Numero3532.

 

L E    P E R S O N E    C A M B I A N O

 

Le persone cambiano,

questo è un dato di fatto.

Dobbiamo vivere sapendo

che le persone possono

cambiare da un momento

all’altro, per tanti motivi.

Durante la nostra vita,

molte di quelle persone

a cui eravamo affezionati

possono decidere di

prendere un’altra direzione

e andarsene da noi.

Oppure possono subire dei

traumi o delle menomazioni

fisiche o mentali che le

alienano dal mondo e

impediscono loro una vita

normale o appena decorosa.

Non è colpa nostra.

Ogni persona è libera di

scegliere, o è giustificata da

una condizione non voluta.

Però, tu scegli la tua pace,

abbi cura di te, almeno.

Se non puoi più fare molto

per altri, fa’ del bene per te,

preserva la tua integrità.

Fra le persone a cui devi

continuare a voler bene,

ci sei sempre anche tu.

Numero3475.

da  QUORA

 

Scrive Bob Aggiustatutto, corrispondente di QUORA.

 

C I B I    E    M A L A T T I E

 

  1. La dieta mediterranea è quella dell’Isola di Creta e non prevede pasta, pane, pizza, legumi, cereali eccetera…
  2. La carne rossa non è cancerogena. Il popolo più longevo al mondo è quello di Hong Kong, dove mangiano mezzo kg di carne rossa al giorno pro capite.
  3. Le uova sono il miglior alimento che esista. Ne puoi magiare anche 10 al giorno e questo non causerà un aumento del tuo colesterolo ematico. Perché è il fegato a produrlo e non il grasso ingerito.
  4. Il colesterolo ematico alto (>260/280), è prodotto dal fegato, ed è dovuto agli zuccheri ingeriti. Non ai cibi grassi.
  5. Cereali e legumi sono sostanzialmente zuccheri pro infiammatori (favoriscono l’infiammazione).
  6. Dal 50 al 75% delle malattie è dovuto all’alimentazione. Siamo quello che mangiamo.

 

N.d.R. : l’80% delle patologie non dovute a disturbi causati da alterazioni genetiche (malattie ereditarie), o non dovute a traumi fisici, sono causate dalla somatizzazione dello stato mentale e spirituale (situazioni di stress):
il cervello, per non soffrire di disordini nervosi, fa soffrire il corpo in diversi modi (ogni individuo ha i propri) non prevedibili né controllabili.

 

 

Numero3361.

 

I    M A L I    D E L    M O N D O

 

Se col tuo intervento,

non puoi modificare

le cause di un evento,

non ti devi angustiare.

 

Per quanto ti dispiaccia,

non c’è niente da fare,

qualunque cosa faccia,

non lo puoi evitare.

 

Mettiti il cuore in pace,

limitati a controllare

solo ciò che è capace

di farti rassicurare.

 

Se no, d’ogni malanno

che possa capitare,

le beffe oltre il danno

ti tocca sopportare.

 

 

Numero3345.

 

da  QUORA

 

Scrive Gaetano Antonio Riotto, corrispondente di QUORA.

 

FRIEDRICH  NIETZSCHE  E  L’ EPISODIO  DEL  CAVALLO

 

Friedrich Nietzsche fu protagonista di una delle scene più toccanti nella storia del pensiero occidentale.

Era il 1889 e il filosofo viveva in una casa di via Carlo Alberto, a Torino. Una mattina, mentre si dirigeva verso il centro della città, si trovò improvvisamente di fronte a un evento che avrebbe segnato per sempre la sua esistenza.

Vide un cocchiere che frustava con violenza il suo cavallo, perché l’animale, esausto, si rifiutava di avanzare. Il cavallo, ormai allo stremo delle forze, si accasciò a terra, ma il suo padrone continuò a colpirlo senza pietà per costringerlo a rialzarsi. Nietzsche, sconvolto dalla crudeltà della scena, si avvicinò rapidamente, rimproverò il cocchiere e poi, con un gesto disperato, abbracciò il cavallo caduto a terra.

Scoppiò in lacrime e, stringendo il collo dell’animale, gridò “Madre, Madre!”. Pochi istanti dopo perse i sensi.
Fu il collasso definitivo della sua mente.

Da quel giorno, Nietzsche smise di parlare per il resto della sua vita.
Per dieci anni, fino alla sua morte, non riuscì mai più a tornare a una condizione di lucidità.
La polizia, accorsa sul posto, lo arrestò per disturbo dell’ordine pubblico e poco dopo fu internato in un manicomio, da cui non uscì mai più.

Per la società dell’epoca, il gesto di Nietzsche – abbracciare il cavallo e piangere su di lui – fu visto come una prova della sua follia. Tuttavia, mentre alcuni lo considerarono una semplice manifestazione di irrazionalità dovuta alla sua malattia mentale, altri vi lessero un significato più profondo e consapevole.

Lo scrittore Milan Kundera, nel romanzo “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, riprende questa scena e la interpreta come una richiesta di perdono. Secondo Kundera, Nietzsche avrebbe sussurrato al cavallo una richiesta di scusa, a nome di tutta l’umanità, per la brutalità con cui l’uomo tratta gli altri esseri viventi. Un atto di pentimento per averli ridotti a nemici e servi.

Nietzsche non era mai stato un attivista per i diritti degli animali, eppure quel gesto di empatia assoluta segnò il punto di non ritorno nella sua vita. Quel cavallo fu l’ultimo essere con cui stabilì un contatto reale e affettivo. Non si identificò solo con l’animale, ma con il suo dolore, trovando in esso qualcosa che andava oltre la semplice compassione: una connessione profonda con la vita stessa.

Numero3208.

 

I P P O C R A T E

 

Ippocrate di Cos (460 a.C. – 377 a.C.) è considerato il fondatore della scienza medica ed anche uno dei padri dell’aforisma occidentale. Se nei testi di Ippocrate l’aforisma è anzitutto una forma letteraria rivolta alla cura del corpo (attraverso l’indagine delle cause naturali della malattia), nel corso dei secoli l’aforisma si trasforma, divenendo una cura per la mente (da qui anche il termine “pillole di saggezza”), conservando però il suo valore terapeutico di guida e aiuto (in termini di saggezza e esperienza) che un uomo offre a un altro uomo.

Presento una raccolta di frasi, citazioni, massime e aforismi di Ippocrate.

 

Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo.

Prima di guarire qualcuno, chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare.

Il corpo umano è un tempio e come tale va curato e rispettato, sempre.

Esistono soltanto due cose: scienza ed opinione; la prima genera conoscenza, la seconda ignoranza.

Tra i medici molti lo sono per i titoli, pochi per i fatti.

L’uomo deve armonizzare lo spirito e il corpo.

Definirò ciò che ritengo essere la medicina: in prima approssimazione, liberare i malati dalle sofferenze e contenere la violenza della malattia, e non curare chi è ormai sopraffatto dal male.

Lavorare, mangiare, bere, dormire, amare: tutto deve essere fatto con misura.

Camminare è la migliore medicina dell’uomo.

La timidezza nasconde l’impotenza e la temerarietà l’ignoranza.

Le malattie che sfuggono al cuore divorano il corpo.

Molti ammirano, pochi conoscono.

Dal cervello, e dal cervello solo, sorgono i piaceri, le gioie, le ri­sate e le facezie così come il dolore, il dispiacere, la sofferenza e le lacrime. Il cervello è anche la dimora della follia e del delirio, delle paure e dei terrori che ci assalgono di notte o di giorno.

Descrivere il passato, comprendere il presente, prevedere il futuro: questo è il compito della medicina.

Un uomo saggio dovrebbe considerare la salute come la più grande delle gioie umane, ed imparare come, col suo stesso pensiero, trarre beneficio dalle sue malattie.

La natura è il medico delle malattie. Il medico deve solo seguirne gli insegnamenti.

La guerra è la sola vera scuola per un chirurgo.

Se ti udrà un medico di schiavi, ti rimprovererà: “Ma così tu rendi medico il tuo paziente!”
“Proprio così – dovrà dirti – se sei un bravo medico”.

I vecchi sopportano molto più facilmente il digiuno; poi vengono le persone di mezza età. I giovani lo sopportano con difficoltà, e peggio di tutti lo sopportano i fanciulli, specialmente quelli che hanno una vivacità maggiore del solito.

Né la società, né l’uomo, né ogni altra cosa per essere buona deve eccedere i limiti stabiliti dalla natura.

Bisogna che non solo il medico sia pronto a fare da sé le cose che debbono essere fatte, ma anche il malato, gli astanti, le cose esterne.

È più importante sapere che tipo di persona abbia preso una malattia, che sapere che tipo di malattia abbia preso una persona.

Se c’è amore per l’uomo, ci sarà anche amore per la scienza.

In qualunque malattia è buon segno se il malato serba lucidità e appetito, cattivo segno se gli accade il contrario. I vecchi generalmente si ammalano meno dei giovani, ma se le loro malattie diventano croniche, durano quasi sempre fino alla morte.

Quando due dolori si verificano insieme, ma non nello stesso posto, il più violento oscura l’altro.

Ogni malattia può capitare in qualunque stagione, ma alcune sono più facili a verificarsi e ad aggravarsi in determinate stagioni.

La guarigione è legata al tempo e a volte anche alle circostanze.

Non fare nulla a volte è un buon rimedio.

Il bere vino puro calma la fame.

Ciò che le medicine non curano, lo cura il bisturi, ciò che il bisturi non cura, lo cura il fuoco, ciò che il fuoco non cura, va reputato insanabile.

Gli uomini di esperienza sanno bene che una cosa è ma non sanno il perché; gli uomini d’arte conoscono il perché e la causa.

Per mali estremi, estremi rimedi, spinti fino al massimo rigore, sono i più validi.

Le cose sacre non devono essere insegnate che alle persone pure; è un sacrilegio comunicarle ai profani prima di averli iniziati ai misteri della scienza.

Le vecchie abitudini, anche se cattive, turbano meno delle cose nuove e inconsuete. Tuttavia, talvolta è necessario cambiare, passando gradualmente alle cose inconsuete.

Sia il sonno che l’insonnia, oltre la giusta misura, sono malattie.

Ciò che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio o anche fuori dell’esercizio sulla vita degli uomini, tacerò ciò che non è necessario sia divulgato, ritenendo come un segreto cose simili.

 

Numero3139.

 

I L    P A R E N T E    T E D E S C O

 

Quali sono i primi sintomi dell’ALZHEIMER?

 

I sintomi iniziali dell’Alzheimer possono manifestarsi in modi sottili ma significativi. Riconoscere questi segni precoci è fondamentale per una diagnosi tempestiva e per ricevere un supporto adeguato. Ecco i principali sintomi iniziali dell’Alzheimer:

  1. Perdita di memoria: Questo è uno dei sintomi più comuni. Le persone con Alzheimer possono dimenticare informazioni appena apprese, come date importanti o eventi recenti. Possono fare affidamento su promemoria o su familiari per ricordare ciò che prima ricordavano facilmente.
  2. Difficoltà a pianificare o risolvere problemi: Chi soffre di Alzheimer può avere difficoltà a seguire un piano, gestire un budget o risolvere problemi complessi. Attività come cucinare seguendo una ricetta familiare o calcolare le spese quotidiane possono diventare più complicate e richiedere molto più tempo del solito.
  3. Confusione con il tempo e i luoghi: Le persone affette possono perdere la nozione del tempo e dimenticare dove si trovano o come ci sono arrivate. Questa confusione è spesso accentuata in ambienti non familiari e può portare a situazioni di smarrimento e ansia.
  4. Difficoltà a comprendere immagini visive e rapporti spaziali: Alcune persone possono iniziare ad avere problemi con la percezione della distanza, la lettura o la valutazione degli spazi. Questi cambiamenti visivi possono interferire con attività come la guida.
  5. Problemi nel parlare o scrivere: Le persone con Alzheimer possono avere difficoltà a seguire o partecipare a una conversazione. Possono interrompere un discorso senza sapere come continuare, oppure ripetere più volte la stessa informazione. La scelta delle parole può diventare complicata e alcuni termini semplici possono sfuggire.
  6. Dimenticare oggetti e perdere frequentemente le cose: Gli individui possono collocare oggetti in posti insoliti e non riuscire a ricordare dove li hanno messi, oppure accusare altri di averli rubati. Questo problema tende a diventare più frequente con il progredire della malattia.
  7. Riduzione della capacità di giudizio: Chi soffre di Alzheimer può mostrare scarsa capacità di giudizio, come spendere somme eccessive per acquisti non necessari o non occuparsi della propria igiene e cura personale come faceva in passato.
  8. Ritiro dalle attività sociali o lavorative: A causa della difficoltà nel gestire attività che prima risultavano semplici, molte persone con Alzheimer possono evitare situazioni sociali o abbandonare hobby e attività preferite. Questa ritrosia è spesso accompagnata da sentimenti di frustrazione.
  9. Cambiamenti d’umore e di personalità: L’Alzheimer può influenzare il comportamento emotivo, portando a irritabilità, depressione, ansia o paura, specialmente in situazioni inaspettate o lontane dalla routine quotidiana. La persona potrebbe diventare sospettosa o facilmente agitata.

Riconoscere questi sintomi iniziali è fondamentale, poiché un intervento tempestivo può aiutare a gestire meglio la malattia, migliorando la qualità della vita sia per chi ne soffre che per i suoi cari.

Numero3010.

 

da  QUORA

 

Scrive Roberto Giuffrè, corrispondente di QUORA

 

Quali sono gli alimenti che ci fanno più male e che continuiamo a ingerire continuamente?

 

Gli alimenti più deleteri per la salute che si consumano in grande quantità, e la cui pericolosità è stata ribadita sia da OMS che diversi studi scientifici sono:

  • le carni rosse specie quelle lavorate dei salumi, che sono state definite cancerogene;
  • la caseina, ossia la proteina del latte vaccino, un alimento acidificante e alla base di molti stati infiammatori che sfociano in problemi articolari e muscolari ed oggi sospettata di molti tumori;
  • lo zucchero raffinato che spoglia il corpo da sali minerali e vitamine che lega alla sua struttura molecolare e quindi tende a legare a sé altre sostanze e portarle via dalla biodisponbilità dell’organismo;
  • il sale raffinato che agisce in modo identico allo zucchero raffinato;
  • le farine raffinate come la 00 che riesce a passare la barriera digestiva, ed è zucchero puro che interferisce con il sistema insulinico del corpo. La farina 00 peggiora le sue qualità specie nei prodotti lievitati. La farina 00 è considerata veleno dal prof. Berrino.

il largo uso di questi alimenti base è deleterio per l’organismo.

C’è anche un discorso a parte da fare sulla cottura dei cibi.
Tutti i tipi di cottura che superano i 110°C fanno sviluppare a molti cibi sostanze tossiche che infiammano l’organismo.
La frittura, la pentola a pressione, l’arrosto alla brace sono tra i più deleteri.
In particolare la brace sui grassi animali produce idrocarburi policiclici aromatici fortemente cancerogeni.
Le glicotossine si sviluppano nella frittura.
Queste sostanze le sviluppano tutti i cibi sia animali che vegetali con questi tipi di cottura, ma in maggior misura i cibi di origine animale.

Oggi sono disponibili buoni libri di scienze della nutrizione che fanno capo a tantissime ricerche scientifiche, e che possono completamente capovolgere l’idea che abbiamo oggi del cibo e di determinati cibi, che è stata inculcata dai media con una incessante propaganda pagata dalle industrie del settore alimentare.

Numero3000.

 

Il 6 Novembre 2018, alle ore 20.10 veniva pubblicato il Numero1. di questo BLOG.

Sono due versi della canzone CYRANO di Francesco Guccini, parole di Giuseppe Dati:

 

….la verità cercate, in terra da maiali,

tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali….

 

 

PER CELEBRARE IL NUMERO3000. DI QUESTO BLOG, NON HO TROVATO DI MEGLIO CHE PUBBLICARE QUANTO SEGUE, COME PARADIGMA E RIASSUNTO DI BEN PIU’ DI CINQUE ANNI DI SCRITTURE.

 

In questo periodo editoriale, ho compulsato e sviscerato di tutto e di più, non ultimo anche il mio animo e il mio carattere.

Ma ciò che mi rimane da dire e trasmettere a me stesso e a tutti è il disagio sarcastico e lo scherno amaro contenuti nella presente testimonianza di essere vivente oggi su questo pianeta, dove ho maturato, registrato e, purtroppo, condiviso il malessere di vivere, pur proclamando, nostalgicamente, che la mia è stata una bella vita.

Ne sono così ferito dentro che, passo dopo passo, mi sto avvicinando alla fine di questi miei giorni con un senso di liberazione e perfino di curiosità nei riguardi di una trasferta ed esistenza della mia anima in un altrove che, sicuramente, sarà molto più dignitoso di questo mondo che non sopporto più.

Il futuro non è un posto diverso, è un posto migliore.

 

I L    C O N T R A T T O

 

Miei cari amici,

ognuno di voi percepisce la strana sensazione che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato in ciò che vede intorno a sé, in ciò che sente ogni giorno.

Molti, tuttavia, non sanno il perché, né cosa sia.

A prescindere dalle nostre convinzioni o idee politiche, il sistema vigente nel nostro mondo libero si basa sulla tacita accettazione che lega e condiziona ciascuno di noi e che, non a grandi linee, ma dettagliatamente, cerco di esporre qui, a seguito delle mie esperienze di vita.

 

Io accetto:

 

1 – Accetto la competitività come struttura cardine del sistema in cui vivo, anche se mi rendo conto che questo genera frustrazione e rabbia nella maggior parte degli individui.

2 – Accetto il fatto che, per vivere, si debba limitare la propria vita ad un giorno della settimana, mentre gli altri sei devono essere spesi lavorando per produrre, annichilendo un’intera esistenza.

3 – Accetto di essere umiliato e sfruttato a condizione che mi sia permesso di umiliare e sfruttare un altro che occupi un posto inferiore nella piramide sociale.

4 – Accetto che gli indigenti, i malati e coloro che non riescono a restare a galla vengano esclusi e messi ai margini della società e vengano loro negate cure ed assistenza, perché questo costo sociale non può incidere sul benessere dei facoltosi, dei benestanti e dei fortunati.

5 – Accetto di pagare istituti privati affinché gestiscano il mio reddito secondo la loro convenienza e che non mi corrispondano alcun dividendo dei lor giganteschi guadagni.
Guadagni che servono per aggredire stati deboli, creando spirali di debito infinito.
Acconsento che mi si applichi un alto tasso di interesse per prestarmi denaro che viene creato dal nulla.

6 – Accetto che le banche internazionali prestino denaro ai paesi che vogliono armarsi e combattere e così scegliere quelli che faranno la guerra e quelli che non la faranno.
So che è meglio finanziare entrambe le parti per essere sicuri di trarne dei profitti e di prolungare i conflitti il più a lungo possibile, al fine di prosciugare completamente le risorse di quei paesi che non riusciranno a pagare i loro debiti.
Acconsento anche di pagare dei tributi obbligatori al mio governo, prelevandoli dal mio reddito, anche se questi non vengono adoperati per migliorare la mia vita o per i servizi ai cittadini, ma principalmente per rimborsare gli interessi sul debito che il governo ha contratto con dei banchieri privati.
Mi impegno a non pretendere mai che le mie tasse vengano utilizzate per investimenti massivi nella sanità, nella ricerca scientifica e nella cultura.
Compirò il mio dovere, nonostante tutto, contribuendo al buon funzionamento della nostra economia.

7 – Accetto che il debito sia la principale forma di trattativa fra stati e verso i cittadini, anche quando questo porti ad una palese forma di schiavitù e sia economicamente insostenibile.

8 – Accetto che si legalizzi l’omicidio, quando la vittima sia indicata dal mio governo come “il nemico”.
In questo caso non chiederò prove di colpevolezza ed eliminerò il bersaglio senza remore.
Mi adeguo al fatto che la morte possa essere indotta lentamente dai governi per mezzo dell’avvelenamento di intere popolazioni, con l’emanazione e l’ingestione quotidiana di sostanze tossiche autorizzate.

9 – Accetto che si faccia la guerra per avere la pace e che, in nome di questo principio, la principale voce di spesa per uno stato sia quella per la difesa.
Considererò normale che i conflitti siano creati artificialmente per alimentare il mercato delle armi e favorire la crescita delle economie mondiali.

10 – Accetto l’egemonia del petrolio nella nostra economia, e che ogni forma di energia gratuita, non inquinante e libera venga soppressa ed insabbiata.
Il vero motivo è perché ogni forma di energia di questo tipo rappresenta un pericolo per l’umanità in quanto sarebbe la fine del mondo, così come lo conosciamo.

11 – Accetto che si divida l’opinione pubblica, creando partiti di destra e di sinistra, che avranno come unico scopo quello di lottare fra loro, mentre io mi impegnerò a credere che le loro diatribe siano frutto di un sano scontro democratico utile per il nostro futuro.

12 – Accetto che gli industriali, i militari e i capi di stato si riuniscano regolarmente senza consultarci, per prendere decisioni che, sempre regolarmente, compromettono il futuro della nostra vita e del nostro pianeta.

13 – Accetto che il potere di manipolare l’opinione pubblica, prima ostentato dalle religioni, sia oggi nelle mani di uomini d’affari non eletti democraticamente e totalmente liberi di controllare gli stati: sono convinto del buon uso che ne faranno.

14 – Accetto che la verità sui fatti venga raccontata dai media controllati da pochi potenti: questa verrà chiamata “verità ufficiale” e, anche se sarà una versione manipolata e distorta dei fatti, mi impegno a non metterla in discussione e a non informarmi in maniera indipendente.

15 – Accetto che mi si presentino notizie negative e spaventose del mondo ogni giorno, in modo da poter apprezzare fino a che punto io sia protetto dal mio governo, dalla polizia e dai militari e mi renda conto di quanto io sia fortunato a vivere in occidente.
So che mantenere la paura nei nostri spiriti può essere solo un “beneficio” per noi.

16 – Accetto che l’dea della felicità si riduca alla comodità, l’amore al sesso, la libertà alla soddisfazione di tutti i desideri, perché è quello che la pubblicità ripete ogni giorno.
Mi convincerò di essere infelice, perché più infelice sono, più consumo.

17 – Accetto che il valore di una persona sia proporzionale a ciò che possiede e che si apprezzi la sua utilità in funzione della sua produttività e non delle sue qualità umane e che sia esclusa dal sistema se non produce sufficientemente.

18 – Accetto di pagare per essere intrattenuto, nel tempo di cui dispongo, attraverso la visione di spettacoli sportivi e di varietà, vuoti di contenuti, che generano movimenti abnormi di denaro.
Lo faccio perché la cultura è noiosa e pericolosa, mentre sapersi divertire con spensieratezza è il paradigma di una vita felice.

19 – Accetto che la scuola e il nozionismo scolastico siano l’unica forma legittima e riconosciuta di formazione e non di appiattimento del senso critico e della coscienza.

20 – Accetto senza discutere e considero come verità tutte le teorie proposte per spiegare i misteri dell’origine dell’essere umano e considero incontrovertibilmente vero che la natura abbia dedicato milioni di anni alla creazione di un essere il cui unico passatempo, oggi, è la distruzione in pochi istanti della sua specie e dell’ambiente da cui dipende.

21 – Accetto di escludere dalla società gli anziani, perché sono improduttivi e la loro esperienza, pur se potrebbe esserci d’insegnamento, può essere sacrificata in nome del profitto.

22 – Accetto, dunque, il profitto come fine supremo dell’umanità e l’accumulo di ricchezza come invidiabile realizzazione dell’esistenza in vita.

23 – Accetto di sprecare e distruggere tonnellate di cibo, al fine di mantenere sotto controllo, in borsa, i prezzi delle azioni delle multinazionali, piuttosto che permettere l’equa distribuzione delle risorse alimentari sul pianeta ed evitare la morte per fame e sete di milioni di persone, ogni anno.

24 – Accetto l’aumento dell’inquinamento industriale e la dispersione di veleni chimici e di elementi radioattivi nella natura. Ammetto l’uso di ogni tipo di additivo chimico nella mia alimentazione, perché sono convinto che, se vengono aggiunti, gli additivi e i conservanti sono utili e innocui.
Ritengo normale che i laboratori farmaceutici e le industrie agroalimentari vendano nei paesi del terzo mondo prodotti scaduti o utilizzino sostanze cancerogene vietate in occidente.

25 – Accetto la deforestazione selvaggia di terre grandi come nazioni e che sia possibile espropriare, con la violenza, le terre a interi popoli, in nome e per conto di multinazionali che sfrutteranno quei luoghi per arricchirsi, senza condividere nulla con le popolazioni locali.
Ritengo utili ed indispensabili la plastica ed ogni materiale adibito alla produzione che la inciviltà dei produttori e degli utilizzatori riversa come scarti per terre e per mari.

26 – Accetto che gli animali vengano abusati, torturati e, nei migliori casi, fatti estinguere, perché tollero che non venga loro riconosciuto un posto come legittimi abitanti di questo pianeta, al pari degli esseri umani.
Sostengo infatti che gli animali non provino emozioni, non abbiano coscienza, né forme di empatia.

27 – Accetto che le multinazionali derubino le risorse di paesi impoveriti e schiavizzati dalla politica mondiale del debito, nel nome del progresso economico.
Ammetto anche che esistano leggi che permettono di sfruttare i bambini in condizioni precarie e disumane.
Non abbiamo nessuna facoltà di intrometterci, nel nome dei diritti umani, soprattutto se questo ci permette di comprare merci sottocosto.

28 – Accetto che si possa denigrare, distruggere e cancellare dal pianeta ogni forma culturale diversa da quella occidentale, che potrebbe far vacillare i cardini del nostro benessere economico, al quale ambisco quotidianamente.

29 – Accetto che esistano solo due possibilità in natura, cioè cacciare o essere cacciati e, se siamo dotati di una coscienza e di un linguaggio, non è certamente per sfuggire a questa dualità, ma per trovare sofisticate giustificazioni al perché noi agiamo in quel modo.

30 – Accetto di credere che il nostro passato storico sia il risultato di una scia ininterrotta di conflitti casuali e non il preciso progetto, perseguito nel corso dei secoli, da lobby di potere, per detenere e mantenere lo stesso.
Sono certo che siamo all’apice della nostra evoluzione e che le regole che governano il nostro mondo sono la ricerca della felicità e della libertà per tutti i popoli, come ascoltiamo continuamente nei discorsi dei nostri politici.

31 – Accetto di credere di non poter fare nulla per modificare lo stato attuale delle cose.

32 – Accetto di non fare alcuna domanda, di chiudere gli occhi su tutto questo e di non fare alcuna opposizione, perché sono troppo impegnato con la mia vita e le mie preoccupazioni.
Accetto anche di difendere con la vita le clausole accettate in questo contratto, se mi viene richiesto.

33 – Accetto, quindi, definitivamente, nella mia anima e coscienza, questa triste matrice che viene posta di fronte ai miei occhi.
Mi impegno ad astenermi dal vedere la realtà delle cose e mi rifiuto di credere che un altro modo di intendere l’esistenza sia possibile.

Ho fiducia che tutti voi agiate per il mio bene e per quello di tutti e per questo vi ringrazio.

 

QUESTO È L’IGNOBILE CONTRATTO DA ME TACITAMENTE SOTTOSCRITTO PER STARE IN QUESTO SCHIFO DI MONDO DA QUASI OTTANTADUE ANNI.
PROFODAMENTE, ME NE VERGOGNO.

 

A mio figlio Ale, chiedendogli scusa e perdono.

Numero2820.

 

I C O N O C L A S T I A     Distruzione di immagini o idoli

(Movimento religioso sorto nella Chiesa Bizantina nei secoli VIII e IX , contrario ad ogni forma di culto per le immagini sacre e propugnatore della loro distruzione. In senso figurato: spregiudicata ed irriverente denigrazione di principi e credenze ed anche di personaggi idolatrati).

 

Io ho conosciuto Madre Teresa di Calcutta.
Come racconto nella mia autobiografia in versi (Una Commedia umana….in parole povere), circa 35 anni fa ebbi modo di incontrare questa suorina tanto famosa. Era per me, allora, un periodo di forte instabilità e disagio morale per l’allontanamento di mio figlio da me ad opera della madre. Mi trovavo, una mattina, all’Aeroporto di Ronchi dei Legionari nella sala d’aspetto in attesa di imbarcarmi per Roma, dove avrei dovuto passare una settimana di visite ai clienti. Ero seduto su una sedia di un filare sui due lati, quando vidi entrare una frotta di gente. C’erano giornalisti, teleoperatori che riprendevano, personaggi della politica, preti, frati, alti prelati, suore vestite di bianco e strisce azzurre e, nascosta in mezzo a loro, quasi invisibile perché molto piccola, una vecchia suorina ingobbita, dalla faccia rugosa e vestita di bianco e celeste pure lei. La riconobbi subito per Madre Teresa di Calcutta. Sapevo che nei giorni precedenti, c’era stato a Trieste un Convegno sulla Pace nel mondo o qualcosa di simile e che vi era intervenuta anche Madre Teresa. Il gruppo di persone si avvicinò diretta alle mie spalle per prendere posto proprio dietro di me. In particolare, Madre Teresa si sedette sulla sedia direttamente retrostante alla mia, tant’è che girandomi potevo vedere la sua testa e le sue spalle. Mentre stava lì, la suorina venne intervistata in Inglese da un giornalista della redazione di un giornale locale, che le chiedeva di esprimere la sua opinione sulla povertà nel mondo. Lei rispondeva pacatamente in un Inglese chiaro e scandito e io riuscivo a sentire e capire quello che diceva. Ad un tratto, non so cosa mi è pigliato, ho sentito come una molla scattarmi dentro, come se avessi ricevuto una spinta ad alzarmi per andare da lei. Quasi di corsa, tant’è che quelli che stavano intorno si erano preoccupati e cercavano di trattenermi, ho fatto il giro della fila di sedie e sono andato ad inginocchiarmi davanti a lei. I presenti tentavano di mandarmi via ma lei li ha tranquillizzati ed io sono riuscito a dire in Inglese: “Mother, I’m Alberto, can you bless me?” (Madre, sono Alberto, potete benedirmi?).
Lei mi ha messo una mano sulla testa e mi ha detto: “Alberto, my dear, yes, God bless you.” (Alberto, mio caro, sì, Dio ti benedica), e mi ha fatto il segno della croce davanti al viso. Mi sono allontanato ringraziando seguito dagli sguardi attoniti degli astanti. Ma la cosa non era finita lì. Dopo l’imbarco, abbiamo preso posto sull’aereo e, guarda caso, Madre Teresa aveva il posto a sedere assegnato nella fila proprio davanti alla mia, su un seggiolino appena sfalsato di un posto rispetto al mio. Infatti riuscivo a vederla e, dopo il decollo, ho notato che stava scrivendo con una stilografica una lettera su un foglio bianco. Mi è venuta l’idea di chiederle un ricordo della sua benedizione. Ho cercato nel borsello qualcosa su cui scrivere ma non ho trovato altro che un biglietto da visita della mia Azienda con il mio nome: la parte posteriore era libera e vuota, senza scritture.. Allora ho preso il coraggio a due mani, l’ho chiamata, mi sono fatto riconoscere e le ho chiesto di lasciarmi un ricordo scritto di quanto avvenuto. Lei si è girata, mi ha sorriso e sul biglietto da visita ha scritto: “God bless you – M. Teresa m.e.” (Dio ti benedica – M. Teresa mater ecclesiae = madre della Chiesa). Qui sotto, trovate la prima lettera scritta e firmata da Madre Teresa con le stesse parole e la stessa grafia, proprio come ho qui esposto: sembra la fotocopia della sua scrittura. Il biglietto da visita con la sua benedizione lo tengo, da allora, nel portafoglio.
Per quel che ne sapevo allora e fino a qualche ora fa, Madre Teresa era per me l’unico essere vivente degno di ammirazione e venerazione sulla faccia della terra: era universalmente conosciuta come una benefattrice dell’umanità, votata alla nobile causa di alleviare le sofferenze dei poveri. E tale è rimasta nel mio immaginario personale per tutti questi anni. È stato , devo dirlo, un conforto , una consolazione e una speranza: almeno c’è qualcuno che ha fatto del bene ed io l’ho conosciuta e ho avuto fiducia nella sua opera di sollievo della sofferenza. Ho conservato la sua benedizione come una reliquia che, posso ben dire, mi ha aiutato a vivere e sperare in un mondo migliore.
Adesso, per caso, mi sono imbattuto in questa recensione, che potete leggere qui di seguito, che mi ha ribaltato tutto il mondo di principi morali di cui mi sono dotato: è stato uno “tsunami” devastante per me che, pur votato all’agnosticismo, e lontano ormai dalla credulità comune, avevo tuttavia trovato un appiglio di valori che potessero indurre la speranza di un bene da vivere sulla terra o, quantomeno, di un sollievo al male che è sempre più diffuso. Questo appiglio era Madre Teresa. Ora, dopo la lettura attenta e approfondita di questo trattato, non so più cosa pensare. Mi è venuto meno l’ultimo gancio in mezzo al cielo che mi teneva sospeso prima di cadere nella disperazione. Hanno abbattuto in me, dissacratore di idoli, l’unico simbolo e paradigma di bene che io conoscevo. Adesso posso dire che qui, sulla terra, è tutto uno schifo.
Chissà se esisterà mai un posto dove tutto va come dovrebbe andare.

 

da  QUORA

 

Quale persona, famosa nella storia, idolatrata, era in realtà una persona orribile?

 

Risponde Claudio Lanzetta, corrispondente di QUORA

 

Sicuramente questo piccolo goblin odioso: (goblin = sorta di folletto cattivo e riprovevole).

Madre Teresa di Calcutta.

Un po’ di anni fa l’inglese Channel 4 produsse un documentario: “Hell’s Angel” (L’Angelo dell’Inferno), che trovi su Youtube:

Il proprietario del faccione che vedi è tale Christopher Hitchens (RIP) (Rest in peace = Riposi in pace).

Lui diffuse l’opera e l’anno seguente ne tirò fuori un libro: “La posizione della missionaria. Teoria e pratica di Madre Teresa” (The Missionary Position – goodreads) (Goodreads = buone letture: è la più grande comunità di lettori sul pianeta composta da 40 milioni di utenti).
N.d.R.: “Missionary Position” si traduce letteralmente con “La posizione del missionario”. Si intende, credo volutamente, fare il verso alla locuzione con cui si descrive l’atto sessuale, con l’uomo sopra e di fronte alla donna.

dove sbugiarda e smaschera il summenzionato goblin.

Traduzione: “Ho intrapreso il progetto di giudicare la reputazione di Madre Teresa dalle sue azioni e parole, piuttosto che le sue azioni e parole dalla sua reputazione”.

Il tema centrale del libro è che Madre Teresa era amica della povertà, e non dei poveri. Il fatto di essere poveri e sofferenti avvicinava i poveri e sofferenti a Dio. Ne consegue che NON PUOI e NON DEVI alleviare questa povertà o sofferenza, o i suddetti poveri e sofferenti si allontaneranno da Dio.

Un esempio perfetto è questo aneddoto descritto da Hitchens:

Traduzione: “Delle regolamentazioni governative stabilivano che un ascensore fosse installato ad uso dei disabili. Madre Teresa non avrebbe permesso d’installarne uno. La città si offrì di pagare il tutto. L’offerta venne rifiutata. Dopo tutte le negoziazioni e piani, il progetto per i poveri venne abbandonato perché un ascensore per gli handicappati era inaccettabile”.

Dunque, dei fiumi di denaro che le sono stati consacrati (a lei come alle “Missionarie della Carità”, la congregazione fondata da Madre Teresa stessa) neanche un centesimo è mai arrivato agli ospedali della congregazione, oltre 500 in oltre 100 paesi.

Ospedali che vengono descritti come “case per i morenti” da medici internazionali che sono andati a visitarli. I due terzi delle persone che finiscono in queste missioni speravano di trovare un medico che potesse curarli, mentre l’ultimo terzo giaceva in attesa di morire senza ricevere cure appropriate. I medici osservarono una significativa mancanza d’igiene, perfino condizioni evidentemente non conformi, oltre che l’assoluta mancanza di cure reali, cibo non adeguato, e niente antidolorifici. Il problema non era la mancanza di denaro, visto che la Fondazione aveva raccolto centinaia di milioni di dollari, quanto piuttosto una particolare idea di sofferenza e morte che Madre Teresa aveva:

Traduzione: “C’è qualcosa di bellissimo nel vedere i poveri accettare la loro condizione, nel sopportarla come fece Cristo con la sua passione. Credo che il mondo tragga molti benefici dalla sofferenza della povera gente”.

Ora, e questa è solo una mia opinione, c’è qualcosa di morboso e profondamente deviato nel sentire qualcuno osannare la sofferenza di qualcun altro quando questo povero cristo, ed intendo in maniera quasi letterale, stava in croce e questa sofferenza, questo patimento, poteva tranquillamente evitare, con tutti i soldi raccolti esattamente per questo scopo dall’organizzazione di Madre Teresa.

Ed Hitchens rincara:

Traduzione: “Tenete presente che i proventi globali di Madre Teresa erano più che sufficienti per mettere in piedi molte cliniche di prima classe nel Bengala. La decisione di non farlo, ed invece di sostenere una improvvisata e stravagante istituzione che sarebbe stata immediatamente oggetto di denunce e proteste se fosse stata diretta da qualsiasi branca della professione medica, è deliberata. Il punto non era dare onesta assistenza alla sofferenza, ma il promulgare un culto basato sulla morte, la sofferenza e la sottomissione”.

Traduzione: “Madre Teresa (la stessa che, voglio far notare, è stata curata in alcune delle migliori e più costose cliniche ed ospedali nel mondo occidentale durante la sua battaglia con problemi cardiaci ed età avanzata)”…

Traduzione: “ad un certo punto scoprì le sue carte durante un’intervista filmata. Ella descrisse una persona agonizzante allo stadio finale di un cancro e che soffriva dolori insopportabili. Con un sorriso, ripeté alla telecamera ciò che disse a questo paziente terminale: “Stai soffrendo come Cristo sulla croce. Gesù ti sta baciando”. Ignara dell’ironia che potrà poi esserle attribuita, raccontò della risposta del sofferente: “E allora per favore digli di smetterla di baciarmi”. Esistono molte persone in estremo bisogno e atroci sofferenze che hanno avuto modo di desiderare, nel momento del bisogno estremo, che Madre Teresa fosse meno liberale con le sue carezze metafisiche ed un po’ più solidale alla vera sofferenza”.

Vogliamo parlare delle relazioni “discusse” che intratteneva? Ad esempio di un tale Robert Maxwell, editore inglese e grande donatore alla causa di Madre Teresa, si scoprì poi che aveva intascato oltre 450 milioni di sterline dal fondo pensione dei suoi impiegati. Ma del resto cosa poteva saperne Madre Teresa?

Allora parliamo di questo Charles Keating, che ha architettato una delle più grosse truffe nella storia degli Stati Uniti d’America. Donò a Madre Teresa circa 1’250’000 dollari – e parliamo dell’inizio degli anni ’80, erano bei soldi all’epoca – e le permise di usare il proprio jet privato. Una volta indagato e condannato per bancarotta fraudolenta ed una serie di altri crimini, Madre Teresa scrisse ad un giudice della corte suprema per intercedere per conto di Keating. Qui sotto la lettera completa che non tradurrò, se non per la citazione iniziale, Matteo 25:40 “Qualunque cosa abbiate fatto ad uno di questi miei fratelli minori, l’avete fatto a me”. Una citazione più adatta ad un padrino di cosa nostra che ad una santa, mi pare.

Ora, voglio farti fare una risata: trovi qui sotto la risposta (in tre pagine) del procuratore distrettuale di Los Angeles che incriminò ed ottenne la condanna per Keating.

Riassumendo brevemente, Turley spiega a Madre Teresa che Keating ha frodato migliaia di persone dei loro risparmi, facendogli credere di investire in fondi a basso rischio, mentre in realtà questi soldi andavano a finanziare il suo stravagante stile di vita. Ironicamente, una delle vittime era un povero carpentiere che non parlava una sola parola d’inglese, e che s’era visto rubare i risparmi di una vita intera di duro lavoro. Allora, visto che il vostro motto è “quel che fate al più piccolo dei miei fratelli lo fate a me”, tieni conto che questi “più piccoli fratelli” sono proprio le persone derubate. E quindi, cosa farebbe Gesù se gli venissero consegnati dei soldi rubati? Li terrebbe, per qualsivoglia motivo, anche per farne carità, o li restituirebbe? Ed ecco l’esortazione a Madre Teresa a seguire l’esempio di Gesù e rendere quei soldi.

“Non tenetevi i soldi. Restituiteli alle persone che hanno lavorato e se li sono guadagnati. Se mi contatterete vi metterò in contatto diretto coi legittimi proprietari delle somme ora in vostro possesso.

Sinceramente,

Paul W. Turley”

Beh, Paul W. Turley sta ancora aspettando una risposta da Madre Teresa. Risposta che temo non arriverà mai, ora che la vecchia è schiattata ormai da un po’.

Andiamo avanti. Parliamo dell’atteggiamento di Madre Teresa verso pratiche come l’aborto, gli anticoncezionali e malattie come l’AIDS. Ma dobbiamo, veramente? Non hai ancora capito dove andremo a finire? Ok…

Madre Teresa vinse il premio Nobel per la pace nel 1979 (insieme ad altri). Pronunciò un discorso d’accettazione, come si usa, sull’argomento dell’invasione dei serbi in Bosnia, a seguito della quale decine di migliaia di ragazze stuprate rimasero incinte: queste poi volevano -naturalmente, aggiungerei- abortire.

Ecco cosa dice Madre Teresa al riguardo: “I feel the greatest destroyer of peace today is abortion, because it is a direct war, a direct killing—direct murder by the mother herself” – “Mi sento di dire che il più grande distruttore della pace oggigiorno sia l’aborto, perché è una guerra diretta, un uccidere diretto – omicidio diretto dalla madre stessa”.

Nel 1993 Madre Teresa visitò Dublino. Giusto l’anno prima era scoppiato il (famoso?) Caso X – una ragazza stuprata e rimasta incinta aveva sviluppato tendenze suicide. Questo, secondo la corte suprema, permetteva l’aborto per salvare la vita della ragazza. In Irlanda, paese fortemente cristiano (per lo più cattolico), il dibattito intorno alla questione del diritto all’aborto è sempre stato molto acceso.

Beh, in quell’anno Madre Teresa parlò al pubblico e disse un paio di cose per me già sufficienti a condannarla:

“Let us promise Our Lady that we will never allow in this country a single abortion.” —- “Promettiamo alla Madonna che non permetteremo mai in questo paese un solo aborto.”

***Applauso***

Per poi continuare “And no contraceptives.” —- “E niente contraccettivi.”

***Altro applauso***

E cosa credi pensasse del divorzio? Ma queste son cose che difficilmente creano un mostro.

Un altro aneddoto che Hitchens amava raccontare era che lui era stato invitato dal Vaticano, in merito alla procedura di beatificazione di Madre Teresa, a parlarle contro – a fare “l’Advocatus diaboli” (l’Avvocato del diavolo), ufficio realmente esistente, ma abolito nel 1983 da Giovanni Paolo II. Per questo motivo Hitchens si vantava d’aver fatto l’avvocato del diavolo pro-bono (a fin di bene).

Beh, voglio farla breve ché sto scrivendo già da un po’ ormai: Il miracolo principale per cui Madre Teresa è stata poi beatificata, la guarigione miracolosa di Monica Besra, una giovane donna indiana, semplicemente toccando una medaglietta con l’immagine di Madre Teresa, è stata confutata e denunciata PRIMA che iniziasse la procedura di beatificazione.

Una versione del racconto puoi leggerla qui su The Telegraph: Medicine cured ‘miracle’ woman – not Mother Teresa, say doctors (“La medicina ha curato la donna miracolata – non Madre Teresa” dicono i dottori).

Traduzione: “Suo marito inizialmente condivideva questo scetticismo. “Questo miracolo è una truffa,” disse ad un giornalista l’anno scorso. “Molto rumore per nulla. Mia moglie è stata curata dai medici.” Da allora, però, è prodigo di lodi per Madre Teresa ed il suo ordine”.

“È stato il suo miracolo a curare mia moglie,” dice Selku Murmu, la cui famiglia si è convertita al cristianesimo dopo la guarigione di sua moglie. “La nostra situazione era terribile e non sapevamo cosa fare. Ora i miei bambini vengono educati con l’aiuto delle suore ed io sono stato in grado di comprare un piccolo pezzo di terra. Tutto è cambiato per il meglio”.

Traduzione: “La beatificazione di Madre Teresa è stata criticata anche per la speditezza. Dopo che una commissione del Vaticano riconobbe la guarigione di Monica Besra come un miracolo, il papa intervenne personalmente per velocizzare la beatificazione della suora, facendone la più veloce nella storia della Chiesa”.

Infine, la crisi di fede. È normale per chiunque perdere la fede, di tanto in tanto; credo, almeno, non avendone mai avuta neanche una briciola personalmente. Madre Teresa, però, era una donna eccezionale. La sua crisi di fede è durata per gli ultimi 40 anni della sua vita. Quaranta anni in cui predicava in pubblico, ma nella privatezza del suo cuore era completamente sterile.

Sempre dal Telegraph: Mother Teresa’s ’40-year faith crisis’ (La crisi di fede durata 40 anni di Madre Teresa)

Traduzione: “Scrisse al Reverendo Michael Van Der Peet, un confidente spirituale, nel settembre 1979, che “Gesù ha un amore molto speciale per voi. Per quanto mi riguarda, il silenzio ed il senso di vuoto sono talmente grandi che guardo e non vedo, ascolto ma non sento. La lingua si muove [in preghiera] ma non parla”.

Traduzione: “Signore mio Dio, mi hai gettata via come non voluta, non amata” scrisse in una missiva. “Chiamo, mi aggrappo, voglio, ma non c’è nessuno che risponda, no, nessuno. Sola. Dov’è la mia fede? Anche in profondità non trovo nulla. Non ho fede. Non oso pronunciare le parole e pensieri che affollano il mio cuore”.

“E continua: “Mi viene detto che Dio mi ama, eppure la realtà dell’oscurità e freddezza e solitudine sono talmente grandi che niente arriva a toccare il mio cuore. Ho commesso un errore nell’arrendermi ciecamente alla Chiamata del Sacro Cuore?”

Il resto lascio che te lo legga personalmente. Altre lettere vengono citate, e tutte sono state pubblicate nella raccolta “Sii la mia luce“.


Insomma, il punto dove voglio arrivare è che era un essere abietto.

Ho letto le altre risposte, e gente come Einstein e Churchill non venivano propriamente “osannati”. In particolare, di Churchill si sapeva benissimo che era uno stronzo, ma se ne ammirava il genio politico. Altra gente, come Gandhi, veniva osannata sì, sebbene probabilmente non quanto Madre Teresa.

Nessuno di questi né degli altri menzionati comunque ha arrecato tanto danno a tanta gente. Probabilmente neanche personaggi come Hitler, Stalin, Pol Pot, Ceaușescu e vari altri dittatori in giro per il mondo. Per quanto di male questi loschi figuri possano aver fatto a decine di milioni di persone, lei ne ha fatto a centinaia di milioni, e probabilmente in misura anche maggiore.

Indi per cui, la mia opinione è che Madre Teresa vince questa abietta competizione con enorme distacco.


Edit 1: Mi si chiede nei commenti che fine hanno fatto tutti i soldi raccolti.

Non si sa. Del resto le organizzazioni di beneficenza non sono tenute a tenere libri contabili, né ad offrire alcun tipo di trasparenza o rendicontazione.

Ti riporto questo articolo del Guardian: Search for sins of saint of the gutters (Ricerca dei peccati del santo delle grondaie), che cito:

Susan Shields vive ancora a New York. In un articolo riguardante le “Missionarie di Carità” (di cui è stata suora per nove anni) dice: “Tanti hanno generosamente supportato il suo (di Madre Teresa) lavoro perché non realizzavano come le sue premesse contorte soffocavano qualsiasi sforzo di alleviare la miseria. Ignari del fatto che molte delle donazioni giacevano inutilizzate nei suoi conti in banca, questi venivano ingannati nel pensare che stessero aiutando i poveri”.

Durante i nove anni passati nelle “Missionarie di Carità”, la Shields aveva il compito di scrivere lettere di ringraziamento per le donazioni. “I soldi arrivavano ad un ritmo frenetico. Il postino doveva spesso consegnare le lettere a sacchi. Scrivevamo regolarmente ricevute per 50000$ o più. A volte un donatore chiamava per chiedere se avessimo ricevuto la sua donazione, e si aspettava che ce ne ricordassimo immediatamente perché l’importo era tanto alto. Come potevamo dire che non ce ne ricordavamo perché ne avevamo ricevute tante altre molto più grandi?”