiono, le barche dei pescatori non riescono a muoversi. Fuor di metafora: l’economia muore.
Il governo è perplesso. Quando comincia a vedere un po’ troppe ninfee, vorrebbe ripulire lo stagno, ma per ripulirlo deve interdire la pesca per un certo tempo. I pescatori sono contrarissimi, preferiscono pescare zigzagando tra le ninfee piuttosto che stare fermi. il governo esita, pensando: aspettiamo ancora un po’, vediamo come va domattina. La mattina dopo ci sono ancora più ninfee, ma i pescatori non cedono: guai se fermate la pesca. Il governo non vuole irritare i pescatori e aspetta ancora un po’, sperando che le nuove ninfee non siano troppe, ma ancora una volta l’aritmetica non perdona: le ninfee raddoppiano ogni notte.
Un bel giorno, tutti vedono che lo stagno è quasi completamente coperto da ninfee. La pesca è diventata difficilissima, perché i pesci boccheggiano e non abboccano ( fuor di metafora: i consumatori non si muovono e non comprano ). A quel punto, e solo a quel punto, il governo trova il coraggio di intervenire: sospende la pesca, e comincia a ripulire lo stagno.
C’è un piccolo problema, però: ora che lo stagno è quasi tutto ricoperto di ninfee, per ripulirlo non basta una settimana, ma ci vogliono due mesi ( fuor di metafora: gli esercizi commerciali devono star chiusi due mesi, anziché una settimana soltanto ).
Per capire perché, dobbiamo parlare dell’aritmetica della ripulitura. Torniamo dal custode dello stagno, e supponiamo che la sua “capacità di ripulitura” sia di 16 ninfee al giorno. Supponiamo anche che le ninfee siano in parte nascoste, e che – per bene che vada – lo “spazzino di ninfee” possa eliminarle tutte meno un paio (questa ipotesi riflette il fatto che è difficilissimo scovare tutte le persone contagiose ).
Se lo spazzino interviene dopo sette giorni, ci sono 128 ninfee da eliminare e – a ritmo di 16 ninfee al giorno – per eliminarle quasi tutte occorrono circa otto giorni di sospensione della pesca (*) Ma, se lo spazzino interviene anche solo un giorno dopo, le ninfee da eliminare sono, nel frattempo, diventate 256, e occorreranno sedici giorni di sospensione della pesca. Se poi aspetta un altro giorno, le ninfee da eliminare diventano 512, e di giorni di sospensione ne occorreranno trentadue.
In breve, ogni giorno di ritardo costa otto giorni di sospensione della pesca. I pescatori – esercenti non sono stati lungimiranti: hanno convinto lo spazzino – governo a ritardare di due giorni la sospensione della pesca, e si ritrovano con una sospensione di trentadue giorni anziché di otto. Per guadagnare due giorni ora, ne perderanno trentadue ( anziché solo otto ) domani. Il bilancio costi – benefici è catastrofico.
Questa, in estrema sintesi, è la logica del governo di un’epidemia. Le cifre possono cambiare un po’ perché i contagiati non sono ninfee, e l’interazione governo – economia è più complicata di quella spazzino – pescatori. Ma il nucleo logico è implacabilmente lo stesso. Perché la legge fondamentale dell’epidemia è una sola: se vuoi fare qualcosa, più tardi lo fai più costerà caro a tutti.
Fuor di metafora: più il governo ritarda oggi a intervenire, più lungo e duro sarà il lockdown che dovrà imporre domani.
È precisamente questo che è capitato all’Italia, con la prima ondata e ancor più con la seconda. Il governo ha tergiversato a lungo, prima di decidere. E, quando ha deciso, ha ancora a lungo atteso prima di varare le misure più efficaci.
Ritardare gli interventi ci è costato decine di migliaia di morti non necessarie, e ci ha regalato la seconda ondata. Un evento che molti, con un misto di fatalismo e ingenuità concepiscono come ineluttabile, come un destino cieco cui nessun paese del mondo sarebbe potuto sfuggire.
Non è così. La seconda ondata era evitabile, tanto è vero che, fra le società avanzate, finora ben 10 su 25 non ne sono state colpite.
È ora di chiedersi come tutto questo sia stato possibile.”
(*) N.d.R.: mi permetto di chiosare criticamente l’algoritmo dell’autore Luca Ricolfi. Quando afferma che per eliminare 128 ninfee ci vogliono 8 giorni al ritmo di 16 ninfee al giorno, lui non tiene conto del fatto che, mentre in un giorno lo “spazzino di ninfee” elimina 16 ninfee, le altre presenti e vitali (128 – 16 = 112) continuano a prolificare e duplicarsi ogni notte. Schematicamente, lui supporrebbe che la replicazione si arresti, non si sa in virtù di cosa: la realtà è molto diversa dalla pura teoria. La metafora, tuttavia, rende molto bene l’idea.
HO VIAGGIATO FISICAMENTE NEL TEMPO E POSSO PROVARLO
Dr. Andrew Basiago
Sebbene molti scienziati affermino che viaggiare nel tempo “ancora” non è possibile, un avvocato di Washington, Andrew Basiago, afferma di averlo fatto decine di volte, come parte di un progetto segreto, durante il periodo della Guerra Fredda.
I portali che si collegano ad altri punti nel tempo e nello spazio sono apparsi in molti libri, film e videogiochi. Alcuni di essi si collegano a luoghi lontani, altri viaggiano indietro o avanti nel tempo e, il più potente, a diverse dimensioni.
La maggior parte della gente presume che queste voci esistano solo nel regno del misticismo e della fantascienza, ma ci sono molte persone, inclusi diversi scienziati, che credono fermamente che i portali siano stati aperti in tempi antichi e, molto probabilmente, anche oggi.
Secondo due informatori, il Dipartimento della Difesa U.S.A. ha sviluppato il Progetto Time Travel Technology, più di 40 anni fa. Già nel 1967, il Governo degli Stati Uniti avrebbe utilizzato un’installazione dedicata a questo e costruita sulla base dell’accesso quantico di Tesla.
Questa tecnologia è stata utilizzata per mantenere segreta la costruzione di installazioni militari, oltre che per offrire vantaggi politici ed economici, sapendo, in anticipo, cosa riservava il futuro.
Alcuni dicono che la CIA ha confiscato, tra gli altri, i documenti di Nicola Tesla sul teletrasporto, poche ore dopo la sua morte.
Uno di questi due informatori è Michael Relfe, ex dipendente delle Forze Armate Statunitensi, che sosteneva di essere stato membro di un’operazione militare americana TOP SECRET. Dice Relfe che fu reclutato nel 1976 e trascorse i successivi 20 anni, collaborando a mantenere ed espandere una delle due, o più, colonie statunitensi su Marte.
Queste basi servivano da punti strategici di difesa e, per preservare la loro segretezza, furono costruite nel futuro.
Il dott. Andrew D. Basiago partecipò al Progetto “DARPA Pegasus”, dal 1968 al 1972, incentrato sul viaggio nel tempo, nell’ologramma di tempo e spazio. Sosteneva che la CIA stava attivamente formando gruppi di studenti americani “dotati” per diventare la prima generazione di esploratori.
I bambini erano i più adatti a questa missione, per diversi motivi.
In primo luogo, erano considerati candidati ideali, per le loro menti chiare, non contaminate da impressioni o esperienze.
Il Governo degli Stati Uniti era interessato a studiare e conoscere gli effetti dei viaggi nel tempo nei giovani corpi e nelle menti vergini. I volontari adulti, di solito, dopo diversi viaggi, cadevano nella pazzia. Fortunatamente, invece, i bambini ingenui avevano poche esperienze e convinzioni precedenti che potevano influire negativamente sul loro stato.
Un altro uso della tecnologia quantistica, è stato adottato nel controllo politico. Secondo il Dott. Basiago, le persone di interesse per il futuro, sarebbero state informate, in una fase iniziale, delle funzioni che avrebbero dovuto svolgere, anni dopo.
Ha detto anche, che negli anni ’70, ad Albuquerque nel New Mexico, era presente durante un pranzo, in cui George H.W. Bush (padre) e George W. Bush (figlio) erano stati informati delle loro future presidenze.
Basiago racconta, anche, che nel 1971, vide le immagini dell’attacco alle Twin Towers, avvenuto l’11 Settembre 2001. Erano state ottenute osservando ilfuturo e riportate all’analisi del presente di allora.
Ciò implica che il Governo degli Stati Uniti conoscesse, trent’anni prima, quello che sarebbe successo l’11 Settembre 2001.
Secondo gli informatori e i loro sostenitori, questa tecnologia è tenuta segreta nonostante sia finanziata dai contribuenti americani. Non è la prima volta che questo genere di programmi sono stati secretati, a causa del loro immenso potenziale.
Dicono che le persone hanno il diritto di sapere cosa sta realmente accadendo: la verità sull’esplorazione dello spazio e sulla presenza di esseri umani o viventi su altri pianeti. Ma, accade tutto il contrario.
Il teletrasporto potrebbe risolvere i problemi di trasporto in tutto il mondo, consentendo alle persone e alle merci di muoversi istantaneamente.
Aiuterebbe, anche, a distruggere, immediatamente, la piramide dell’attuale potenza tirannica, che controlla il mondo.
Ed è proprio per tale motivo, che questa informazione non viene rivelata e divulgata.
Possiamo farci un’idea, per quanto grossolana, superficiale e sfumata, di questa materia così astrusa da essere definita “incomprensibile” persino da coloro che la trattarono per primi?
Tentiamo, buttando lì alcune frasi “flash”, dichiarazioni, pronunciamenti, enunciazioni solo verbali di formule fisiche, con il corollario di brevi spiegazioni, il più possibile semplificative.
QUANTUM – Che cos’è? Einstein lo ha definito “un minuscolo grumo di energia”.
Quando parliamo di QUANTUM, ci riferiamo esclusivamente all’ “infinitamente piccolo”.
Nell’ “infinitamente piccolo”, a differenza della realtà fisica comune a noi nota, una cosa può trovarsi, contemporaneamente, in due posti diversi e il suo destino è dettato dal caso : questa realtà sfida il senso comune.
Max Planck trovò il legame matematico preciso tra il colore della luce, la sua frequenza e la sua energia, ma non ne capì la connessione. Accadeva alla fine dell’ ‘800.
C’è un famoso esperimento, detto “delle due fessure”, che dimostra questa situazione sconcertante.
Quando un singolo elettrone viaggia attraverso le fessure e colpisce uno schermo retrostante, la meccanica quantistica dice questo: non possiamo descrivere ciò che viaggia come un oggetto fisico. Possiamo solo parlare di dove potrebbe essere l’elettrone. Questa “ondata” di possibilità viaggia, in qualche modo, attraverso le fessure, creando interferenze, proprio come l’onda dell’acqua. Ma quando questa colpisce lo schermo, quella che poteva essere solo la “spettrale” possibilità di un elettrone, diventa, misteriosamente, reale.
Niels Bohr e colleghi inventarono la “Teoria Quantistica”, una “folle” ipotesi, senza curarsi che fosse del tutto incomprensibile.
Einstein diede il via a questa affascinante branca della fisica, ma poi si arenò, mettendosi a contestare le “devianti” ipotesi di Bohr che affermava che “La realtà viene evocata nell’atto di osservarla”.
Ribatteva, infatti, Einstein: “La luna cessa, forse, di esistere, quando io non la guardo?”
Riporto qui un paio di frasi di Niels Bohr, per illustrare di cosa stiamo parlando.
“Tutto ciò che consideriamo reale è fatto di cose che non possiamo definire reali”.
“Chi non è shoccato dalla Teoria dei Quanti, non l’ha capita!”
E, dulcis in fundo, riporto una considerazione di un grande, e poco noto, fisico americano, John Bell, che, a proposito della diatriba feroce fra queste due “scuole di pensiero”, disse:
“Bohr era incoerente, poco chiaro, intenzionalmente oscuro, ….ma giusto.
Einstein era coerente, chiaro, concreto, ….e sbagliato”.
Un affascinante mistero in lingua latina : il QUADRATO MAGICO.
Il più antico è stato ritrovato nella “palestra” di Pompei, ma esistono molti altri: alcuni di età imperiale romana, nelle città delle colonie nel Mediterraneo Orientale, altri in diverse località d’Europa, sempre colonizzate dai Romani e anche medioevali.
Al numero precedente 1914, il significato e le possibili interpretazioni trovano ampia esposizione. In questo numero si parla, invece, di un aspetto nuovo e del tutto particolare, scoperto da uno studioso di Simbologia e Geometria Sacra: Marco Virginio Fiorini, Architetto.
In via preliminare, è necessario introdurre la conoscenza dei cosiddetti QUADRATI MAGICI NUMERICI a 3, 4, 5 righe e colonne.
Alcuni esempi:
Il QUADRATO MAGICO A 5 COLONNE È SOPRA : Q.M.5
La loro caratteristica è la seguente:
La somma dei numeri di ogni riga , di ogni colonna , da sinistra e da destra, dall’alto in basso, e viceversa, e in diagonale centrale dà sempre lo stesso numero:
15 per il quadrato a 3 righe-colonne, (di ordine 3)
34 per il quadrato a 4 righe-colonne, (di ordine 4)
65 per il quadrato a 5 righe-colonne (di ordine 5).
Ma non pensate che sia tutto qui. Esistono QUADRATI MAGICI di ordine 8 e addirittura 9. Non ci credete? Eccoli qui:
Questi due sono Quadrati Magici di ordine 8 : a voi il calcolo della somma costante.
Alcuni Quadrati Magici portano il nome dei loro editori: ad esempio, Cornelio Agrippa, Paracelso, Benjamin Franklin ecc.
Un Quadrato Magico di ordine 4 compare su una stampa del pittore Tedesco Albrecht Dürer dal titolo “Melancolia”.
IL QUADRATO MAGICO DI VILLA ALBANI a ROMA (in pietra)
Composto nel 1766, di ordine 9, costante 369 con la seguente epigrafe:
“LECTOR SI DOCTUS ADMIRATOR SI IGNARUS SCITO QUADRATUS HIC MATHEMATICE CONSTRUCTUS AB UNO USUQUE AD OCTOGINTA UNUM 3321 UNITATES INCLUDIT QUAELIBET IPSIUS COLUMNAE TAM IN LINEA PLANA QUAM IN RECTA ET TRANSVERSALI UNITATES 369 QUAE DUCTAE PER NOVEM EASDEM 3321 UNITATES RESTITUUNT ET APPELLATUR MAXIMUS QUIA MAXIMAM POSSIDET EXTENSIONEM. VALE.
CAETANUS GILARDONUS ROMANUS PHILOTECNOS INVENTOR A.D. MDCCLXVI.”
(O lettore, dotto ammiratore o profano che tu sia, sappi che questo quadrato costruito secondo le regole della matematica da 1 fino a 81 comprende 3321 unità; qualsiasi colonna dello stesso, sia in senso orizzontale che in quello verticale e trasversale, comprende 369 unità che moltiplicate per 9 danno appunto le medesime 3321 unità ed è chiamato massimo poiché possiede la massima estensione. Ti saluto.
Gaetano Gilardone romano filotecnico-inventore anno Domini 1766).
Ma non basta : udite, udite! Un QUADRATO MAGICO di ordine 64 : PAZZESCO!
QUADRATO MAGICO DEI VAMPIRI di A. Graziotti (1983)
Panquadrato magico dei vampiri
E’ il più grande QM esistente, entrato nel Guinness dei primati del 1989. Questo “panquadrato” (tanti QM dentro un QM) è una singolarissima opera in cui il rigore matematico si fonde con l’arte astratta ed è suddivisa in 64 scacchi per lato per un totale di 4096 caselle; l’autore ha usato tutti i numeri naturali da 1 a 4096 nessuno escluso. La costante è 131.104.
L’artista ha pensato di includere nel suo quadrato qualcosa come 18 figure simmetriche rispetto al centro – croce, vampiri, greche, labirinti, semidiagonali – le cui caselle numeriche replicano tutte la prefissata costante 131.104. Disegno temerario, incredibile e bellissimo che solo la mente di un artista che ha avvertito la matematica come luogo e soggetto delle proprie realizzazioni poteva figurare.
Ma torniamo al nostro Architetto Fiorini, appassionato di Geometria Sacra.
Egli si è chiesto se il Quadrato Magico di ordine 5 avesse una qualche relazione con il Quadrato “SATOR”, composto da 5 parole di 5 lettere.
Nessuno, prima di lui aveva studiato questa comparazione.
Egli ha notato che nel Q.S. (Quadrato SATOR), alcune caselle contengono le stesse lettere, di solito 4 volte. Di conseguenza, ha pensato di collegare, tracciando dei segmenti di retta, le caselle con le lettere uguali. Ed ecco ciò che è uscito: una cosa piuttosto curiosa e sorprendente.
Rifeririamoci al Q,S. (Quadrato “SATOR”) e al Q.M.5 (Quadrato Magico di ordine 5), che troviamo stampati all’inizio.
1 Tracciamo un rettangolo, unendo tutte le 4 lettere A del Q.S.
Tracciamo un rettangolo, unendo tutti i 4 numeri del Q. M.5 che si trovano nelle stesse caselle delle 4 A.
Facciamo la somma : 23+24+3+2 = 52.
2 Tracciamo un rettangolo, unendo tutte le 4 lettere O del Q.S.
Tracciamo un rettangolo, unendo tutti i 4 numeri del Q.M.5 che si trovano nelle corrispondenti caselle delle 4 O.
Facciamo la somma : 8+16+18+10 = 52.
3 Tracciamo un rombo, unendo tutte le 4 lettere T del Q.S.
Tracciamo un rombo, unendo tutti i 4 numeri del Q.M.5 che si trovano nelle corrispondenti caselle delle 4 T.
Facciamo la somma : 1+4+25+22 = 52.
4 Tracciamo un rombo, unendo le 4 lettere E del Q.S.
Tracciamo un rombo, unendo tutti i 4 numeri del Q.M.5 che si trovano nelle corrispondenti caselle delle 4 E.
Facciamo la somma : 7+20+19+6 = 52.
5 Adesso, pensiamo di unire UNA COPPIA DI LETTERE S e R sul Q.S.
Ne risulta un quadrato all’interno del perimetro.
Trasportiamo la stessa figura sul Q.M.5 e otteniamo come somma dei numeri ai 4 angoli : 17+15+9+11 = 52.
6 Continuando, prendiamo la COPPIA DI LETTERE R e P e uniamole con un piccolo quadrato sul Q.S.
Trasportiamolo sui corrispondenti numeri del Q.M.5 e otteniamo, ancora una volta, magicamente : 5+14+21+12 = 52.
7 Tracciamo un rettangolo che associ le lettere A e O,orizzontalmente, sul Q.S.
Trasportiamo il rettangolo sui numeri corrispondenti del Q.M.5 e otteniamo
come somma : 23+16+3+10 = 52.
8 Facciamo come sopra, con le lettere A e O, ma con il rettangolo in senso verticale. Quindi, trasportiamo e facciamo la somma.
Ancora una volta, otterremo : 24+8+2+18 = 52.
9 Prendiamo le 4 lettere R sul Q.S.. Queste si uniscono con la figura geometrica di un rombo allungato.
Trasportiamo lo stesso rombo sul Q.M.5 e otteniamo come somma
anche stavolta : 15+5 +11+21 = 52.
10 Prendiamo le lettere S e P e uniamole con un rombo, nell’altro senso.
Trasportiamo il rombo sul Q.M.5 e otteniamo che la somma dei numeri corrispondenti è : 17+14+9+12 = 52.
L’unica casella che contiene una sola lettera è quella centrale ed è la N.
Siccome per le altre caselle abbiamo avuto 4 ricorrenze, moltiplichiamo per 4 il suo valore numerico corrispondente: 13 X 4 = 52.
A questo punto, Fiorini si è chiesto che cosa potesse significare il numero 52.
E questo è quanto è venuto alla luce, ricorrendo alla Numerologia :
5 + 2 = 7
7 è un numero sacro per gli Egizi e Fiorini ha cominciato ad indagare a 360°.
Non solo nella civiltà egizia, anche in molte altre culture misteriche il 7 è un numero importantissimo.
Egli si è avvalso, ad esempio, della GEMATRIA. Si tratta di un Sistema di lettura numerico della Bibbia. È una vera e propria scienza ed è molto studiata nel mondo ebraico. Cosa significa in, GEMATRIA, il numeo 52? Lì, ogni parola è un numero e ogni numero è una parola.
E il valore numerico di 52 significa ELOHIM!
Nella Bibbia, ELOHIM ha vari significati : dei, esseri divini, legislatori supremi, governatori, angeli. Ad esempio, quello che viene chiamato Dio nella Bibbia Cristiana, è uno degli ELOHIM, il suo nome è Yahveh, un personaggio in carne ed ossa che, dotato di poteri e mezzi sovrumani, guida il popolo di Israele, verso la terra promessa, a condizione di essere obbedito e venerato come un Dio.
INCREDIBILE !
Il QUADRATO SATOR contiene anche le lettere AEON, distribuite a stella.
AEON ha, forse, un significato? E come no?!
Gli AEON (o EONI), in vari sistemi culturali gnostici, rappresentano le varie emanazioni del Dio Primo, detto Ra (o sole) dagli Egizi. Si trattava di entità spirituali di origine divina, considerate come entità a se stanti. Queste divinità, pare si manifestassero (mi fanno pensare agli ALIENI) in certe località del vicino Oriente, terra in cui si batterono i TEMPLARI.
Uno degli aspetti più curiosi del Quadrato SATOR è che, collegando tra loro le lettere per formare la parola AEON, avviene un fatto inaspettato legato ai Templari. Cosa succede?
Si forma una figura a forma di punta di freccia, nelle 4 direzioni dei punti cardinali. Se la trasportiamo sul Q.M.5 e facciamo le somme, abbiamo :
L’ INTERA MONOGRAFIA SU ETTORE MAJORANA E ROLANDO PELIZZA È PUBBLICATA DAL NUMERO1465 AL NUMERO1455.
QUESTA È UNA INTEGRAZIONE DI STRINGENTE ATTUALITÀ
ETTORE MAJORANA E LA SFIDA CLIMATICA
Francesco Alessandrini e Roberta Rio
Dal loro libro “LA MACCHINA il ponte tra la scienza e l’Oltre”.
Sinossi
Via dalle pagine della storia ufficiale Ettore Majorana, non solo continuò a vivere, ma con le sue ricerche si spinse ben oltre i confini dell’allora conosciuto, penetrando i “segreti” della Materia e del Creato, come mai era stato possibile fare fino a quel momento in modo “scientifico”.
Ne sono discese una nuova matematica e una nuova fisica
– la Fisica del Terzo Millennio– che alimentano un salto epocale nella conoscenza umana.
Nell’ambito delle sue ricerche, egli ha anche valutato attentamente variazioni climatiche e ambientali indotte dall’inquinamento provocato dall’uomo
e dalla sua tecnologia. La capacità previsionale di Ettore e la comprensione del fatto che nessun evento del nostro mondo è casuale, gli hanno permesso,
già negli anni ’70, di prevedere con estrema esattezza, le problematiche legate al clima e all’ambiente, che ora stiamo sperimentando. Le sue previsioni, in assenza di un intervento in grado di invertire la rotta, sono decisamente preoccupanti e, del resto, ci stiamo tutti rendendo conto delle trasformazioni climatiche non positive in atto. Ma Ettore ci fornisce anche una soluzione che potrebbe soccorrerci dall’imminente collasso ambientale.
1. Introduzione
La fisica attuale è molto lontana dalla conoscenza delle fondamenta dell’universo in cui viviamo.
Per raggiungerla è necessario un radicale cambio di paradigma, un vero e proprio salto conoscitivo “epocale”, che permetta di guardare il mondo della Materia dal di fuori, dall’Oltre Materia.
Qualcuno questo salto l’ha fatto. Ed è riuscito a costruire un “quadro” teorico dell’universo e delle sue modalità di funzionamento talmente preciso e affidabile da poter poi essere trasformato in una macchina, la macchina di Rolando Pelizza, in grado di sperimentare quella teoria e di compiere delle cose assolutamente impensabili per la scienza attuale.
Quest’uomo si chiama Ettore Majorana.
Nel corso della costruzione di una nuova matematica e di una nuova fisica, descritte nella sua “Teoria Generale degli Esponenti”, si è reso conto che tutti i fenomeni naturali seguono una logica e delle regole ben precise. In particolare Ettore ha compreso, a partire dall’osservazione dei fenomeni fisici,
l’inesistenza di una casualità dei fenomeni stessi. È riuscito anche a inquadrare le relazioni che governano alcuni “gruppi” di fenomeni che la fisica attuale considera caotici e originati dal caso. La matematica di Ettore descrive tutto questo. È diventata così lo strumento per prevedere lo sviluppo di fenomeni fisici finora considerati imprevedibili. Noi abbiamo tentato di comprendere questa nuova fisica e nuova matematica, ma gli elementi di riferimento che abbiamo non sono certamente completi né sufficientemente chiari. Il risultato che presentiamo è dunque solo la nostra comprensione e interpretazione di ciò che ci sembra sia il geniale lavoro di Ettore. Ma anche se tutto non è ancora definito, siamo convinti di essere sulla buona strada. In ogni caso la responsabilità di quanto affermiamo è solamente nostra e chiediamo scusa a Ettore, che certamente ci sta guardando da qualche “posto” di questo nostro grande Creato, se abbiamo grossolanamente frainteso le sue scoperte. In quanto segue analizziamo, in particolare, le sue considerazioni sul clima e sul fatto che, già negli anni ’70, aveva previsto ciò che stiamo affrontando ora in ambito climatico e ambientale e, soprattutto, ciò che ci accadrà se non interveniamo immediatamente.
2. Ettore Majorana
Ufficialmente, Ettore Majorana, scienziato geniale del periodo della “grande fisica italiana”, scomparve il 25 marzo 1938. Da allora si rifugiò segretamente in un monastero italiano. Nel corso dei successivi decenni di permanenza, poté sviluppare i suoi studi, tutti rivolti alla conoscenza delle reali fondamenta della materia e della vita. A chi volesse conoscere con maggior dettaglio la sua storia, indichiamo la lettura del nostro testo “ La macchina. Il ponte tra la
scienza e l’Oltre”.
3. Il cielo non può attendere
In una lettera di Majorana al Prof. Erasmo Recami del 20 dicembre 2000, Ettore si dimostra profondamente preoccupato per il futuro del nostro mondo legato in modo indissolubile al surriscaldamento del pianeta.
Nella stessa lettera si cita la documentazione spedita già nel 1976 a Rolando Pelizza, il suo allievo costruttore della “macchina”.
In essa era presente una «relazione dettagliata sul tema e le sue conseguenze: dai primi sintomi, all’inizio del 2000, all’incremento del problema a partire dal 2010, in seguito al quale è lecito aspettarsi delle vere e proprie catastrofi ambientali».
Figura 1: Estratto della lettera di E. Majorana al prof. Erasmo Recami del 20 dicembre 2000.
Già nel 1976, dunque, Ettore aveva previsto che il pianeta sarebbe entrato in una fase di surriscaldamento anomalo ed eccessivo, che avrebbe iniziato a generare “delle vere e proprie catastrofi ambientali” tra il 2022 e il 2024. In quel momento, ovvero tra pochi anni, la sopravvivenza della razza umana sulla Terra sarebbe stata in serio pericolo. Oggi gli esperti del clima sono giunti alle stesse previsioni, ma posticipate. Si parla alla peggio della decade 2030-2040, ovvero ci illudiamo di avere ancora molto tempo. Ma secondo Ettore non è così.
Sulla Terra si sono sempre verificate lente fluttuazioni climatiche, in un’alternanza di fasi di raffreddamento (glaciazioni) e surriscaldamento. Per quanto lente fossero, esse portarono regolarmente a drastiche riduzioni nel numero degli esseri viventi.
L’attuale pulsazione climatica è solo parzialmente frutto di fattori naturali.
A essi, come dimostrano gli studi di alcuni scienziati tra cui il glaciologo Claude Lorius, si sovrappongono delle cause antropiche, ovvero date dal comportamento dell’uomo.
Analizzando i risultati di centinaia di carotaggi di ghiaccio in Antartide, Claude Lorius, a metà degli anni ’80, rese noto che nel corso degli ultimi duecento anni, ovvero dall’inizio dell’industrializzazione, il livello di anidride carbonica (CO2)nell’atmosfera era drasticamente aumentato. La Terra non riesce più a regolarlo grazie ai suoi normali cicli di autodepurazione.
In altre parole, l’uomo, bruciando a dismisura carbone, petrolio e metano, si è inserito nel meccanismo di regolazione naturale del clima, modificandolo pesantemente. Tre sono le alterazioni ambientali che attualmente affliggono in maniera preoccupante il nostro pianeta: il “buco dell’ozono”, l’eccesso diCO2 e l’effetto serra.
Analizziamole brevemente. Quello che viene definito “buco dell’ozono” è in realtà un fenomeno duplice. Da un lato stiamo assistendo a un generale assottigliamento dell’ozonosfera, ovvero di quella fascia della stratosfera, posizionata tra i 15 e i 39 chilometri sopra la superficie della Terra. Essa ha il compito di trattenere e assorbire circa il 99% delle radiazioni solari nocive per la vita. Dall’altro, in alcune zone, come sopra l’Antartide per esempio, questa riduzione ha raggiunto dei livelli limite tanto da parlare di un vero e proprio “buco”, ovvero assenza completa di ozono.
Questi “buchi” sono qualcosa di pulsante con cicli naturali di durata stagionale, annuale o pluriennale. Si pensi che sopra l’Antartide sono state registrate variazioni primaverili del 70% rispetto alla stagione precedente, poi recuperate in quella successiva.
Talvolta si è avuta l’impressione che un buco si fosse chiuso naturalmente, mentre in realtà si trattava solo di una ridistribuzione dell’ozono nell’ozonosfera: la “chiusura” di un “buco” provoca una riduzione di spessore in altre zone, ma la quantità complessiva di ozono è sempre la stessa e, anzi, è in continua e irreversibile diminuzione.
Ma c’è ancora qualcosa di importante che la scienza non ci dice, o forse non sa, e che Ettore, invece, ha constatato essere in atto.
1 Secondo lui l’equilibrio dello strato dell’ozono è ormai compromesso nel senso che la sua diminuzione, alimentata inizialmente da agenti chimici
introdotti dall’uomo, ha assunto ora una specie di “vita propria”: essa progredisce anche se si riducono le sostanze inquinanti. Non c’è praticamente nulla che l’uomo e la scienza tradizionale possano fare per bloccare questo fenomeno, anche se qualche fonte, per smorzare i toni, afferma che il fenomeno è in regressione e che si esaurirà nel 2080.
2 L’anidride carbonica è la seconda sfida della nostra epoca. Essa ha mantenuto, nelle varie ere, livelli accettabili per la Terra che, per esempio tramite gli alberi, è sempre riuscita ad assorbirla ,trasformarla e riutilizzarla. Ma anche questo equilibrio si è ora spezzato. Soprattutto il grande consumo di combustibili fossili (tutti caratterizzati dalla presenza di carbonio) ha aumentato notevolmente il livello di CO2 nell’atmosfera, portandolo a un livello tale da provocare gravi scompensi ambientali.
Anche se ne interrompessimo “all’istante” l’emissione, non riusciremmo comunque a ridurre in tempi brevi la presenza di CO2. Si pensi solo
che ha dei cicli naturali di vita nell’atmosfera di oltre cento anni.
In ogni caso essa è per noi molto importante perché partecipa alla realizzazione dell’effetto serra, necessario per la vita sulla Terra. Si tratta di un fenomeno che permette al pianeta di trattenere nella sua atmosfera le radiazioni, provenienti dal sole, responsabili dell’incremento termico. Il risultato è un aumento della temperatura terrestre, che senza questo effetto sarebbe più bassa di almeno trenta gradi. Tuttavia, se in eccesso, porta a un innalzamento tale della temperatura da rendere difficili le possibilità di vita, se non addirittura impossibili. In un documento del 1990, pietra miliare nello studio climatico, Lorius, Jim Hansen e altri scienziati scrissero che le variazioni nel contenuto di CO2 e di CH4 (metano) hanno giocato un ruolo significativo nei cambiamenti climatici glaciali-interglaciali amplificandoli, insieme alla crescita e decadimento dei ghiacci continentali dell’emisfero nord […]».
3 Queste considerazioni influenzarono la stesura e l’approvazione del protocollo di Kyoto, sottoscritto nel 1997 ed entrato in vigore nel 2005. Dal 1976, anno dei primi avvertimenti di Majorana, al 2005 si contano quasi trent’anni. Abbiamo perso un mare di tempo, in una follia suicida figlia in parte dell’avidità umana, che antepone la ricchezza e il potere personale alla ricerca di una soluzione per il bene comunee, in parte, della non conoscenza. E oggi, dopo oltre 40 anni, le nazioni stanno ancora discutendo sul da farsi, pur essendosi in gran parte rese conto del grandioso pericolo a cui siamo sottoposti. Ma ormai è troppo tardi. I calcoli di Ettore dimostrano che abbiamo già superato il punto di non ritorno e i primi effetti davvero “disastrosi” saranno visibili proprio tra il 2022 e il 2024. Le variazioni della temperatura e della posizione degli ingressi radiativi attraverso l’atmosfera terrestre modificheranno i movimenti dei venti, le formazioni di nubi, lo scioglimento dei ghiacciai etc. La prima conseguenza di ciò si manifesterà – e in parte si sta già manifestando– nei fenomeni temporaleschi e ventosi. Per esempio, secondo Ettore, la quantità di acqua di una singola goccia di pioggia diverrà pari a quella di un grosso bicchiere: si parla di gocce del volume di 250 cl, ¼ di litro! Significa che si verificheranno acquazzoni di una violenza inaudita: quelle che oggi chiamiamo “bombe” d’acqua, che già mettono in crisi tutti i sistemi di smaltimento idrico, faranno “sorridere” rispetto a quello che potrà accadere.
La grande quantità d’acqua in atmosfera verrà alimentata da un’evaporazione molto più veloce di quella attuale, generata sia dall’aumentato calore sia da una superficie delle acque molto più estesa, provocata dallo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari. Lo scioglimento dei ghiacci provocherà un innalzamento delle acque di circa 80 m rispetto al livello attuale, sommergendo vaste zone costiere. Ma non solo. I venti aumenteranno di velocità fino a 400-600 km orari, ovvero molto più violenti delle peggiori trombe d’aria che si sono già verificate sulla Terra. Tanto per fare un paragone, il famoso e disastroso uragano Irma del 2017 ha raggiunto la velocità di “soli” 295 km/h, velocità mantenuta per ben 37 ore consecutive. Ma non ci sarà solo caldo. Il generale squilibrio che si genererà provocherà anche eventi estremamente freddi. Alcune zone del pianeta diventeranno presto invivibili e sarà pressoché impossibile soccorrere coloro che saranno colpiti da questi fenomeni atmosferici così estremi. Si avranno dei fenomeni migratori molto più accentuati di quelli attuali, che genereranno problemi sociali che non osiamo immaginare.
Oltre a ciò, l’eccesso di radiazioni, dovuto alla mancanza di ozono, porterà a una parziale inibizione della fotosintesi clorofilliana con un conseguente forte rischio di abbassamento delle possibilità alimentari per l’ecosistema.
Le radiazioni ci faranno ammalare, con gravi danni alla nostra pelle, perché di intensità superiore a quella che i nostri corpi sono in grado di sopportare. Insomma, la vita umana così come la sperimentiamo ora sul nostro pianeta, secondo Majorana sta per finire. E questo non accadrà tra migliaia di anni e nemmeno tra centinaia. Stiamo parlando di un arco di tempo molto, ma molto più breve! La Terra sta per diventare un luogo adatto solo per scarafaggi e altri animali, dotati di uno scheletro esterno che li ripara dalle radiazioni ultraviolette. E forse neanche per loro.
4. Una soluzione esiste.
Ettore ci dice che la scienza tradizionale non può nulla! Questo, del resto, viene confermato anche dai nostri scienziati che dichiarano di non avere gli strumenti per ridurre efficacemente la presenza di CO2 in atmosfera. Non ha le conoscenze e gli strumenti per farlo. Per quanto ne sappiamo, gli unici che possono salvarci da questa situazione sono la fisica e la matematica di Ettore, Rolando e la macchina.
Ci auguriamo che i governanti, di fronte all’evidente rischio di estinzione, si decidano finalmente a trascurare i propri desideri ed esigenze di potere per provvedere all’unica cosa prioritaria in questo momento: garantire la sopravvivenza della razza umana sulla Terra.
Il primo passo necessario sarebbe quello di avviare un grosso lavoro di mappatura dei “buchi dell’ozono”, utilizzando le risorse satellitari a disposizione.
Accanto alla posizione e struttura dei “buchi”, è altrettanto importante definire la quantità, la densità e il tipo di materiale gassoso, che si trova in essi e negli strati limitrofi, in assenza dell’ozono.
La macchina di Rolando, infatti, ha la possibilità di trasformare – trasmutare – i materiali, ma non può creare dal nulla: ha dunque bisogno di materia disponibile per poter attivare un processo di cambiamento di un gas in un altro. Sarebbe auspicabile che i “buchi” fossero riempiti di anidride carbonica, in modo da ottimizzare il lavoro di ripristino degli equilibri atmosferici. L’ozono manca, l’anidride carbonica è in eccesso: con un solo intervento si potrebbe trasformare l’anidride carbonica in ozono e si avrebbe così il duplice risultato desiderato, di aumento del primo e riduzione della seconda. Analogamente bisogna procedere anche a una mappatura più completa dell’anidride carbonica.
Una volta raccolti tutti i dati, si potrà intervenire mettendo in azione la macchina di Rolando.
Essa ha la possibilità di trattare con un’unica “applicazione” e all’istante (in circa 5 millesimi di secondo) un volume di 8 milioni di metri cubi, ovvero un cubo di 200 metri di lato. A detta di Rolando sarebbero facilmente costruibili delle macchine in grado di trattare dei volumi 1000 volte superiori (un cubo di 2 km di lato) e addirittura 1 milione di volte superiori (un cubo di 20 km di lato).Questa fase di lavoro dovrebbe essere svolta in due momenti distinti: per prima cosa il fenomeno dei “buchi nell’ozono” deve essere bloccato nella sua “virulenza”. Pertanto gli interventi saranno d’impatto e mireranno a trasformare rapidamente grossi volumi, senza tante raffinatezze.
Dopo di che si entrerà nel dettaglio, andando a rifinire il tutto secondo la quantità e la posizione che verranno ritenute più corrette ed equilibrate, sotto un controllo continuo dei rilevatori satellitari.
Una volta terminato lo scudo protettivo dell’ozono e riportata l’ozonosfera a quelle che sono le sue dimensioni e concentrazioni ottimali, ci si occuperà del problema dell’anidride carbonica, in parte già diminuita con l’intervento precedente.
Le zone a maggior densità verranno trasformate in ossigeno o in altri componenti dell’aria, eventualmente carenti: dalla “fastidiosa” anidride carbonica, si passerà a una piacevole aria pura.
La soluzione quindi c’è.
L’importante è che venga data assoluta priorità alla risoluzione del problema.
5. Conclusioni
Noi non siamo certamente dei catastrofisti. Ma abbiamo imparato a fidarci di Ettore Majorana e di Rolando Pelizza. Se loro dicono che la situazione è grave, siamo seriamente propensi a credere che abbiano ragione. E se poi ci dicono anche di avere la soluzione per questa complessa sfida climatica, non vediamo logico motivo per cui coloro che hanno in mano la tecnologia di Ettore e di Rolando non si diano da fare con la massima urgenza per risolvere la situazione. Se non lo faranno, avranno sulla coscienza le sofferenze e la scomparsa dell’intero genere umano, compresi essi stessi e le loro famiglie. Ma noi siamo molto fiduciosi che lo faranno. E così il genere umano potrà continuare a evolversi gradualmente e utilizzare le incredibili conoscenze che Ettore Majorana ha portato sulla Terra.
6. Il percorso
Questo articolo, pubblicato in occasione della conferenza “La fisica di Ettore Majorana e la sfida climatica”, fa parte del programma di divulgazione della
Fisica del Terzo Millennio, una fisica assolutamente innovativa che parte dalla mente di Ettore Majorana. La sua conoscenza e accettazione non sarà immediata e l’umanità dovrà aspettare prima di viverla diffusamente nei suoi aspetti più pratici: sì, perché l’umanità, pur avendone un bisogno immediato legato alle appena descritte problematiche sul clima, non è ancora pronta per utilizzarla. È prima necessario un percorso di graduale crescita e di cambiamento degli atteggiamenti umani e dell’uso della scienza: sì, certo, anche la scienza deve evolvere nelle sue conoscenze ma soprattutto
nella coscienza del ruolo che è tenuta ad avere nell’ambito dello sviluppo della vita sul nostro pianeta. Ringraziamo con tutto il nostro cuore Ettore e Rolando per questa grande possibilità che hanno introdotto sulla Terra e, soprattutto, li appoggiamo incondizionatamente per essere sempre stati dalla parte del “bene”.
CORONAVIRUS
Il libro del 1981 che aveva previsto (quasi) tutto.
Il libro che ha previsto il Coronavirus si intitola “Eyes of the Darkness” (Gli Occhi dell’Oscurità) e uscì nel 1981.
Il suo autore aveva previsto, con inquietante precisione, l’emergenza sanitaria di questi mesi, anche se, al principio, la sua storia era leggermente diversa.
Si chiama Dean Koontz, ed è un romanziere americano, colui che, nel 1981, pubblicò un libro ricco di dettagli sulla diffusione di un virus letale. Epicentro dell’epidemia sarebbe stata la città cinese di Wuhan, che oggi è divenuta così tristemente famosa.
Non è la prima volta che alcune opere d’arte letterarie dimostrano una particolare abilità nel prevedere il futuro. È accaduto anche in altre occasioni, con eventi molto differenti, tanto da non sembrare una coincidenza.
Inizialmente, il thriller di Dean Koontz non avrebbe dovuto essere ambientato in Cina, bensì in Russia, dove, secondo l’autore, gli scienziati dell’Unione Sovietica avevano sviluppato in laboratorio un virus potentissimo, da utilizzare come arma e destinato a contagiare, in breve tempo, un numero enorme di persone.
In una seconda stesura, datata 1996, il romanziere si trova davanti alla necessità di cambiare leggermente la sua storia, mantenendola inalterata nella sostanza, ma “spostandola” dall’Unione Sovietica (che, nel frattempo, si era dissolta dopo la caduta del Muro di Berlino) alla Cina.
È a questo punto che si verifica una coincidenza sensazionale.
Dovendo scegliere una città, dalla quale far partire l’epidemia, a causa di una fuga del contagio da un laboratorio chimico, Dean Koontz decise per la città di Wuhan. Nella prima versione, il virus prendeva il nome della città russa di Gorki e venne identificato con il nome di “Gorki – 400”. Nella seconda stesura, ovviamente, cambiò anche il nome del virus, che venne ribattezzato “Wuhan – 400”. Si tratta di una prassi utilizzata anche nel mondo reale: basta pensare al virus “Ebola” che prende il nome dal fiume presso il quale si originò il contagio. Come se la strana coincidenza non bastasse, la vicenda narrata nel romanzo, si svolge intorno al 2020, come hanno dimostrato, con diverse fotografie e opportune sottolineature, moltissimi fan dell’opera in giro per la rete.
PROFEZIA O “COINCIDENZA LETTERARIA”?
In ambito musicale, si dice spesso che le note sono solo 7 e che, inevitabilmente, ogni nuovo brano composto, finisce con l’assomigliare a un brano scritto in passato, anche se l’autore non ha alcuna intenzione di macchiarsi di plagio. Facendo una considerazione simile, applicandola però nell’ambito letterario, si può affermare che, tra le innumerevoli storie, scritte dai romanzieri di tutto il mondo, prima o poi, qualcuna, casualmente, assomiglia alla verità.
In realtà, è ancora più semplice che queste “coincidenze” avvengono nel caso di romanzi verisimili, che cioè tentano di ricreare meccaniche il più possibile aderenti al vero.
A ben guardare, inoltre, le similitudini tra “Eyes of the Darkness” e la vera storia del Coronavirus, sono piuttosto limitate.
Nel romanzo, infatti, le caratteristiche del virus “Wuhan – 400” sono molto differenti da quelle del vero Coronavirus “COVID – 19”: a dimostrazione che le coincidenze esistono, ma non bisogna vederne anche dove non ci sono.
I’m not happy with all the analyses that go with just the classical theory, because nature is not classical, dammit, and if you want to make a simulation of nature, you’d better make it quantum mechanical.
Io non sono contento di tutte le analisi che vanno avanti secondo la teoria della Fisica classica, perché la natura non è classica, maledizione, e se tu vuoi fare una simulazione della natura, è meglio che segui la Fisica della Meccanica Quantistica.
Richard P. Feynman 1982
Department of Physics – California Institute of Technology.