Numero2280.

 

I N T E L L I G E N Z A

 

In questo Numero, parlerò di Intelligenza ed in particolare mi soffermerò sulla teoria della “Intelligenza multipla”, sviluppata, nel 1983, dallo psicologo e professore all’Università di Harvard, Howard Gardner, nel libro che, tradotto, si intitola “FORMAE MENTIS” (Le forme della mente) – Saggio sulla pluralità dell’Intelligenza”.

Tutti noi sappiamo che l’Intelligenza non è una risorsa unidimensionale: fin da quando andiamo a scuola, possiamo capire che c’è chi è particolarmente bravo in materie come la matematica, chi nelle lingue e chi nelle attività fisiche, ad esempio. Queste naturali propensioni rispecchiano il tipo di Intelligenza che più ci caratterizza.
C’è chi crede che l’Intelligenza sia innata e, quindi, sia molto difficile modificarla, perché condizionata dal nostro patrimonio genetico. C’è chi, invece, crede che l’Intelligenza si possa allenare e che possiamo svilupparla in ogni momento della nostra vita. Entrambi i punti sono corretti: ognuno di noi, ha un tipo d’Intelligenza innata superiore alle altre, ma questo non vuol dire che, allenandosi, non possa migliorare anche gli altri tipi d’Intelligenza.
È importante essere consapevoli delle diverse tipologie d’Intelligenza, in modo che ognuno di noi possa valorizzare i propri punti di forza e, soprattutto, nel campo lavorativo, mettersi nella posizione di scegliere la professione che fa per lui. Quante volte vi è capitato di trovare persone svolgere una professione per cui non sono chiaramente portate? Siete mai stati ospiti in un Hotel dove vi siete trovati ad aver a che fare con un “receptionist” scortese, ad esempio, una persona, magari, con grandi qualità tecniche che svolgerebbe un ottimo lavoro in un altro reparto, ma che proprio non è portato per il contatto con il pubblico? Oppure, prendiamo una squadra di calcio, ad esempio, e mettiamo Ronaldo, Messi, Maradona e Van Basten a giocare in difesa. Credete che riuscirebbero a far bene? Nonostante che siano stati dei grandi nei loro ruoli, se giocassero in difesa, probabilmente la squadra incasserebbe 4 goal a partita. Sono sicuro che ognuno di noi, in vita sua, ha avuto esperienze in cui si è trovato a trattare con persone in un ruolo lavorativo palesemente non adatto a loro.
Come diceva Einstein: “Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido”. In altre parole, nessuno di noi è scemo: siamo solo diversamente intelligenti.
Gardner, nella sua teoria delle Intelligenze multiple, descrive 9 tipi diversi d’Intelligenza e sostiene che nessuno le possiede tutte insieme a livelli eccelsi, ma tutte sono molto utili per aiutarci ad intenderci, ragionare e stare al mondo. Vediamo ora quali sono questi 9 tipi di Intelligenza: sicuramente vi rispecchierete in uno o più di quelli elencati.

1  INTELLIGENZA  LINGUISTICA.
L’Intelligenza linguistica è riflessa nelle capacità di un individuo di utilizzare un vocabolario chiaro ed efficace. Questo tipo di Intelligenza è comune fra scrittori, giornalisti, poeti e linguisti, ad esempio. Ho incontrato molte persone da tutto il mondo, alcune delle quali già parlavano la nostra lingua in maniera fluente dopo pochi mesi, mentre altre faticano dopo molti anni. I primi sono chiaramente dotati di una superiore Intelligenza linguistica. Questo tipo di Intelligenza è utile non solo per scrivere in modo corretto e apprendere lingue straniere con facilità, ma anche per conversare abilmente e parlare in pubblico, trovando sempre il modo di tradurre in parole concetti più o meno semplici e di comprendere e associare, con grande facilità, anche i termini più complessi.

2  INTELLIGENZA   LOGICO – MATEMATICA.
L’Intelligenza logico – matematica è la capacità di utilizzare la logica per stabilire nessi di causa ed effetto fra vari elementi e la capacità di destreggiarsi agevolmente con i numeri. Questo tipo di Intelligenza è tipica di scienziati, ingegneri, tecnologi, ad esempio. Chi ne è in possesso ama l’aritmetica, il ragionamento deduttivo ed i giochi di logica. È da notare che l’Intelligenza logico – matematica coinvolge entrambi gli emisferi cerebrali: quello sinistro, che ricorda i simboli matematici, e quello destro, che si occupa di costruire ed elaborare i concetti.

3  INTELLIGENZA  SPAZIALE.
L’Intelligenza spaziale è tipica di scultori, pittori, piloti ed architetti. Questo tipo di Intelligenza consiste nella capacità di percepire forme ed oggetti nello spazio. Chi la possiede, normalmente, ha una sviluppata memoria per i dettagli ambientali e sa orientarsi in luoghi intricati e riconoscere oggetti secondo schemi mentali molto complessi. Questo tipo di Intelligenza è particolarmente importante per tutti coloro che vogliono occuparsi di pianificazione e di progettazione.

4  INTELLIGENZA  CORPOREO – CINESTESICA.
Questo quarto tipo di Intelligenza consiste nel saper utilizzare il proprio corpo nei contesti più disparati. Chi la possiede ha forti doti di coordinamento e grande attitudine a maneggiare gli oggetti. Questo tipo di Intelligenza è popolare tra atleti, artigiani, ballerini e chirurghi. Inoltre, questo è un tipo d’Intelligenza fondamentale anche per un utilizzo consapevole del linguaggio del corpo nella nostra comunicazione.

5  INTELLIGENZA  MUSICALE.
Normalmente, l’Intelligenza musicale è localizzata nell’emisfero destro del nostro cervello, ma le persone con cultura musicale elaborano la melodia in quello sinistro. Chi ne è dotato, solitamente, ha uno spiccato talento per gli strumenti musicali o per la modulazione canora della propria voce. È inutile dire che questo tipo di Intelligenza la possiedono prevalentemente i compositori, i musicisti ed i cantanti. Si tratta però di una Intelligenza che non serve solo agli artisti che fanno musica ma, come l’Intelligenza linguistica, anche a chi deve fare un lavoro in cui è richiesta capacità di ascolto, capacità di percepire il linguaggio non verbale e capacità di realizzare eventi o di produrre filmati o presentazioni, ad esempio.

6  INTELLIGENZA  INTERPERSONALE.
L’intelligenza interpersonale è la capacità di comprendere e di interagire con gli altri in maniera efficace. Chi la possiede impiega le proprie capacità empatiche per entrare in sintonia con gli altri e comprenderne i timori, i sentimenti e le esigenze. Questo tipo di Intelligenza permette a chi ne è in possesso di conoscere gli esseri umani, di capirne le loro motivazioni e, se necessario, di manipolarli. Qualunque sia il tipo di Intelligenza che più associate a voi, fra le 9 esposte qui, questa è probabilmente quella che tutti noi dovremmo, in qualche modo, sviluppare, dato che è fondamentale nelle relazioni di tutti i giorni con gli altri, da quelle lavorative, a quelle personali. Ci consente di riconoscere il carattere e la personalità di chi ci sta a fianco, di anticiparne le reazioni comportamentali che avranno, e di agire di conseguenza. Solitamente, questo tipo di Intelligenza è riscontrato in insegnanti, manager, leader politici e bravi imprenditori.

7  INTELLIGENZA  INTRAPERSONALE.
L’Intelligenza intrapersonale è l’abilità di comprendere a fondo se stessi, i propri sentimenti, le proprie paure e le proprie debolezze, in modo da potersi migliorare per raggiungere i propri obiettivi personali. Questo è il tipo di Intelligenza che più potete migliorare seguendo questo argomento sulla crescita personale, che vi aiuta a ragionare su voi stessi e vi invita a guardarvi dentro, parlandovi con franchezza, ma senza giudicarvi. Questo tipo di Intelligenza è comune fra attori, psicologi e filosofi.

8  INTELLIGENZA  NATURALISTICA.
L’Intelligenza naturalistica è tipica di biologi, astronomi ed antropologi ed indica la capacità di compiere distinzioni rilevanti all’interno del mondo naturale, come, ad esempio, distinguendo una pianta dall’altra, un animale dall’altro, e così via. Questo tipo di Intelligenza era particolarmente utile nel nostro passato evolutivo, quando i nostri antenati erano tutti cacciatori o agricoltori e non avevano facile accesso al cibo come lo abbiamo noi oggi.
Questa forma di Intelligenza è, però, tutt’altro che estinta, dato che tutti noi la utilizziamo senza esserne consapevoli, tutte le volte che siamo capaci di distinguere due elementi, ad esempio, due tipi di automobili o riconoscendo, con il semplice uso del tatto, diversi tipi di tessuto, quando compriamo il nostro abbigliamento.

9  INTELLIGENZA  ESISTENZIALE.
L’ultima, in questa lista, è l’Intelligenza esistenziale, che rappresenta la capacità di riflettere consapevolmente sui grandi temi dell’esistenza, come la natura dell’uomo, chiedendosi chi siamo e perché esistiamo e, successivamente, di ricavare da sofisticati processi di estrazione delle categorie concettuali che possono essere valide universalmente. È importante sottolineare che questo tipo di Intelligenza consente, a chi la possiede, di porsi questi interrogativi, ma anche di accettare che le risposte ad essi siano parziali, in continuo divenire e che non possono essere colte semplicemente in modo razionale. L’Intelligenza esistenziale è tipica dei filosofi, degli psicologi ed, in parte, anche dai fisici.

 

Per concludere, possiamo stabilire che questi diversi tipi di Intelligenza sono, più o meno, innati negli individui, non sono statici e possono essere sviluppati mediante l’esercizio. Inoltre, se non è tenuta allenata, un’Intelligenza può “decadere” con il tempo: è importante, quindi, tenere il nostro cervello in continuo esercizio. Saper riconoscere l’Intelligenza più vicina alle nostre attitudini ci consente, non solo di capire quali studi intraprendere per svilupparla, ma anche in che direzione lavorare per sfruttarla al meglio ed ottenere una vita di successo.

 

N.d.R. :  Io non sono un esperto di psicologia, però, mi permetterei di aggiungere ai 9 tipi diversi di Intelligenza, sopra elencati, un decimo tipo che chiamerei INTELLIGENZA  ICONOGRAFICA, da distinguersi dalla memoria fotografica. La sua caratteristica potrebbe essere quella che ci fa riconoscere le immagini, penso alla pittura, alla scultura, alla fotografia, all’architetture, al cinema, insomma, le arti realizzate per immagini, o Arti Visive, come appartenenti ad un dato stile, o periodo, o corrente o ad un autore ben riconoscibile, anche se non si sono mai viste in precedenza. Questo è possibile, individuando i connotati caratteristici di una scuola o di un artista. Così, possiamo esclamare: “Questo è un Picasso”, oppure, “Questa è una chiesa Barocca”, al primo sguardo. È una sorta di associazione di idee estetiche, però secondo canoni già noti, e presuppone lo studio e la conoscenza della Storia dell’Arte. Potrebbe riguardare esteti, collezionisti, letterati, antiquari, storici e critici d’Arte.

 

Numero2275.

 

Ricevo da Giuliana e sottoscrivo

 

La più grande conquista

è la libertà.

Non tanto la libertà

esteriore e fisica,

bensì quella intima,

di pensiero, l’essere

svincolati da

soffocamenti mentali,

da paure, ansie

e stati d’animo

che imprigionano

sia la mente che il cuore,

togliendo lucidità.

pace, leggerezza,

sicurezza ed entusiasmo.

Tocchi il fondo

e risali la china,

è sempre la luce

dell’intelletto saggio

che illumina.

Numero2255.

 

6 Novembre 2021

 

A N N I V E R S A R I O

 

Il giorno 6 del mese di Novembre del 2018, cioè tre anni fa, nasceva questo BLOG.
Colgo questa occasione per fare gli auguri di Buon Anniversario al BLOG, a me stesso, e dire il mio grazie di cuore a tutti coloro che mi hanno gratificato e onorato della loro presenza come seguaci ( i followers sono un’altra cosa), ai più o meno assidui lettori che hanno dedicato un po’ del loro tempo, non solo alla semplice lettura, ma anche alla partecipazione con commenti che ho sempre, immancabilmente e volentieri, pubblicato. Ad maiora.

Numero2250.

 

LETTERA AD UN AMICO…. A CUORE APERTO

 

Caro amico,

non ti nomino per il rispetto della tua privacy e della particolarità del momento che stai attraversando, tuttavia, sento il bisogno di farti sentire la mia vicinanza. Sul tuo ricovero in ospedale avevo tentato di sdrammatizzare, definendolo “tagliando”, un po’ per celia, tu sai che l’ironia è il mio pane e mi scuserai, un po’ per una sorta di esorcismo apotropaico, e mi scuserai anche i paroloni, ma so che con te li posso adoperare. So, adesso, anche da fonti indirette, che hai subito un altro dei tuoi interventi operatori che ti restituirà, vivamente lo spero, la tua salute normale e che tutto è andato bene. Non mi permetto di entrare nella specificità dell’evento, per gli stessi motivi prima accennati, ma è importante che tu sappia che sono stato in pensiero ed in ansia per le tue condizioni, nonostante l’ironica minimizzazione. Solo adesso mi sento confortato e aspetto che tu mi contatti, in prima persona, anche con poche parole, per dirmi di te e di come va.
Ho deciso di scrivere quanto stai leggendo, sul BLOG: ho pensato che tu, nelle lunghe, interminabili ore della degenza, avrai sicuramente il tempo di dare una scorsa alle mie ultime novità pubblicate, cosa che fai, e assiduamente, da sempre. Di questo ti ringrazio, ma mi fa gioco approfittare della tua frequenza per trasmetterti il mio messaggio diretto, se non altro che per farti un po’ di compagnia. Il BLOG è diventato, per noi due, un luogo di incontro, qualche volta anche di scontro, ma quasi sempre di confronto e di evoluzione, mentale ed amichevolmente sentimentale, circa i tanti argomenti e problemi che la vita ci ha dato e che abbiamo affrontato e risolto, ciascuno a modo suo, traendone personale esperienza. Magari, ci era mancata la tribuna, l’agorà, dove dare la stura alle nostre esternazioni, fosse anche soltanto inter nos. Il BLOG mi fa pensare, in qualche modo, a Platone e al suo “mondo delle idee”, che abbiamo studiato nella Storia della Filosofia. Ecco, è un sito virtuale/digitale dove ci si può, liberamente, esprimere: penso alla etimologia pura di quest’ultima parola, e mi viene in mente un tubetto di dentifricio che, per dare la sua pasta, deve essere spremuto.
Anzi, meglio, a furor di metafora, penso ai tubetti di colori diversi che i pittori usano per stenderli, prima sulla tavolozza e poi sulla tela, con le loro artistiche pennellate, dando forma e significato visivo alle immagini. Così, tu spremi il tuo colore, io il mio e insieme diamo corpo ad un miscuglio variegato di istoriazioni. Non siamo mica artisti, ma esperti della vita sì, e possiamo dire la nostra dipingendola, con le nostre personali interpretazioni.
Amico mio, ti aspetto, fuori dal BLOG, al più presto nella tua forma migliore, per condividere con te, ancora, le partite di doppio a tennis e i discorsi in compagnia. Recupera la salute e rinnova la gioia di vivere, che so non ti è mai venuta meno. Uomini come te non possono mai permettersi il lusso di dare default.
Altrove, in passato, ti ho salutato con la formula di congedo  “Ave atque vale” che, mai come in questo caso, è formula di augurio sincero: ti saluto e stammi bene. È un saluto e la parola stessa evoca il concetto di salute, che il cielo ti deve concedere a larghe mani.
E poi, ancora, lo ripeto anche qui, con sentita e orgogliosa deferenza: “In manu Dei” (nelle mani di Dio), oppure “Mane diu” (Rimani a lungo) sono le interpretazioni etimologiche che si riassumono e compendiano nel più bel saluto che io conosco: MANDI.

Numero2245.

 

S E N Z A   C O M M E N T O

 

Da IL  FATTO QUOTIDIANO

 

Scandalo nella Chiesa di Francia: 216mila casi di pedofilia dal 1950 ad oggi. La commissione: “Indifferenza profonda e crudele per vittime”

 

5  Ottobre  2021

 

La Chiesa cattolica ha manifestato “fino all’inizio degli anni 2000 un’indifferenza profonda e anche crudele nei confronti delle vittime”. È con queste parole dure, categoriche, che Jean-Marc Sauvé, presidente della commissione indipendente voluta dagli stessi vescovi transalpini, ha commentato il rapporto diffuso dal suo gruppo di lavoro sui casi di pedofilia nella Chiesa francese. Parole dovute ai numeri impressionanti emersi dalla ricerca della commissione, secondo la quale sono state 216mila le vittime di pedofilia ad opera degli ecclesiastici transalpini dal 1950 ad oggi, con un numero di preti pedofili che si è aggirato tra i 2.900 e i 3.200 nello stesso periodo.

Secondo il rapporto della commissione diretta da Sauvé, alto dirigente francese già membro del Consiglio di Stato e della Corte di Giustizia Ue, il numero delle vittime sale addirittura a “330mila se vi si aggiungono gli aggressori laici che lavorano nelle istituzioni della Chiesa cattolica”, come sagrestani, insegnanti nelle scuole cattoliche, responsabili di movimenti giovanili. “Queste cifre sono ben più preoccupanti, sono agghiaccianti e non possono in nessun caso rimanere senza conseguenze”, ha aggiunto spiegando che questi numeri sono il risultato di una stima statistica comprendente un margine di circa 50mila persone.

Sauvé ha poi aggiunto nel suo intervento che dal 1950 al 2000 “le vittime non vengono credute, ascoltate. Si ritiene abbiano un po’ contribuito a quello che è loro accaduto” e propone di “riconoscere la responsabilità della Chiesa”: “Il primo principio raccomandato dalla commissione – ha detto – consiste nel riconoscere la responsabilità della Chiesa in ciò che è successo dalle sue origini”. Questo perché l’intera istituzione ha dimostrato negli anni che i “silenzi” e le “mancanze” dinanzi agli atti di pedocriminalità perpetrati al suo interno presentano un carattere “sistemico”: “La commissione ha lungamente deliberato ed è giunta a una conclusione unanime. La Chiesa non ha saputo vedere, non ha saputo sentire, non ha saputo captare i segnali deboli”.

Da parte sua, il presidente della Conferenza episcopale francese, Eric de Moulins-Beaufort, esprime “vergogna” e “spavento” e chiede “perdono” alle vittime della pedocriminalità: “Il mio desidero, oggi, è di chiedervi perdono, perdono ad ognuna ed ognuno di voi”, ha dichiarato davanti alla stampa, aggiungendo che la voce delle vittime “ci sconvolge, il loro numero ci devasta”.

Numero2243.

 

N I E N T E   P A U R A !   S O N O   A N C O R A   V I V O.

 

Avete ragione, qualcuno mi ha anche chiamato per sapere se mi era successo qualcosa. In effetti, ho dato il modo di pensarlo, perché in questi ultimi tre mesi, ho pubblicato ben poco. Ma sono felice di rassicurare tutti che godo di buona salute, compatibilmente con l’età, Il fatto è che , in questo periodo, mi sono dedicato ad un progetto editoriale molto impegnativo, del quale non voglio anticipare nulla, ma che vedrà la luce solo dopo il compimento del mio ottantesimo anno di età, quindi a luglio del prossimo anno. L’ho cominciato tre mesi fa, per l’appunto, e pensavo di aver bisogno di un anno intero per realizzarlo. Invece, con mia sorpresa, devo comunicare che è praticamente finito in questi giorni. Attualmente, sto correggendo e rifinendo le bozze. Credo che, in una settimana, avrò concluso. Dopo di che, mi rimetto in pista, con le antenne accese, per dedicarmi a qualunque argomento che possa attirare la mia attenzione. Vi ringrazio del vostro interessamento, in questa circostanza e sempre. È un onore ed un piacere, sentirmi seguito: grazie.

 

Numero2240.

 

G R E E N    P A S S

 

Green Pass sì, Green Pass no. Green Pass obbligatorio, dove, quando, Questioni e dibattiti a non finire.
Il Green Pass è diventato un passaporto, equivalente ad un permesso e, per questo, sarebbe limitativo della libertà personale.
Ci sono persone che non digeriscono alcuna limitazione della libertà. Non recepiscono, forse, il principio, universalmente riconosciuto, che la libertà assoluta non esiste, perché quella individuale confligge con quella collettiva. Anche gli altri vorrebbero godere della stessa libertà di cui godi tu.
Io sono un liberista convinto, ma intendo che la mia libertà possa venir condizionata da quella degli altri, o dalle loro necessità. Perciò faccio una riflessione metodologica e pongo, innanzitutto a me stesso, e poi a tutti, una semplice, stupida domanda, che, però, è in cerca di una risposta intelligente.
Domani mattina, io devo montare in macchina, per uscire, andare al lavoro, andare in un posto qualunque, mettendomi sulla strada.
Sarei contento di sapere che gli altri conducenti di milioni di macchine sono sprovvisti della patente e dell’assicurazione?
Non è rilevante che io abbia patente ed assicurazione: è una sicurezza per me ed anche per gli altri. Ma come faccio io a sentirmi sicuro, circolando per strada a stretto contatto con le altre macchine, di cui non conosco la capacità di gestire correttamente le regole della circolazione? Fatevi, anche voi, questa domanda e cercate di darvi la risposta intelligente che riscatti la stupidità della domanda stessa.

Numero2239.

 

R E D D I T O    D I    C I T T A D I N Z A

 

Da tempo, ormai, e in questi giorni, è ancor di più oggetto di dibattito il famigerato REDDITO DI CITTADINANZA, il provvedimento legislativo, che è stato ed è il fiore all’occhiello della sinistra pentastellata. Sarebbe nato con l’intento di garantire un livello accettabile di sussistenza a categorie di persone che non trovano , o non cercano, lavoro: dunque un aiuto provvisorio e temporaneo, intanto che per essi, sarebbe stata individuata, da parte di uffici allo scopo preposti, una attività lavorativa compatibile con la loro capacità, o voglia, di lavorare.
Partiamo dal lavoro. In questo periodo post – COVID, la produzione industriale e dei servizi, in Italia, sta registrando una fioritura ed un incremento, anche in termini di PIL, che sembra poter recuperare tutte le perdite dovute ai vari LOCKDOWN coatti, ed in breve tempo.
Dunque, c’è lavoro e gli imprenditori privati si trovano in difficoltà a reperire, sul mercato del lavoro, non solo le figure qualificate, ma anche e soprattutto, quelle generiche da formare e inquadrare nei mansionari. Ci sarebbero i fruitori del REDDITO, che potrebbero rendersi disponibili, anche, ovviamente, con qualche sacrificio e disagio, per riempire i vuoti di organico di molte Aziende Italiane.
Niente da fare, non è così. Allora che senso ha questa legge dello Stato che riesce soltanto a mantenere a casa coloro che ricevono il REDDITO e non fa in modo di ingaggiarli in tutti quegli arruolamenti di risorse umane di cui ci sarebbe bisogno?
Si tratta allora, solo di un sussidio di Stato per nullafacenti?
Non ci vuole mica un genio per escogitare, capire e attuare un sistema che eroghi gli importi di questi aiuti, in genere, da un minimo di 550 Euro o poco più, ad un massimo di 850 – 950 Euro, agli imprenditori che questi percettori assumono, a tempo indeterminato.
I datori di lavoro, a loro volta, aggiungerebbero una cifra equivalente per costituire un salario complessivo di circa 1500 Euro, che sarebbe un livello normale di retribuzione.
In questo modo, si ottiene un doppio positivo risultato. Quello dell’assistito che riceve un salario, o stipendio, intero a fronte di una prestazione completa e continuativa; e quello dell’imprenditore che trova un dipendente che paga in termini, per lui, agevolati (metà importo del salario, magari con contributi onnicomprensivi) e, pertanto, è molto incentivato a reperire ed arruolare nuove forze lavorative.
Ma può la sinistra italiana arrendersi davanti ad una evidenza come questa? La risposta è quella di Cambronne: “Merde, jamais!”.
Piuttosto che concedere agli “odiati padroni” il vantaggio di una gestione favorevole delle assunzioni, preferisce elargire, a titolo gratuito, sulle spalle di tutti i contribuenti italiani, denari improduttivi a chi poi, magari, integra il gentile omaggio con una miriade di lavori in nero che nessuno controlla. Come il marito che, piuttosto che dare piacere alla moglie antipatica, si taglia il membro, per farle dispetto.