Numero3260.

 

da  QUORA

 

Scrive James Collins, corrispondente di QUORA

 

I C T U S    I N    A R R I V O ….

 

L’ictus spesso arriva senza preavviso, ma in molti casi il corpo invia segnali precoci che indicano che qualcosa non va. Questi sintomi possono manifestarsi ore, giorni o persino settimane prima di un ictus. Riconoscerli in tempo può salvare la vita.

 

Segnali Comuni di un Ictus Imminente

 

1. Intorpidimento o Debolezza Improvvisa (Soprattutto su un Lato del Corpo)

  • Se si avverte debolezza, formicolio o intorpidimento al viso, a un braccio o a una gamba—soprattutto su un solo lato del corpo—potrebbe essere un segnale che il flusso sanguigno al cervello è compromesso.
  • Alcune persone hanno anche difficoltà a tenere in mano oggetti o improvvisa goffaggine.

2. Difficoltà nel Parlare o nel Comprendere il Linguaggio

  • Parlare in modo confuso o incomprensibile, avere difficoltà a trovare le parole giuste o non riuscire a comprendere quello che dicono gli altri può essere un segnale precoce di ictus.
  • Se qualcuno inizia a parlare in modo strano o sembra disorientato, bisogna prenderlo seriamente.

3. Problemi alla Vista in Uno o Entrambi gli Occhi

  • Visione offuscata, visione doppia o perdita parziale della vista in un occhio possono essere sintomi di un ictus imminente.
  • Alcune persone descrivono la sensazione di vedere una sorta di tenda scura su un occhio o un’improvvisa oscurità totale.

4. Mal di Testa Forte e Improvviso

  • Un mal di testa improvviso e intenso (diverso da qualsiasi altro mal di testa avuto in precedenza) potrebbe essere un segnale di ictus o aneurisma cerebrale.
  • È particolarmente preoccupante se accompagnato da vertigini, vomito o confusione.

5. Perdita di Equilibrio o Coordinazione

  • Sentirsi storditi, instabili o incapaci di camminare correttamente senza motivo potrebbe indicare che un ictus sta colpendo la parte del cervello responsabile del movimento.
  • Se abbiamo improvvisamente difficoltà a camminare, se cominciamo ad inciampare o a non mantenere l’equilibrio, è importante cercare subito aiuto medico.

6. Attacco Ischemico Transitorio (TIA) – Il “Mini-Ictus” di Avvertimento

  • Un TIA (mini-ictus) provoca sintomi simili a quelli di un ictus, ma che durano solo pochi minuti o ore prima di scomparire.
  • Anche se i sintomi spariscono, un TIA è un campanello d’allarme: significa che un ictus più grave potrebbe verificarsi presto. Bisogna rivolgersi immediatamente a un medico.

 

FAST: Il Test Semplice per Riconoscere un Ictus

 

Se si sospetta un ictus, usare il test FAST per controllare i sintomi principali:

 

✅ F – Face (Faccia) Cadente – Un lato del viso è cadente o intorpidito? Chiedere alla persona di sorridere.
✅ A – Arm (Braccio) Debole – Un braccio è debole o intorpidito? Chiedere di sollevare entrambe le braccia. Un braccio scende?
✅ S – Speech (Parola) Difficoltosa – La persona parla in modo confuso o strano? Chiedere di ripetere una frase semplice.
✅ T – Time (Tempo di Chiamare i Soccorsi) – Se uno di questi segnali è presente, chiamare immediatamente i soccorsi.

 

Quando Cercare Aiuto Medico

 

Se si nota uno di questi sintomi, anche se scompare, è fondamentale rivolgersi subito a un medico.
L’ictus può arrivare improvvisamente, e un trattamento precoce può evitare danni cerebrali gravi o la morte.

Un ictus è un’emergenza medica—non ignorare i segnali di avvertimento.
Agire rapidamente può fare la differenza tra la vita e la morte.

Numero2721.

 

da QUORA

 

RISOLVERE I PROBLEMI

 

Entri nel letto e ti prepari per una bella dormita.

Senti che devi fare la pipì.

Fa freddo fuori, così decidi di tenerla.

“Starò comunque dormendo profondamente tra pochi minuti”, menti a te stesso.

Ti giri e ti rigiri per 2 ore, finalmente ti infili le ciabatte, sfrecci in bagno.

Hai sprecato 2 ore a ingannare la tua mente, 2 ore che avresti potuto usare per un buon riposo.

Quando qualcosa nella tua vita ti infastidisce, che sia la sabbia nelle scarpe, compiti estenuanti e lunghissimi, un bullo a scuola, molestie sessuali in ufficio, devi affrontarla e risolverla il prima possibile.

I problemi non si risolvono da soli, se vuoi avere una vita migliore, devi tu risolvere i tuoi problemi non appena nascono, una volta per tutte.

 

COSA HAI IMPARATO TROPPO TARDI?

 

  • Molte persone falliscono perché hanno paura di affrontare i loro cari.
  • Puoi avere successo solo se accetti la responsabilità delle tue azioni.
  • La tua autostima non dovrebbe essere basata sull’approvazione degli altri.
  • La perfezione è una trappola della mente. Quindi smetti di cercare di essere perfetto.
  • Piangere non è un segno di debolezza.
  • Non giudicare qualcuno dai pettegolezzi degli altri.
  • Non essere triste e aspettare che gli altri capiscano: tieni presente che ognuno ha storie ed esperienze diverse.
  • Smetti di sprecare le tue energie reagendo ai commenti delle persone tossiche.
  • Il modo migliore per affrontare le persone tossiche è quello di tagliare i legami con loro nella vostra vita il più presto possibile.
  • Non cercare mai di controllare tutti e tutto ciò che ti circonda.
  • Devi uscire dalla tua zona di comfort per avere successo.
  • Concentrati sulla tua forza, non sui successi degli altri.

 

… E ANCORA

 

Non posso far dipendere me stessa dagli altri.

Per tutta l’infanzia e l’adolescenza (ma, a dirla tutta, anche oltre) mi sono sempre stupita degli atteggiamenti vili e maligni di alcune persone, perché a me era stato insegnato che bisogna trattare bene gli altri, non bisogna essere invidiosi e irrispettosi, e questa filosofia l’ho sempre seguita e fatta mia.

Così, quando ad esempio vedevo alcune compagne di classe fare le bulle, insultare altri compagni o i professori, o emarginare chi per esempio prendeva bei voti, o gioire se una ragazza veniva lasciata dal proprio ragazzo, mi sedevo pensosa a guardare fuori dalla finestra chiedendomi per quali ragioni agissero, quale fosse l’emozione che le spingeva verso quel comportamento.

Negli anni, crescendo, mi sono data una risposta razionale a tutto questo, e cioè la rabbia repressa, l’invidia, il desiderio di rivalsa, l’insicurezza e in generale anche una cattiva educazione, in poche parole i veleni mentali.

Ma se dovessi dire che le capisco appieno e riesco a immedesimarmi nei loro modi di fare, non sarebbe vero. Penso che non agirei in maniera maligna e calcolata nemmeno per difendermi perché per me sono importanti i sentimenti e l’energia positivi.

Ho dovuto, tuttavia, imparare a difendermi da queste persone, e quindi a (ri)conoscerle, perché se le conosci le eviti, e se le eviti non ti distruggono.

Perciò è inutile mettere la testa sotto la sabbia e credere che al mondo agiamo tutti per gli stessi motivi, seguendo gli stessi impulsi, e lamentarsi se qualcuno non si comporta come noi vorremmo, ma invece è importante rendersi conto della realtà e sviluppare la propria intelligenza emotiva.

Numero2604.

 

P R O B L E M I

 

Un saggio padre cinese parla al figlio:

 

Nella vita esistono solo due tipi di problemi:

quelli che hanno una soluzione

e quelli che la soluzione non ce l’hanno.

Per i problemi del primo tipo,

è inutile preoccuparsi, dato che

la soluzione c’è e, prima o poi,

le cose andranno a posto da sole.

Per quelli del secondo tipo

è altrettanto inutile preoccuparsi,

tanto, se non esiste una soluzione,

non ha senso cercare di risolvere

quello che è irrisolvibile.

Quindi, quando c’è un problema,

non puoi fare altro che prendere tempo.

Il problema, o si risolve da solo,

oppure non si risolve, ma verrà

comunque superato e messo

nel dimenticatoio e lì rimarrà,

irrisolto e tuttavia ininfluente.

Numero2239.

 

R E D D I T O    D I    C I T T A D I N Z A

 

Da tempo, ormai, e in questi giorni, è ancor di più oggetto di dibattito il famigerato REDDITO DI CITTADINANZA, il provvedimento legislativo, che è stato ed è il fiore all’occhiello della sinistra pentastellata. Sarebbe nato con l’intento di garantire un livello accettabile di sussistenza a categorie di persone che non trovano , o non cercano, lavoro: dunque un aiuto provvisorio e temporaneo, intanto che per essi, sarebbe stata individuata, da parte di uffici allo scopo preposti, una attività lavorativa compatibile con la loro capacità, o voglia, di lavorare.
Partiamo dal lavoro. In questo periodo post – COVID, la produzione industriale e dei servizi, in Italia, sta registrando una fioritura ed un incremento, anche in termini di PIL, che sembra poter recuperare tutte le perdite dovute ai vari LOCKDOWN coatti, ed in breve tempo.
Dunque, c’è lavoro e gli imprenditori privati si trovano in difficoltà a reperire, sul mercato del lavoro, non solo le figure qualificate, ma anche e soprattutto, quelle generiche da formare e inquadrare nei mansionari. Ci sarebbero i fruitori del REDDITO, che potrebbero rendersi disponibili, anche, ovviamente, con qualche sacrificio e disagio, per riempire i vuoti di organico di molte Aziende Italiane.
Niente da fare, non è così. Allora che senso ha questa legge dello Stato che riesce soltanto a mantenere a casa coloro che ricevono il REDDITO e non fa in modo di ingaggiarli in tutti quegli arruolamenti di risorse umane di cui ci sarebbe bisogno?
Si tratta allora, solo di un sussidio di Stato per nullafacenti?
Non ci vuole mica un genio per escogitare, capire e attuare un sistema che eroghi gli importi di questi aiuti, in genere, da un minimo di 550 Euro o poco più, ad un massimo di 850 – 950 Euro, agli imprenditori che questi percettori assumono, a tempo indeterminato.
I datori di lavoro, a loro volta, aggiungerebbero una cifra equivalente per costituire un salario complessivo di circa 1500 Euro, che sarebbe un livello normale di retribuzione.
In questo modo, si ottiene un doppio positivo risultato. Quello dell’assistito che riceve un salario, o stipendio, intero a fronte di una prestazione completa e continuativa; e quello dell’imprenditore che trova un dipendente che paga in termini, per lui, agevolati (metà importo del salario, magari con contributi onnicomprensivi) e, pertanto, è molto incentivato a reperire ed arruolare nuove forze lavorative.
Ma può la sinistra italiana arrendersi davanti ad una evidenza come questa? La risposta è quella di Cambronne: “Merde, jamais!”.
Piuttosto che concedere agli “odiati padroni” il vantaggio di una gestione favorevole delle assunzioni, preferisce elargire, a titolo gratuito, sulle spalle di tutti i contribuenti italiani, denari improduttivi a chi poi, magari, integra il gentile omaggio con una miriade di lavori in nero che nessuno controlla. Come il marito che, piuttosto che dare piacere alla moglie antipatica, si taglia il membro, per farle dispetto.

Numero2236.

 

Segnalato da mio figlio Alexis

 

 

T H E    S O C I A L    D I L E M M A

 

Nothing vast enters

the life of mortals

without a curse.

 

Sophocles

 

Niente di vasto entra

nella vita dei mortali

senza una maledizione.

 

Sofocle.

 

Il Docufilm THE SOCIAL DILEMMA getta una luce sull’influenza che YOUTUBE, FACEBOOK,TWITTER ed altri Social Media Networks – e, per estensione, i loro algoritmi – hanno sulla vita dei loro utenti.
Il filmato critica il modo in cui gli algoritmi, progettati per predisporre gli utenti alla pubblicità, hanno condotto a gravi problemi sociali, come il sensazionalismo e la polarizzazione.
Come disse Sofocle: “Niente di vasto entra nella vita dei mortali senza una maledizione” ed ora, il conseguimento di guadagni a breve termine dei Social Media ci ha caricato addosso il “dilemma sociale” di una cultura che è impossibile da sostenere.

Numero1898.

L’ INTERA  MONOGRAFIA  SU  ETTORE  MAJORANA  E  ROLANDO  PELIZZA  È  PUBBLICATA  DAL  NUMERO1465  AL  NUMERO1455.

 

QUESTA  È  UNA  INTEGRAZIONE  DI  STRINGENTE  ATTUALITÀ

ETTORE  MAJORANA  E  LA  SFIDA  CLIMATICA

Francesco Alessandrini e Roberta Rio   

Dal loro libro “LA MACCHINA il ponte tra la scienza e l’Oltre”.

 

Sinossi

 

Via dalle pagine della storia ufficiale Ettore Majorana, non solo continuò a vivere, ma con le sue ricerche si spinse ben oltre i confini dell’allora conosciuto, penetrando i “segreti” della Materia e del Creato, come mai era stato possibile fare fino a quel momento in modo “scientifico”.
Ne sono discese una nuova matematica e una nuova fisica
 – la Fisica del Terzo Millennio– che alimentano un salto epocale nella conoscenza umana.
 Nell’ambito delle sue ricerche, egli ha anche valutato attentamente variazioni climatiche e ambientali indotte dall’inquinamento provocato dall’uomo
 e dalla sua tecnologia. La capacità previsionale di Ettore e la comprensione del fatto che nessun evento del nostro mondo è casuale, gli hanno permesso,
già negli anni ’70, di prevedere con estrema esattezza, le problematiche legate al clima e all’ambiente, che ora stiamo sperimentando. Le sue previsioni, in assenza di un intervento in grado di invertire la rotta, sono decisamente preoccupanti e, del resto, ci stiamo tutti rendendo conto delle trasformazioni climatiche non positive in atto. Ma Ettore ci fornisce anche una soluzione che potrebbe soccorrerci dall’imminente collasso ambientale.
1. Introduzione
La fisica attuale è molto lontana dalla conoscenza delle fondamenta dell’universo in cui viviamo.
Per raggiungerla è necessario un radicale cambio di paradigma, un vero e proprio salto conoscitivo “epocale”, che permetta di guardare il mondo della Materia dal di fuori, dall’Oltre Materia.
Qualcuno questo salto l’ha fatto. Ed è riuscito a costruire un “quadro” teorico dell’universo e delle sue modalità di funzionamento talmente preciso e affidabile da poter poi essere trasformato in una macchina, la macchina di Rolando Pelizza, in grado di sperimentare quella teoria e di compiere delle cose assolutamente impensabili per la scienza attuale.
Quest’uomo si chiama Ettore Majorana.
Nel corso della costruzione di una nuova matematica e di una nuova fisica, descritte nella sua “Teoria Generale degli Esponenti”, si è reso conto che tutti i fenomeni naturali seguono una logica e delle regole ben precise. In particolare Ettore ha compreso, a partire dall’osservazione dei fenomeni fisici,
l’inesistenza di una casualità dei fenomeni stessi. È riuscito anche a inquadrare le relazioni che governano alcuni “gruppi” di fenomeni che la fisica attuale considera caotici e originati dal caso. La matematica di Ettore descrive tutto questo. È diventata così lo strumento per prevedere lo sviluppo di fenomeni fisici finora considerati imprevedibili. Noi abbiamo tentato di comprendere questa nuova fisica e nuova matematica, ma gli elementi di riferimento che abbiamo non sono certamente completi né sufficientemente chiari. Il risultato che presentiamo è dunque solo la nostra comprensione e interpretazione di ciò che ci sembra sia il geniale lavoro di Ettore. Ma anche se tutto non è ancora definito, siamo convinti di essere sulla buona strada. In ogni caso la responsabilità di quanto affermiamo è solamente nostra e chiediamo scusa a Ettore, che certamente ci sta guardando da qualche “posto” di questo nostro grande Creato, se abbiamo grossolanamente frainteso le sue scoperte. In quanto segue analizziamo, in particolare, le sue considerazioni sul clima e sul fatto che, già negli anni ’70, aveva previsto ciò che stiamo affrontando ora in ambito climatico e ambientale e, soprattutto, ciò che ci accadrà se non interveniamo immediatamente.
 2. Ettore Majorana
Ufficialmente, Ettore Majorana, scienziato geniale del periodo della “grande fisica italiana”scomparve il 25 marzo 1938. Da allora si rifugiò segretamente in un monastero italiano. Nel corso dei successivi decenni di permanenza, poté sviluppare i suoi studi, tutti rivolti alla conoscenza delle reali fondamenta della materia e della vita. A chi volesse conoscere con maggior dettaglio la sua storia, indichiamo la lettura del nostro testo “ La macchina. Il ponte tra la
 scienza e l’Oltre”.
 3. Il cielo non può attendere
In una lettera di Majorana al Prof. Erasmo Recami del 20 dicembre 2000, Ettore si dimostra profondamente preoccupato per il futuro del nostro mondo legato in modo indissolubile al surriscaldamento del pianeta.
Nella stessa lettera si cita la documentazione spedita già nel 1976 a Rolando Pelizza, il suo allievo costruttore della “macchina”.
In essa era presente una «relazione dettagliata sul tema e le sue conseguenze: dai primi sintomi, all’inizio del 2000, all’incremento del problema a partire dal 2010, in seguito al quale è lecito aspettarsi delle vere e proprie catastrofi ambientali».
Figura 1: Estratto della lettera di E. Majorana al prof. Erasmo Recami del 20 dicembre 2000.
Già nel 1976, dunque, Ettore aveva previsto che il pianeta sarebbe entrato in una fase di surriscaldamento anomalo ed eccessivo, che avrebbe iniziato a generare “delle vere e proprie catastrofi ambientali” tra il 2022 e il 2024.  In quel momento, ovvero tra pochi anni, la sopravvivenza della razza umana sulla Terra sarebbe stata in serio pericolo. Oggi gli esperti del clima sono giunti alle stesse previsioni, ma posticipate. Si parla alla peggio della decade 2030-2040, ovvero ci illudiamo di avere ancora molto tempo. Ma secondo Ettore non è così.
Sulla Terra si sono sempre verificate lente fluttuazioni climatiche, in un’alternanza di fasi di raffreddamento (glaciazioni) e surriscaldamento. Per quanto lente fossero, esse portarono regolarmente a drastiche riduzioni nel numero degli esseri viventi.
L’attuale pulsazione climatica è solo parzialmente frutto di fattori naturali.
A essi, come dimostrano gli studi di alcuni scienziati tra cui il glaciologo Claude Lorius, si sovrappongono delle cause antropiche, ovvero date dal comportamento dell’uomo.
Analizzando i risultati di centinaia di carotaggi di ghiaccio in Antartide, Claude Lorius, a metà degli anni ’80, rese noto che nel corso degli ultimi duecento anni, ovvero dall’inizio dell’industrializzazione, il livello di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera era drasticamente aumentato. La Terra non riesce più a regolarlo grazie ai suoi normali cicli di autodepurazione.
In altre parole, l’uomo, bruciando a dismisura carbone, petrolio e metano, si è inserito nel meccanismo di regolazione naturale del clima, modificandolo pesantemente. Tre sono le alterazioni ambientali che attualmente affliggono in maniera preoccupante il nostro pianeta: il “buco dell’ozono”, l’eccesso di  CO2  e l’effetto serra.
Analizziamole brevemente. Quello che viene definito “buco dell’ozono” è in realtà un fenomeno duplice. Da un lato stiamo assistendo a un generale assottigliamento dell’ozonosfera, ovvero di quella fascia della stratosfera, posizionata tra i 15 e i 39 chilometri sopra la superficie della Terra. Essa ha il compito di trattenere e assorbire circa il 99% delle radiazioni solari nocive per la vita. Dall’altro, in alcune zone, come sopra l’Antartide per esempio, questa riduzione ha raggiunto dei livelli limite tanto da parlare di un vero e proprio “buco”, ovvero assenza completa di ozono.
Questi “buchi” sono qualcosa di pulsante con cicli naturali di durata stagionale, annuale o pluriennale. Si pensi che sopra l’Antartide sono state registrate variazioni primaverili del 70% rispetto alla stagione precedente, poi recuperate in quella successiva.
Talvolta si è avuta l’impressione che un buco si fosse chiuso naturalmente, mentre in realtà si trattava solo di una ridistribuzione dell’ozono nell’ozonosfera: la “chiusura” di un “buco” provoca una riduzione di spessore in altre zone, ma la quantità complessiva di ozono è sempre la stessa e, anzi, è in continua e irreversibile diminuzione.
Ma c’è ancora qualcosa di importante che la scienza non ci dice, o forse non sa, e che Ettore, invece, ha constatato essere in atto.
1  Secondo lui l’equilibrio dello strato dell’ozono è ormai compromesso nel senso che la sua diminuzione, alimentata inizialmente da agenti chimici
introdotti dall’uomo, ha assunto ora una specie di “vita propria”: essa progredisce anche se si riducono le sostanze inquinanti. Non c’è praticamente nulla che l’uomo e la scienza tradizionale possano fare per bloccare questo fenomeno, anche se qualche fonte, per smorzare i toni, afferma che il fenomeno è in regressione e che si esaurirà nel 2080.
2  L’anidride carbonica è la seconda sfida della nostra epoca. Essa ha mantenuto, nelle varie ere, livelli accettabili per la Terra che, per esempio tramite gli alberi, è sempre riuscita ad assorbirla ,trasformarla e riutilizzarlaMa anche questo equilibrio si è ora spezzato. Soprattutto il grande consumo di combustibili fossili (tutti caratterizzati dalla presenza di carbonio) ha aumentato notevolmente il livello di COnell’atmosfera, portandolo a un livello tale da provocare gravi scompensi ambientali.
Anche se ne interrompessimo “all’istante” l’emissione, non riusciremmo comunque a ridurre in tempi brevi la presenza di CO2. Si pensi solo
che ha dei cicli naturali di vita nell’atmosfera di oltre cento anni.
In ogni caso essa è per noi molto importante perché partecipa alla realizzazione dell’effetto serra, necessario per la vita sulla Terra. Si tratta di un fenomeno che permette al pianeta di trattenere nella sua atmosfera le radiazioni, provenienti dal sole, responsabili dell’incremento termico. Il risultato è un aumento della temperatura terrestre, che senza questo effetto sarebbe più bassa di almeno trenta gradi. Tuttavia, se in eccesso, porta a un innalzamento tale della temperatura da rendere difficili le possibilità di vita, se non addirittura impossibili. In un documento del 1990, pietra miliare nello studio climatico, Lorius, Jim Hansen e altri scienziati scrissero che le variazioni nel contenuto di COe di CH(metano) hanno giocato un ruolo significativo nei cambiamenti climatici glaciali-interglaciali amplificandoli, insieme alla crescita e decadimento dei ghiacci continentali dell’emisfero nord […]».
Queste considerazioni influenzarono la stesura e l’approvazione del protocollo di Kyoto, sottoscritto nel 1997 ed entrato in vigore nel 2005. Dal 1976, anno dei primi avvertimenti di Majorana, al 2005 si contano quasi trent’anni. Abbiamo perso un mare di tempo, in una follia suicida figlia in parte dell’avidità umana, che antepone la ricchezza e il potere personale alla ricerca di una soluzione per il bene comune e, in parte, della non conoscenza. E oggi, dopo oltre 40 anni, le nazioni stanno ancora discutendo sul da farsi, pur essendosi in gran parte rese conto del grandioso pericolo a cui siamo sottoposti. Ma ormai è troppo tardi. I calcoli di Ettore dimostrano che abbiamo già superato il punto di non ritorno e i primi effetti davvero “disastrosi” saranno visibili proprio tra il 2022 e il 2024. Le variazioni della temperatura e della posizione degli ingressi radiativi attraverso l’atmosfera terrestre modificheranno i movimenti dei venti, le formazioni di nubi, lo scioglimento dei ghiacciai etc. La prima conseguenza di ciò si manifesterà – e in parte si sta già manifestando– nei fenomeni temporaleschi e ventosi. Per esempio, secondo Ettore, la quantità di acqua di una singola goccia di pioggia diverrà pari a quella di un grosso bicchiere: si parla di gocce del volume di 250 cl, ¼ di litro! Significa che si verificheranno acquazzoni di una violenza inaudita: quelle che oggi chiamiamo “bombe” d’acqua, che già mettono in crisi tutti i sistemi di smaltimento idrico, faranno “sorridere” rispetto a quello che potrà accadere.

La grande quantità d’acqua in atmosfera verrà alimentata da un’evaporazione molto più veloce di quella attuale, generata sia dall’aumentato calore sia da una superficie delle acque molto più estesa, provocata dallo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari. Lo scioglimento dei ghiacci provocherà un innalzamento delle acque di circa 80 m rispetto al livello attuale, sommergendo vaste zone costiere. Ma non solo. I venti aumenteranno di velocità fino a 400-600 km orari, ovvero molto più violenti delle peggiori trombe d’aria che si sono già verificate sulla Terra. Tanto per fare un paragone, il famoso e disastroso uragano Irma del 2017 ha raggiunto la velocità di “soli” 295 km/h, velocità mantenuta per ben 37 ore consecutive. Ma non ci sarà solo caldo. Il generale squilibrio che si genererà provocherà anche eventi estremamente freddi. Alcune zone del pianeta diventeranno presto invivibili e sarà pressoché impossibile soccorrere coloro che saranno colpiti da questi fenomeni atmosferici così estremi. Si avranno dei fenomeni migratori molto più accentuati di quelli attuali, che genereranno problemi sociali che non osiamo immaginare.

Oltre a ciò, l’eccesso di radiazioni, dovuto alla mancanza di ozono, porterà a una parziale inibizione della fotosintesi clorofilliana con un conseguente forte rischio di abbassamento delle possibilità alimentari per l’ecosistema.
Le radiazioni ci faranno ammalare, con gravi danni alla nostra pelle, perché di intensità superiore a quella che i nostri corpi sono in grado di sopportare. Insomma, la vita umana così come la sperimentiamo ora sul nostro pianeta, secondo Majorana sta per finire. E questo non accadrà tra migliaia di anni e nemmeno tra centinaia. Stiamo parlando di un arco di tempo molto, ma molto più breve! La Terra sta per diventare un luogo adatto solo per scarafaggi e altri animali, dotati di uno scheletro esterno che li ripara dalle radiazioni ultraviolette. E forse neanche per loro.
 4. Una soluzione esiste.
Ettore ci dice che la scienza tradizionale non può nulla! Questo, del resto, viene confermato anche dai nostri scienziati che dichiarano di non avere gli strumenti per ridurre efficacemente la presenza di COin atmosfera. Non ha le conoscenze e gli strumenti per farlo. Per quanto ne sappiamo, gli unici che possono salvarci da questa situazione sono la fisica e la matematica di Ettore, Rolando e la macchina.
Ci auguriamo che i governanti, di fronte all’evidente rischio di estinzione, si decidano finalmente a trascurare i propri desideri ed esigenze di potere per provvedere all’unica cosa prioritaria in questo momento: garantire la sopravvivenza della razza umana sulla Terra.
Il primo passo necessario sarebbe quello di avviare un grosso lavoro di mappatura dei “buchi dell’ozono”, utilizzando le risorse satellitari a disposizione.
Accanto alla posizione e struttura dei “buchi”, è altrettanto importante definire la quantità, la densità e il tipo di materiale gassoso, che si trova in essi e negli strati limitrofi, in assenza dell’ozono.
La macchina di Rolando, infatti, ha la possibilità di trasformare –  trasmutare – i materiali, ma non può creare dal nulla: ha dunque bisogno di materia disponibile per poter attivare un processo di cambiamento di un gas in un altro. Sarebbe auspicabile che i “buchi” fossero riempiti di anidride carbonica, in modo da ottimizzare il lavoro di ripristino degli equilibri atmosferici. L’ozono manca, l’anidride carbonica è in eccesso: con un solo intervento si potrebbe trasformare l’anidride carbonica in ozono e si avrebbe così il duplice risultato desiderato, di aumento del primo e riduzione della seconda. Analogamente bisogna procedere anche a una mappatura più completa dell’anidride carbonica.
 Una volta raccolti tutti i dati, si potrà intervenire mettendo in azione la macchina di Rolando.
Essa ha la possibilità di trattare con un’unica “applicazione” e all’istante (in circa 5 millesimi di secondo) un volume di 8 milioni di metri cubi, ovvero un cubo di 200 metri di lato. A detta di Rolando sarebbero facilmente costruibili delle macchine in grado di trattare dei volumi 1000 volte superiori (un cubo di 2 km di lato) e addirittura 1 milione di volte superiori (un cubo di 20 km di lato).Questa fase di lavoro dovrebbe essere svolta in due momenti distinti: per prima cosa il fenomeno dei “buchi nell’ozono” deve essere bloccato nella sua “virulenza”. Pertanto gli interventi saranno d’impatto e mireranno a trasformare rapidamente grossi volumi, senza tante raffinatezze.
Dopo di che si entrerà nel dettaglio, andando a rifinire il tutto secondo la quantità e la posizione che verranno ritenute più corrette ed equilibrate, sotto un controllo continuo dei rilevatori satellitari.
Una volta terminato lo scudo protettivo dell’ozono e riportata l’ozonosfera a quelle che sono le sue dimensioni e concentrazioni ottimali, ci si occuperà del problema dell’anidride carbonica, in parte già diminuita con l’intervento precedente.
 
Le zone a maggior densità verranno trasformate in ossigeno o in altri componenti dell’aria, eventualmente carenti: dalla “fastidiosa” anidride carbonica, si passerà a una piacevole aria pura.
 
La soluzione quindi c’è.
L’importante è che venga data assoluta priorità alla risoluzione del problema.
 
 5. Conclusioni
Noi non siamo certamente dei catastrofisti. Ma abbiamo imparato a fidarci di Ettore Majorana e di Rolando Pelizza. Se loro dicono che la situazione è grave, siamo seriamente propensi a credere che abbiano ragione. E se poi ci dicono anche di avere la soluzione per questa complessa sfida climatica, non vediamo logico motivo per cui coloro che hanno in mano la tecnologia di Ettore e di Rolando non si diano da fare con la massima urgenza per risolvere la situazione. Se non lo faranno, avranno sulla coscienza le sofferenze e la scomparsa dell’intero genere umano, compresi essi stessi e le loro famiglie. Ma noi siamo molto fiduciosi che lo faranno. E così il genere umano potrà continuare a evolversi gradualmente e utilizzare le incredibili conoscenze che Ettore Majorana ha portato sulla Terra.
6. Il percorso
Questo articolo, pubblicato in occasione della conferenza “La fisica di Ettore Majorana e la sfida climatica, fa parte del programma di divulgazione della
Fisica del Terzo Millennio, una fisica assolutamente innovativa che parte dalla mente di Ettore Majorana. La sua conoscenza e accettazione non sarà immediata e l’umanità dovrà aspettare prima di viverla diffusamente nei suoi aspetti più pratici: sì, perché l’umanità, pur avendone un bisogno immediato legato alle appena descritte problematiche sul clima, non è ancora pronta per utilizzarla. È prima necessario un percorso di graduale crescita e di cambiamento degli atteggiamenti umani e dell’uso della scienza: sì, certo, anche la scienza deve evolvere nelle sue conoscenze ma soprattutto
nella coscienza del ruolo che è tenuta ad avere nell’ambito dello sviluppo della vita sul nostro pianeta. Ringraziamo con tutto il nostro cuore Ettore e Rolando per questa grande possibilità che hanno introdotto sulla Terra e, soprattutto, li appoggiamo incondizionatamente per essere sempre stati dalla parte del “bene”.