Numero2817.

 

da  QUORA

 

C H I   È   D I O ?

 

Scrive Andrea Negri, corrispondente di QUORA:

Dio è un’antica invenzione umana per consolarci della morte e della disgrazia. Ogni gruppo sociale ha inventato uno o più dei preposti alle varie attività umane. Contestualmente alla divinità è stato assegnato anche il ruolo di giudice delle attività umane: alla fine della vita la divinità giudica il comportamento dell’individuo. In questo modo viene attribuito anche un codice comportamentale superiore alle collettività.

Infine alla divinità è quasi sempre associata una cosmogonia che serve a mitizzare l’origine del mondo e della vita e a esaltare il ruolo della comunità che ha inventato la divinità.

Ovviamente si tratta di mitologie e superstizioni obsolete che sempre più evidenziano la propria inutilità in una società multiculturale e non più incline al mito ed alla favola.

 

 

Numero2807.

 

da  QUORA

 

GESU’  È  DIO?   GESU’  HA  MAI  DETTO  DI  ESSERE  DIO?

 

Risponde Carlo Coppola, corrispondente di QUORA

Decisamente no.

Anche esistesse un Dio eterno, unico, immutabile ed infallibile dubito fortemente che avrebbe avuto un figlio come Gesù.

E mi dispiace dirlo. Sono cresciuto in Azione Cattolica pensa un po’.

Ma non bisogna prendere fischi per fiaschi. La religione cattolica, così com’è, è una creatura di Saulo di Tarso (passato alla storia come Paolo Apostolo). Ulteriormente modellata nel corso dei secoli da altri e altrettanto bravi filosofi che però alla natura divina di Gesù penso credessero ancora meno del sottoscritto.

La natura di Gesù per la Chiesa fu decisa a tavolino, durante il Concilio di Nicea nel 325 d.C. circa 300 anni dopo la presunta morte e resurrezione di Gesù (negata per esempio dalla scuola gnostica, anch’essa presente al concilio) e dopo asprissime discussioni fra ariani che negavano la natura divina di Dio, o meglio che Gesù e Dio Padre fossero della stessa sostanza (come si recita ancora nel credo) e Antiochiani e Gnostici si giunse finalmente alla decisione che Gesù era Dio ed era esattamente fatto come Dio.

A Costantino I Imperatore non interessava una beata ceppa di chi avesse ragione. Ammesso che ci fosse una qualche possibile ragione. Interessava che la religione cristiana fosse univoca, che non litigassero fra di loro e che fosse lui a controllare la giostra. Quindi chiuse la porta del concilio a chiave e disse che non l’avrebbe aperta prima che tutti fossero stati d’accordo su una versione unica della faccenda. E così fu. E Gesù divenne Dio, della stessa sostanza del Padre. Penso che se glielo avessero detto 300 anni prima si sarebbe scompisciato dalle risate.

Insomma. Non è questa la sede per una esposizione dottrinale ma di scemenze la Chiesa ne ha messe per iscritto un bel po’.

Basti pensare che dopo un migliaio di anni dalla sua esistenza la Chiesa cattolica ha pensato bene che il vescovo di Roma fosse il Vicario di Cristo sulla terra. Non una guida spirituale qualsiasi ma proprio il rappresentante unico ed ufficiale di Dio sulla terra con tanto di accredito diplomatico del Padre Eterno. E per capirlo chiaramente ci dovevano pensare una decina di secoli. Ovviamente il Patriarca di Costantinopoli mandò bellamente affanculo il Papa di Roma e tutti suoi vescovi e se andò per cazzi suoi. Poi si sono sognati anche che in materia di fede il Papa fosse infallibile. Cioè la verità è quello che dico io e se mi rompi le balle ti faccio arrosto in piazza. Poi si sono inventati l’Immacolata Concezione. E mica il buon Gesù poteva nascere come tutti gli altri. Niente trombata, o meglio, trombata virtuale dello spirito santo. Ma di anni, per decidere questa cosa, si sa, fra consulti ginecologici e ragionamenti ci vuole il tempo che ci vuole, ce ne hanno messi 1800. E pazienza per San Giuseppe protettore dei cornuti virtuali.

In buona sostanza la Chiesa Romana ha imbastito tante di quelle pagliacciate nella storia che ne basta la metà, anzi un quarto e forse meno.

Compresa la divinità di quel grand’uomo che dev’essere stato Yehoshua ben Yosef (Gesù figlio di Giuseppe).

 

Risponde Livia Bosinceanu, corrispondente di QUORA.

Tu e tuo padre siete la stessa persona? La risposta penso che sia ovvia siete due persone totalmente distinte, lo spirito Santo non è altro che la forza attiva di Dio, la forza con crea, agisce.

In tutta la Bibbia la parola “Trinità” non la troveremo riportata nemmeno una volta, la trinità non ha niente a che vedere con gli insegnanti della Bibbia. Purtroppo i falsi insegnamenti basati su dottrine e credenze pagane hanno creato molta confusione nella mente di molte persone.

Trinità

Definizione: Dottrina fondamentale delle religioni della cristianità. Secondo il Simbolo Atanasiano, ci sono tre Persone divine (il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo), ciascuna delle quali sarebbe eterna e onnipotente, né maggiore né minore delle altre; ciascuna d’esse sarebbe Dio, e tuttavia non formerebbero che un solo Dio. Altre formulazioni del dogma sottolineano che queste tre “Persone” non sono entità separate e distinte, bensì tre manifestazioni dell’essenza divina. Perciò alcuni sostenitori della Trinità dicono di credere che Gesù Cristo sia Dio, o che Gesù e lo Spirito Santo siano Geova. Insegnamento non biblico.

 

Risponde Eugenio Bernardino Prella, corrispondente di QUORA.

Il testo della Nuovo Testamento lo ripete spesso, ed è anche il punto forte dell’accusa dei capi di Israele. Quindi, anche secondo la Tradizione e in particolare il magistero della Chiesa cattolica, il credere — ma in senso forte di adesione ad una verità rivelata, non nel senso vago di avere una semplice opinione — che Gesù Cristo è Dio, la seconda Persona della SS.Trinità incarnatasi, vero Dio e vero uomo, è la condizione fondamentale per ritenersi Cristiani.

 

Risponde Paola Capodaglio, corrispondente di QUORA.

Gesù non si pose mai sullo stesso piano dell’Onnipotente. Disse: “Il Padre è maggiore di me” (Giovanni 14:28). Nella Bibbia si parla di lui come il “Figlio di Dio” (Giovanni 1:49). Anche altre creature spirituali sono chiamate “Figli di Dio” (Giobbe 1:6). Inoltre i primi seguaci di Gesù non lo consideravano uguale all’Onnipotente. Ad esempio, parlando di Gesù risorto, l’apostolo Paolo scrisse: “Dio lo ha esaltato a una posizione superiore”. È ovvio che Paolo non credeva che Gesù fosse l’Onnipotente. Altrimenti come avrebbe fatto Dio a esaltarlo a una posizione superiore? (Filippesi 2:9).

 

Risponde Jay Smith, corrispondente di QUORA.

Dubito che un Dio che ha creato miliardi di galassie, con miliardi di stelle ciascuna, abbia sentito la necessità di mandare in un minuscolo pianeta insignificante dell’universo un Homo Sapiens in mezzo ad altri Homo Sapiens e donargli superpoteri come trasformare l’acqua in vino, leggere nel pensiero, camminare sulle acque, risuscitare i morti.

Gesù, se esistito veramente, é stato semplicemente un uomo.

 

Risponde Alberto Morelli, corrispondente di QUORA.

I dogmi non si possono spiegare, o si accettano o si è atei.

Per questo sono ateo.

 

 

Numero2804.

 

 

C H I    E R A    G E S U’

 

Gesù non era cristiano, era un ebreo osservante, che mai avrebbe immaginato di dar vita a una nuova religione e meno che mai di fondare una “Chiesa”. Mai si è proclamato Messia, e se qualcuno degli apostoli ha ipotizzato che fosse “Cristo” ( “Unto” in greco antico, “Messiah” in ebraico), ha sempre rifiutato questa investitura. Gesù e Cristo sono dunque due figure incompatibili. Storicamente reale il primo, profeta apocalittico ebreo di Galilea, frutto di tre secoli di “invenzione” teologica il secondo, culminati nel Concilio di Nicea.

Paolo Flores d’Arcais

Numero2793.

 

da QUORA

 

L A    B I B B I A     (Tà Biblìa: in greco antico significa “I libri”. È una raccolta di testi messi insieme. Non si sa dove, non si sa da quando, non si sa da chi).

 

 

Ecco la tolleranza del dio cristiano:

 

Esodo 15
3 Il SIGNORE è un guerriero, il suo nome è il SIGNORE.

Compare la verità nella “sacra bibbia” nella quale, prima di tutto, i crimini contro i bambini sono diffusissimi; il più evidente è il malvagio “dio” Geova che esegue un sacrificio di sangue di suo figlio [omicidio del figlio] che è il tema portante di tutta la messa cristiana; una simulazione di un sacrificio di sangue, cosa che prova chi egli sia in realtà. Per informazioni più dettagliate leggete questo articolo.

Deuteronomio 2
33 E il SIGNORE, il nostro Dio, lo diede nelle nostre mani, e noi abbiamo sconfitto lui, i suoi figli e tutta la sua gente.
34 In quel tempo prendemmo tutte le sue città e le votammo allo sterminio: uomini, donne, bambini; non vi lasciammo nessuno in vita.

Deuteronomio 3
23 Il SIGNORE tuo Dio, invece, le darà in tuo potere e le metterà in fuga con grande scompiglio finché siano distrutte.
24 Ti darà nelle mani i loro re, e tu farai scomparire i loro nomi di sotto il cielo; nessuno potrà resisterti, finché tu le abbia distrutte.

Esodo 23
18 Non mi offrirai il sangue della vittima insieme con pane lievitato; il grasso dei sacrifici della mia festa non sarà conservato durante la notte fino al mattino. “ASSASSINO E BUGIARDO SIN DALL’INIZIO”

Numeri 25
16 Poi il SIGNORE disse a Mosè:
17 “Trattate i Madianiti come nemici e uccideteli”

Numeri 31
17 Ora dunque uccidete ogni maschio tra i bambini, e uccidete ogni donna che ha avuto rapporti sessuali con un uomo;
18 ma tutte le fanciulle che non hanno avuto rapporti sessuali con uomini, lasciatele in vita per voi.

Salmi 137
9 Beato chi afferrerà i tuoi bambini e li sbatterà contro la roccia!

1 Samuele 15
3 Ora va’, sconfiggi Amalec, vota allo sterminio tutto ciò che gli appartiene; non lo risparmiare, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini”».

NON C’E’ DA STUPIRSI CHE QUELLI CHE SI LEGANO ALL’ODIO PER GLI UMANI, L’ENERGIA ASSASSINA DEL CRISTIANESIMO, COMMETTANO QUESTI CRIMINI.

NON UCCIDERE ???

Luca 19
27 E quei miei nemici che non volevano che io regnassi su di loro, conduceteli qui e uccideteli in mia presenza”.

ONORA IL PADRE E LA MADRE ???

Matteo 10
34 Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada.
35 Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera;
36 e i nemici dell’uomo saranno quelli stessi di casa sua.

MA SATANA INVECE CHI AVREBBE MAI AMMAZZATO ?

Non c’è nulla di spirituale nella Bibbia o nel Cristianesimo. Ci sono infinite contraddizioni e versi di significato opposto nella Bibbia. Questo serve ad assicurarsi che la Bibbia si adatti a qualsiasi tempo ed a qualsiasi situazione, per poter continuare a propinare il programma del Cristianesimo. Alcune interpolazioni sono state segretamente introdotte da vari antichi scrittori che piangevano chiedendo aiuto; in maniera non diversa dagli UFO nell’arte antica [è sufficiente cercare su Google o su altri motori di ricerca].

Quelli riportati sopra sono solo un piccolo esempio dell’infinita tortura, assassinio, macellazione di bambini ed infanti, ed altri abominevoli crimini commessi agli ordini di Geova, e ebbene SI’, anche di Gesù il nazareno. Tutto questo, insieme con gli infiniti consigli di suicidio, è il tema della Bibbia. Non fatevi ingannare dai tentativi cristiani di confondervi.

“SATANA” significa “VERITA'” in Sanscrito. Satana non si contraddice da solo. Anche un avvocato potrebbe avere prova di colpevolezza dalle contraddizioni del difensore. UN VERO BUGIARDO ED INGANNATORE SI CONTRADDICE DA SOLO!

“Noi distruggeremo Dio” – citazione da Protocolli dei Savi Anziani di Sion.

“Satan” significa “nemico” in Ebraico.

Il Rabbino Yaacov Perrin dice “Un milione di Arabi non valgono un’unghia ebraica”. (dal New York Daily News, 28 Febbraio 1998, pag. 6).

STERMINIO DI MASSA DEI GENTILI : (N.d.R.: i Gentili sono i non-ebrei)
Esodo 15
3 Il SIGNORE è un guerriero, il suo nome è il SIGNORE.

Esodo 17
13 E Giosuè sconfisse Amalec e la sua gente passandoli a fil di spada.
14 Il SIGNORE disse a Mosè: «Scrivi questo fatto in un libro, perché se ne conservi il ricordo, e fa’ sapere a Giosuè che io cancellerò interamente sotto il cielo la memoria di Amalec».
15 Allora Mosè costruì un altare che chiamò «il SIGNORE è la mia bandiera»; e disse:
16 «Una mano s’è alzata contro il trono del SIGNORE, perciò il SIGNORE farà guerra ad Amalec di generazione in generazione».

GEOVA COMMETTE ULTERIORI OMICIDI :
Esodo 23
7 Io manderò davanti a te il mio terrore, metterò in rotta ogni popolo presso il quale arriverai e farò voltare le spalle davanti a te a tutti i tuoi nemici.

Il Rabbino Yitzhak Ginsburg ha dichiarato “Dobbiamo riconoscere che il sangue ebraico ed il sangue di un goy non sono la stessa cosa”. (New York Times, 6 Giugno 1989, pag. 5).
[“goy” o “goyim” – plurale – sono parole derogatorie ebraiche che significano “Gentile/Gentili”, la radice “goeti” è la parola radice per “Diavolo”. Satana è il Dio dei Gentili ed il nostro Vero Dio Creatore. “Satan” significa “nemico” in Ebraico.]

GEOVA ORDINA LO STERMINIO DI MASSA DI MIGLIAIA DI GENTILI :
Esodo 32
27 Ed egli disse loro: «Così dice il SIGNORE, il Dio d’Israele: “Ognuno di voi si metta la spada al fianco; percorrete l’accampamento da una porta all’altra di esso, e ciascuno uccida il fratello, ciascuno l’amico, ciascuno il vicino!”»
28 I figli di Levi eseguirono l’ordine di Mosè, e in quel giorno caddero circa tremila uomini.

Università di Gerusalemme, il Prof. Ehud Sprinzak descrisse la filosofia di Kahane e Goldstein: “Credono sia volontà di Dio che loro commettano violenza contro i ‘goyim’, parola ebraica che indica “i non ebrei”. (New York daily News, 26 Febbraio 1994, pag. 5)

ULTERIORE STERMINIO DI MASSA DEI CANANITI GENTILI :

Numeri 21
3 Il SIGNORE ascoltò la voce d’Israele e gli diede nelle mani i Cananei; Israele votò allo sterminio i Cananei e le loro città e a quel luogo fu messo il nome di Corma.

ECCO QUI IL CANNIBALISMO: MANGIARE GENTILI MORTI :
Numeri 23
24 Ecco un popolo che si leva come una leonessa e si alza come un leone; egli non si sdraia prima di aver divorato la preda e bevuto il sangue delle sue vittime».

CITAZIONE DEL TALMUD EBRAICO: Sanhedrin 59a: “Uccidere goyim è come uccidere un animale selvaggio”.

GENOCIDIO DEI MADIANITI GENTILI :
Numeri 16 Poi il SIGNORE disse a Mosè:
17 «Trattate i Madianiti come nemici e uccideteli,

Numeri 31
7 Essi marciarono dunque contro Madian, come il SIGNORE aveva ordinato a Mosè, e uccisero tutti i maschi.

CITAZIONE DEL TALMUD EBRAICO :
18. Tosefta. Aboda Zara B, 5: “Se un goy uccide un goy o un ebreo, è responsabile; ma se un ebreo uccide un goy, NON è responsabile”.
Numeri 31
8 Uccisero pure, con tutti gli altri, i re di Madian: Evi, Rechem, Sur, Cur e Reba, cinque re di Madian. Uccisero pure con la spada Balaam, figlio di Beor.

CITAZIONE DEL TALMUD EBRAICO: Yebbamoth 11b: “Il rapporto sessuale con una ragazzina è permesso se ha tre anni di età”.
Nidrasch Talpioth, p. 225-L: “Geova ha creato il non-ebreo in forma umana così che l’ebreo non debba essere servito da animali. Il non-ebreo di conseguenza è un animale in forma umana, e condannato a servire l’ebreo giorno e notte”.

SCHIAVIZZARE I GENTILI DONNE E BAMBINI :
Numeri 31
9 I figli d’Israele presero prigioniere le donne di Madian e i loro bambini, predarono tutto il loro bestiame, tutte le loro greggi, e ogni loro bene;
10 appiccarono il fuoco a tutte le città che quelli abitavano e a tutti i loro accampamenti,
11 e presero tutte le spoglie e tutta la preda: gente e bestiame.

CITAZIONE DEL TALMUD EBRAICO :
Schulchan Aruch, Choszen Hamiszpat 348: “Tutta la proprietà delle altre nazioni appartiene alla nazione ebraica, che di conseguenza ha titolo di impadronirsi di essa senza alcuno scrupolo”.

ULTERIORI STERMINI DI MASSA E GENOCIDI DI GENTILI. PRENDERE TUTTE LE PROPRIETA’ DEI GENTILI E’ UN ESEMPIO EVIDENTE DI QUELLO CHE E’ STATO FATTO ALLA PALESTINA MODERNA [CHE DISCENDE DAI FILISTEI] DALLO STATO BANDITO DI ISRAELE :
Deuteronomio 2
20 Anche questo era considerato come un paese dei Refaim. Anticamente vi abitavano dei Refaim, ma gli Ammoniti li chiamavano Zamzummin:
21 Popolo grande, numeroso, alto di statura come gli Anachiti, ma il SIGNORE li distrusse davanti agli Ammoniti, che li scacciarono e si stabilirono al loro posto.
22 Così il SIGNORE aveva detto. Ma riservammo come nostra preda il bestiame e le spoglie delle città che avevamo prese. Così fu fatto per i figli di Esaù che abitano in Seir, quando distrusse i Corei davanti a loro; essi li scacciarono e si stabilirono al loro posto e vi sono rimasti fino al giorno d’oggi.
23 Anche gli Avvei, che abitavano in villaggi fino a Gaza, furono distrutti dai Caftorei, usciti da Caftor, i quali si stabilirono al loro posto.

CITAZIONE DEL TALMUD EBRAICO: Hilkkoth Akum X1: “Non mostrare alcuna pietà per i goyim”.
Deuteronomio 2
30 Ma Sicon, re di Chesbon, non volle lasciarci passare per il suo paese, perché il SIGNORE, il tuo Dio, gli aveva indurito lo spirito e reso ostinato il cuore, per metterlo nelle tue mani, come oggi puoi vedere.
31 Il SIGNORE mi disse: «Vedi, ho iniziato a dare in tuo potere Sicon e il suo paese; comincia la conquista, impadronisciti del suo paese».
32 Allora Sicon uscì contro di noi con tutta la sua gente, per darci battaglia a Iaas.
33 E il SIGNORE, il nostro Dio, lo diede nelle nostre mani, e noi abbiamo sconfitto lui, i suoi figli e tutta la sua gente.
34 In quel tempo prendemmo tutte le sue città e le votammo allo sterminio: uomini, donne, bambini; non vi lasciammo nessuno in vita.

CITAZIONE DEL TALMUD EBRAICO :
Seph. Jp., 92, 1: “Dio ha dato agli ebrei potere sulle proprietà e sul sangue di tutte le nazioni”.
Deuteronomio 2
35 Ma riservammo come nostra preda il bestiame e le spoglie delle città che avevamo prese.

CITAZIONE DEL TALMUD EBRAICO :
Sanhedrin 57a. “Quando un ebreo uccide un Gentile (“Cuthean”), non ci sarà pena di morte. Quello che un ebreo ruba a un Gentile, lo può tenere”.
Baba Kamma 37b. I Gentili sono fuori dalla protezione della legge e Dio ha “denunciato il loro denaro a Israele”.
Deuteronomio 2
36 Da Aroer, che è all’inizio della valle dell’Arnon e dalla città che è nella valle, fino a Galaad, non ci furono città troppo forti per noi: il SIGNORE, il nostro Dio, le diede tutte in nostro potere.
37 Ma non ti avvicinasti al paese dei figli di Ammon, a nessuno dei posti toccati dal torrente Iabboc, né alle città della zona montuosa, né ai luoghi che il SIGNORE, il nostro Dio, ci aveva proibiti di attaccare.

GLI ITTITI, I GHIRGASEI, GLI AMOREI, I CANANEI, I FEREZEI, GLI IVVEI ED I GEBUSEI SONO TUTTI NAZIONI GENTILI.
Deuteronomio 7 :
1 Quando il SIGNORE, il tuo Dio, ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso, e avrai scacciato molti popoli: gli Ittiti, i Ghirgasei, gli Amorei, i Cananei, i Ferezei, gli Ivvei e i Gebusei, sette popoli più grandi e più potenti di te;
2 quando il SIGNORE, il tuo Dio, li avrà dati in tuo potere e tu li avrai sconfitti, tu li voterai allo sterminio; non farai alleanza con loro e non farai loro grazia.
3 Non t’imparenterai con loro, non darai le tue figlie ai loro figli e non prenderai le loro figlie per i tuoi figli,
4 perché distoglierebbero da me i tuoi figli che servirebbero dèi stranieri e l’ira del SIGNORE si accenderebbe contro di voi. Egli ben presto vi distruggerebbe.

ED E’ QUI CHE CI SONO EVIDENTI RIFERIMENTI A DISTRUGGERE GLI DEI GENTILI :
Deuteronomio 7 :
5 Invece farete loro così: demolirete i loro altari, spezzerete le loro statue, abbatterete i loro idoli d’Astarte e darete alle fiamme le loro immagini scolpite.
6 Infatti tu sei un popolo consacrato al SIGNORE tuo Dio. Il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra.

Deuteronomio 7 :
22 Il SIGNORE, il tuo Dio, scaccerà a poco a poco queste nazioni davanti a te. Tu non potrai distruggerle d’un colpo solo, perché le bestie della campagna si moltiplicherebbero a tuo danno.
23 Il SIGNORE tuo Dio, invece, le darà in tuo potere e le metterà in fuga con grande scompiglio finché siano distrutte.
24 Ti darà nelle mani i loro re, e tu farai scomparire i loro nomi di sotto il cielo; nessuno potrà resisterti, finché tu le abbia distrutte.

I Gentili sono stati indottrinati con bugie ebraiche. Siamo stati scollegati dai nostri Dei e dalla nostra cultura. Tutto questo è stato sostituito con personaggi ebraici fittizi da adorare in maniera servile, cosa che crea un potente legame subliminale. Questo genere di cose è responsabile per come i Gentili hanno sempre combattuto guerre per conto degli ebrei, senza nemmeno pensare a cosa stavano facendo. Quello che è accaduto in Iraq è un esempio perfetto.

Deuteronomio 7 :
25 Darai alle fiamme le immagini scolpite dei loro dèi; non desidererai e non prenderai per te argento né oro che è su di esse, affinché tu non rimanga preso al laccio; perché sono abominevoli per il SIGNORE tuo Dio.
26 Non introdurrai cosa abominevole in casa tua, perché saresti votato allo sterminio come quella cosa; dovrai detestarla e aborrirla, perché è cosa votata allo sterminio.

Deuteronomio 12 :
26 Ma quanto alle cose che avrai consacrato o promesso per voto, le prenderai e andrai al luogo che il SIGNORE avrà scelto,
27 e offrirai i tuoi olocausti, la carne e il sangue, sull’altare del SIGNORE tuo Dio; e il sangue delle altre tue vittime dovrà essere sparso sull’altare del SIGNORE tuo Dio, e tu mangerai la carne.
28 Osserva e ascolta tutte queste cose che ti comando, affinché tu sia felice, e i tuoi figli dopo di te, quando avrai fatto ciò che è bene e giusto agli occhi del SIGNORE tuo Dio.
29 Quando il SIGNORE, il tuo Dio, avrà sterminato davanti a te le nazioni che tu stai andando a spodestare, e quando le avrai spodestate e ti sarai stabilito nel loro paese,
30 guàrdati bene dal cadere nel laccio seguendo il loro esempio, dopo che saranno state distrutte davanti a te, e dall’informarti sui loro dèi, dicendo: «Come servivano i loro dèi queste nazioni? Anch’io voglio fare lo stesso».

L’energia umana non è sufficiente, devono anche esserci dei sacrifici di animali :
Esodo 20 :
24 Fammi un altare di terra; e su questo offri i tuoi olocausti, i tuoi sacrifici di ringraziamento, le tue pecore e i tuoi buoi; in qualunque luogo, nel quale farò ricordare il mio nome, io verrò da te e ti benedirò.

Esodo 24 :
4 Mosè scrisse tutte le parole del SIGNORE. Poi si alzò la mattina presto e costruì ai piedi del monte un altare e dodici pietre per le dodici tribù d’Israele.
5 Mandò dei giovani israeliti a offrire olocausti e a immolare tori come sacrifici di riconoscenza al SIGNORE.
6 Mosè prese metà del sangue e la mise in catini; l’altra metà la sparse sull’altare.
7 Poi prese il libro del patto e lo lesse in presenza del popolo, il quale disse: «Noi faremo tutto quello che il SIGNORE ha detto e ubbidiremo».
8 Allora Mosè prese il sangue, ne asperse il popolo e disse: «Ecco il sangue del patto che il SIGNORE ha fatto con voi sul fondamento di tutte queste parole».

Ulteriori istruzioni di Geova per i sacrifici di sangue :
Esodo 23 :
18 Non mi offrirai il sangue della vittima insieme con pane lievitato; il grasso dei sacrifici della mia festa non sarà conservato durante la notte fino al mattino.

Esodo 29 :
10 Poi farai avvicinare il toro davanti alla tenda di convegno; Aaronne e i suoi figli poseranno le mani sul capo del toro.
11 Sgozzerai il toro davanti al SIGNORE, all’ingresso della tenda di convegno.
12 Prenderai del sangue del toro e ne metterai col dito sui corni dell’altare e spargerai tutto il sangue ai piedi dell’altare.
13 Prenderai pure tutto il grasso che copre le interiora, la rete che è sopra il fegato, i due rognoni e il grasso che c’è sopra, e farai fumare tutto sull’altare.
14 Ma la carne del toro, la sua pelle e i suoi escrementi li brucerai con il fuoco fuori dell’accampamento: è un sacrificio di espiazione.
15 Poi prenderai uno dei montoni; Aaronne e i suoi figli poseranno le mani sul capo del montone.
16 Sgozzerai il montone, ne prenderai il sangue e lo spargerai sull’altare, tutto intorno.
17 Poi farai a pezzi il montone, laverai le sue interiora e le sue zampe e le metterai sui pezzi e sulla sua testa.
18 Farai fumare tutto il montone sull’altare: è un olocausto al SIGNORE; è un sacrificio di odore soave fatto mediante il fuoco al SIGNORE.
19 Poi prenderai l’altro montone, e Aaronne e i suoi figli poseranno le mani sul capo del montone.
20 Sgozzerai il montone, prenderai del suo sangue e lo metterai sull’estremità dell’orecchio destro d’Aaronne e sull’estremità dell’orecchio destro dei suoi figli, sul pollice della loro mano destra e sull’alluce del loro piede destro, e spargerai il sangue sull’altare, tutto intorno.
21 Prenderai del sangue che è sull’altare, dell’olio dell’unzione e ne spruzzerai su Aaronne e sui suoi paramenti, sui suoi figli e sui paramenti dei suoi figli con lui. Così saranno consacrati lui, i suoi paramenti e insieme a lui i suoi figli e i loro paramenti.
22 Prenderai pure il grasso del montone, la coda, il grasso che copre le interiora, la rete del fegato, i due rognoni, il grasso che vi è sopra e la coscia destra, perché è un montone di consacrazione;
23 prenderai anche un pane, una focaccia all’olio e una galletta dal paniere degli azzimi che è davanti al SIGNORE;
24 porrai tutte queste cose sulle palme delle mani di Aaronne e sulle palme delle mani dei suoi figli e le agiterai come offerta agitata davanti al SIGNORE.
25 Poi le prenderai dalle loro mani e le brucerai sull’altare sopra l’olocausto, come un profumo soave davanti al SIGNORE; è un sacrificio fatto, mediante il fuoco, al SIGNORE.
26 Prenderai il petto del montone che sarà servito alla consacrazione di Aaronne e lo agiterai come offerta agitata davanti al SIGNORE; questa sarà la tua parte.
27 Consacrerai, di ciò che spetta ad Aaronne e ai suoi figli, il petto dell’offerta agitata e la coscia dell’offerta elevata: vale a dire, ciò che del montone della consacrazione sarà stato agitato ed elevato;
28 esso apparterrà ad Aaronne e ai suoi figli, come legge perenne, per i figli d’Israele; poiché è un’offerta fatta per elevazione. Sarà un’offerta fatta per elevazione dai figli d’Israele nei loro sacrifici di riconoscenza: la loro offerta per elevazione sarà per il SIGNORE.
29 I paramenti sacri di Aaronne saranno, dopo di lui, per i suoi figli, che li indosseranno all’atto della loro unzione e della loro consacrazione.
30 Quello dei suoi figli che gli succederà nel sacerdozio li indosserà per sette giorni quando entrerà nella tenda di convegno per fare il servizio nel luogo santo.
31 Poi prenderai il montone della consacrazione e ne farai cuocere la carne in un luogo santo;

Levitico 1 :
1 Il SIGNORE chiamò Mosè, gli parlò dalla tenda di convegno e gli disse:

2 «Parla ai figli d’Israele e di’ loro: “Quando qualcuno di voi vorrà portare un’offerta al SIGNORE, offrirete bestiame grosso o minuto.
3 Se la sua offerta è un olocausto di bestiame grosso, offrirà un maschio senza difetto: l’offrirà all’ingresso della tenda di convegno, per ottenere il favore del SIGNORE.
4 Poserà la mano sulla testa dell’olocausto, e il SIGNORE lo accetterà come espiazione.
5 Poi sgozzerà il vitello davanti al SIGNORE e i sacerdoti, figli d’Aaronne, offriranno il sangue e lo spargeranno sull’altare, da ogni lato, all’ingresso della tenda di convegno.
6 Poi scuoierà l’olocausto e lo taglierà a pezzi.
7 I figli del sacerdote Aaronne metteranno del fuoco sull’altare e disporranno della legna sul fuoco.
8 Poi i sacerdoti, figli d’Aaronne, disporranno quei pezzi, la testa e il grasso, sulla legna messa sul fuoco che è sull’altare;
9 ma laverà con acqua le interiora e le zampe, e il sacerdote farà fumare ogni cosa sull’altare, come olocausto, sacrificio di profumo soave, consumato dal fuoco per il SIGNORE.
10 Se la sua offerta è un olocausto di bestiame minuto, pecore o capre, offrirà un maschio senza difetto.
11 Lo sgozzerà dal lato settentrionale dell’altare davanti al SIGNORE; i sacerdoti, figli d’Aaronne, ne spargeranno il sangue sull’altare da ogni lato.
12 Poi lo taglierà a pezzi e, insieme con la testa e il grasso, il sacerdote li disporrà sulla legna messa sul fuoco sopra l’altare.
13 Ma laverà con acqua le interiora e le zampe; poi il sacerdote offrirà ogni cosa e la brucerà sull’altare. Questo è un olocausto, un sacrificio di profumo soave, consumato dal fuoco per il SIGNORE.
14 Se la sua offerta al SIGNORE è un olocausto di uccelli, offrirà delle tortore o dei giovani piccioni.
15 Il sacerdote offrirà in sacrificio l’uccello sull’altare, gli staccherà la testa, la brucerà sull’altare, e il sangue sarà fatto colare sopra uno dei lati dell’altare.
16 Poi gli toglierà il gozzo con quel che contiene, e lo getterà sul lato orientale dell’altare, nel luogo delle ceneri.
17 Spaccherà quindi l’uccello per le ali, senza però dividerlo in due, e il sacerdote lo brucerà sull’altare, sulla legna messa sopra il fuoco. Questo è un olocausto, un sacrificio di profumo soave, consumato dal fuoco per il SIGNORE.

Levitico 7 :
1 «”Questa è la legge del sacrificio per la colpa; è cosa santissima.
2 Nel luogo dove si sgozza l’olocausto, si sgozzerà la vittima del sacrificio per la colpa; e se ne spargerà il sangue sull’altare da ogni lato;
3 si offrirà tutto il grasso, la coda, il grasso che copre le interiora,
4 i due rognoni, il grasso che c’è sopra e che copre i fianchi, e la rete del fegato che si staccherà vicino ai rognoni.
5 Il sacerdote farà bruciare tutto questo sull’altare, come un sacrificio consumato dal fuoco per il SIGNORE. Questo è un sacrificio per la colpa.

Levitico 7 :
14 Di ognuna di queste offerte si presenterà una parte come oblazione elevata al SIGNORE; essa sarà del sacerdote che avrà fatto l’aspersione del sangue del sacrificio di riconoscenza.

IL “SIGNORE” HA BISOGNO DI OGNI GOCCIA DI SANGUE DEL SACRIFICIO :
Levitico 7 :
27 Chiunque mangerà sangue di qualsiasi specie, sarà eliminato dalla sua gente”».

E qui, viene richiesto ulteriore sacrificio per rimuovere la maledizione della muffa che Geova stesso ha inflitto :
Levitico 14 :
34 «Quando sarete entrati nel paese di Canaan, che io vi do come vostro possesso, se mando la macchia della muffa in una casa del paese che possederete,
48 Ma se il sacerdote che è entrato nella casa e l’ha esaminata vede che la macchia non si è allargata nella casa dopo che essa è stata intonacata, dichiarerà la casa pura, perché la macchia è sparita.
49 Poi, per purificare la casa, prenderà due uccelli, del legno di cedro, dello scarlatto e dell’issopo;
50 sgozzerà uno degli uccelli sopra un vaso di terracotta contenente dell’acqua di fonte;
51 prenderà il legno di cedro, l’issopo, il panno scarlatto e l’uccello vivo, e li immergerà nel sangue dell’uccello sgozzato e nell’acqua di fonte, e aspergerà sette volte la casa.
52 Purificherà la casa col sangue dell’uccello, con l’acqua di fonte, con l’uccello vivo, con il legno di cedro, con l’issopo e con il panno scarlatto;
53 ma lascerà andare libero l’uccello vivo, fuori dalla città, per i campi; così farà l’espiazione per la casa, ed essa sarà pura».
54 Questa è la legge relativa a ogni specie di macchia di muffa e di tigna,
55 alla muffa delle vesti e della casa,
56 ai tumori, alle pustole e alle macchie lucide,
57 per insegnare quando una cosa è impura e quando è pura. Questa è la legge relativa alla muffa.

Ulteriori esempi di sacrifici di sangue ebraici per Geova :
Levitico 8: 14- 32
Levitico 9: 1- 24
Levitico 14: 1- 5
Levitico 14: 12-28
Levitico 23: 12-21
Numeri 19: 1- 7

 

N.d.R.: che bel libro la Bibbia, che bel Dio quel SIGNORE della Bibbia! E pensare che le religioni Ebraica e Cristiana lo hanno adottato come verità rivelata: “Parola di Dio”. Negli Stati Uniti, si presta giuramento di dire la verità, nei Tribunali, alzando la mano destra e mettendo la mano sinistra sulla Bibbia.

Raccapricciante!

Numero2726.

 

LEZIONE  DI  CATECHISMO

 

L’insegnante chiede alla scolaresca:

“Che cosa bisogna fare perché Dio perdoni i nostri peccati?”.

Tutti gli scolari si guardano l’un l’altro senza dire niente.

Ad un certo punto, un bambino si alza e dice, a colpo sicuro:

“Prima di tutto bisogna peccare!”

Numero2685.

 

da QUORA   di  Piero Chiabra

 

E  SE  NON  CI  FOSSE  NIENTE  DOPO  LA  MORTE?

 

Che cos’è l’uomo?

E’, in sintesi, un animale con un cervello ipertrofico. Questo cervello ipertrofico si è rivelato un possente vantaggio evolutivo, che ha reso l’umanità padrona del pianeta, ma ha posto ciascuno di noi di fronte a una contraddizione insostenibile.

Da un lato, infatti, noi siamo animali, con tutti gli istinti degli animali: l’istinto sessuale, quello della ricerca del cibo, etc. ma, sopra ogni altro, c’è il nostro istinto alla sopravvivenza. desideriamo vivere, prima e davanti a qualunque altra cosa, e siamo disposti anche ad uccidere altri esseri umani pur di sopravvivere (si chiama “legittima difesa”, ed è riconosciuto da tutti i sistemi giuridici). In questo, non differiamo dagli altri animali.

Ma, a differenza degli altri animali, il nostro cervello ipertrofico ci dice che dobbiamo morire.

Nessun animale, a quanto risulta, sa di dover morire, se non quando è nelle immediate vicinanze del decesso (vitelli condotti al macello, etc.). Noi siamo gli unici a saperlo nel corso di TUTTA la nostra esistenza.

Quindi, da un lato vogliamo vivere, vivere, vivere prima e davanti a qualunque cosa. Dall’altro, siamo certi, oltre ogni dubbio, che questa nostra vita che tanto vogliamo SICURAMENTE avrà una fine.

Questo pensiero è insostenibile, se provate a focalizzarvici sopra vi accorgerete che il pensiero “fugge altrove”, non è possibile concentrare l’attenzione su di esso se non per pochissimo tempo.

A meno di non poter pensare di sopravvivere alla morte in qualche modo.

Ed ecco allora che il nostro cervello ipertrofico, quasi a voler compensare il casino che ha combinato, si mette a lavorare. E crea. Crea la trascendenza, crea il misticismo, crea un Dio benevolo che ci ascolta e che ci ama, e tramite questi “strumenti” crea un modo per dirci che sopravviveremo alla morte.*

Ah certo, devi morire, ma non importa, c’è una vita dopo la morte.

Ah certo, devi morire, ma non importa, ti reincarnerai in qualcos’altro

Ah certo, devi morire, ma non importa, ti fonderai con la coscienza cosmica, raggiungerai il nirvana, e via discorrendo…

Sono tutti fantasmi, creati dal nostro cervello per permetterci di vivere con questa terribile contraddizione.

Non c’è nulla dopo la morte. E’ un pensiero difficile da sostenere, ma, come disse Freud “L’ateismo è pesante da sopportare. Ma è anche l’unico modo per non essere ingannati”.

 

* N.d.R. : La religione Cristiana è storicamente la più vicina all’interpretazione di questo “bisogno” del cervello umano. La figura di Gesù Cristo che sopravvive alla morte con la resurrezione è l’epitome metafisica che ha ispirato i padri fondatori di questo “Credo” che, innegabilmente, è un parto della mente umana evoluta (cervello animale ipertrofico). Anche se questo concetto informatore ci è stato propinato attraverso narrazioni, a detta di molti, favolistiche.

Numero2452.

 

SE  DIO  PARLASSE

 

Quando Einstein insegnava in molte Università degli Stati Uniti, la domanda ricorrente che gli studenti gli facevano era sempre la stessa: “Crede in Dio?”
Einstein dava sempre la stessa risposta: “Credo nel Dio di Spinoza”.
Baruch Spinoza (Amsterdam 1632 – L’Aia 1677) è stato un importante filosofo vissuto durante il XVII° secolo, dunque in pieno razionalismo: la sua filosofia si basa, quindi, molto sulla logica, tanto da identificare Dio come ordine geometrico del mondo, che si manifesta nella perfezione della natura.
Il suo pensiero si può quindi condensare in una delle sue espressioni più famose, Deus sive natura: Dio ovvero la Natura.

C’è chi sostiene che il Dio di Spinoza, se potesse parlare, potrebbe pronunciare queste parole:

Smettila di pregare e di batterti il petto.
Divertiti, ama, canta e goditi tutto ciò che questo mondo ti può dare.
Non voglio che tu visiti i templi freddi e bui che tu dici essere la mia casa!
La mia casa non è in un tempio, ma nelle montagne, nelle foreste, nei fiumi, nei laghi, nei mari. È lì che si trova la mia casa ed è lì che esprimo il mio amore.
Non farti ingannare dai testi scritti che parlano di me: se vuoi avvicinarti a me guarda un bel paesaggio, prova a sentire il vento e il calore del sole sulla tua pelle.
Non chiedermi nulla: io non ho il potere di cambiare la tua vita, tu sì.
Non avere paura: io non giudico e non critico, non dispenso punizioni.
Non credere a chi mi codifica in semplici regole da rispettare: quelle servono solo a farti sentire inadeguato ed in colpa per quello che fai, servono a mantenerti sotto controllo.
Non pensare sempre al mondo dopo la morte e non credere che è lì che conoscerai la vera bellezza: questo mondo ha da offrirti tanta di quella bellezza, e spetta solo a te scoprirla.
Non pensare che io ti ponga delle regole: sei solo tu il padrone della tua vita e decidi cosa farne.
Nessuno può dire cosa c’è dopo la morte, ma affrontare ogni giorno la vita come se fosse l’ultima possibilità di amare, di gioire e di fare qualsiasi cosa, ti aiuterà a vivere meglio.
Non voglio che tu creda in me perché qualcuno sostiene fortemente che io esista, ma voglio che tu mi senta sempre in te e intorno a te.

N.d.R. : le parole di quest’ultima frase non sono di un ateo.

 

È possibile immaginare che il pensiero di Spinoza non sia stato ben visto all’epoca (fu, infatti, scomunicato dalla Comunità Ebraico-Sefardita della città  e venne bandito come ateo dalla Calvinista Olanda), ma forse non lo è tutt’oggi: il dio che Spinoza predica è un Dio di libertà, slegato dalle azioni umane del perdono e della punizione. Spinoza è stato uno dei filosofi che ha riportato la vita nelle mani della persona che la vive.

Einstein abbracciò completamente la visione geometrica e naturale di Dio concepita da Spinoza. Un concetto che può farci riflettere su cosa sia la religione per noi e può ampliare le nostre vedute.

Numero2060.

 

Pubblicato il 19 Giugno 2012 da Antonio Santantoni.

E Fabrizio De André riscrisse i 10 comandamenti

 

Affronto con qualche trepidazione questo ultimo appuntamento con Fabrizio de André, il quale si prefigge, ora, un compito ambizioso: salire sul Sinai, per riscrivere nientemeno, che le Tavole della Legge di Mosè, umanizzandone alcune voci, abrogandone altre.
Quando ho pensato alle bestemmie devote come titolo di questa piccola serie di articoli, avevo in mente primariamente proprio le parole di questo ultimo canto: un vero manifesto della laicità: dell’uomo che non ha più bisogno di Dio, anzi dell’uomo che per affermare veramente sé stesso e la propria umanità, ha bisogno di sostituirsi a Dio. Non più la tentazione dell’Eden «sarete come Dio», ma proprio: «prenderete il posto di Dio», sostituendovi a lui.
De André come nuovo Mosè, che riscrive la Legge, ma non più sulla pietra, ma sulle corde d’una chitarra: come non pensare al profeta Ezechiele: «toglierò dal loro petto il cuore di pietra e darò loro un cuore di carne» (Ez 11,19)?

Intanto il titolo: Il Testamento di Tito.
Chi è il Tito della canzone? È Il buon ladrone secondo un vangelo apocrifo di origine araba. Dunque non il ladrone blasfemo: quello era l’altro: Disma, secondo la stessa fonte.
Tito è quello che chiese a Gesù «ricordati di me quando sarai nel tuo regno»: e per queste poche parole meritò di sentirsi dire «oggi sarai con me in paradiso» (Lc 23,43).
Ma qui il buon ladrone cambia decisamente pelle. E si trasforma in un severo accusatore di Dio: seguirò passo passo le sue accuse e le sue proposte per una revisione del testo della Legge:

Non avrai altro Dio all’infuori di me,
spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse venute dall’est
dicevan che in fondo era uguale.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.

Perché poi, sembra domandarsi De André: che differenza farebbe? Ne ho conosciuti tanti che adorano un Dio con un nome diverso dal tuo. Non mi hanno fatto alcun male. Venivano dall’Est: forse mussulmani? Loro lo chiamano Allah, ma non mi hanno fatto niente di male. Perché non dovremmo lasciare che ognuno adori il suo Dio? Se non ci fanno del male! Forse non son tanto gli dei a essere malvagi, quanto…Lasciamo stare!

Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo occupato,
e non ascoltò il mio dolore.
Ma forse era stanco, forse troppo lontano,
davvero lo nominai invano.

Qui De André non si accontenta di dire che pregare è inutile, ma carica la sua critica di un’ironia che arriva al sarcasmo. Anzi, ha detto: ma forse era distratto, forse un po’ addormentato… Comunque il risultato non sarebbe cambiato: davvero lo nominai invano. Come dire: date retta a me: non perdeteci tempo!

Onora il padre, onora la madre
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone:
quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
(bis)

Qui il gioco comincia a farsi duro davvero. Io non so se Fabrizio racconti qui qualcosa che è accaduto a lui, o a un suo amico, o se parli così solo perché sa che questo può accadere, anche molto più spesso di quanto non si pensi. Tuttavia l’attacco è diretto: quel padre e/o quella madre che rompono il naso al figlioletto che gli chiedeva un boccone, fanno tanto pensare a un padre o/e a una madre-padrona (si noti che il testo dice del loro non del suo bastone, come dire che bastonare dove essere uno sport bisex in quella casa. Chissà se il genovese De André, che ha molto amato e praticato la Sardegna di Gavino Ledda (l’autore di Padre padrone), stava pensando a lui e alla sua storia, mentre scriveva quei versi? E come non pensare qui alle parole di Gesù, in tanto netto contrasto con tutto quanto precede: «Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del _pesce una serpe? (Lc 11,11).

Ricorda di santificare le feste.
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni,
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
(bis)

Confesso qualche mia difficoltà nel fare un’esegesi di questo testo non chiarissimo. Dal momento che chi parla, Tito, è per l’appunto uno dei due ladroni, non sarebbe improprio pensare che stia parlando di sé stesso. Ma il testo si svuoterebbe di senso. Più congruo forse, dato lo spirito dell’intero brano, pensare che qui Tito, o meglio De André, stia alludendo a qualcun altro, forse ai sacerdoti che del tempio vivono e con il Tempio si ingrassano. A meno che non sia da vederci anche qui una greve ironia: per noi ladroni, era in realtà una pacchia entrare nei templi che rigurgitano salmi che tutti insieme, schiavi e padroni, tutti ugualmente abbindolati e contenti, elevano al Dio onnipotente, intanto che i sacerdoti se la ridono. In questa bolgia dove si vende e si compra di tutto, noi ladroni andavamo a nozze: senza rischiare né la vita né il taglio della mano.

Il quinto dice non devi rubare
e forse io l’ho rispettato
vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato:
ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri nel nome di Dio.
(bis)

Altra botta durissima per la gente del Tempio. Non c’è che dire, il grande cantautore sa picchiare duro. Su questo punto lui potrebbe anche dichiararsi pulito…forse… senza colpa; o almeno si sente di poter dire d’aver pescato sempre là dove sono solo pesci grandi. Allusione forse ai suoi ingenti guadagni, tutti perfettamente legali, certo, ma altrettanto certamente lontani da ciò che vorrebbe l’etica cristiana delle origini, secondo cui è già una cosa deplorevole guadagnare in due o tre sere più di quanto un normale dipendente ha visto entrare in tasca sua in un’intera vita di sacrifici e di fatica.
Ma la botta grossa arriva solo adesso e si abbatte ancora una volta, manco a dirlo, sugli uomini del Tempio, sulla casta dei sacerdoti e degli addetti all’altare. Perché egli tiene a far presente che lui, se anche avesse in qualche modo sbagliato, lo avrebbe fatto a suo rischio e pericolo (a nome mio): quest’altri, la gente del Tempio, lo fanno sempre facendosi belli del nome di Dio.

Non commettere atti che non siano puri
cioè non disperdere il seme.
Feconda una donna ogni volta che l’ami
così sarai uomo di fede.
Poi la voglia svanisce e il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l’amore:
ma non ho creato dolore.

Qui l’Autore ce l’ha con un’idea fissa della morale sessuale della Chiesa: quella secondo cui ogni abbraccio coniugale debba portare o, almeno tendere, o almeno deve essere aperto alla concezione di una nuova vita. Niente barriere artificiose alla vita. Devi lasciare alla vita di poter fare tutta la sua strada: solo così rispetterai il precetto divino (sarai uomo di fede). Ma tu ne hai “la voglia” e le tue difese traballano? Se ti fidi di questa legge sei incastrato: si la voglia ti passa, ma il figlio rimane; e te lo dovrai “sorbettare”. con tutto quello che ne consegue per te. Qui il poeta-cantante non si è fatto incastrare:e non ha rimpianti di sorta: non ha perso l’occasione (ogni lasciata è persa!) e «non ho creato dolore» (com’era suo dovere).

Il settimo dice non ammazzare
se del cielo vuoi essere degno.
Guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno:
guardate la fine di quel nazzareno
e un ladro non muore di meno.
Guardate la fine di quel nazzareno
e un ladro non muore di meno.

Qui torna un’idea che abbiamo già incontrato, nel canto delle Tre Madri, ma qui è molto più dura, c’è quasi disprezzo: «Guardatela oggi, questa legge di Dio / tre volte inchiodata sul legno»!!! «Guardate la fine di quel nazzareno». Non aveva ammazzato nessuno: perché il Padre non lo tira giù dalla croce? E gli altri due non sono anche loro figli di mamma? La carne di un ladro non muore e non soffre meno della carne e delle ossa di un martire.

Non dire falsa testimonianza
e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino,
e scordano sempre il perdono:
ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.

Qui De André deve ricordarsi delle sue ascendenze anarcoidi, e si dichiara contrario a ogni giudizio ideologico e forse non solo. Accusalo, denuncialo, testimonia in tribunale contro il ribelle, il terrorista: non meritano né perdono né omertà! Ma lui, De André non ci sta: piuttosto che dare una mano alla repressione «ho spergiurato su Dio e sul mio onore». No, non me ne pento.

Non desiderare la roba degli altri
non desiderarne la sposa.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa:
nei letti degli altri già caldi d’amore
non ho provato dolore.
L’invidia di ieri non è già finita:
stasera vi invidio la vita.

Ancora una botta da anarchico sul desiderare una donna o la roba degli altri: due precetti, dice De André che vanno bene solo per “i pochi” che hanno “una donna e qualcosa”. Che senso avrebbe ricordarlo a chi non ha niente? Chi ha fame mangia dove trova. E poca importa se il letto dove mi aspetta una donna è ancora caldo di chi mi ha preceduto: a me va bene lo stesso. Quanto al dolore che potrei procurare: non lo sentirò io.

Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti:
io nel vedere quest’uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l’amore”.

E al termine della mia giornata e della mia vita, credo d’aver imparato che la vita è tutta una violenza. Calando, la notte mi regala un po’ di pace e di oblìo. Potrò ancora illudermi. Il sole va a portare la guerra altrove e io posso concentrare la mia attenzione su chi sta morendo accanto a me. Anche se non so chi sia, anche se la sua carne non duole a me, madre, io provo dolore; anzi, verso di lui provo solo pietà e nessun rancore. Che sia proprio questo l’amore? Che la Pietà sia l’altro nome dell’Amore? Sarebbe facile.
«Madre, ho imparato l’amore!». Così, tutto si risolve in questo grido di vittoria.
PS. Ma chi sarà questa madre ? Forse non conosco abbastanza la poetica e la vita di Fabrizio de André, così non so sciogliere questo enigma. Io però, faccio ugualmente mio questo grido di vittoria. Io so a Chi pensare. E a me basta.

Numero2049.

 

F R I E D R I C H   N I E T Z S C H E.

Nelle parole di un altro scrittore filosofo, Marcello Veneziani.

 

Quando morì, il 25 agosto del 1900, Friedrich Nietzsche era già morto da una decina d’anni. La sua mente aveva cessato di pensare, sragionava, era entrata nella sacra oscurità della follia. Ma la sua morte, all’esordio del Novecento, gli spalancò il secolo in cui fu il più influente pensatore, non solo e non tanto nelle ideologie e nei rivolgimenti storici, ma nella svolta antropologica e nell’affiorare delle pulsioni latenti dell’umanità. Perché Nietzsche non è stato solo un filosofo, da capire e da studiare, ma è stato soprattutto una guida per trasformare se stessi e il mondo, più di Marx e Freud.

Nietzsche fu prima considerato poeta del pensiero, letterato aristocratico, amato da altri letterati, come da noi D’Annunzio. Poi fu scoperto in chiave politica, e tra i primi vi fu il giovane socialista Mussolini. Che nel nome di Nietzsche viaggiò dal socialismo alla nascita del fascismo. Poi fu eletto, con la complicità della sorella e di suo cognato, padre putativo del nazismo. Dopo la guerra, Nietzsche riapparve nel pensiero occidentale come tentazione irrazionale, pura dinamite; fino a diventare lo scopritore delle energie vitali della terra e dell’uomo, la vita che primeggia sulla ragione, l’impulso estetico e biologico che domina sulla ratio scientifica e filosofica, l’infanzia e il gioco che prendono il sopravvento sulla maturità e il calcolo. Per lui si può coniare una nuova definizione: non filosofo ma biosofo, scopritore delle sorgenti sanguigne della vita. Nel nostro tempo nasce il superuomo di massa e sfiora il delirio estetico e dionisiaco, tra sesso, fumo e trasgressione. È lui il cattivo maestro, il deicida per eccellenza, il filosofo della Morte di Dio e dell’avvento del nichilismo. Eccolo il distruttore di tutti i valori nel nome della superba energia della vita e dell’arte, scatenata dal pericolo.

Ma non si può attribuire a quell’asceta gentile il catalogo degli errori e degli orrori del nostro tempo, dal Novecento ai giorni nostri. Nietzsche ha acceso gli animi, turbato le menti, reso intrepidi i cuori. Ma conservando l’innocenza tragica e giocosa del suo pensare. E come le fontane di cui aveva scritto non possono impedire di essere sporcate dai passanti così accadde al suo pensiero; ma grazie alla sua fluente profondità “poi torneremo di nuovo limpidi”.

Lui stesso disse che “mi si comincerà a comprendere nel Novecento ma mi si comprenderà appieno solo a partire dal terzo millennio”. Siamo ai primi passi.

Il suo pensiero va oltre la storia e i suoi scenari, la sua stessa idea di Grande Politica mira a oltrepassare la storia e l’umanità del suo tempo. Nietzsche poi non uccide Dio ma descrive la morte del cristianesimo nella nostra epoca. Anche del nichilismo Nietzsche è sismografo e profeta; non lo invoca, lo vede e lo prevede.

Benedetto XVI indicò in Nietzsche il profeta dell’ateismo e del nichilismo, del rifiuto superbo dell’umiltà e dell’obbedienza; ma il Papa poi disse che sono più vicini a Dio i non credenti irrequieti, piuttosto che i credenti di routine. In questa luce, Nietzsche sarebbe più vicino a Dio rispetto ai farisei e ai credenti spenti che seguono la fede per forza d’inerzia. E fu questa, del resto, l’idea di pensatori cristiani come Max Scheler e Gustave Thibon, ma anche Sciacca e Del Noce che non videro Nietzsche nella luce sinistra dell’Anticristo.

Quanto al superuomo di massa della nostra epoca, vaghi sono i legami tra Zarathustra e Superman, tra Dioniso e Vasco Rossi o Jim Morrison, tra il filosofo dell’Amor fati ( Amor fati è una locuzione latina che si traduce con “l’amore del fato”: una concezione del destino trattata dallo stoicismo che riprendeva l’antica visione della circolarità della storia ).o l’asceta dell’Eterno Ritorno e i Rambo, i Palestrati, i Tycoon della finanza e dell’industria, o alcuni feroci satanisti della cronaca nera. E scarsi sono i legami tra il suo superuomo e il transumanesimo. (Il transumanesimo, o transumanismo, a volte abbreviato con >H o H+ o H-plus, è un movimento culturale che sostiene l’uso delle scoperte scientifiche e tecnologiche per aumentare le capacità fisiche e cognitive e migliorare quegli aspetti della condizione umana che sono considerati indesiderabili, come la malattia e l’invecchiamento, in vista anche di una possibile trasformazione post umana).

La volontà di predominio esaltata da Nietzsche non basta a spiegare la natura umana, accanto ad essa vibrano altre volontà, anche opposte: per esempio, la volontà di annientarsi, che poi Freud chiamerà istinto di morte, pulsione suicida; la volontà di trascendersi in una dimensione superiore ed impersonale; la volontà di amare e perfino di annullarsi nell’amare; e sotto tutte, la più umile e primaria volontà di vivere, che aveva descritto Schopenhauer precursore della biosofia nietzschiana. Nietzsche è un moralista, dice il mio amico e suo traduttore Sossio Giametta.

Nietzsche è stato a lungo inchiodato a una citazione, “Non esistono fatti ma interpretazioni” che sarebbe il riassunto cinico di un’epoca che nega la verità, la realtà, e insieme nega le regole, per affidarsi solo all’arbitraria soggettività. In realtà, Nietzsche in quel passo polemizzava col positivismo del suo tempo e il feticismo dei fatti; intendeva negare che i fatti isolati dal contesto, dalle cause e dai soggetti che li vivono, potessero da soli spiegare la realtà. Perfino San Tommaso, maestro di metafisica e realismo, dice che la verità è il combaciare di intelletto e realtà, non basta la sola fisica dei fatti a spiegare la vita e il mondo.

Se dunque non è il superuomo, o meglio l’oltreuomo, come dice Vattimo, se non è l’Anticristo, qual è allora la chiave nefasta del nietzscheanesimo? È la volontà di potenza, ma quel delirio di dominio è proprio quel che più unisce Nietzsche alla parabola occidentale, dal predominio al nichilismo fino alla società globale dell’ultimo uomo. Nella Volontà di Potenza Nietzsche non è originale ma diventa l’altoparlante dell’hybris moderna. (Hybris : presso gli antichi Greci, l’orgogliosa tracotanza che porta l’uomo a presumere della propria potenza e fortuna e a ribellarsi contro l’ordine costituito, sia divino che umano, immancabilmente seguita dalla vendetta o punizione divina ( tísis ): concetto di fondamentale importanza in alcuni scrittori greci, specialmente in Eschilo. Hybris (ˈhyːbris, in greco antico: ὕβϱις, hýbris) è un topos (tema ricorrente) della tragedia e della letteratura greca, presente anche nella Poetica di Aristotele. Significa letteralmente “tracotanza”, “eccesso”, “superbia”, “orgoglio”).

Nietzsche non invoca la distruzione dei valori ma la loro trasvalutazione e aggiunge un’osservazione decisiva: in mancanza di valori tocca a noi essere valorosi, cioè caricarci sulle nostre spalle tutto il peso della perdita di valori. Titanismo tragico per un soggetto destinato a tramontare. Alla fine non è la storia ad accogliere la sua visione ma la natura, il ritmo del cosmo, l’eterno ritorno dell’universo. L’innocenza tragica e giocosa di Nietzsche, biosofo.

MV, La Verità