“…..di madre lingua
e di padre ignoto…..”
…..sull’etichetta di una provetta
di produzione spermatica assistita.
Cosa ci insegna la vita… testamento spirituale di un libero pensatore
“…..di madre lingua
e di padre ignoto…..”
…..sull’etichetta di una provetta
di produzione spermatica assistita.
Di questi tempi,
mi tocca di sentire
molti dissentire.
Si dissente a destra e a manca,
si dissente su e giù,
si dissente su ogni cosa.
Dissentire è diventato di moda.
C’è in giro un’epidemia
di dissenteria?
FALLO FELICE
è il titolo di un libro di 207 pagine,
scritto da Linda Lou Paget.
È un libro che parla di come fare felice un uomo,
oppure di come un membro maschile è felice di suo?
Un giorno, a Montecarlo,
Charlie Chaplin partecipò
ad un concorso per trovare
un sosia di Charlie Chaplin.
Si classificò al terzo posto.
FILOSOFIA
I filosofi antichi avevano la tendenza a filosofeggiare, anche in modo paradossale, se non proprio, in modo finemente umoristico.
“L’umorismo può esistere solo là dove la gente distingue ancora il confine tra ciò che è importante e ciò che non lo è.
E questo confine, oggi, non si distingue più . (Milan Kundera).
Preghiera di Sant’Agostino, da ragazzo, al Signore : “Fammi casto, ma non subito”.
Socrate, passando per i mercati stracolmi di merce di ogni genere, era solito esclamare: “Guarda quante cose….che non mi servono!”.
Al momento della sua condanna a morte, mentre la moglie Santippe piange, si dispera e non smette di ripetere che lo stanno uccidendo ingiustamente, Socrate se ne esce con la battuta : “Avresti preferito che mi uccidessero giustamente?”.
Alessandro Magno, chiede a Diogene, il cinico (significa. che conduce una vita da cane N.d.R.), se ha paura di lui, questi replica : “Dipende, tu sei un bene o un male?”. “Un bene, non ci sono dubbi” risponde Alessandro.
Allora Diogene lo liquida, dicendo : “Allora, perché mai dovrei aver paura di te?”.
Un vasaio chiede a Socrate che cosa sia meglio : sposarsi o rimanere scapolo, lui risponde ; “Qualunque scelta farai, te ne pentirai!”.
Epimenide* di Creta (famoso per il paradosso “Tutti i Cretesi sono bugiardi”), andò in India e chiese a Buddha : “Sapresti dirmi qual è la domanda migliore che si possa fare e qual è la risposta migliore che si possa dare?”. Buddha gli rispose : “La domanda migliore che si possa fare è quella che mi hai appena fatto, e la risposta migliore che si possa dare è quella che ti sto dando io, ora”.
Epicuro si trova nel suo orto e, mentre impartisce una lezione a cinque suoi allievi, sta innaffiando filari di rape, carote e altre verdure che serviranno per un banchetto. In realtà, egli continua ad innaffiare le verdure, mentre la brocca è ormai vuota. Un allievo glielo fa notare e, anziché ammettere la distrazione, Epicuro ribatte : “Se, veramente, continuassi ad innaffiare, il fatto che la brocca sia vuota non sarebbe rilevante. In realtà, non sto innaffiando, come tu hai detto, ma sto facendo soltanto il gesto di innaffiare. Insomma, sto facendo un innaffiamento “platonico”.
* Il paradosso del mentitore: versione originale.
La prima formulazione del paradosso si trova nella Lettera a Tito di Paolo di Tarso:
| Uno di loro, proprio un loro profeta, ha detto: «I Cretesi sono sempre bugiardi, brutte bestie e fannulloni». Questa testimonianza è vera.» |
| (Lettera a Tito) |
Il “profeta” a cui allude Paolo sarebbe Epimenide di Creta (VI secolo a.C.), di cui non ci restano scritti.
Se assumiamo che l’affermazione sia vera, allora sarebbe vero che Epimenide, in quanto cretese, è un bugiardo. Ma allora la sua affermazione «i Cretesi sono sempre bugiardi» non sarebbe vera ed otterremmo una contraddizione. Se invece assumiamo che l’affermazione sia falsa, allora sarebbe vera la negazione di «i Cretesi sono sempre bugiardi», cioè sarebbe vero che alcuni cretesi dicono la verità e alcuni mentono. In questo caso non vi sarebbe alcuna contraddizione e potremmo identificare Epimenide come uno dei cretesi che mentono. Per quanto argomentato nel caso precedente, non può infatti esser vero che Epimenide dica la verità.
Avete mai notato che,
quando si fa una cosa bella,
si dice: “Ho fatto una figata”.
E, quando si fa qualcosa
di sbagliato, si dice:
“Ho fatto una cazzata”?
Apprezzami adesso,
eviterai la coda!
Ci sono delle tentazioni a cui
è, davvero, un peccato resistere.
Ci sono quelle di tipo sessuale
e quelle di tipo alimentare.
Sono, entrambe, molto allettanti.
Esse sono, tuttavia e, per sfortuna,
fra loro inversamente proporzionali.
L’interesse per gli eccessi a tavola
è antitetico ai successi a letto.
Mentre la pratica sessuale assidua
è un buon coadiuvante nella “dieta”
e per un buon equilibrio psicofisico.
Non dirò quale delle due preferisco.
Per il vero, come dice “Faber” De André:
“Si sa che la gente dà buoni consigli
se non può più dare cattivo esempio”.
Questo testo, leggermente modificato, si trova anche al Numero1444.
P R E A M B O L O
Era meglio se mi tappavo la bocca,
ma ho ceduto alla tentazione,
ho composto questa filastrocca
e ve la canto a guisa di canzone.
Si, ve la canto e anche ve la suono.
Se la chitarra piange e ho poca voce,
in anticipo, vi chiederò perdono.
Siate buoni, non mi mettete in croce.
La cantata ha soltanto due accordi:
il MI settima alternato con il LA.
“Il Plevan di Malborghet”,se lo ricordi,
allora sai più o meno come fa.
È un po’ monotono e ripetitivo,
non c’è intermezzo e poche variazioni
ma tant’è, amici, questo è il motivo,
talvolta sono queste le canzoni.
La melodia s’impara molto presto,
così, se qualcuno di voi vuole cantare
insieme a me, vi ho dato il testo,
sarò felice di farmi accompagnare.
Imbraccio la chitarra per Graziella
voi, pazientemente, state ad ascoltare.
Spero che la cantata mia sia bella,
schiarisco la voce e vado a incominciare.
P R E A M B O L O
Era meglio se mi tappavo la bocca,
invece ho ceduto alla tentazione,
ho composto questa lunga filastrocca
e ve la canto a guisa di canzone.
Si, ve la canto e anche ve la suono.
Se la chitarra piange e ho poca voce,
in anticipo, vi chiederò perdono.
Siate buoni, non mi mettete in croce.
La cantata ha soltanto due accordi:
il MI settima alternato con il LA.
“Il Plevan di Malborghet”, te lo ricordi?
L’abbiam cantata un’estate fa.
È un po’ monotono e ripetitivo,
non c’è intermezzo e poche variazioni
ma tant’è, amici, questo è il motivo,
talvolta sono queste le canzoni.
La melodia s’impara molto presto,
così, se qualcuno di voi vuole cantare
insieme a me, vi ho dato il testo,
sarò felice di farmi accompagnare.
Imbraccio la chitarra e butto la stampella,
voi, pazientemente, state ad ascoltare.
Spero che la cantata mia sia bella,
schiarisco la voce e vado a incominciare.
ALL’ AMICO ALBERTO IN PENSIONE
Così il nostro Albertone
finalmente è in pensione
da più di un mese
e da buon anfitrione
offre questa imbandigione
a proprie spese.
Siamo qui in riunione
e abbiamo l’occasione
per festeggiarlo.
Ma un piccolo sermone,
che gli serva un po’ da sprone,
vogliamo farlo.
Parlo a nome di persone
la cui vera propensione
è l’amicizia
e ogni raccomandazione,
pur se fa provocazione,
non è malizia.
Questa semplice canzone
non dà certo l’emozione
di un Battisti
e non ha la presunzione
di fornir la prestazione
dei grandi artisti.
Sarà solo un tormentone
per destare l’attenzione
del buon Alberto
sulla nuova situazione
e per la prosecuzione,
ne sono certo,
verso una trasformazione
ed una rivoluzione
copernicana,
che non sia una prigione
o una pura reclusione
all’italiana.
Devi darti uno scossone,
non restare in soggezione
dell’indolenza.
Abbi una motivazione
e di una occupazione
non stare senza.
E se hai predilezione
per qualcosa, una passione,
tu dacci dentro.
Ne farai una religione
e la migliore opzione:
sarà il tuo centro.
Se tu fai il fannullone
poi ti senti un coglione,
non ti conviene.
Se vivrai da pelandrone
poi cadrai in frustrazione
e non va bene.
Presta molta attenzione
al tuo amico beverone:
non è sincero.
Vuoi la nostra approvazione?
Usa la moderazione,
ma per davvero.
Ma è arrivata la stagione
che avrai la sensazione
di perder colpi.
Ti farò una confessione:
io non vedo un cialtrone
che te ne incolpi.
Devi aver la convinzione
che non c’è più paragone
coi bei vent’anni.
E devi avere il pannolone
per salvare il pantalone
dai noti danni.
Non aver la presunzione,
come un Napoleone,
di avere tutto.
E non fare il farfallone
coi problemi di erezione,
o sarà un lutto.
Far la parte del leone,
come uno scapolone,
non è più il caso.
E se cadi dall’arcione
non farai un figurone
siine persuaso.
Devi farti una ragione
se sei ciuco e non stallone
nel fare sesso:
lo zampillo non è sciacquone,
lo scopino non è scopone
ma fa lo stesso.
Tu as dit “Ma vammi in mone,
o soi stuf di là a Verone
in autostrade.
Al à dit ancje Gastone
che mi ven il mal de none
cun che menade”.
Meglio il buco che il taccone
come insegna la lezione
del ritornello.
E, come in televisione,
siamo a “striscia lo striscione”
di Militello.
Giunto al fin della tenzone,
con un piglio da guascone,
io do l’affondo.
Mi si passi l’irrisione,
perché ho fatto il buontempone,
non lo nascondo.
All’amico Albertone
una raccomandazione,
nel finale:
ti ci troverai benone
se tu prendi la pensione
per quel che vale.
Fa’ che sia un’inversione,
è una grande occasione:
non va fallita.
Forse è l’unica stagione
che darà soddisfazione
alla tua vita.
L’amicizia ce lo impone:
darti la benedizione
per i dì futuri.
E, con una acclamazione,
ti mandiamo un bel bacione
e tanti auguri.
Alberto Visintino
Ristorante “AL ZUC”, Fontanabona di Pagnacco, 10 Febbraio 2018
Il mondo lo hanno sempre cambiato
i folli, gli eretici, le streghe e i ridicoli.
Non le greggi.
E io…. in quale categoria ho esercitato
e fornito il mio modestissimo contributo
al cambiamento e al rinnovamento?
In quella dei ridicoli.
Ho sempre riso e deriso
tutte le certezze e le affermazioni,
apodittiche o modaiole.
Per dirla in friulano:
“o soi simpri stat
un purcit fur dal cjot.”
( sono sempre stato
un maiale fuori dal porcile).
In latino, che era una lingua di agricoltori,
di allevatori e di pastori ,
si direbbe meglio: sus singularis
(maiale solitario) o ex grege (egregio)
cioè fuori dal gregge.
Senza puzza d’incenso, né saccenteria.
E’ stato ed è faticoso. Ma appagante.
Giorgio Gaber,
ironico e geniale,
uno dei più grandi filosofi
dell’era moderna.
Quanto mi mancano
i tuoi pensieri
profondi e disarmanti.
Tutto il resto è tanta noia.
Dovevano seppellirti sulla luna.
Non c’è niente
di più triste di
un frigorifero vuoto.
Si cresce davvero,
la prima volta che
si ride di se stessi.